Mentre sulle Alpi e sugli Appennini si iniziano le grandi manovre seimila legionari partono oggi da Napoli per l'Africa Orientale

Mentre sulle Alpi e sugli Appennini si iniziano le grandi manovre seimila legionari partono oggi da Napoli per l'Africa Orientale L A NAZIONE I IN JK R M I Mentre sulle Alpi e sugli Appennini si iniziano le grandi manovre seimila legionari partono oggi da Napoli per l'Africa Orientale Azzurri e rossi alla stretta di Salornol (DAL NOSTRO INVIATO) Bolzano, 23 notte. La grande battaglia ingaggiata nell'Alto Adige subisce, diciamo, da ieri un periodo di sosta. E possiamo considerare superata la fase critica per gli Azzurri, già, sorpresi dall'attacco dei Rossi e dalla preponderanza delle forze avversarie e respinti a circa metà strada tra Bolzano e Trento allo stretto di Salorno. Ora che si chiude cosi la prima fase della battaglia, riepilogando i precedenti avvenimenti, siamo in grado di chiarire due elementi che hanno concorso a determinare il ripiegamento degli Azzurri; e cioè appunto la sorpresa per parte dell'avversario e la sua iniziale preponderanza di forze, E constatiamo anche la opportunità per gli Azzurri di tale ripiegamento con cui sono venuti a occupare una salda linea di resistenza e hanno preso tempo per la radunata delle proprie grandi unità e il loro riflusso verso la fronte di combattimento; mentre i Rossi hanno esaurito, come appare, il compito dell'attacco; e sono costretti adesso a fermarsi sulle posizioni raggiunte in questo loro precipitoso sbalzo in avanti e attendere a loro volta rifornimenti e rinforzi. ztoculì fronte Oggi gli avversari, i Rossi, da settentrione, e gli Azzurri da mezzogiorno, si fronteggiano su una linea che si identifica all'incirca procedendo da occidente verso oriente: da cima Mezzana atttaverso Val di Sole, a mezzogiorno di Dinaro, e dalle pendici meridionali di Monte Corno, che è tenuto dai Rossi e attraverso la vai di Non, e al Sasso Bianco, parimenti tenuto dai Rossi e attraverso la valle dell'Adige dove più si restringe a Salorno, e al monte dell'Orso e per la Val Cembra, e a mezzogiorno di Capriana, e per la valle dell'Avisio, a mezzogiorno di Cavalese e di Tesero. In sostanza in una rappresentazione grossolana ma accessibile a chiunque, stabiliti i due centri a Bolzano e Trento, tiriamo a metà strada, anzi pspdpun po'più a mezzogiorno di metàstrada, una linea trasversale dallavai di Sole alla vai di Fiemme linea ancora visibilmente arcuata verso mezzogiorno e nella porzione mediana, cioè attraverso la valle dell'Adige; e questa è la linea su cui oggi si fronteggiano Azzurri e Rossi: gli Azzurri che hanno ripreso fiato dopo il ripiegamento; e i Rossi che l'hanno perduto nella forse troppo rapida avanzata. La prima fase della battaglia, ripeto, è chiusa; vedremo la seconda fase e le successive. Tutto ciò precede l'inizio di queste grandi manovre dell'Esercito nell'Alto Adige e costituisce il presupposto delle manovre stesse. Perchè? Perchè la manovra non si è cominciata dal principio della figurata azione, cioè dallo sferrarsi dell'attacco dei Rossi; ma comincia, come ho insistito, dopo una sequela di azioni che perciò si presuppongono e che Latino portato atta situazione odierna. La manovra insomma cominciala effettivamente a metà della figurata battaglia. Seconda fase di una battaglia Giova spiegare questo criterio adottato ben a ragione veduta dalla direzione delle manovre. La battaglia moderna non si svolge e conchiude come in altri tempi nel gira di un giorno e nemmeno presumibilmente di pochi giorni; ed è invece logico presumere che lo scontro delle forze contrastanti nelle sue varie vicende e fasi, per un complesso di cause connesse con l'attuale costituzione degli eserciti e con i sempre più sviluppati e potenti mezzi dell'offesa e della difesa tirerà maledettamente per le lunghe, probabilmente diverse settimane. Ma le manovre, questa sorta di finta guerra, intese a fornire il saggio approssimativo di una rudimentale esperienza di quale si può immaginare la guerra vera; le manovre per ne-cessità elementari, che tutti comprendono, non si fanno durare più di pochi giorni, lì intorno a una settimana. Ed ecco che se si volesse imbastire e condurre e finire una battaglia in questi pochgiorni, in questa settimana; ecco che ai già troppi etementi e circostanze che differenziano la manovra dalla guerra vera, che ne alterano ne deformano l'andamento e la fisonomia, si aggiungerebbe anche.questa: di una falsificazione di tempi; come sarebbe girare una pellicola con una acoelerazione spasmodica. Ai fini dell'esperienza di quel desiderato ricavare dalle manovre una idea quanto più accosta alla realtà della guerra, si può anche tener conto di tale alterazione e deforma zione di tempi; quindi si può in- dtendere e intendersi che ciascuna I mora delle manovre nell'attuazione]mconcreta della guerra, diventereb- \ dbe un gior un inte Homo, ed equivale perciò al cro atomo- vrecisamente la\tgdsLpssmgdsdiati, applicati in zona di montagna. Le forze contrapposte E le istruzioni stesse commen¬ pellicola girata a precipizio. Questo si ò fatto altre volte, questo può sempre- farsi; e basta tnte?idersi, eliminare in precedenza l'equivoco. Ma nel caso attuale si e scelto invece e, ripeto, ben a ragion veduta, di non alterare i tempi; ma di figurare semplicemente un periodo della battaglia già ingaggiata, periodo ti cui sviluppo corrisponda per esteso a quale risulterebbe nella verità della guer-, ra guerreggiata. Questo periodo come si identifica nelle istruzioni j ' , ' ,. . „ diramate dalla direzione delle via- , , , , .... novre comprende le due fasi della ' . .battarjlia: «attacco a fondo e\ sfruttamento del successo », stu-1 'tano, come già sopra accennavo:\« ... non si studia la presa di con-ìtatto, supponendo che, per prece-.denti avvenimenti, i due partiti si ! trovino, all'inizio della manovra, \già a contatto lungo una determi- i nata fronte » (quella sopra de-1 scritta) « e c/te, da parte degli Az- ! zurri, siano già state cffettuate\Vorganizzazione e le predisposi zioni per l'attacco» (ossia il con trattaccoj. « Lo studio in parola si propone di esaminare praticamente come si possa rompere la fronte nemica e sfruttare il conseguente successo, in modo da disorganizzare l'av- ^^7è ^eu^-^^elstrategica tale che consenta a im-perjnare una nuova battaglia, di [portata più vasta e in condizioni '■ più favorevoli. , In pari tempo si sperimenterà' l'applicazione degli odierni criteri di impiego delle unità celeri e motorizzate nella battaglia... ». In questo momento, cioè alla vi- gilia dell'inizio della manovra si'ha notizia che i Rossi nella loro avanzata verso Mezzogiorno, ferA\mati sulla linea suddetta, a con-\\tatto con gli Azzurri, Hanno e,-\a o a a o e I l d fettuato lavori campali con reti- i colati continui, per un raggio dij circa un chilometro a occidente e \ a mezzogiorno dì Dimuro sul dor-\so fra Noce e Mcledria; lavori] campali con' reticolati in corri-] spondenza di Termòn, del cimitero j di Denno, e di Sabino; tiotevoli te- vori di ostacolo, per sbarrare laipiana sulla destra dell'Adige, al mezzogionw di Cortina dell'Adige,\fra il fiume e le pendici occiden-jtali e meridionali di Corno Clicher;lpoi lavori analoghi sulla sinistraidell'Adige, fra il fiume e Camcda; e, infine, lavori campali con reti-jcolati attorno a Cavalese. jPer parte loro, gli Azzurri con- centrano le loro forze dietro la\linea versa rano il contrattacco. Il coman-dante degli Azzurri riceve, dal co-su cui kanno arrestato l'av-\rio; e organizzano e prepa-\mando in capo del suo esercita, l'ordine di iniziare l'attacco alle ore 5 del mattino X + 1 (noi sappiamo, domenica 25), per battere il nemico, e proseguire fino ad occupare l'importantissimo centro di comunicazioni della conca di Bolzano allo scopo di facilitareI 11 I Tt3 !•»/! >'*■> /M'flll1«T;i nHriui.i-,, lini- l'ulteriore avanzata offensiva del le forze degli azzurri, verso settentrione. E vediamo le forze contrapposte — salvo quelle variazioni che potrebbero ancora verificarsi, per disposizione della direzione delle gblt manovre, prima dell'inizio della manovra. Notiamo che le forze di ciascuno dei due partiti sono costituite, in parte, da grandi uni-; Età effettive, pressoché su piede di'<pguerra, al completo di organici e di servizi; grandi unità rappresentate; grandi unità supposte. Le unità rappresentate, lo sono per mezzo del comandante e del SLsuo Stato Maggiore, degli organiììsuperiori tecnici, e di alcuni elementi di fuoco. Il comandante e gli organi di comando agiscono, diramano ordini, prendono disposizioni, muovono, come se le uni- ta esistessero realmente: funzio-\ "?no Quindi integralmente. E glv clemcntl,dl fuoc? servono a !»«- care praticamente, tangibilmente, . ... f. . . ' ,. „* _ ,- le varie armi e i vani reparti, che ,. ■ . .,„,., „ „, „,„■ ' ,. .,„ .annebberò, e come aguebbevo. \ ... . 1 Munita supposte sono quali 'dice il nome: si suppongono; e si considera come esistessero e operassero, oltre i limiti laterali del settore di manovra. In altre pa-\role, le unità effettive e quelle1 rappresentate, che operano entro! il settore di manovra noti si tra- ! \vano isolate; ma si inquadrano'.ì»e"° spiegamento — supposto — .dei due eserciti avversari, rispet-\ ! tivamente sulla propria destra e \swlla propria sinistra. Questo è im i portante, anzi essenziale: perchè 1 ognuno comprende che, se la li ! "e« terminasse, sia a destra che a \sinistra, là dove termina il settore di manovra, ben diversa dovrebbe impostarsi e risulterebbe l'azione delle unità e degli elementi estremi, che costituirebbero elementi d'ala, con tutti i vantaggi e i pericoli di questa situazione; invece resta stabilito che non si tratta di ali; ma di unità e di eie- lrnmH collegati con altre unità e aUn elementi, che si suppongono [operanti di là, sia a desti-a che a '■ sinistra, del limitato settore della , manovra. ' L efficienza delle due Unità Dicevamo, le forze contrapposte. Le unità dei Rossi sono costituite 'dal I Corpo d'Armata, comandato da S. E. il generale di Corpo d'Al¬ Amata Angelo Tua, capo di Stato \Maggiore il tenente colonnello di\\Stato Maggiore Re, comandante^ i dell'artiglieria di Corpo d'Armata j il generale di brigata Barbieri, co \ mandante del Genio di Corpo d'Ar\mata il colonnello Bechi, coman] dante dell'aeronautica del Corpo ] d'Armata il maggiore, dell'arma j aeronautica Benedetti, - n Corpo d'Armata comprende: aiia 28» divisione — rappresentata al _ comandata dal generale di bri,\aata De Benedetti, capo di S. M. jjj tenente colonnello di S. M. Tri;lzio; la divisione di fanteria Bren ai nero comandata dal generale ; divisione Gerbino-Promis, capo -jS. M. il tenente colonnello Tamas jsia — in questa divisione comanda - Za brigata di fanteria S. A. R. il a\Oi'c't di Pistoia — le truppe al-ìdi S. M. il colonnello Chatrian. I -i noltre, il comando del Corpo d'Ar- ^«-\pjm della Cuneense «^^-\dal genera e di bn^to Testa, capo , e e d o i mata ha a propria disposizione un reggimento di fanteria, rappresentato, un battaglione della R. Guardia di Finanza, effettivo, artiglierie, reparti di zappatori, telegrafisti, specialisti di varie specialità.Le forze degli Azzurri sono co-et smUjtc dalla seconda Armata, co - I * e r mondante S. E. il generale di Cor po d'Armata Valentino Bobbio, capo di S. M. il colonnello Barbasetti di Prun, comandante dell'artiglieria dell'Armata il generale di brigata Manca, comandante del genio dell'Armata il generale di brigata Ussiana, comandante dell'aeronautica dell'Armata il capitano dell'arma aeronautica Tenti. I E l'Armata comprende: il IV Corpo d'Armata, comandante il gene- ale di divistone Guidi, capo di | S. M. il tenente colonnello Lombardi; con la divisione di fanteria \ Leonessa, comandata dal generale di divisione Testa, capo di S. M. I ìl tenente colonnello Meneghini; lai divisione di fanteria Pasublo, comandante il generale di brigata Murari della Corte Bra, capo di S. M. il colonnello Rostagno; le truppe del comando superiore ai- pino Tridentino, comandante il ge- e la divisione celere Principe Amedeo Duca d'Aosta, comandante il generale di brigata Bellini, capo di S. M, il tenente colonnello Rossi. Poi l'Armata comprende ancora il V Corpo d'Armata — rappresentato — comandante il ge- , nevale di brigata Nasci, capo di A >l tEnentB colonnello Ronco, \neraìe di divisione De Pigner, ca po di S. M. il colonnello Gioda, con le divisioni di fanteria — rappre sentate — 1 e 2, comandate rispet'tivamente dal generaleidibrigata Bertoldi con capo di S. M il te \nente colonnello Scotti, e dal ge nerale di brigata Fontana con capo di S. M. il tenente colonnello Moricca. A disposizione dell'armata e dei due Corpi d'Armata sono altre truppe, sia effettive che rappresentate. La direzione delle manovre, cui è preposto, com'è noto, S. E. il generale designato d'Armata Pietro Ago, tiene a propria disposizione, riservandosi di attribuirle quando e come giudichi opportuno, a questo o quello dei due partiti contrapposti, le seguenti unità: la di¬ I e«o aelt *~£e~h ìizZZZJì™2afil 1 Trento comandata dal generale di brigata Manzoni, con vice coman- disposizione della direzione della dante il generale di brigata Gag- gnu e capo di S. M. il tenente co-1 tonnetto Morosini; e un battaglione di bersaglieri; e il battaglione' universitario Scuola di Bassano. ! L'intervento di queste truppe, a \ \manovra> la /o'° attribuzione ini ^JKK*? o all'altro degli avversari, a seconda delle circostanze della manovra, costituisce l'imprevisto più considerevole detta manovra stessa: un imprevisto che le conferisce più vivamente ed efficamente la verosimiglianza della guerra con le sue incognite, appunto, con le sue sorprese, i suoi repentini e imponderabili mutamenti di situazione. Mario Bassi l I | \ I i e - - i , \ ESERCITAZIONI DI TRUPPE NAZIONALI NEI PRESSI DELL'ASMARA IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GUERRA, gen, Balatrocchi, passa In rivista a Cava dei Tirreni, I battaglioni CC. NN, rimpatriati dalla Libia ed ora In partenza per l'Africa Orientale/