La battaglia manovrata di Mario Bassi

La battaglia manovrata La battaglia manovrata Bolzano, 27 notte. Il tempo era imbronciato, stamane, quando partimmo da Bolzano. I monti scomparivano detu tro foschi ammassi di nuvole: e veniva giù un'acqueruggioia fine fine, che non si capiva bene se fosse nebbia che si sciogliesse, o una piogi/ia troppo minuta. Pareva giàun mattino d'autunno; e Varia si sentiva frizzante. Sulla strada della Mendola,presso il colle, incontriamo l'auto- mobile reale. 8. M. il Re era scesodalla macchina, insieme con il pri-mo aiutante di campo generaleUsiuari di Bernczzo, e con gli al-Uri due aiutanti di campo, che Vac- compaqnavano. E da una svoltaprominente della strada che veni-va a costituire come una specie di terrazza sospesa su quella vai le stupendamente pittoresca, nel cui fondo si stende lo specchio verdazzurro del laghetto di Caldaio, contemplava il paesaggio. Ci accorgemmo allora che le nuvole si erano notevolmente sollevate, e "°" avvolgevano più che la cima dei monti; mentre il panorama della valle si era scoperto, con i *»"* boschi di conifere, con i suoi diroccanti roccioni, con le zone Sffi^ campi prati.mto, ^J> ^}«aMto,e con i suoi paesi e borghi sparsi, vigilati dai sottili e aguzzi campao dominati da un turrito ca stello. , donde l occhio spazia intorno, per PI" vasto raggio. E' l'osservatorio All'osservatorio di Revò Oltre il Passo della Mendola scendia'.no nella Valle di Non. I paesi che attraversiamo sono tutti festosamente imbandierati; e i muri delle case si vedono tappezzati di manifesti tricolori, con scritte: Evviva al Re, al Duce, all'Esercito. Ghirlandi? di verde incorniciano sui muri, i ritratti a stampa del Re e del Duce; striscioni attraverso la strada ripetono: «Evviva Casa Savoia »; oppure: « Mussolini ha sempre ragione »; oppure il dettame mussoliniano, la sintetizzata regola fascista: « Credere Obbedire Combattere ». Arriviamo al paesetto di Revò; e lasciando le automobili sulla strada, saliamo una cinquantina di metri più in alto, su un dosso di Revò. dove sono stati piantati un centralino telefonico e la sta- generale designato d'Armata Grazloh> a venerale di Corpo d'Arma *« Oluliani ispettore dell'arma del flotto, il luogotenente generale Te>nzzi comandante la Divisione dl Camicie Nere « 1" Febbraio» c,w partirà quanto prima po¬ zione radio da campo, per il servizio della direzione delle mano vre. S. E. il generale designato di Armata Pietro Ago, direttore delle manovre, è già sul posto, insieme con ufficiali del suo Stato Maggiore. Ed anche sono già sul posto, o arrivano successivamente, i Marescialli d'Italia Badoglio del Sabotino e Pecori Giraldi, il VA- °- il sottocapo di S. M M.V.S.N. luogotenente generale L°n<l°- il venerale Asinaridi San ^f^.?^^*'^,"^^^! dei reali carabinieri, il generale Bc!>- ìl Venerale Visconti Prasca, "ltr> venerali e ufficiali di Stato Maggiore; e poi gli addetti mili- della\tari e gli inviati speciali militari\I esteri; e un gruppo di senatori e deputati, per la maggior parte in divisa militare, con a capo il Presidente della Camera, crìnte Costanzo Ciano di Cortellazzo. Il Presidente del Senato, Collare dell'Annunziata Luigi Federzoni, presta servizio, com'è noto, nella sua ufficiale d'artiglieria. . j ?» , . Azzurri "J"■;'f S3S.7arriva alPo^' . ,o m ^ aJ(|ro„H di Cf,m;/0.efl» ts'informa subito dal generale Ago \ dell'andamento della manovra. ! Cinque minuti dopo, arriva S. E. \ Mussolini, accompagnato dal Scgretario del Partito, S. E. Starace, le da S. E. il generale Baistrocchi. '.Sottosegretario alla Guerra, e seguito dal Sottosegretario alla Stampa e Propaganda S. E. Dino ] Alfieri, e dui Prefetto di Bohano S. E. Mastromattei, in divisa di maggiore degli Alpini. Il Capo del Governo veste la divisa di Caporale d'onore della Milizia. E si fer\ma a qualelie passo dal Re, salutando romanamente. Il Re gli va incontro, a stringergli la mano. Movimenti invisibili La manovra che intorno, in questo frattempo, si svolge, con il graduale ripiegamento dei Rossi, della Divisione della Cuneense, e della Divisione del Brennero, da • vanti all'impetuosa pressione de 'gli Azzurri, gli alpini della Triden jtina, fiancheggiati, sulla loro si- j nistra, dalla Divisione celere ■ Principe Amedeo Duca d'Aosta, e la Divisione Leonessa, fiunchc.g giata sulla sua destra dalla Divi¬ stolte motorizzata Trento — insomma quattro Divisioni azzurre, che premono accanitamente contro due Divisioni rosse; — la manovra non si rivela che per il cannoneggiamento, che rimbomba; e più fardi con il crepitio delle mitragliatrici e della moschetteria. Quel deserto del campo di battaglia, su cui mi diffondevo, in una precedente corrispondenza, è attuato in pieno. Dall'osservatorio non si riesce a scoprire, non dico un movimento di reparti, non dico sorprendere l'azione di una pattuglia; ma nemmeno un uomo si riesce a scorgere: tanto abilmente e accuratamente manovrano le truppe. Davvero, come se si trat tasse di guerra vera. Soltanto qualche postazione di mitragliatrice riusciremo a individuare, per un po' di fumo che indica l'appostamento, quando l'arma, entra in funzione. Ma questo accade perchè i le armi sparano, com'è naturale, con cartuccie a salve, le quali appunto danno quel po' di fumo; e se si trattasse invece di cartuccie a pallottola, cartuccie di guerra, anche quel minimo segno scomparirebbe, o almeno si ridurrebbe quasi indistinguibile. Perizia e accorgimento Più tardi, io, che sentendo battere forte il mio vecchio cuore di alpino, cercherò affannosamente, correndo per il campo della finta battaglia, un reparto di alpini in azione per vederlo da vicino, per ritrovarmi qualche momento con i miei « scarponi », dovrò stentare non poco a scovare finalmente una compagnia del sesto Alpini della «Tridentina» (partito azzurro), e lo troverò nell'atto che arriva per occupare un ponte su un vallone invalicabile dalle pareti a picco, in fondo a cui corre il torrente; ma ai due capi del pon¬ tidaTcoDvimmdacomcedemlimUasucPscudDngss¬ cdctlte è già issata la bandierina giallaI Dche avverte che il ponte non est-j Cste più, che Vavversario l'ha già. nfatto saltare. Del resto l'avversa-] cno, j'eparti del 231 Fanteria — | idivistone « Brennero », partito ros- so —, si era ben premunito; giac- che aveva portato, di là dal ponte,] a mezza costa di un pendìo tre j nmitragliatrici così bene dissimulate che certo nessuno non riuscirebbe ad accorgersene prima che aprissero il fuoco; le due laterali incrociavano i loro fuochi sul ponte, e la terza lo prendeva direttamente di infilata. Evidentemente, nessuno sarebbe passato se prima non si fossero annientate magari a cannonate quelle mitragliatrici. Ma gli alpini ora da parte loro vanno studiando di calarsi giù nel burrone in altro punto da questo tvpdgtocosì difeso, scendendo la parete a\rDtpicco per poi rimontarla. E io I sli lascio a questa prova; mentre\cun sottotenentino con un soldato\lscelto si accinge a tentare per pri-■ smo la fortunosa discesa. Buona\Sfortuna. B'cn« ...vassi in San Leo, e discendesi in Novi; — Montati su Bismantova in cacume — Con esso il pie; ma qui convien ch'uoml cuo»»- | Ma dall'osservatorio, dicevo, non lsi vedeva un sacrosanto niente. Il «che soddisfaceva sommamente e tinorgogliva S. E. Baistrocchi il ! quale faceva constatare come lei a'e truppe non avrebbero potuto ma-1n a\novrare con Plu perizia e con più scrupoloso accorgimento. Si è notato all'osservatorio di Revò la animata conversazione del Re col Capo del Governo. Tanto l'uno che l'altro apparivano di ottimo umore, mostravano un visibile compiacimento. E quando \vers° le 9 e un quarto il Re lascia e n l a . ' » o . . , . a o o i l a l , e - e e ¬ va l'osservatorio salutando Mus solini gli teneva lungamente la mano, stretta nella sua con il più manifesto calore di cordialità e di soddisfazione. Il Re discese a piedi fino alla strada dove aveva lasciato l'automobile. E il Duce lo segui insieme con i generali e le personalità. Una piccola folla di contadini, di montanari, di villeggianti che si era venuta raccogliendo sulla strada proruppe allora, mentre ìl Re montava in macchina, in un clamoroso applauso, in grida dì evviva. Pocni minuti dopo la partenza del Re che si recava a visitale un altro settore del campo della manovra anche il Duce lasciava l'osservatorio di Revò e saliva, sulla sua rossa macchina scoperta insieme con le LL. EE. Starare c Baistrocchi. In altre macchine seguivano le LL. EE. Costanzo Ciano, Alfieri, Terrazzi, il prefetto Mastromattei, senatori e. deputati. Il Duce guidava lui personalmente l'automobile. E scese per la strada della valle di Non fin oltre Mal-] laro; poi, piegava verso il castello] di Thun. Pioveva. Ma il tempo] avverso non impediva che la gen-\ te si accalcasse per le strade mi. paesi facendo ala al passaggio del] corteo delle automobili. E di paese in paese si susseguivano entusiastiche dimostrazioni, interminabili acclamazioni al Duce. Donne e bambini gettavano fiori; gli uomini salutavano col saluto romano Lungo la strada il Duce soste brevemente per passare in rivisti reparti del quarto e dell'ottavo ar¬ ttiglieria raccolti a lato della strada. Poi nei pressi del castello di Thun incontrò un plotone del se-\gcondo battaglione carri armati. IlìcDuce scese dall'automobile, volle scvisitare minutamente uno dei tre-\Pmendi ordigni di guerra, infor-1 mandosi dagli ufficiali e dai sol-\dati, informandosi di ogni parti- {colare meccanico, chiedendo infor-imazioni e spiegazioni tecniche, fa- cendo osservazioni. Poi volle ve-1 dere il funzionamento del carro ar- | i muto, sincerarsi delle sue possibilità nelle manovre, delle marcie, marcia avanti e marcia indietro. Un carro compì le più difficili acrobatiche evoluzioni spostandosi sul terreno rotto, superando osta¬ coli, girando intorno a se stesso. Poi il Duce volle ancora vederlo scalare un muricciolo che limitava un terrapieno, salire sulla terrazza del terrapieno, ridiscendere. Alla fifte degli esperimenti il Duce dichiarò la sua soddisfazione. Il cannone tuonava. Le artiglierie degli Azzurri, quelle postate nella zona tra Pria e il ca stello di Thwr, battevano con fuo co intenso le antistanti posizioni [dei Bossi. Il Duce si intrattenne .con un gruppo di senatori e depu-'tati che prestano servizio presso to, divisione motorizzata Trento e i nche si erano, radunati per render-1 cgli omaggio; l'on. Giunta tenente]pcolonnello dei granatieri, l'on. Mori\ncapitano di fanteria, gli onorevoli| APennavaria, Tecchio, Fabbrici,'. I Vngaro, Corni, Pozzo, e altri. Poi vil Duce volle andare a. vedere Zeinartiglierie che si sentivano sparare]avicino. Percorse un tratto di stra-\ v da a piedi e trovò una batteria di obici, della artiglieria di divisione della Leonessa. Gli nomini ai pezzi gridarono il saluto al Duce: « A noi! »; il Duce passò in rivista la batteria così come era in postazione di fuoco. E subito dopo quasi saluto guerriero al Capo del Go verno, al condottiero della nuova Italia, gli obici riprendevano a tuonare le loro salve. Il tempo andava rimettendosi. Le nuvole si sollevavano, si aprivano lasciando apparire sempre più vasti lembi di sereno. E splendeva il sole quando salendo la valle di Non, il Duce seguito dal corteo delle automobili, arrivava a Clès. Il paese era in festa: che già si sapeva che il Duce vi avrebbe gscclardlsngfngdcpsl[sostato un paio d'ore. Tutto imo1 «.sventolio di bandiere, di drappi) g'multicolori spiegati dalle finestre,] sospesi ai davanzali; e decorazio-\ ni di verde; e ai muri le scritte celebrative. Schierati per la via principale e nella piazza le orga nizzazioni del Partito, e Balilla e Avanguardisti e Giovani e Piccole Italiane. E una folla strabocche vote, folla di popolani, di montanari, di contadini. Uno scoppio di applausi accolse il Duce, all'arri vo, lo accompagnò fino all'albergo. Egli rispondeva all'entusiasmante dimostrazione, salutando col braccio levato, con comi del capo, sorridendo compiaciuto. Sulla sua automobile piovevano i fiori gettatigli dai bambini e dalle donne. n Duce rimane a Clès fino alle t/f. Egli aveva invitato alla sua tavola, all'albergo, le Missioni militari francese e inglese e gli inviati speciali dei giornali francesi e inglesi. Dopo colazione, uscì a piedi per il paese. La gente gli si accalcava intorno gridandogli la sua passione, invocandolo, acclamandolo. Poi, sempre in mezzo alla folla che lo stringeva da ogni parte, tornò alla 'i macchina; e ripartì se¬ «tlfu» dal coro degli evviva e da) gn applausi incessanti, ] \ Mario Bassi