Dall'Africa all'Europa

Dall'Africa all'Europa Dall'Africa all'Europa tende Considerazioni tedesche Berlino, 19 notte. Estremamente grave appare ai giornali la situazione dopo la rottura delle conversazioni di Parigi. Pochi stassera i commenti, i più limitandosi a larghi notiziari dalle tre capitali. Il Berliner Tageblatt dice che in questa questione l'Inghilterra ha smesso di giocare con la sua politica del compromesso, che pure ha sempre seguito, ora avanzando ora retrocedendo, dalla guerra in qua: e la gravità sta appunto qui — dice il giornale — « che nessuno sa fino a che punto essa incontrastare all'atteggia mento di Mussolir La Deutsche Allgemeine Zeitung ha un lungo articolo in cui scrive che la Società delle Nazioni ha fatto doppia cilecca, ed è fallita poi come organo dell'idea collet- - — ji "va. non solo, ma ha inoltre di mostrato d. non servire neanche come strumento d. determinate grandi Potenze per esercitare le funzioni di custode della pace. « Tutto il pensiero politico di quest'ultimo decennio — scrive il giornale — è come crollato e agli uomini di stato spetta ora il compito di andare in cerca in un nuovo strumento ». Il giornale esamina quale potrà essere questo nuovo strumento di politica europea da sostituire all'idea collettiva, che definitivamente scompare, e viene alla conclusione che « questo strumento altro non può essere e non è, se non l'antico strumento dell'equi librio ». E' a questo punto che l'articolo diventa piuttosto interessante per le considerazioni che in proposito aggiunge sia in materia di politica estera che di politica interna, considerazioni che sono tanto più significative in quanto che il giornale passa come portavoce del Ministero degli Esteri. Dalla constatazione fatta dell'inevitabile ritorno all'antico sistema dell'equilibrio europeo, il giornale trae la conseguenza quanto, dunque, sia stato importante per la Germania non soltanto, ma per tutta l'Europa, la decisione presa da Hitler nel marzo, di ricostituire la forza armata della Germania appunto come mezzo indispensabile di questo equilibrio europeo: se vi fosse an che tutto si aspettano da determinati avvenimenti, che potrebbero verificarsi in qualunque parte, come per esempio nell'oriente vicino o lontano o anche nelle no¬ nuovo, così nella convivenza dei popoli, su questo elemento bisogna contare. Nel nostro tempo, l'incerto ha una parte cosi grande, che persino talvolta il certo — dice — sorprende qualche statista di antico stampo. Perciò, in Germania, il caso dell'Abissinia è seguito attentamente non soltanto perchè nasconde forse possibilità di un mercato a spese nostre, ma anche per le sue ripercussioni sul generale pensiero politico europeo. L'Italia e entrata nella via dell'* Imperum romanum»; la Francia si vede costretta a una revi- cora in Germania il vuoto del di- sarmo, non sarebbe possibile l'è-quilibrio in Europa. «Così, per la nostra neutralità nella questione abissina — scrive wi^ìt,J^nt0 1m,r„!a0n0iH»d„el^Wilhemstrasse — queste idee ciNoi°nonnsiaÌSo ^Si«frrnSìp ì^vii.mn,/ ntprn^'rimip Nazkmi Produce dovunmie del '-sione del suo complesso di sicurezza legato alla Società delle Na- zioni. Anche l'Inghilterra, pur tentando di sorreggere le quinteginevrine, saprebbe alla fine tro-vare altre possibilità per la protezione dei suoi interessi mondiali: ora se la Germania, paese centrale, a questo punto si è rifatta forte perfettamente in tempo, ciò è stato dovuto non già a volontà guerresca ma costituisce proprio la eliminazione di un fattore di insicurezza, che in questo mondo agitato aveva finora impedito il ritorno al solo principio politico possibile: quello dell'equilibrio ». G. P.

Persone citate: Hitler