Il Gabinetto inglese rinvia ogni decisione

Il Gabinetto inglese rinvia ogni decisione Il Gabinetto inglese rinvia ogni decisione L'embargo sulle armi rimane in vigore fino a nuovo ordine In Francia si parla chiaro contro ogni progetto di sanzioni Londra, 22 notte. A Downing Street si è avuta oggi una attività eccezionale e un inconsueto affollamento di pubblico. Alle 10 del mattino è cominciato il Consiglio di gabinetto straordinario che era stato ieri preceduto dalla serie di consultazioni del Ministro degli Esteri con i rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione oltre che con quelli dei Dominions. Al Consiglio sono intervenuti tutti e ventidue i ministri in carica; un fatto di per sè eccezionale. La prima seduta è durata ben tre ore, dalle 10 alle 13, ed è stata seguita da una seconda, alle 14,30, che è durata fino alle 16,30. Molti commenti ha suscitato l'arrivo a Downing Street, durante il pomeriggio, di Sir Edward Ellington, maresciallo dell'Aeronautica e comandante in capo di quest'ultima; egli è stato immediatamente introdotto nella sala in 'cul'erano'riuniti i ministri. Non si fa alcun mistero nella stampa che argomento principale del Consiglio di Gabinetto odierno è stato quello delle sanzioni contro l'Italia, se questa dovesse condurre alle estreme conseguenze la sua politica verso l'Abissinia. , , l a l a , . i o i a 6 5, aa uaa nosa d ne o di io a a leso re se ul to ne ev el el el ci ra n il va u- dunoporebuleqmqlamasddv■qtdfCacdnasbcifdssLe linee della discussione Nella seduta di ieri sera del Comitato Ministeriale presenti Baldwin, MacDonald, Chamberlain, Simon. Hoare, Eden e Runciman erano state tracciate le linee prin- j nali della discussione odierna no-iip- in- - - - ! d1) esame generale della si-1 ™• „_„„!„i« .i„„.jn .i ttuazione con speciale riguardo aljarifiuto italiano di prendere in considerazione i piani di sistemazione presentati alla conferenza di Parigi dall'Inghilterra; 2) riesame della questione delle esportazioni d'armi in Abissinia; 3) discussione dell'atteggiamento che l'Inghilterra assumerà a Ginevra nella seduta del Consiglio leghista indetto per il 4 settembre, li punto terzo, come si capisce, era il più importante ed il tono dei giornali londinesi del mattino, :anche di quelli che fino a qualche 1giorno ìa sconsigliavano la poli-1 tica delle sanzioni, era cambiato !ai riguardo; un fatto, questo, che 'fndiciva forse che le consultalo-1 ni di ieri hanno dato al governo la persuasione che il rischio delle jsanzioni non fa paura alla mag- gior parte di coloro che il governofn o na il nca e he d- ohe la ha voluto consultare. In realtà, bisognava aspettarsi dichiarazioni in questo senso da uomini come Lansbury e Lord Cecil. Quello che il Governo non sapeva, era se potesse contare sull'appoggio dei conservatori. E sembra ora che i conservatori tendano a prestar fede alla leggenda che una occupazione italiana dell'Abissinia minaccerebbe l'Impero britannico. La Morning Post, a giustificare il suo improvviso voltafaccia, lo dice apertamente. Ci sono dei fatti nuovi, se condo il giornale, dai quali risulta che l'Italia mira a ricostruire l'Impero dei Cesari. Il rifiuto di discutere il progetto britannico a Parigi è stato una sfida italiana all'Inghilterra, ma l'Impero britannico non è messo ancora all'asta ed è opportuno farlo sapere, dice il giornale conservatore. L'Italia deve perciò rivedere le proprie intenzioni, prima di avviarsi su una strada che potrebbe condurre al disastro. Meno aperto, perchè non parla di minacce all'Impero ma sostiene invece che la politica italiana 'i. ha toccato la coscienza dell'Inghilterra » è il Ti?nes, il quale giunge però alla stessa conclusione della necessità di applicare le 1,- sanzioni. Secondo l'organo magno londinese non sarà necessario ap-plicare ancora quelle « attive », che condurrebbero alla guerra. « cosa non desiderabile », ma ba steranno quelle < passive »; baste- rà, cioè, sospendere le esportazio- ni in Italia della gomma, del car-bone, del nichel, del petrolio, dello stagno eccetera; si paralizzerà, cosi, la vita economica e la in¬ dustria bellica in Italia, ed essa non potrà fare la guerra. La proposta è avanzata, nel Times, dal rettore dell'Università di Edimburgo, Tommaso Holland, il quale non si accorge di fornire, in questo modo, il più brillante argomento alla politica italiana: la quale richiede espansione, perchè la mancanza di materie prime limita appunto la sua libertà di azione. Soltanto Mac Donald ha fatto stasera dichiarazioni, al termine del Consiglio di Gabinetto. Egli ha detto ai giornalisti che lo assediavano all'uscita di Downing Street: Dichiarazioni di MacDonald ■ « Abbiamo preso le decisioni quietamente, con calma e paca tezza, con la visione ben chiara di ciò che deve essere fatto » Questo è tutto quanto si sa da fonte ufficiale, per il momento. Comunicati non verranno diramati alla stampa, e tale fatto serve a confermare che nessuna decisione definitiva è stata presa dal governo, e che nelle due settimane che ancora rimangono prima della sessione ginevrina del 4 settembre, l'Inghilterra continuerà a compiere, per le vie diplomatiche, i suoi sforzi miranti a trovare una formula di sistemazione pacifica della controversia italo-abissina. E' fuori di dubbio che questi sforzi si accentreranno sopratutto su Parigi e che l'atteggiamento prlaseremstredeprLubhtpdNamrsrpdBt j f «verno parigino e quello che. aa na lmPedlto al consiglio di gabi-1 m inetto di prendere oggi decisioniifi ! definitive. Il dilemma per l'Inghil- ' gt-1 ™u™ " — ^ 1 f»S . i terra è il seguente: o si riuscirai lja ^ piattaforma Qi in.|Stesa fra l'Italia e l'Abissinia, op-1 pure si cercherà di indurre Francia a sottoscrivere a Ginevra1 i e à a una proposta inglese di sanzioni contro l'Italia. Durante i prossimi quindici giorni, Londra si manterrà in stretto contatto diplomatico con Parigi e con Roma. Gli informatori diplomatici dei giornali della sera dicono di apprendere che la linea generale del- , la Politica inglese rimane immuta o ta- «che «°P° Jft riunione odier, :na del Gabinetto: l'Inghilterra, e 1cioè. riconosce gli obblighi deri-1 vant* fai trattati in vigore e dalo !^ statuto societario ed è fermae 'meAnte «^a-aa rispettar li. -1 Avend° 11 Gabinetto riconosciu¬ to l'opportunità dì rinviare una |o e j?™s* «^SS^SS^ esso ha - ™wTe3di noTZfflto Ber ofg^Jff™.^ d. non modificale pei ,à, ni e E ri gae g vae le di a a iae, e. le vba ena nle ole il momento il regime vigente in fatto di esportazione di armi all'Abissinia. L'« embargo s> rimarrà in vigore fino a nuovo ordine, un nuovo ordine che potrà essere decretato in qualsiasi momento, e cioè anche prima della riunioneriunione 11 ginevrina del 4 settembre. In base 'a questi risultati dilatori, e sicco- ine sì ritiene che nulla di nuovo potrà accadere nei prossimi gior- ni, nessuna ulteriore riunione del Gabinetto è prevista prima della ,- convocazione df c.onsi£liof de,,lal Lega. Baldwin è già ripartito sta- sera per Aix les Bains e pure altri Ministri si sono messi in viaggio per riprendere le vacanze inter-rotte. Un certo numero di mem-bri del Gabinetto rimarrà tuttavia a Londra o nelle immediate vici- nanze della capitale e sir Samuel Hoare si manterrà costantemen-te in contatto col Foreign Office, per dirigere le trattative diploma- tiene di cui si è detto prima. | o raffinili dpi rinvili te lagium uc wu Il collaboratore diplomatico delDaily Telegraph spiega il rinvio delle decisioni finali riol Onnsiirlio delle decisioni finali del Consiglio di Gabinetto col dire che il problema non è maturo per sanzioni Eden farà al Consiglio della Lega un rapporto simile a quello da luino \ fatto al Gabinetto. Il Consiglio p-1 della Lega dovrà allora decidere », ! se le lagnanze abissine contro l'Ta. I talia sono giustificate e se l'Itaa lia minaccia di turbare la pace, e- ■ L'Italia dovrebbe, dunque, atteno- j dorè per ogni mossa ulteriore, che r-1 siano trascorsi tre mesi. Ove ini elen¬ ziasse immediatamente una cam-pagna militare, il Consiglio agi-rebbe a norma dell'art. 15, che prevede una inchiesta. Solo dopo la fine dell'inchiesta potrebbe essere invocato l'articolo 16, quello relativo, alle sanzioni. Per questi motivi, dice il giornalista, i ministri non hanno voluto pregiudicare la situazione al punto da decidere ciò che l'Inghilterra possa proporre alla Lega. R. P.