Il mantovano in testa al campionato

Il mantovano in testa al campionato Il mantovano in testa al campionato (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Lugo di Romagna, 26 mattino. Sabato sera. Bartali, parlandomi arile sue condizioni non perfettamente disposte per una corsa come il Gira di Romagna, mi diceva, con quell'aria che non aveva sapore di spavalderia, ma che esprimeva una sicura valutazione di sé: « Se l'arrivo fosse a Faenza, sarei sicuro di vincere; ma quegli ultimi trenta chilometri di pianura mi anno più paura delle Cento Forche e del Trebbio! ». Questa considerazione, che rivea nel corridore toscano una- precisa conoscenza delle proprie forse e delle altrui (doti indispensabili per diventare grande campione) e una non comune capacità di rendersi conto delle possibilità di sfruttare con esse le caratteristiche del percorso di gara, è, direi, l filo conduttore della corsa di ieri erfettamente rispondente alla prer entazinne che del Giro avevo fata sabato scorso. Un attacco e una fuga E' innanzi tutto da mettere in rilievo il tono che la gara ha assunto sin dall'inizio e che ha saputo mantenere sino alla fine, quasi ininterrottamente, prima per merito di due simpatiche figure, Scorticati e Cazzulani, che hanno entato il loro colpo di sorpresu e che di esso hanno riempito di nteresse oltre metà della giornata, poi ad. opera di coloro che la carta indicava come protagonisti, cioè Bartali, Guerra, Olmo c Bini (il sola Martano fu quasi assente, perchè gli bastò la salita di S. Marina per fargli capire che swZpoi^a"avere" alcuna voceinicapitolo), ai quali si sono agaiun.\tti Balli e Gerini, non rivelazioni,\slastma pur chiare conferme di valori nuovi e sempre più. promettenti. Su due terreni, quindi, si è svolta la corsa: la fuga iniziale di due uomini che non potevano pretendere di condurla a termine senza, suscitare la tempestiva reazione dei maggiori, e l'attacco degli arrampicatori sulle due ultime salite. Tanto l'ima come l'altro rientrano nel quadro delle previsioni, e, se la prima può considerarsi come episodio introduttivo e preparatorio, l'altro ha costituito la spina dorsale della gara, la sua sostanza, tecnica, la sua materia sportiva. Le narrerò e le commenterò secondo il nesso che le unisce. I cinquantadue partenti lasciarono Lugo alle 8 precise; la bella strada, la temperatura ancora mite, il leggero vento in favore, li sospinsero velocemente verso Alfonsine e Ravenna; la facile, svel- prncdBlamrsficrsuadmStFsdnplte^to^"S^o^■''^fo■^^l*dalla volata per la conquista dei molti premi di traguardo sparsi in ogni paese; Cimatti e Zucchini furono quelli che fecero maggiore bottino. Ciò non ostante, Piemontesi potè rientrare sollecitamente dopo una foratura Cimatti,'dopo" che ebbe vinto il'traguardo di Ravenna (dove si era] giunti alla media di 35) continuò\sullo slancio e si portò con sé Guerra, Montesi, VtgnoH, Dall'Argine, Scacchetti, Babini, Rossi e Castiglione. Costoro presero quasi mezzo chilometro di vantaggio, ma in pochi minuti si videro addosso gli inseguitori condotti dai « bianco-celesti ». Il colpo di due audaci Era appena tornata la quiete, che Scorticati partì a fondo; Cazzulani fu lesto a prendere la sua ruota e tutti e due incominciarono ad allontanarsi dal grosso. A Cesenatico (Km. 66) la coppia dei fuggitivi aveva messo al suo attivo ben S' e 20"; a JBtmini (Km. 87) poco più di 4'; a Serravalle (Km. 101) Jf' e 40". Fu quest'ultimo il maggiore ritardo che ebbero gli inseguitori, fra i quali già si era notata la prima volata dei « grigi » pei- cercare di contenere il dislacco in limiti non incolmabili Si era già sulle coste di S. Marino e Vignoli si incaricò di tirare su il gruppo senza tanti complimenti, sicché esso perse per via parecchie unità. Quando, poi, ci si mise Bartali a scuoterlo violentemente, gli furono addosso Guerra, Olmo, Bini, Vignoli, Gerini, Balli e Moretti. Gli altri, annaspavano già in cattive acque. Riuscirono, però, a risalire alla superficie Bovet e Gotti. A questo punto si assistette a una vigorosa e lunga esibizione di Guerra al comando, che fu la prima ma già chiara dimostrazione delle ottime disposizioni di giornata del campione d'Italia. Evidentemente, Guerra aveva ritrovato se stesso, dopo lo smarrimento di Floreffe. La sua energia e regolarità di comando aveva costretto alla resa Bovet, quando un tratto di discesa attorno alla mole di Monte Titano diede fiato al « bianco-celeste » che potè riaccodarsi. A questo punto, c per merito quasi esclusivo di Vignoli c Guerra, i due primi erano soltanto più a tre minuti. Si riprese a salire, ed anche Olmo volle la sua parie di merito nella caccia dei fuggitivi, sfoggiando una facile pedalata di cui Gotti e Bovet non, gli furono certo grati. Con, un balzo della nostra bill- stava per rimanere solo, che Caz«°« poteom reggere al suo tiro. Il frazionarsi del duo di testa facilito, naturalmente, ti com- ante «Ardita», mi portai alle Cspalle dell'avanguardia, appena tei ctempo per vedere che Scorticati pilo degli inseguitori, i quali si riavvicinarono a grandi passi. Dinanzi all'ingresso della Repubblica, Scorticati passò 1' e 30" prima di Cazzulani, e 2' e $5" prima di Bini e Bartali, impegnati in voata sul traguardo, con Balli, Olmo, Gerini, Vignoli, Bovet e Guerra. San Marino, dunque, mentre stava per cancellare l'episodio che\fino allora era stato il perno della \corsa, aveva provocato una severa selezione, perchè si può dire che sulla scena non rimasero che gli uomini che ho nominato, ma non aveva chiarito nulla nei confronti dei favoriti. Cazzulani fu assorbito dagli uomini che lo incalzavano, mentre Scorticati continuò a difendere il terreno fino all'ultimo, cioè fino a Forlimpopoli, dove Bartali e Sessa fche s'era unito ai migliori in discesa), Cazzulani, Olmo, Vigno- neroso e coraggioso sforzo compiuto. li, Gerini, Bovet, Bini e Balli lo *^,,,»0,l«, ormai esaurito dal gegrmBartali al comando Intanto, a S. Arcangelo, ci era giunta la notizia del ritiro di Martano e Bergamaschi, Quello che era da prevedersi, avvenne; il ricongiungimento por- tò la calma fra gli uomini di te- sta, sicché, inoltratici dopo Forlì,verso Predappio, risalirono dalleretrovie Montesi, Fantini, Mara,Firpo, Cecchi e Pesentì. Questi di-ciassctte uomini costittiiuano tut-to quello che era rimasto, dopo leprime avvisaglie di una battagliaappena incominciata; tutti gli al-tri potevano senz'altro essere considerati fuori gara. Sessa battè Bovet sul traguardo di Predappio,- poi Cecchi forò e Mara scompar- ve ai primi dislivelli, quando an-ìcora eravamo in vista della Roc- ca delle Caminate; cosicché, agli ! ordini di Vignoli, all'attorco delle' Cento Forche, non erano rimaste che sedici unità, j)0p0 je prime curve ce n'era \e <n Bini, poi anche questi dovet \ te mollare. In poche centinaia dimetri si videro Bartali e Gerini, soli, prendere 200 m. a Bini, 300 a Balli, Vignoli e Guerra, 450 a Olmo, Cazzulani e Bovet. S'era scatenata in pieno la furia deglispecialisti della montagna, ormailanciati nel tentativo di liberarsidei dominatori in velocità. Balli obbligò Guerra e Vignola staccarsi dalla sua ruota, vien-tre Olmo cercava invano di recu-perare terreno; ma le distanzenon variavano gran che, sicchéuna più ripida e stretta e, per giunta, sassosa, sulla quale i corridori sembrarono impennarsi come cavalli adombrati. Guerra fu addirittura sul punto di mettere piede a terra, ma inarcò le reni, si drizzò sui pedali e riuscì a spuntarla. Bartali, però, aveva visto il campione in difficoltà e colse il momento per sferrare la sua offensiva. Lo scattatore irresistibile non trovò risposta che in Geriniili cima, controllai i seguenti dia stacchi: Bartali e Gerini avevanopreso 30" a Bini, 1,0"- a B«Hi1'e 2" a Guerra e Vignoli e l'50"a Olmo, Cazzulani, Bovet e Sessa, 1' e 55" a Scorticati. Il primo colle, dunque, aveva provocato una certa graduaziondi valori e del tutto genuina, ma non aveva ancora fatto penderla bilancia, da una parte piuttostche dall'altra. A provocare questo squilibrio,|a dare un aspetto ben definito ale la situazione, intervennero alcun, [fatti. Prima di tutto una fora-\ tura di Bini, proprio mentre sta- iva cambiando rapporto in vettae | poi un'altra di Olmo in discesa ale un'altra ancora di Gerini prim- j di Rocca S. Casciano, infine undi Bovet. Questi incidenti di gomma feè cero si che Bartali restasse soal comando (conseguenza capitale, forse decisiva agli effetti drisultati, poiché giurerei che, si due toscani fossero rimasti insieme, non sarebbero più sta i , a i raggiunti da alcuno), che Olmo fosse privato dell'aiuto di Bovet e che Bini fosse costretto ad un duro e serrato inseguimento durante il quale doveva subire un altro c ben più grave infortunio. Ai piedi della discesa, infatti, egli cadde ed una motocicletta, il cui guidatore era lì per incoraggiarlo n nome dei suoi compaesani, gli fece il bel regalo di fargli a pezzi la bicicletta. Dopo avere atteso un bel po' la vettura della sua Casa, Bini dovette abbandonare. Le forature del campione Per riassumere la situazione, dirò che, ai piedi della salita di Mon te Trebbio, Bartali precedeva Guerra, Balli e Vignoli di 1' e 32", Gerini e Scorticati di S' e 18", Sessa (che forò poco dopo) di V> Cecchi, Olmo, Cazzulani e Montesi di V e 23". Queste posizioni vi diranno che ormai la corsa si era ridotta ad un duello tra Bartali e Guerra, sostenuto quest'ultimo dal valido appoggio di Vignoli, mentre il primo doveva sbrigarsela da solo. L'ultima salita vide Guerra magnifico nell'accanimento nella sua riscossa. Egli obbligò alla resa Balli, poi lasciò anche Vignoli. Per contro, Olmo era impotente a ri tardare il crollo che lo minaccia va e che si manifestò in tutta la sua irrimediabile gravità quando ?ni fermai in vetta a rilevare i passaggi. Guerra si era avvicinato per 1 e J/2" a Bartali, dimostrando, cosi, di avere fatto meglio di lui la fa ticosa scalata; Vignoli seguiva a 1' e 28"; Bartali a 2' e 47"; Gerì ni a 3' e 32"; Scorticati a 5' e 33" Cecchi a 3' a 30"; Bovet a T e 55"; Cazzulani a 8' e 15"; Olmo a 9'. Pareva che fosse ormai vicino l'epilogo di questa appassionante fase con il ricongiungimento di Guerra e Bartali, quando una prima foratura mise a terra il campione d'Italia. Vignoli lo attese, Balli lo passò durante la riparazione e Gerini gli si unì nell'inseguimento. Mancavano poco più di cinquanta chilometri all'arrivo e Guerra richiese a Vignoli tutto quello che poterà dargli per facilitargli l'inseguimento, e anche lui non si risparmiò, pur di veder ridurre il distacco. Già aveva avuto da motociclisti e automobilisti (che tormento di i j accompagnatori in questo tratto, i j pei- giunta polveroso e asfissiante per la calura pomeridiana) la no- i,tisia che la preda non era lon-1 lana, quando una nuova foratura -\termò &» maglia tricolore. Si era e appena passato Modigliana e il é.\Pericol° incominciava a diventare e i g™rdplppCctvcssgqocuuQgOlrt-\3>-ave. Guerra riparò con VaiutoMldi Vignoli; si misero tutti e due o t i,!a inseguire di nuovo. Ripresero "{Ge''i"i> poi furono su Balli. I s- dagnare. Il duello finale BaitaZi sentiva e vedeva la mi a e a e o I naccia avvicinarsi, ma non era |più. in grado di respingerla. Nove o, 'chilometri dopo Faenza, il bell'arl-\rampicatore doveva adattarsi a ni ricevere la compagnia degli indea-\siderati avversari. La corsa st poaa, a a a e- 1 quattro, a Faenza (Km. 257, noniavevano che 1' e 35" da riatta- teva dire virtualmente finita, perchè tutti pensavano che Guerra avrebbe battuto con estrema facilità Bartali in volata. Invece, non fu proprio così. Si dovevano compiere cinque giri nella pista rotonda, in terra, del campo sportivo di Lugo. Non era certo la pista ideale per una volata, perchè per niente sopraelevata e senza rettilinei. Prende¬ Con l'ausilio di Vignoli, la spuntò naturalmente Guerra. Alla cam- lo pana, le posizioni erano così dia-' stribuite: Vignoli, Guerra, Gerini ei!con Bartali al largo, Balli. A me se nti , re la testa all ultimo giro, voZei>a:dire avere per tre quarti la vif-|toria in tasca. Questo lo sapevano 'tutti; la lotta, quindi, fu per Za rconquista delle posizioni di co-'ma„do I 'tà giro, Vignoli si ritirò per lasciare a Guerra il comando. Bartali dovette fare tutto il gi- gente o di slittare sul terriccio. ™a ro (come, del reato, i due prece-denti, all'esterno, dove la terra erapiù mossa e più si faceva sentirela forza centrifuga. Egli, quindi,produsse il suo sforzo con tapreoccupazione di filare per la tan-Ciò nonostante, si difese magmfi- coniente, e Guerra non potè bat terlo che di meno di una ruota Un nuovo « asso » ? L'arrampicatore, dunque, ha dovuto cedere al passista e al vela¬ cista. Ciò non toglie che Bartalisia stato il protagonista della cor- sa e ch'io mi senta di dire che i è davvero un giovane digrande avvenire. Non avrei detto questo dopo il Giro d'Italia, maoggi il toscano è irrobustito fisi-camente e moralmente. Si è fattouna tempra più solida, ma ancheun temperamento più marcato, Quattro mesi fa sarebbe stato rag-giunto prima, non dopo Faenza.Ora non lia solo lo scatto in sa-lita, ma tiene lo sforzo in piamt- Guerra. Ci vuole della freschezza 7„~:..» » 7 ra, e migliorerà certo in seguito, Questo era ed è da aspettarselo, Quello, invece, che mi ha proprio stupito è stato il modo con il quale egli ha fatto fronte in volata ad un avversario della, levatura di, e della vera velocità per fare quel-lo che egli ha. fatto a Lugo. E que sto è il rilievo più lieto. Perchèuno scattatore, o anche un arram-picatore puro, e soltanto tale, puòessere un buon combattente, wanon sarà mai un campione nelsenso assoluto della parola. Il Gi ro ai Romagna mi ha fatto vedere «» Bartali che può diventare e sta diventando un «asso» completo. Guerra ha riscattato Floreffe Si è visto di prima mattina c/te,egli aveva ritrovato la buona veina. Su San Marino è stato auto\ritario; sulle Cento Forche non si .è lasciato travolgere; sul Trebbio ha imposto la sua controffensiva\ E' vero che egli ha avuto il van\taggio dell'aiuto di un Vignoli che lè stato fraii migliori in campo per j energia e continuità-, ma non s \+n~FÌ„,T','l"'jìVè'?"nIX,Wnio \t0 Floieffe. Il bel pedalatole, chedevono dimenticare le sue due forature, senza le quali l'incertezza della gara non si sarebbe protratta fino a venti chilometri dall'arrivo. Per Olmo, Lugo ha conferma- ito Floreffe. Il bel pedalatore, che \deì suo stile aveva voMo d(lrci un \saggio su San Marino, è calato, .poi è crollato alla distanza. Bo t ha detto che u c aglw era\viftima di una jndfsposteione; ciò |„0„ toghe che olivieri faccia be. ìne a ricercare le cause di due cosi {infelici giornate del suo pupillo, '. Bini si è comportato oitimamen te jìno a che non è caduto> per \guant0) dopo Ul foratura, non fosjse già più quello di prima. Ma è j un peccato non aver potuto giu- dicare il ragazzo alla, distanza, che anche per lui rappresenta tuttora il punto nero. Gerini e Balli si sono eretti al ruolo di attori di primo piano. Quello, però, mi è sembrato pittso sulle ginocchia non pochi «as-quadrato di questo e più maturo per una gara simile, che ha mes 81». Se Cecchi non avesse forato in un m.omento critico, la nuova affermazione dei toscani sarebbe stata ancora più chiara e completa. La. media è più che notevole per un percorso di tale portata, di fondo meno buono del previsto, e per una giornata di piena estate. Con il punteggio assegnato a questa prova per la classifica del campionato, Guerra sopravanza nettamente Olmo, che viene ad essere incalzato da vicino da Bartali. Nulla di deciso, si capisce, ma, forse, siamo ad una nuova, svolta della disputa per la maglia tricolore. Ne riparleremo a giorni, quando ci daremo appuntamento a Padova. Gli amici del «Baracca» hanno assolto alla perfezione il 'oro compito di organizzatori. E la loro gara- ha trovato così calorose accoglienze in tutta la terra di Romagna da conquistarsi un nuovo titolo per la continuazione della sua tradizione e della sua classicità. Giuseppe Ambrosinì LEARCO GUERRA cou e J: ma 01 NO 6*s ft. rncesio CENTO fORCHCl Krn.o GUERRA CONDUCE SULLA SALITA 01 SAN MARINO - BARTALI SOLO