Il Negus dichiarerà guerra all'Italia!

Il Negus dichiarerà guerra all'Italia! Il Negus dichiarerà guerra all'Italia! Affannosi preparativi ad Addis Abeba - Caverne contro gli attacchi aerei • Continua l'esodo degli stranieri Addis Abeba, 27 notte. Il Negus fa sapere stasera ufficiosamente che sarà lui a dichiarare la guerra all'Italia. Se le truppe italiane, in piccole formazioni, si limiteranno a sconfinamenti in Abissinia, i difeìisori le respingeranno; ma se sarà cominciata una azione in grande stile, il Negus consegnerà i passaporti al conte Vinci, Ministro d'Italia ad Addis Abeba e dichiarerà la guerra « per la difesa dell'Impero ». Non vi è ormai più nessuno, in Questa città, che non sia in preda al più nero pessimismo. La gente guarda con preoccupazione il cielo e le frequenti riapparizioni del sole preannunzianti la fine delle pioggie non sono, come in passato, seguite con gioia, bensì con amarezza. Negli ambienti governativi si evita di discorrere dell'avvenire. Si aspettano i risultati di Ginevra, ma non si nutrono più iBttsioni di sorta che la Lega delle Nazioni possa impedire l'itievitabile. TutFal più, si dice, l'Abis sin io otterrà la revoca dell'« em borgo » sulle armi e allora sarà già troppo tardi. E' previsto che fra qualche giorno il Governo si deciderà a dare il segnale della mobilitazione generale. In proposito, vi sono stati dei malintesi. Il negus, finora, ha soltanto diramato un ordine di tenersi pronti. L'ordine è rivolto a tutti gli uomini dell'età dai 15 agli 80 anni. La mobilitazione sarà decretata all'ultimo momento. Ad ogni modo, l'esercito regolare, consistente in ventimila soldati forniti di equipaggiamento degno di questo nome e di maschere antigas — e istruito da ufficiali belgi, che però non li accompagnano — si trova già nelle posizioni lungo la frontiera del Tigre e dell'Ogaden. Duecentomila «omini, poi, armati di fucili moderni ma senza uniformi e senza il resto dell'equipaggiamento militare moderno sono concentrati in punti strategici, o stanno per essere inviati verso il fronte. La mobilitazione àuvrebbe provvedere i rinforzi a queste truppe. Si calcola che il negus possa mettere in campo mezzo milione di altri uomini, ma l'armamento loro sarà al di sotto di ogni minimo. Ad Addis Abeba continuano, intanto, le esercitazioni delle nuove reclute. Esse cominciano al mattino con una marcia ai magazzini militari, donde vengono prelevate le armi. Le reclute devono quindi fare tre chilometri di strada per recarsi sul posto in cui viene loro impartita l'istruzione militare, e al termine della lezione tornano al magazzino a restituire le armi. Oggi sono partite alla volta dell'Ogaden alcune centinaia di muli, carichi di fucili tutti nuovissimi, i quali verranno distribuiti alle truppe di Harrar e del settore. La gran parte di questi fucili sono usciti da un deposito che si trova nel sotterraneo del palazzo del Negus. Altri magazzini di armi, di cui finora non si aveva notizia, si trovano iti certe caverne scavate nelle colline, alcune delle quali datano dal tempo dell'invasione musulmana dell'Abissinia. Il Negus, per assicurarsi dagli attacchi aerei, ha ordinato che nuove caverne del genere vengano aperte nei monti in tutte le province e che in esse siano accatastate le armi e le munizioni. Nella caverna di Garfusa, a dieci chilometri da Addis Abeba, egli ha fatto trasportare tutta la benzina disponibile. Egli poi, secondo le voci che corrono ad Addis Abeba, ha ordinato che una caverna sia allestita per accogliere la imperiale famiglia, e inoltre si farebbe costruire un sotterraneo in cemento e acciaio al di sotto del palazzo della capitale. La prudenza non è mai troppa! Altri preparativi sono quelli compiuti lungo la linea ferroviaria. In vicinanza di ogni ponte, vengono accumulate pietre per la pronta ricostruzione del ponte, qualora fosse distrutto dagli aeroplani italiani. Abbiamo detto che l'esercito possiede ventimila maschere antigas. La popolazione civile non ne ha alcuna e non ne ha mai visto alcuna. Anche gli stranieri di Addis Abeba ne sono sprovvisti. So- oe5nniadmrLqlzaggrfltmactadtsvlgstoigcVUdvzsadpNcilsasglipsffptraAiranLscvcsadlclipupglo quattro di essi se ne dichiara-1 no possessori ed un europeo, che i stamane girava nella propria ca-1sa con la maschera indosso per abituarsi a portarla, ha messo in fuga, terrorizzati, due indigeni che l'hanno visto, i quali sono andati a raccontare di avere incontrato il demonio. Il treno in partenza per Gihuti aveva oggi a bordo 62 casse della Legazione d'Italia, contenenti documenti e altri oggetti di valore, le quali occupavano un vagone e mezzo ed erano guardate da una scorta speciale armata. Sono partite, fra gli altri, col treno, sei suore italiane. Ma le vetture erano zeppe di commercianti levantini e indiani, il cui abbandono della capitale viene interpretato dagli abitanti di Addis Abeba come il più sicuro segno di un prossimo conflitto, perchè, si dice, quella gente fiuta il tempo in anticipo di mesi. Costoro se ne vanno rinunciando ad aspettare persino che la Banca di Etiopia consegni loro valuta estera hi cambio della valuta abissina. Hanno trasformato in talleri d'argento tutto quello che hanno potuto e ora non pensano che a mettere in salvo la pelle. Il tallero carta, del resto, ribassa di giorno in giorno. Il cambio con la sterlina era ieri di talleri 13,50 ed oggi è già caduto a 16,50, il che equivale a un deprezzamento del 50 per cento sul corso normale. Informazioni dall'Ogaden dicono che fra quelle forze abissine si notano segni di malcontento c che in certi reparti vi è la tendi nza alla diserzione. Il Governo cerca di attribuire quesà fenomeni a mene di agenti italiani, che corromperebbero le truppe.

Persone citate: Abis, Negus