Tifoni e pirati della Malesia

Tifoni e pirati della Malesia SULLO SCHERMO DEL LIDO Tifoni e pirati della Malesia Un'altra edizione de La Dame aux camelias e la prima assoluta di Sui mari della Cina (Dal nostro inviato) iVenezia, 27 notte, iChi si rivede. La Dame aux Icamelias. Ennesimi primi piani dijMaria Duplessis, ennesimo sag- gio di teatro filmato del cinemafrancese. Il film è stato condot- to correttamente dal Rlvers, chegli ha donato una intonazione tal- volta un po' enfatica, talvolta unpo' sospirosa, e parecchie rlco- struzioni d'ambiente accuratissl-1 me. Ma s'era curiosi di Yvonne j Printemps, che per lunghi anni | fu la primaverile mogliettina, la I deliziosa interprete di Sacha Gai-1 try. Non è molto, che è avvenuta la rottura tra i due; oltre al resto si disse allora che la capricciosa Yvonne voleva fare del cinema a ogni costo, e che l'Inflessibile Sacha vi si opponeva, nemico giurato del microfono e dell'obbiettivo. Ora Yvonne et si è potuto sfogare, ma ci fa rimpiangere l'attrice che ammirammo alla ribalta. Chissà come ne avrà gongolato, queir altro. Per la gioia, s'è messo allora a fare del cinema anche lui. Lo vedremo presto in Pasteur. Alla sera, la seconda assoluta » per tutto il mondo, ac colta da molti applausi. Parve, e per parecchi giorni, che il montaggio definitivo di Sui mari della Cina non potesse essere ultimato per la Mostra; quel titolo, negli elenchi di segreteria, aveva Infatti già compiuto parecchi traslochi, s'era infine adornato del pennacchio d'un punto interrogativo; fin quando un telegramma fece sparire il pennacchio, annunciando l'arrivo delle dieci bobine. Mi diceva uno di questi giorni un ingegnere, dopo la delusione datagli da un film men che mediocre: «Non si chiede poi l'impossibile; non si chiede dell'arte, si chiede almeno del pulito, intelligente mestiere. Se compro una automobile devo trovare una mac- « prima china che non mi dianoie; se vado a un cinematografo devo almeno trovarvi un film di serie, collau dato e sicuro ». Come dargli torto? Lasciò il Lido un po' scontento; ma se avesse veduto Sui mari della Cina si sarebbe trovatodi fronte a una perfettissima mac- ^ \P0 ™ produzione, il Thalberg china di serie; e, per di più, con una carrozzeria di lusso. Il film è stato diretto da un gio-vane scrittore, Tay Garnett, che non rivela certo velleità d'avan- guardia; ma in questo caso conta- no veramente 11 nome della Casaeditrice, la Metro, il nome del ca- e i nomi degli uiterpreti, Clark Gable, Jean Harlow, Wallace Beery, Lewis Stone, Rosalind Russell, Aubrey Smith, attorniati da unadozzina di generici uno più bravodell'altro. Questo film non tentavie nuove, tutt'altro; ma è unesempio di quale livello possa es- ser raggiunto da una potente Casa editrice nello standard americano.E' lo spettacolo garantito, senzaincrinature, senza incertezze. Il soggetto tratto dal romanzo «Chl-na Seaa» di Crosbie Carstln, e ridotto da due del migliori sceneg1 giatori di Hollywood, Jules Furthman e James Kavin McGuinness; 1 la fotografia di un ottimo operatoire, Ray June; ogni congegno del1 la non piccola macchina perfetta; mente verificato, lubrificato; e un soggiorno al banco di prova di chissà quanti giorni. E' il made in Hollywood che in questi casi è davvero una garanzia (sempre per le sorti dello spettacolo, intendiamoci!. E l'elemento che può far superare qualsiasi ostacolo di viIcenda, qualsiasi artificio, se ancoj ra questi, dopo cernite e cernite, | risultassero ancora insuperabili o troppo evidenti, questo elemento è il gruppo d'interpreti. Culver ! City può ormai contare su di una (selezione e su di una scuola trentennali, per i suoi attori. Nemmeno il cinema più intelligente e pensoso, quello russo, può avere una cosi vasta scelta d'interpreti. Attori, quelli di Culver City, capaci di rendere qualsiasi stato d'animo, e capaci soprattutto come forse nessun altro di recitare dinanzi a un microfono. Gran parte del ci- nema americano è ormai teatro filmato, farcito sovente di battute sceme più del necessario; è quello «tile di recitazione che ce le fa trangugiare, e talvolta nemmeno avvertire. Uno stile rapido senza essere serrato, calcolatissimo, in discutibile. La battuta e la contro battuta combaciano con l'esattez za di due ingranaggi; quando una pausa esiste, la si direbbe calco- lata al fotogramma, al ventiquat treslmo di secondo; e cosi si glu stlficano, o almeno si ammettono, certe suture di montaggio che non potrebbero altrimenti essere tol- lerate. Sui mari della Cina è un esempio superbo di questo stile. Dal Gable alla Harlow, dal Beery allo Stone, è una continua gara a chi sa esser più bravo, e con una aravura che ha poi l'altro merito di far credere d'affidarsi quasi alrimprovvisazione. La vicenda è tutta inquadrata a bordo di un piroscafo che bordeggia la costa meridionale dell'Asia, da HongKong a Singapore, per acque infestate da- pirati malesi. Si vede Hong-Kong, si vive a bordo per giorni e giorni, si scatena una fu ribonda tempesta che tra l'altro fa devastare il ponte da un com pressore che ha rotto le sue catene e a ogni ondata diventa una catapulta, scagliata dall'una all'altra murata; si avvistano giunche di corsari i quali, con la complicità di Jean Harlow, riescono a salire a bordo; si assiste a rapine e a torture; ma l'eroico sacrificio di Lewis Stone salverà infine la situazione, e quando la tempesta si sarà placata, e i pirati saranno stati messi in fuga, si avvisterà Singapore. Ebbene, il film, dal primo all'ultimo metro, è tutto ripreso in istudio. Si direbbe, in questi standard esemplari, che si abbia un folle terrore d'un prato fiorito, di un mare in tempesta, d'un cielo ridente; e che si sia sicuri sempre -e soltanto fra le Paretl °vattate , ! trezzatura industriale dello studio, fra modellini, sovrimpressionl e surrogati. E', adope¬ rando tutto questo armamentario, che Sui mari della Cina giunge allo spettacolone assai convincente: merito d'una formidabile ate di quel- I l'attrezzatura soltanto. Quando | l'arte vera ne è raggiunta, lo è i per un fecilissimo Incontro (Se quoia) ; o, più frequentemente, i per le virtù di un grandissimo in i terprete. Perciò s'attende la Garlbo, che secondo la tradizione chiuderà la Mostra con Anna Ka- renina, sabato sera. Mario Cromo. dssscdq JEAN HARLOW nel film «Sui mari della Cina».