I goliardi del cinema

I goliardi del cinema SULLO SCHERMO DEL LIDO I goliardi del cinema L'inizio delle proiezioni a passo ridotto - Un dramma francese e una commedia ungherese (dal nostro inviato) .e„ .. pVenezia, lo notte. |dSono giunti i goliardi del cine- fjma. Sono giunti con le loro pie- Acole bobine di film a formato ri- Gdotto, gelosamente custodita co-1 mo il panettoncino da portarsi in | ufamiglia; qualcuno se n è anche : rarrivato con sotto braccio un suo ' tproiettore, forse non fidandosi di qquello della Mostra — non si sa : emai; e a poter fare la radioscopia ; ldelle loro tasche, vi avresti vedu-: gto una boccettina d'acetone per fle improvvise rotture delle pelli-1 icole — non si sa mai. Sono gio- ! vvani che al Cinema hanno prodi- j agato entusiasmi e sconforti, quat-| trini e fatiche; e tutti nnturalmen- ! ote non ti parlano che dei quattri- ; sni, di quelle mitiche duemila o tre- j dmila o cinquemila lire da trovare ì cad ogni costo per dar vita a quel- [ sla che in parecchi potrà, anche es- j tsere una smania, ma che in alcu- gni si rivelerà o si è già rivelata ; pcome una vocazione. j nTi vedi presentare un regista | jjdi diciotto anni, una pelurie bion- ediccia gli ombreggia appena lej guancie; quello ti chiama il capo j pdi produzione, che t'avvicina in : lmaglietta, lambendo circospetto, ^un cono gelato; il capo di produ- azione ti vuole poi presentare l'o-, cperatore, che ti scatta sull'atten-1 vti come se fosse dinanzi ad un ca-1 iporal maggiore; e come potrebbe j gl'operatore rinunziare a presentar-1 jti i suoi divi? I divi e le dive, diItsolito, nelle gerarchie del passo Vridotto, vengono per buoni ultimi. |Sono ragazzi, sono signorinette che ti ammettono di aver agito in ] quel filmetto, quast un po' vergo- : gnosi, talvolta arrossendo; attori; e attrici che almeno non ti dicono - subito (come tutti gli altri come tutte le altre) che la settimana prossima firmeranno un contrat-1 to per Hollywood; divi e dive che tratto tratto vedono soltanto una | ombra passare dinanzi ai loro*sguardi sereni: l'ombra degli esa-1 mi d'ottobre. ! Dopo pochi minuti, tutti amici,-tutti amiconi. E gran progetti, e gran giudizi, e qualche sogghigno, | e qualche risata. Beata gioventù. Pabct è ormai vecchio. Vidor do-1 po Alleluia... Clair è una formula, I-Corda, un bottegaio. E Chaplin, Chaplin, staremo a vedere. Beata i gioventù. Guai se questi ragazzi : non sentissero il bisogno di di- scutere, di negare. Chissà che fra questi ci sia il Vidor o il Pabst didomani; e allora altri ragazzi, che|staranno cimentandosi con il loro j passo ridotto, sogghigneranno chi oggi ha sorriso. di Sono cinque i Paesi partecipan- ti alla gara, dei formali minori ! che oggi s'inizia. L'Inghilterra, e : sono fin d'ora da segnalare Urne- ' ri della natura (Burnford), ViZ-! laggio austriaco (Nathan), /I nt-jscello (Sherlock), Trasporti (Thu- bron); la Francia con sopratutto Danza dell'acqua (Bricon), Un ■ mercato di Normandia (Leheris- ' del Gruppi cinematografici dei) Guf, che saranno in breve un au- ; tentico vivaio per le nostre nuo- ; ve energie, le quali potranno cosìlsoy) ; l'Austria c la Cccoslovac-1 cchla hanno mandato parecchi fil- Bmetti; l'Italia, iniine, si presenta'a più numerosa e agguerrita, I ncon una trentina di film dovuti ; Vai vari Guf. E' noto che l'opera vigile della Direzione Generale I pdel Cinema non ha trascurato il passo ridotto. L'ha disciplinato e dinquadrato sotto la sorveglianza j essere guidate a tentare prove più complesse e più ardue. (Vedremo anche, ma fuori concorso, fj flim vincitore dei Littoriali, Arco felice, dovuto a Paolella del Guf di Napoli), T concorrenti sono stati circa una settantina, ma una cernita rigorosa della Giuria li ha rldot ti a poco p;u di venti. Non tutti qUesti concorrenti sono goliardi; e ci potresti trovare l'avvocato o l'ingegnere che non potendo ma gari venire ora a Venezia, starà facendo da lungi il « tifo » per il suo filmetto. Le proiezioni av vengono nel palazzo della Mostra alle diciotto. Finito lo spettacolo normale, gli occhi della cabina di proiezione si spengono; e se ne accendono altri da un tavolinetto che regge il pie c0]0 prolettore. Di solito il regl sta, quando c'è, sorveglia l'opera tore. Una lira il biglietto d'ingres g0. La claque è già entusiastica prima che s'incominci; ma non ce ne sarebbe nessun bisogno, tanto jj pubblico, quello vero, è intento e disposto all'applauso, 0ggi a primo spettacolo com prendeva un fllm davvero singo lare un'altra edizione de / ragaz ^ di Paai_ ieri sera Borzage aveva fatto inumidire parecchie ciglia con ]a vicenda del suo po ver0 Nemeciek; oggi il Guf di Mi iano na presentato il suo / ra gagei ai Vial Paal un film che per j] nostro passo ridotto rappresenta un tentativo imponente. E' do Vuto ad Alberto Mondadori, a Ce|sare Civita e a Mario Monicelli. e il Mondadori, poco prima che ] ]a proiezione cominciasse, me ne : narrava le traversie, ; E. un figuuoione ventenne, lun - iung0. parlargli è come guar jare un soffitto. Il film è costato a lui e ai 3U0Ì compagni esatta1 mente tre mesi dl tavoro, Ventun giorni sono OCCOrsi per la ripresa, | La peiiiCola è di cinquecento me*^ ma ne sono stati girati due1 milacinquecento. (Chi ha qualche ! dimestichezza con questi filmetti-fara tanto di cappello a queste cifre)- T ragazzi attori, scelti a | caso ^ qualche scuola o in istra da. Per la ripresa della battaglia 1 occorsero parecchie ore; e quei ra gazzetti e quei ragazzotti, dopo un po' di pugna valorosa e accanita, i proprio non ne potevano più. E : an0ra, che fare di quei due eser citi che non vogliono più combat tere ? Da militi volontari li si traSformano in mercenari; e donando |a un sottotenente una lira, ad un j colonnello due, ad un caporale unventino, li si induce di nuovo alla pugna. (E la sequenza della battaglia ha un suo nerbo, una sua efficacia. « Cinquemila bombe di sabbia, abbiamo adoperato — mi ! diceva Mondadori, con lo stesso : tono con U quale Ekk a Mosca, ' nel marzo scorso, mi diceva « die! cimila piatti di porcellana abbiajmo dovuto rompere» per una se quenza del suo Usignuolo). Infine, per la storia, che in queste cose ■ non si è mai documentati abba ' stanza: le inquadrature scolasti- sovente si abbiano visioni'di"una nitidezza e dl un efficacia insosDet tabili. Il fllm di Mondadori e Compagni è forse U più ampio e dirfi-che sono state riprese al Ginuasio Berchet; quelle dell'Orto Botanico in un parco nei dintorni di Milano; e Via Paal fu traslocata in Viale Brianza, in quel di Loreto, Civettone d'un passo ridotto. A pensarci, è quasi'miracoloso che il piccolo proiettore occupi il qua dro dello schermo, esattamente come un proiettore normale; e che cile tentativo che sia stato conv piuto in Italia con un piccolo formato; è uno sforzo notevolissimo, compiuto senza risparmio d) energie e di mezzi. Il pubblico. cb< l'aveva seguito con attenzione, lo ha alla fine ricompensato con m» lungo applauso. Del due film odierni a passo normale il primo è stato Piccola mamma, dell'Hunnia Universa! (Ungheria). La modestia del regista si cela nell'anonimo; ma il film non ha che la pretesa di essere uno spettacolino garbato e divertente, e si snoda con una sua agilità da teatrino filmato che talvolta s'accosta ad un ritmo da pochade ravvivato sovente da trovate e trovatine piacevoli. Molte risate e un lieto applauso all'interpretazione di Francisca Gaal, del Wallburg, del Benfer e del piccolo Baby Bandi, un marmocchietto di forse otto mesi che non appena appare si conquista le simpatie di tutti. Alla sera, Le Bonheur, che segue con una certa fedeltà l'artificioso dramma del Bernstein. Tra gli attori la solita Gaby Morlay, e uno Charles Boyer sempre intelligente ed efficace; il film è stato diretto da Marcel L' Herbier, da questo stanco volpone del cinema francese: ed appare quindi sorretto da un'abilità abbastanza sicura e abbastanza convenzionale. Mario GromoNa pdiie tedesca UNA SCENA DI « PICCOLA MAMMA » (Ungheria) UNA SCENA Dl « LE BONHEUR » (Francia)