La presenza animatrice del Re e del Duce alle grandi manovre

La presenza animatrice del Re e del Duce alle grandi manovre La presenza animatrice del Re e del Duce alle grandi manovre Una giornata decisiva: i Rossi, premuti dalla geniale controffensiva degli Azzurri, operano una ritirata strategica sfuggendo al combattimento. Le delegazioni francese e inglese a colazione dal Capo del Governo Elemento tecnico sovrano Zona di esercitazioni, 27 notte. La giornata d'oggp. è stata decisiva .per queste grs.ndi esercitazioni e ci ha permesso di assistere a due belle manovre, concepite con uguale gentilità e eseguite con pari perfezione, benché opposte nella loro finalità. Ma prima di entrare ne'» dettaglio della giornata dobbiamo rilevare, nella nostra qualità di « tecnici », un elemento militane appunto squisitamente tecnico), che ha dominato sovrano sul campo delle operazioni d'oggi. Nei giorni passati abbiamo veduto in azione gli ordegni perfezionati delle unità celeri e i poderosi mezzi delle Divisioni motorizzate, la mirabile tenuta disciplinare dell'esercito, il perfetto grado di addestramento raggiunto, lo stato d'animo serenamente e neramente guerriero del nostro soldato. Ma oggi abbiamo sentito sul campo delle esercitazioni la presenza di quell'elemento tecnico supremo che, solo, ha scolpito sull'altare eterno del tempo il miracolo delle Termopili c di Maratona, di Arbela e di Farsaglia, di Marengo e di Austerlitz: il sentimento di amor patrio polarizzato ed esaltato in entusiasmo, in fanatismo, in dedizione a un Capo. Come ognuno capisce, è un elei mento tecnico, questo, di formazione eccezionale e che raramente accade di vedere in atto, perchè alla sua nascita occorre il soccorso di circostanze non comuni: la presenza di un vero Capo, un consenso popolare ardente e unanime, e un delicato momento storico. Ogni ufficiale, ogni semplice soldato oggi si trovava nel desiderio esasperato di eseguire in modo perfetto il suo compito, perchè ognuno sapeva che sul terreno delle esercitazioni, accanto a S. M. il Re, si trovava il Duce: e nel Duce tutto l'esercito sente oggi come non mai 11 comandante supremo, il comandante di guerra, per il quale è bello combattere, è bello vincere ed è bello anche morire. Se stamane in Alto Adige, anziché sparare a salve, si fosse sparato a pallottola e a granate, Rossi e Azzurri avrebbero eseguito con uguale slancio, con uguale sicurezza, con uguale perfezione le bellissime operazioni di guerra alle quali abbiamo assistito, perchè stamane il fattore tecnico fondamentale e decisivo di ogni operazione bellica — lo spirito — dominava assoluto, prepotente e decisivo sul campo di battaglia. *** Lo svolgimento delle operazioni odierne presenta il vantaggio di poter essere esaltato alla luce degli ordini emanati dai comandanti dei due partiti nella serata di ieri. Il comando del partito Azzurro si proponeva, nelle operazioni d'oggi, di sfruttare i successi conseguiti nei primi due giorni d'azione, per puntare audacemente sulle linee di ritirata dell'avversario, tentando di imbottigliarne le forze a occidente del Noce con azioni dirette ai ponti di Scanna e di Dermulo. Il IV Corpo d'Armata in vai di Non doveva essere rinforzato con una nuova Divisione, la « Leonessa *, per consentirgli di agire decisamente con forze fresche sull'unica linea di ritirata rossa: il passo della Mendola. Contemporaneamente doveva essere accentuata la minaccia sul rovescio della stretta d- Salorno per aprire una nuova hnea^ di irruzione su Bolzano. Il Comando del Partito Rosse, per suo conto si proponeva, anzitutto, di approfittare dell'oscurità per sottrarsi alla pressione dell'avversario, facendogli trovare davanti il vuoto e obbligandolo quindi a organizzare nuovamente l'attacco. Le forze vigilate dal contatto diretto con gli Azsiurri dovevano esserti concentrato su un sistema difensivo arrel.rato, già predisposto, ilio scoyo di gcqmnfdnrtvzlfdptcv«a„ stroncare su di esso io £2Z de! nemico che sarebbe già stato ral-1 tentato e logorato da un sistema difensivo intermedio alla cui occupazione sarebbero state, destinate soltanto poche truppe. Questi scopi doveva'.io essere raggiunti mediante un^opcrazione di ripiegamento esegui ta in due j tempi. Nel primo tempo il ripie-1 gamento doveva rag-giungere la testa di ponte di Clf:s, da presi- j diare in modo leggevo, mentre ili grosso delle forze sì dirigeva al-1 l'occupazione del «'.sterna difen-1 sivo arretrato. Nel secondo tem- j po anche detta testa di ponte do-1 veva ripiegare stvl sistema difen- ! sivo arretrato. In sostanza i Rossi si proponevano di eseguire la classica e difficile operazione del ripiegamento a scaglioni, mentre gli Azzurri intendevano valersi della conseguita superiorità, per schiacciarli ser.za dare loro il modo di ritirarsi e di attendere rinforzi. Le operazioni,' come abbiamo avuto occasione di rilevare ieri, so-| no tutte ent.rate in fase di decisione, grazie .sopratutto alla risoluta volontà degli Azzurri, nonostante la indiscutibile abilità messa in opera dal partito Rosso per rag- ^ giungere in suo scopo principale che era, e/non poteva essere altro, quello di guadagnare tempo. All'apertura delle ostilità, stamane, inj Val di Sole, i celeri hanno ripreso subito la manovra preferita, che tanti successi ha loro dato ne/1, giorni precedenti, ed hanno puniato sulle due ali dello sbarramento rosso di Bordiana. Mentre i (bersaglieri, associati questa volta ja un gruppo di cavalleria anziché/ ai carri veloci, esercitavano la cotnsueta azione di fissaggio frontale verso i difensori del fondo -valle, un gruppo di cavalleria pronunciava un largo aggiramento da occidente puntato su Monticelo, e un altro squadrone di ca ve.llcria, procedendo lungo le pen-U«ci del monte di Cles, accennava Uall'aggiramento da' oriente. In Val di Non, azione dei Rossi anche stamane. Gli Azzurri, ai quali evidentemente preme far prestò, ricorrendo ad ogni specie di accorgimenti possibili per raggiungere l'intento, all'alba presentavano in linea una Divisione fresca, l'intatta « Leonessa » notte ha effettuato con piena \che di re. golarità la delicata operazione dello scavalcamento della « Pasu- bio », troppo stanca e usurata da due giorni di lotta molto dura. Mentre la « Paaubio » al raccoglie P« "ordinarsi e riposare H^T1 «/eprpnta. a ^nuovo jmpiego. laLeonessa» attacca risolutamen-te a cavallo della Valle di Non, as- sccondata sulla sua destra dalla Divisione motorizzata che avanza per la Valle di Doc. Anche in questo settore la rea- j zione rossa si manifesta preva1 lentemente con fuoco di artiglie ria, il che lascia capire come, an j che qui, sia stato attuato fellcei mente il ripiegamento dell» linee 1 avanzate. Solamente quando gli 1 Azzurri arrivano all'altezza dello j sbarramento di Cles la reazione 1 dei Rossi si intensifica, obbligan ! do gli avversari a spiegarsi ed a | perderc tempo; e, mentre questi si preparano ad attaccare la testa di ponte, i Rossi abilmente si sottraggono al combattimento facendo saltare il ponte. Ormai la difesa è ridotta all'estrema trincea, al sistema difensivo arretrato sotto il quale serrano i Rossi, glia contro questa posizione, che i Rossi hanno preparato di lunga mano e che difenderanno con la tenacia e la genialità di cui han-no dato larga prova in questini. giorni, Giacomo Carboni sctn IL CAPO DEL GOVERNO A COLLOQUIO COL SOVRANO (FOTOGRAFIA TRASMESSA PER FILO ALLA STAZIONE TELEFOTOGRAFICA DE LA STAMPA)

Luoghi citati: Bolzano, Cles, Salorno