Una dichiarazione approvata dal Comitato degli Esteri per l'odierna riunione del Gabinetto inglese

Una dichiarazione approvata dal Comitato degli Esteri per l'odierna riunione del Gabinetto inglese Una dichiarazione approvata dal Comitato degli Esteri per l'odierna riunione del Gabinetto inglese Vivaci reazioni francesi alle pressioni britanniche Londra, 21 notte. Una Eccezionale attività si è svolta oggi al Foreign Office. Il Ministro degli Esteri sir Samuel Hoare, il quale ieri si era già consultato con sir Austin Chamberlain e con il capo dell'opposizione liberale sir Herbert Samuel, ha conferito con il capo dell'opposi-1 zione laburista George Lansbury, con Lloyd George, e per un'ora in-1 tera con gli alti commissari deiiDominions, Stanley Bruco rappre- i sentante dell'Australia, sir James jFarr della Nuova Zelanda, il co-[lonnello Vanier del Canada, e il signor Dulanty dello Stato Libero d'Irlanda. Successivamente sono giunti al Dicastero, Winston Churchill e lord Cecil, i quali sono stati pure ricevuti dal Ministro. Viene affermato negli ambienti ufficiosi che questi colloqui non sono, a vero dire, consultazioni, ma che il Governo semplicemente desiderava mettere al corrente gli esponenti dei vari partiti sulla situazione creatasi dopo il fallimento delle trattative parigine, tra l'Italia, la Francia e l'Inghilterra. Ma, al contrario, si ha ragione di credere che il Governo voglia domani prendere in esame il problema dell'atteggiamento britannico a Ginevra nei riguardi della controversia africana solo dopo essersi formata un'idea dell'accoglienza che avrebbe in Inghilterra e nell'Impero una eventuale decisione di chiedere l'applicazione di aanzioni contro l'Italia. Divergenze tra i ministri Abbiamo già detto che, come nella stampa, anche in seno al Governò le opinioni sono diverse. Secondo le informazioni date oggi dai giornali, si schierano per una politica moderata che si proponga di localizzare il conflitto al solo continente africano i membri conservatori del Gabinetto, ai quali preme soprattutto di trovare una piattaforma di collaborazione con la Francia, e ai quali, inoltro, sembra che le masse non approverebbero un atteggiamento ultrasocietario, capace di coinvolgere il Paese in una guerra. La politica delle sanzioni è favorita, invece, si dice, da un gruppo di Ministri capeggiati da Anthony Eden, e l'opinione di questo gruppo sarebbe che le sanzioni non possono provocare una guerra perchè basterebbe una seria minaccia ginevrina a fai* crollare la resistenza italiana. > Ma anche se ciò non avvenisse, questi Ministri fautori delle sanzioni ritengono — sempre secondo quanto dichiara la stampa — che l'Inghilterra possa rischiare un conflitto. Mai come oggi si è parlato a Londra di sanzioni con tanta franchezza e con tanta precisione. Si discute di blocco navale e di dimostrazioni navali che sarebbero giustificate anche senza lo scopo vero e proprio di ostilità in Abissinla. Si prendono in considerazione sanzioni passive e di carattere economico; in un primo tempo « il taglio delle provviste di materie greggie e di crediti non ancora tagliati » — come dice il Times — per procedere quindi alla chiusura del Canale di Suez, oppure al blocco degli ingressi del Canale per le navi italiane. Lord Craigmyle indirizza una lettera al Times in cui incoraggia alla chiusura del canale di Suez. Si ammette che la Francia non vorrà approvare una simile linea di "condotta, ma si allude alla possibilità di una azione inglese e si sostiene che l'Inghilterra, nel campo navale, baste rebbe da sola. «Antifascismo senza scrupoli» H corrispondente parigino del Times, il quale si dilunga in elucubrazioni del genere, lascia com prendere di avere attinto l'ispirazione negli ambienti britannici della Conferenza parigina. Sareb be difficile e arrischiato pronosti care oggi quale sarà l'esito della discussione in seno al Gabinetto, tanto più che negli stessi ambienti governativi si è persuasi che una sola seduta non basterà all'uopo e che probabilmente i lavori dovranno essere continuatdomani l'altro. Ma è fuori dubbio che anche le decisioni estreme sono da porre tra le cose possibiliLe molteplici consultazioni odierne indicano, da un lato, che il Governo non è sicuro ancora dell'atteggiamento reale dei varstrati dell'opinione pubblica e devari partiti in Inghilterra, nonché di quello dei Governi dei Dominions; ma al contempo rivelano che, se il Governo dovesse convincersi che la proposta di sanzioni, e magari l'applicazione delle stesse, avrebbe l'appoggio della maggioranza, non esiterebbe ad avviarsi su questa pericolosa strada. La stampa isolazionista è talmente persuasa di tale pericoloche da ieri ha intensificato i suogridi di allarme, i quali sono riassunti molto bene in queste parole del Daily Mail: « Hanno mapensato, per un solo istante, i nostri pacifisti, a quella che sarebbe la risposta dell'Italia, se fosse decisa la chiusura del Canale di Suez? ». UExoening Standard, facendo una analisi del leghismo ad oltranza dei liberali e laburisti, dichiara che il loro atteggiamento è « antifascismo * puro e semplicee Senza scrupoli di sorta — dice il giornale — essi cercano dsfruttare la presente crisi per trarne dei vantaggi politici Quasi tutti i membri del Governo sono già arrivati a Londra e hanno avuto oggi discussióni prò-liminari. Mac Donald ha dichiara-to alla stampa, al suo arrivo dal-la Scozia, di ritenere che «la situazione attuale sia la più seriache si è presentata al Governo inglese dal 1914 a questa parte >Ed ha aggiunto: '-Credetemi, lasituazione è veramente grave», Si apprende stasera che, finitele consultazioni fra il Governo e i rappresentanti dei vari partiti, si è riunito al Foreign Office il Comitato ministeriale degli Esteri presieduto dal premier Baldwin e composto da MacDonald, Neville Chamberlain, Sir Samuel Hoare, sir John Simon, Eden e Runciman. Il Comitato ha discusso per quasi due ore approvando alla fine una dichiarazione che verrà letta do mani in seno al Consiglio di Gabinetto. Si apprende pure che il Minlstro degli Esteri ha ricevuto oggi il Ministro di Egitto e l'incaricato di Affari degli Stati Uniti. R. P.