Guerra, Olmo e Bini lotteranno a Floreffe contro le poderose squadre dei più forti corridori belgi e francesi

Guerra, Olmo e Bini lotteranno a Floreffe contro le poderose squadre dei più forti corridori belgi e francesi Domani si corre il campionato mondiale su strada Guerra, Olmo e Bini lotteranno a Floreffe contro le poderose squadre dei più forti corridori belgi e francesi (Dal nostro Inviato speciale) Chateau Namur, 16 notte. Siamo all'antivigilia della piitò interessante e attesa giornata di questi campionati. Ormai la preparazione dei concorrenti è compiuta (i nostri hanno oggi osservato completo riposo) e non mancano che le rituali operazioni di punzonatura che avranno luogo domani a Namur, perchè essi siano pronti a disputare la prova che dovrà dirci chi deve essere ufficialmente considerato il miglior conidorè del mondo pel 1935. Italia, Francia o Belgio? Per quanto isolati quassù, nella quiete di Chateau, Namur, dove arrivano solo pochi visitatori forestieri e lo spesso brusio della vita industriale della piana della Afosa, già siamo nell'atmosfera di attesa^ della competizione, nella quale ci sentiamo più impegnati e per cui abbiamo le più alte aspirazioni. Ci giungono fin qui le notizie delle ultime prove degli avversari che più ci interessano. Gli « azzurri » discutono su quello o su questo, per studiarne la posstbiZifd e la pericolosità (e in questo Guerra si dimostra molto più al corrente di Olmo e di Bini, l'uno un po' nervoso e ingenuo l'altro ridanciano e sfottente, come se fosse un veterano di queste battaglie); i dirigenti si fanno premura di assicurare i minimi particolari meccanici e logistici; ai rendono più frequenti le visite degli ammiratori, che i nostri hanno anche da queste parti, e quelle degli impresari che vengono a offrii loro scritture per la pista, a cominciare da lunedì prossimo. Cosicché, i tre professionisti avranno appena il tempo, dopo la fine della gara, di venire a fare le loro valigie e di prendere il treno alla stazione di Namur per iniziare il giro di raccolta di applausi e di quattrini. Conosciuta . ormai definitiva mente la formazione delle varie squadre, credo giunto il momento di affrontare il loro esame e quel lo delle varie prospettive di corsa, sia come svolgimento che come risultato. A scanso di delusioni, dirò sen s'altro che non scenderò fino ad un preciso pronostico, perchè, per essere serio, esso dovrebbe basarsi sulla conoscenza dell'attuale forma di tutti i concorrenti, o, per lo meno, di quelli che la carta dà come favoriti. E, invece, a questo riguardo ci sono parecchie incognite. Mi limiterò, quindi, a presentarvi gli elementi che più influiranno a mio avviso nel dar fisionomia alla gara e a trarre da essa il vincitore. Per sgombrare senz'altro il campo da quegli attori che, salvo eccezionali sorprese, dovranno limitarsi a fare da comparse, o, al massimo, da protagonisti isolati di transitori episodi, si può dire che la corsa dei professionisti non dovrebbe sfuggire al controllo, alla guida e alle aspirazioni o dei nostri o dei belgi o dei francesi. GcoHdslcssztpiitnstprsNreBhctca Gli iscritti sono SI, ma già sulla carta si possono eliminare i tre olandesi, i Ire tedeschi (anche se Hodcij e Unbenhauer non siano degli ignoti), i tre lussemburghesi, i tre spagnoli e i tre australiani; agli ungheresi c agli austriaci Bulla e Tliallingcr non si possono attribuire che possibilità di secondarissimo ordine. Gli. svizzeri Egli e Ambcrg, pure essendo tutt'altro clic trascurabili, non mi pare possano accampare in così illustre campo eccessive pretese: il primo, però, dovrà essere tenuto ben d'occhio, perché è uomo da non prendersi alla leggera, se riuscirà a staccarsi di sorpresa. Dopo questa selezione che potrebbe essere sconvolta solo da imprevedibili rivelazioni e da clamorose sorprese, rimangono in piedi soltanto i rappresentanti di quelle Nazioni che hanno diritto di essere considerate tecnicamente più elette, cioè la Francia, l'Italia, il Belgio. Non ci sono gregari Ho detto ieri che la Lega belga ha preferito Aerts a Loncke (e di ciò pare che Olmo sia rimasto contento perchè non conserva un ricordo troppo gradito del secondo al Giro d'Italia), il quale avrà per compagni Donneata e Rebry. Vale la pena di rilevare che i selezionatori belgi si sono, così, attenuti al criterio di prendere uno che ha fnR fatto tutto il Tour, Aerts, uno che ne ha fatto una parte, Danneels, e uno che non ne ha fatto niente, Rebry. Mentre il primo e il secondo faranno la. loro corsa, Rei»)/ sarà obbligato a fare da uomo di punta- e, all'occasione, da gregario. Questi va escluso dalla rosa dei probabili campioni del mondo. A proposito di gregari, merita rilievo la decisione presa ieri dai commissari di corsa sul giuoco di squadra. Esso sarà rigorosamente proibito, perchè si viwlc che ognuno giuochi le sue possibilità. Dice testualmente la decisione che « il corridore clic farà atto da gregario e aspetterà aiuto da un gregario, preso questo termine in senso sportivo, dovrà- essere messo fuori gara dai commissari » Per quanto ciò possa- in pratica prestarsi a diveise \xilutazioni, non si può negare che il concetto delia giuria è perfettamente sportivo. Dobbiamo, inoltre, compiacerci che esso sia in armonia con quello che ha guidato la- composizione della nostra squadra la quale, contrariamente al sistema che ormai era diventato tradizione, è stata composta di tre corridori liberi di correre per sè e per i propri colori, senza dover servire nessun compagno, I selezionatori francesi, invece, hanno preso tre reduci dal Tour (e per questo si sono attirate addosso non poche critiche della loro stampa) e, pur lasciando ognuno padrone di giuocare tutte le sue carte, fanno affidamento su uno che non può vìncere che in volata (Le Grevès), su un altro che non può vincere che staccando (Archambaud) e su un terzo che potrebbe vincere in tutti e due i modi (SpeicherJ. Infine, la Federazione italiana ha voluto tre uomini non mandati al « Tour » e da tempo in preparazione per questa prova, e tutti e tre veloci, oltre che capaci di fronteggiare e provocare azioni di sorpresa e di forza. Studio delle probabilità Questa breve presentazione delle tre maggiori squadre porterebbe a- concludere che i nostri dirigenti hanno curato tutti i fattori che possono concorrere al rendimento della rappresentativa ed hanno potuto, così, disporre di clementi che alla superiorità della più completa classe dovrebbero aggiungere il privilegio di migliori condizioni e preparazione. Poche volte, del resto, si è avuta la setisazione che il nostro ciclismo fosse, come questa, rappresentato dai suoi migliori uomini del momento e dai più adatti al percorso e al genere di gara. Avremmo un certo diritto che i sacrifici che abbiamo fatti al « Toni-» fossero compensati in questa occasione. Lo studio del percorso e la rassegna dei nostri concorrenti vor¬ rcvescbcppcsssnndvzcausammztcsleedacsds rebbero tendere a stabilire il principio che la gara sarà decisa in volata, o prima, cioè, se debbano essere preferiti nomini che dispongono essenzialmente di velocità, o quelli che per salvarsi debbono ricorrere alla forza. Le mie constatazioni personali e le impressioni dei nostri corridori sapete che coincidono nel ritenere che, per arrivare a far valere lo spunto bruciante, occorre, su questo circuito, avere anche larga disposizione di fiato e di solida tenuta alla, distanza e al dislivello, non durissimo, ma non superabile di slancio, e ripetuto parecchie volte. Questo sarà tanto più selezionatore, in quanto si attacca, con una brusca curva che obbliga a rallentare e a sfilare per uno, a un lungo rettilineo in discesa. Già su questo il gruppo si spezzerà, si affilerà, si allungherà, mettendo i meno agili, i meno audaci e i meno pronti in condizione di iniziare la salita con decine di metri di distacco non facilmente ricuperàbili senza dispendio gravoso, e chi avrà affrontato in testa la salita si impegnerà a protrarre e a intensificare il disgregamento e la selezione. La fisionomia della gara sarà data, credo, dalla tattica che sarà allottata su questo tratto del percorso. E, siccome rifuggo dal pensare che, almeno dopo ì primi giri di reciproco esame, essa debba essere per tutti temporeggiatrice e , e e , a a à i i i a e o à à ri e riii un eia tana, così propendo per l'ipotesi di una gara progressivamente severa e implacabilmente selezionatrice dopo i 150 chilometri. Pur essendo tutt'altro che un entusiastico ammiratore, dal punto di vista, tecnico, del circuito di Floreffe, ritengo che esso sarà sufficiente a consacrare campione del mondo un uomo che non avrà, come Kaers, solo grandi doti di velocità, ma che dovrà convincersi di ogni altra dote del grande e completo corridore, all'infuori di quella di arrampicatore puro e di specialista di corse a tappe che qui non sarà messa alla prova. Quattro favoriti Ecco perchè Le Greves, molto più di Aerts, deve augurarsi che la lotta non sia portata presto a troppo alto grado di combattività, per poter tentare di far valere il suo fulmineo scatto che è pericoloso almeno quanto quello di Olmo. E anche questi, al pari di Bini, non credo che debba desiderare l'estrema durezza della competizione, pur essetido, in fatto di dislivelli di fondo, molto ma molto al disopra del temuto francese e anche del belga. Questa durezza, invece, non dovrebbe spiacere né a Guerra, se è vero che non mi sbaglio nel ritenere che la sua forma, per quanto ottima, ancora non è ritornata all'apice dopo il Giro d'Italia, e forse neppure ad Archambaud ed a Speicher, uomini ai quali solo il troppo o il poco lavoro potrebbe menomare le note doti di resistenza. In quanto a Danneels, che non mi.pare debba essere un colosso del fondo, sarà molto avvantaggiato dalla famigliarità col percorso sul quale ha già dimostrato di essere brillante, resistente e veloce. Guerra e Olmo per l'Italia, Speicher per la Francia, Danneels per il Belgio mi appaiono gli uomini che, dopo aver tenuto fronte ad ogni offensiva, hanno le maggiori probabilità di essere insieme negli ultimi chilometri per disputarsi in velocità la più bella vittoria. Domani esaminerò il campo dei dilettanti. Giuseppe Ambrosino Olmo: l'atleta favorito del belgi. Bini: la nostra più valorosa recluta. Guerra: la «locomotiva umana».