Omaggio a Venezia di Mario Gromo

Omaggio a Venezia SULLO SCHERMO DEL LIDO Omaggio a Venezia Gli accordi definitivi raggiunti per una Camera Internazionale del Film - Un ampio documentario tedesco ed un altro film francese (Dal nostro inaiato) Venezia, 23 notte. In' n.utaono giunte le: due <-°PPe. ael : duce. per i miglior film italiano- perii miglior film straniero. So- to esposte nel vestibolo, con altri, remi minori. Quanti sguardi non vagheggiano? La gara è ormai serrata. La Mostra, pur essendo ■ ato nr-^rnmt o finn al tmiiTiinf» 1 tata prorogala fino al trentuno, olge al suo termine: e i discorsi ei crocchi s'accendono, con un ervore da finalissima di campioato. Pur di poter concorrere paecchi produttori non hanno baato a sacrifici. Scarpe al sole vide nito il suo montaggio t're giorni rima della sua presentazione, assaporto rosso usci dallo studio a sera prima (e forse perciò enrambi i film non ebbero quell'ulma potatura che avrebbe loro ssai giovato I. Pareva inoltre che Mari della Cina e Anna Karenina, due <■ supercolossi » americani ovessero essere assenti: ma ora are che siano in viaggio, l'uno su i un treno, l'altro su di un pirocafo. E' la corsa a Venezia, è idea di questa Mostra che semre più s'impone, e fa scegliere il ido per gli ultimi accordi circa na Camera Internazionale del Film, oggi finalmente raggiunti. Dopo le ratifiche dei vari Paesi la ostituzione della C.I.F. avverrà el prossimo autunno. I maggiori esponenti del cinema di dodici nazioni s'erano qui adunati da quattro giorni. Le doici delegazioni erano presiedute a Oskar Pilzer per l'Austria, da Pierre Des Jardins per il Belgio, a Charles Delac per la Francia, al dott. Scheuermann per la Ger- mania, da Neville Koarney per Inghilterra, da Richard Ordynski er la Polonia, da Francesco Cer antes por la Spagna, da Olaf An- erscn per la Svezia, dal dott. Sutz er la Svizzera e dal dott. Von Libertini per l'Ungheria. L'Italia ra rappresentata dall'on. Ronco- oni, da Luigi Freddi, da Giovanni Dettoti e dall'avv. Lo Monaco. La Camera Internazionale del Film a per iscopo di promuovere l'arte, industria ed il commercio cine- matografico coordinando in un rganismo internazionale l'opera delle singole organizzazioni nazio- nali perchè sia sempre più elevato l livello artistico, culturale e te- nico del film. E' un unita di prin- ipii. un'armonia dintenti che siivuol raSRWre .tra le varie canematografie europee, e uno degli.accorili odierni stabilisce: 'La Camera Internazionale del g£^M»<^Hzia le sue migliori congratulazioni per l'opera compiuta. Ricorda cheè in seguito alle iniziative della Biennale che il cinema è stato uf-ficialmente ammesso fra le altrearti. Fa voto che questa Mostra continui a svolgersi regolarmente a Venezia e con sempre migliori fortune. Potrà accordare la suacoUaborazione ad altre Mostre or- ganizzate da membri della C.I.F.. i/fa sola condizione che queste Mostre non pregiudichino quella rfi Venezia». I primi periodi son cortesie; ma ',.»;.„„ ni.", nVio ,.n nmner<rin 6 'ultimo, più che un omaggio, un riconoscimento di una tale evi dente importanza per l'avvenire dell'iniziativa veneziana da non esigere alcun commento. Oggi, una battuta d'aspetto. Lo spettacolo serale è stato de- dicato esclusivamente ad un am-pio documentario tedesco, Il trion- fo della volontà. Film celebrati- vo del nazionalsocialismo, avendo detto Hitler che il nazionalsoeia- llsmo non e merce d esportazio- ne, questo film non sarà presen- tato su nessun altro schermo che non sia tedesco; soltanto per Ve-, nezia si è creduto di dover fare ulna eccezione. La pellicola è di duemllacinquecento metri, un'ora - mezza £ prolealone: €d è cèr- to u piu imponente saggio di re- f cinematografico che sia stato compiuto finora. Il reportage cinematografico sta j docurnentario come "l'appunto , . , sta alla cronaca; e non e detto che una cronaca non possa ave-re un suo palpito d'arte. La ten- denza a dare al documentario una sua ragione poetica, un suo rac conto, è sempre più diffusa, al- meno fra i migliori. L'anno scor- so potemmo leggere alcune stro- fette assai delicate ne La terra canta del Plicka, alcuni bozzetti maliziosi e arguti ne La Germania fra ieri e oggi del Basse, un ampio e virile racconto in Terre nuove dell'Ivens. E' questa la vera no- biltà del documentario, quando non voglia limitarsi al documento ed è questa l'ambizione di II ZYion- fo della volontà. j, fllm ha ottenuto, in Germa ni8| H premio di stato per u mi. glior film «spettacolare». La pa-arola è un po' ostica da digerire.ma è la traduzione letterale della'motivazione. Vuol dire che il mas-Simo premio riserbato di anno inH T opere del TTa tede" sco. a drammi commediole e com'medie, è stato attribuito anche a un documentario. E' soltanto queisto un immane arido documento;0 rientra invece in quei film che pur legati alla cronaca di un'ora ., o-iorno "iun^ono Der sintes °°"n-'^^f™? di monta-tolelicl P^r trapassi ai montalo per contrapposizioni efficaci, a di- stendere un loro compiuto ed or- panico racconto? Mi pare che s ciebDa rispondere di si. Allo spet- latore distratto o imnnziente i S^nn^1*?^*^^ e 111111 apparirà 11101UJ mJaSICClO, eapparir forse quello spettatore non avrà tutti i torti. Ma se si accetta que »tm° lellto f talvolta pesante come un carattere, se si consideraquell'architettura imponente come un'ambizione celebrativa o di pro I paganda, se molti toni grigi e pe santi si considerano come element|di sincerità espressiva, allora I Trionfo della- volontà appare un ' film che nulla concede al fortuit dell'appunto, ed ogni elemento Co ordina invece in una salda, mas . siccia unita. Il film rievoca ì tr giorni di celebrazioni che il regi,me nazionalsocialista promoss ,l'anno scorso a Norimberga; ed i motivi più tipici della vecchia città s'alternano a visioni di adunate e di parate, d'allocuzioni e d'entu- staimi che sono fusi da un mon- tarato sempre vigile e intelligen- te Leni Riefenstahl ha organiz- Izato e diretto le riprese; il film, i come s'è detto, è di duemilacin- I quecento metri, ne furono girati I ^ ' , i sessantamila; la Riefenstahl ave-1 va a sua disposizione un plotone di venti operatori; le riprese furono compiute da terra, dai tetti delle case, da alte torrette appositamente costruite, da aeroplani; e sono assai numerose le inquadrature potenti. *** ' . Pare decisamente che il cinema francese, ove si eccettui Defitto e castigo, non voglia per i suoi film troppe parole. Grati della cortesia, passiamo a La Mascotte, proiettato al pomeriggio. E' diretto da Leon Mathot, interpretato da Lucien Baroux e da Germaine Roger. La mascotte è l'innocenza di Beppina la quale, fin quando sarà fanciulla, recherà ogni bene a chi l'avrà con sè. L'ha con sè Antonio, e quindi tutto gli riesce; la cede poi al fratello Rocco, fino allora perseguitato da una nera sfortuna; e le cose subito cominciano ad andargli meglio. Subodora la faccenda il principe (siamo nel Principato di Piombino); e Lorenzo XVLT vuol la ragazza con sè. Clausura di Beppina, per ragion di Stato. Ma l'amore supera ogni cosa, il giovane Pippo riesce a penetrare nel castello; e dopo parecchie peripezie riesce a fuggire con la ragazza, e a rifugiarsi presso l'esercito del principe Fritellini, nemico di Lorenzo XVII. La mascotte è con Fritellini? Strepitosa vittoria di Fritellini. Finalmen- a | - -1 te quei due si sposano. Il potere -: di Beppina è finito. Infatti, uno a stanco applauso fra qualche coni trasto. a Mario Gromo o . " ^ UNA IMPONENTE SCENA DEL FILM TEDESCO: «IL TRIONFO DELLA VOLONTA'> LENI RIEFENSTAHL la celebre regista tedesca