Un carico di 200 mila dollari

Un carico di 200 mila dollari Un carico di 200 mila dollari Dieci minuti di angoscia — Un colloquio sotto la luce del faro e sotto la mitragliatrice puntata -- Meglio il buio -- Da un'avventura all'altra (Dal nostro inviato speciale) MAR DELLA CINA, luglio. Sotto lo sguardo luminoso del proiettore, gli uomini della Hua An, la « Pace Fiorita », si immubilizzano dritti sul posto dove vennero sorpresi, a prua e a poppa, contro l'albero, i sacchi d'oppio, ovunque. La luce bluastra anima le tenebre, trae riflessi accecanti dal mare, vi proietta ombre mostruose o grottesche, gioca sull'epidermide degli uomini dando ai loro muscoli forti riflessi, rendendo su ogni volto, smisurati e paurosi, i segni della bestialità. E, così, nei contrasti delle luci e delle ombre, i miei compagni di navigazione mi appaiono davvero come esseri usciti dalle antiche leggende cinesi. La cannoniera della dogana Dòpo alcuni minuti, il proiettore si spegne e di contraccolpo, a 500 metri, una nave dalla sagoma bassa e filata s'illumina: una cannoniera della dogana. Allora, nelle tenebre sopravvenute sulla giunca i pirati scoppiano in maledizioni, ingiurie e bestemmie, che si acchetano ad un comando di PenSu-Lei, il capo-giunca latinista. Il comando vuol dire, sicuramente: — I sacchi d'oppio in mare! Ma l'operazione, neppure stavolta, può effettuarsi. Il proiettore si posa di nuovo sulla giuncamentre dalla nave illuminata una vedetta si stacca per venire verso dì noi a colpi di remo. Pen-Su-Lei ride di un ridere rauco e secco come un sarcasmo e, rivolgendosi a me, esclama: — Ecce gabella! La « gabella » impiegherà diecminuti per raggiungere la Hua An, dieci minuti d'inferno per meDurante il breve spazio di tempodifatti, io comprendo l'enorme imprudenza commessa nell'imbarcarmi sulla giunca. Piuttosto dtrovarmi qui, non sarebbe meglio per me essere caduto nelle mandei pirati? Lo sapete. Questi manigoldi ssono evoluti e, per cosi dire, americanizzati. Il diavolo occidentale non. lo uccidono più, nè lo mutilano: lo tengono prigioniero e giocano al ricatto (1). In simile eventualità, io passerei, tutt'upiù, quindici o venti giorni a riso ed acqua, rinchiuso in una grotta della Bios Bay o in qualche casa sordida di Fan lo KongTutte le pulci, i pidocchi, gli innumerevoli e innominabili parassiti della regione si darebbero — è vero — appuntamento sulla mia epidermide. Ma, per conto mio, li sopporterecon francescana rassegnazione. Lpulci, i pidocchi e... tutto il resto sono mie vecchie conoscenze, avendole avute per compagne nei lunghi mesi di guerra e nelle mie peregrinazioni giornalistiche da Ride Oro fino al recente viaggio verso i campi di papaveri, in quegl(l) Il caso recente ''fi giornalistinglese Jones è un'ecerzione, che puetsere soltanto spiegata per ragionpolitiche. e e i a . , i o i i e e l a a . — a i e o o i a ò i alberghi che vi raccomando. Qualche esemplare, anzi, saltella o gironzola ancora sulle mie carni. Un'idea stravagante Prigioniero dei banditi, inoltre, perderei qualche chilo di ciccia col logico e consolante risultato di riacquistare la snella linea giovanile e, magari, assumere quell'aria stanca e fatalona che, a quanto pare, ha un potere irresistibile sulle donne « 900 ». Tutto questo, senza contare la pubblicità incredibile che mi farebbero le interviste, vere o bene inventate, di colleglli volonterosi, e, a libertà ottenuta, la mia fotografia con barba incolta e vestiti laceri, pubblicata dai giornali di tutto il mondo. La faccenda, invece, nel caso attuale, si presenta molto più grave. La giunca, sulla quale navigo, porta un carico d'oppio di contrabbando. Per quanto ristretta sia la ■mia conoscenza delle leggi cinesi, non ignoro che un regolamento draconiano del governo di Nanchino proibisce il traffico ed il coni mercio della droga. Se, nelle province semi-indipendenti del sud, i governatori permettono e, a volte, impongono la coltura del papavero, il generalissimo Ciang-Kai-Cekcommina « la pena di morte per tutti coloro che coltivano, trasportano, vendono, trafficano o fumano oppio ». Nei miei riguardi, naturalmente, l'applicazione della legge non arriverà a tale massimo; ma, comunque, arrestato con i miei compari, potrei subire qualche mese di carcere preventivo, per concludere nel migliore dei modi la mia avventura con una condanna pecuniaria. La vedetta, intanto, s'avvicina alla giunca. A 50 metri, una voce lancia un ordine in cinese. I pirati, come risposta, alzano le mani.I doganieri arrivano, rivoltella in pugno. Una rivoltella, se vedo bene, è particolarmente puntata contro di me, mentre la stessa Voce di prima grida nella mia direzione parole dal suono incomprensibile, ma dal significato preciso. Di scatto, perciò, alzo anch'io le braccia, reclinando un poindietro il volto, che viene illuminato in pieno dal riflettore. D'incanto, la rivoltella puntuta s'abbassa e la voce imperiosa fattasi più dolce mi domanda in inglese: — Europeo? — Sì. Un'idea, frattanto, m'è scattata nel cervello. Impassibile, aggiungo: — Sono il rappresentante della Burrefield and Swire Company. — Lo proprietaria del Tungchow! — Precisamente. Vengo da Fan lo kong, dove ho assistito all'esecuzione d'un pirata, implicato nella cattura della nave. — Abbiamo appreso la notizia per radio. Una breve pausa, indi la stessa voce: — Dove andate, adesso? — Ad Hong Kong. , , o i , k\ r n e a a e . a o a a ' a a a n a a Non vedo nella controluce il miointerlocutore, ma dal silenzio chesegue la mia risposta comprendo quanto debba stupirlo la mia scorribanda. — Un'idea stravagante! — commenta, difatti, dopo un po'. Giocando il tutto per il tutto, spiego: — Una visita ai covi della Bias Bay e un viaggio in giunca fino ad Hong Kong possono sempre fornire dati interessanti sull'attività dei pirati, sulla loro organizzazione e sui loro metodi. — Avete ragione! Un nuovo silenzio. Poi l'invisibile interlocutore: — Non vi occorre nulla? — mi domanda. — Nulla. — Buon viaggio! — Grazie, altrettanto! I pirati rivali Un comando in cinese si eleva, subito seguito da colpi di remi. Un quarto d'ora appresso, il proiettore si spegne. — L'abbiamo scappata bella! — sospiro, in/ine. Pen-Su-Lei mi guarda, scrollando le spalle, come volesse dire: « Non esageriamo ». — Eppure — aggiungo io, sorpreso — la legge sull'oppio non scherza... — La legge del 29 luglio 1929, vuoi dire? — Appunto! Il comandante latinista scoppia nello stesso ridere rauco, che mi ha colpito poco fa. Indi esclama:— Se questa legge fosse applicata, i governatori, i generali, i mandarini militari e ' civili dovrebbero far tutti la fine del mio amico e collega Fan-A-Lui. La cannoniera ormai è lontana. La Hua An ha ripreso la na Pen-Su-Lei contili aure ride dvigazione nuovo, per continuare poco doponel suo latino maccheronico: — La legge non è applicatanello spirito, che tu temi. Fa vivere troppa gente. I generali, glispettori e gli impiegati hanno in teressi concatenati e comuni copirati. Se la repressione troppo severa abolisse la frode, i funzionari della temperanza come potrebbero vivere? — Comprendo. Ma, così stando le cose, perchè hai messo l'oppio in sacchi impermeabili e tentato di buttarli in mare? — Per evitare le varie tasse..di circolazione il cosidetto litingIl nostro oppio non ha pagato il liting della provincia del KuangTong (200 dollari ogni pecul, (SO chili), né pagherà quello del FuKien, dov'è diretto. Credi, amicomio, i nostri peggiori nemici nonsono le autorità civili e militarinon sono neppure gli impiegatidella dogana.., — Sono? — / pirati riunii. — I pirati rivali? . — Precisamente! Quando un affare è buono, la concorrenza non manca, mai. E, su questa informazione punto lieta, vado a dormire. La mia cabina e un ripostigli dietro il cassero; un buco largo e alto un metro, profondo poco me- no di due. Accoccolato li, sovra una semplice stuoia di palme, il casco coloniale servendomi da cuscino, io seguo con il cuore e con ì sensi il dondolare, l'impennarsi, lo sprofondarsi della giunca e poi finisco d'addormentarmi più in fretta d'ogni mia previsione. Due giunche tra la nebbia Mi levo l'indomani con le membra stanche e le ossa indolenzite, risvegliato dai brevi, monosillabici comandi di Pen-Su-Lei. Su coperta, difatti, regna di nuovo una viva agitazione. Quat o»,.+; wìo tra uomini stanno appostati die-tro alle murate, rivoltella in pa¬ l gno; tre altri si affannano attorno ad un fucile-mitragliatrice. Una bruma spessa striscia lentamente sulla superficie dell'acqua. La visibilità arriva appena ai 100 metri. A tratti, tuttavia, la nebbia si squarcia qua e là, e, fra uno squarcio e l'altro, due giunche appaiono, tutte le vele dislese come ali di grossi uccelli da preda. — Due giunche accoppiate — mi spiega Pen-Su-Lei — son sempre sospette. Si avvicinano a !>0 metri, ti mandano saluti, sparano petardi in tuo onore, e, approfittando del rumore dei petardi, ti prendono d'infilata con le mitragliatrici. Ad un tratto, le due imbarcazioni sbucano di fra le cortine di nebbia. Sul ponte, il loro equipaggio — uno strano equipaggio composto di uomini, donne, bambini e pargoletti — saluta con gesti della mano, grida... e piagnisteiIndi, un petardo scoppia, a cui Pen-Su-Lei risponde con un comando breve. Il comando di apri dre il fuoco? No. Di abbassare lel mJ e u sceudere nelle sH„c> Bi L „ inf giunche as-]snciate " — Dobbiamo trasbordare! — mi avverte il comandante latinista. Ogni giunca che esce dalla Bias Bay, è sempre segnalata da spie in agguato. Queste, invecevengono da Macao. Il loro pacifico equipaggio non ha suscitato sospetti in quelle autorità portuarie. Così, noi saliremo sulla «Brezza Soave», mentre la «Pace Fiorita » e la sua compagnacol nuovo equipaggio, proseguiranno per Amui nel Fu-Kien. dove, come ho detto, il carico d'oppio è destinato. — E noialtri che faremo sulla « Brezza Soave »? Noialtri aspetteremo il Tji-jbadak ! Qualche tempo addietro, un so ciò del «Club dell'Orchidea Ros-sa » ha segnalato all'Ufficio Informazioni, diretto dal mio amico Mister Chu, che verso la fine dgiugno il Tjibadak, un piroscafo di 3 mila tonnellate della JavaChina-Japan Line, imbarcherà a Shangai per Canton un carico d200 mila dollari d'argento. Paolo Zappa «PACIFICO» EQUIPAGGIO

Persone citate: Ciang, Jones, Kien, Paolo Zappa, Ride

Luoghi citati: Canton, Cina, Hong Kong, Macao, Nanchino, Shangai