Il Corano e il cappello

Il Corano e il cappello via aaro heimIm' iran Il Corano e il cappello (Dal nostro inviato speciale) TEHERAN, agosto. Trovo nel mio taccuino di viaggio questa nota: « 7 Giugno 1935 16 Khordad 1314. - La fortuna giornalistica mi ha aiutato. Sono giunto in Persia proprio in tempo per assistere a una seduta storica: l'inaugurazione della X Legislatura >. Il valore storico di questa seduta del Megiliss (Parlamento) risedeva in un fatto che, in un altro paese, sarebbe parso tanto normale da passare inosservato: lo Scià, per la prima volta nella storia della Persia, si era presentato a capo scoperto nell'aula del Parlamento, e a capo scoperto aveva letto il discorso inaugurale. Di conseguenza tutti i Ministri e i Deputati avevano dovuto tenere, contrariamente al protocollo orientale, il copricapo in mano: fatto che, soltanto il giorno prima, sarebbe sembrato una enorme mancanza di rispetto per la persona del Sovrano. La tesa e la preghieraLa notizia — diffusasi in un baleno per Teheran — si accompagnava anche all'ordine, pei- tutti i cittadini maschi, di abbandonare, entro un congruo periodo di tempo, il kepy « pulitevi » per adottare il cappello a tese. In pari tempo si annunziava che anche il ciadòr, vale a dire il velo nero delle donne, ancora tollerato in Iran, avrebbe dovuto essere abolito entro lo spirare dell'anno ufficiale. Queste notizie cagionavano una profonda stupefazione, molti commenti e rapide resse davanti ai cappellai. Intanto i pessimisti mormoravano, prevedevano un avvenire gravido di minacce. Per comprendere il lato serio della questione, bisogna rifarsi al Corano, che — come è noto — proibisce ogni cappello a tesa. L'esercizio della preghiera, pel buon mussulmano richiede parecchi contatti, a fonte scoperta, col terreno, e la tesa li impedisce. La riforma vestimentaria, e soprattutto quella riguardante il copricapo, si era già urtata, specialmente nella vicina Turchia, a difficoltà di carattere religioso e psicologico, si era complicata in agitazioni e si era risolta con qualche impiccagione. Invece nell'Iran il Capo aveva proceduto per gradi. E' infatti soltanto il 6 dicembre 1928, quando il regime appare ormai consolidato, che vien promulgata la legge sulla riforma vestimentaria. Reza Khan istituisce allora quel kepy « politevi » che, intitolandosi al suo soprannome glorioso, diventa una specie di simbolo nazionale. I/audacia di questo copricapo appare subito nella visiera, una visiera perfino più lunga del consueto e che ai maomettani convinti può sembrare una provocazione. I modernisti ribattono che questo kepy— quasi simile a quello adottato dall'esercito — vuol significare soltanto la disciplina militare depopolo iranico, tutto agli ordindel sìio capo. Tutti si affrettano ad approvare. Tutti t Di questo parere sono anche mollah, cioè i sacerdoti mussulmani t La legge sul copricapo ha fatto eccezione per essi, che potranno continuare a servirsi dell'antico e pittoresco turbante. Eda parte del Governo, un segno evidente di rispetto. Frattanto violenti torbidi scoppiano nel distretto di Siraz, patria di Saadi, il poeta delle rose, subito e crudelmente repressi da alcuni reggimenti inviati quasi al galoppo in questa regione del Sud. Reza Khan non tollera indiscipline. E' religioso (va spesso a pregare nelle moschee), ma non vuole che la religione degeneri in fanatismo e, soprattutto, si opponga alla marcia del progresso. E' duttile, è tempista; ma esige che, quando ha maturato un ordine, esso sia obbedito. Quando la salute pubblica lesige, non esita a mettersi contro anche ai riti. Il Corano ad esempiinterdice ogni commercio di dainaro e proibisce quindi tutti i sistemi che si fondano sul danaroma lo Scià, il 28 agosto 1928, inaugura senza batter ciglio, la nuova Banca Nazionale dell'Iran, cui sviene ad aggiungere più tardi una Banca Palhevi, che sembra emanazione diretta del Sovrano. E cosnel marzo del '29 egli istituiscun sistema metrico corrispondentesattamente al sistema metrico decimale ( dram = grammo). Donne e moschee « Non sempre — pensa lo Scià— il Corano è bene interpretatocioè viene spesso interpretato secondo la lettera e non secondo lspirito ». Il Corano dice, ad esempio, chogni acqua che corra, dopo settpassi deve considerarsi pura. Istesso ho visto maomettani bagnarsi in un ruscello che settpassi più in su serviva al pediluvie alle pratiche particolari di quache maomettana. Maometto è stato sopratutto ugrande igienista, in un paese dovle epidemie e le infezioni sono all'ordine del giorno; ma non sempre i suoi sacerdoti hanno capitil suo genio. Certo nell'energispiegata dal Sovrano riformatolnon c'è ombra d'empietà; ma piutosto il desiderio di togliere il supopolo da una micidiale ignoranza, per avviarlo verso condizionpiù igieniche e civili. Perciò sspiega la continua istituzione dscuole e di sanatorii; l'ininterrottrinnovamento edilizio e perfino lintroduzione di films cinematografici che il Sovrano stesso importdall'estero. Ma che cosa dicono intanto mollah? Non dicono nulla, almenapparentemente. Girano al largnei sobborghi della capitale, suloro asinclli mansueti, passandtra Spopolo che li venera e li obbedisce. Qui è il grande segretdell'Iran, come di tutti i paesi islamici. Questo popolo vasto, anonmo, pittoresco e cencioso, è un specie di massa pastosa, che talvolta sembra amorfa e talvolta lievita improvvisamente, anche paurosamente. Indubbiamente ipopolo, nonostante tutti gli sforzfatti per modernizzarlo, presenta ancora dei lati oscuri, racchiude quegli enigmi, che formano il tessuto psicologico d'Oriente. Ho visto popoXo sostare ininterrottamente, ammirante, gli occhbeati, davanti alle fotografie dello Scià riformatore e benefattore; ma ho visto anche popolo prosternarsnella polvere e nel fango, appena il muezzin aveva lanciato dai mi a a i o , i o o a ««reti della sera le sue invocaiioni alle stelle. Quantunque i persiani siano sunniti, appartengono cioè a una temperata sfumatura del mussulmuneaimo, tuttavia essi svelano, negli strati popolari^ un attaccamento radicale ul Corano. Non bisogna illudersi: almeno per ora. I Mollah Molte superstizioni rimangono. E' pericoloso (ad onta dei permessi accordati dal Governo) fotografare moschee e donne: subito due, o tre pescatori nel torbido insorgeranno, con minacce rabbiose. Qualche anno fa il Console degli Stati Uniti per aver tentato di fotografare alcune donne del popolo, fu linciato. Certo i mollah non approvano pubblicamente questi eccessi fanatici; ma bisognerebbe sapere che cosa pensano nel loro cuore. Certo è che a tutte le agitazioni di questi ultimi unni qualche mollah è stato sempre mescolato. Fu una agitazione di mollah quella che tumultuò nel '24 davanti al Parlamento in favore dellu pericolante dinastia dei Kagiurs, contro Reza Khan, allora Dittatore ma non ancora pervenuto al soglio. E capitanava i tumultuanti quel mollah Kalissy, che sembra fosse uno stinmento dei Sovieti. Con una prudenza degna d'epigrafe, Reza Khan, che allora era favorevole alle istituzioni repubblicane, abbandonò l'idea: ma... per farsi nominine, qualche mese dopo, Reggente e infine Sovrano. Bisogna riconoscere che S.M.I. è un uomo che sa volere. Da soldato valoroso qual è, non ha paura delle polveriere anche se si chiamano «riforma vestimentaria» o « riforma religiosa ». Soltanto, prima di avvicinarle per inondarle d'acqua, gira loro d'attorno con calcolata prudenza. I giornali persiani del giugno scorso (traggo sempre le impressioni dal mio Taccuino di viaggio) col titolo « L'uso del cappello a tese » riferivano le straordinarie accoglienze che l'ordinanza pel cappello nuovo aveva avuto in tutto l'Iran. « L'uso del cappello a tese — scriveva il Giornale di Teheran — diviene sempre più frequente e se, a e l i a e i o a i a - i primi giorni, il nuovo copricapo veniva guardato con curiosità, ora. sono quelli che continuano a por-j tare il kepy ad apparir curiosi...». | Perfino nella lontana e mussili-1 munissimo Mescèd, ai confini del-'. l'Afganistan, la popolazione sem-l brava accogliere con «grande sim- i patio » l'iniziativa. « Soltanto — soggiungeva il giornale — » cappelli a tese mancano... ». Proprio a Mescèd, in luglio, sono scoppiati violenti torbidi contro il cappello nuovo. Si sono deplorati parecchi feriti e sono stati operati 600 arresti. Probabilmente cfptq tutti gli abitanti di Mescèd portano oggi cappelli a tese. La polizia dell'Iran non scherza, e lo Scià, quando ha deciso, non torna più sulle sue decisioni. Sa di agire per il benessere di quel popolo. E' vero che non sempre il popolo apprezza i proprìi benefattori. Curio Mortari ' E' proibito In Iran, tenza un ordine speciale del Governo, quale fu accordato all'Inviato speciale de « La Stampa », fotografare le moschee. fMijll JJJ>» V^" ^y. h jbjì ij^*" <^ì>ì -*" ' </.^*'»/^/'l'/ ^<U,,J JiJi C^*' iru ■>,JJi" s=S\; i Il biglietto che Invitava II nostro Inviato speciale alla storica Inaugurazione della X Legislatura.

Persone citate: Curio Mortari, Reza Khan, Saadi