La valigia di Eden e il bellicoso furore dei pacifisti

La valigia di Eden e il bellicoso furore dei pacifisti IL PROBLEMA ETIOPICO La valigia di Eden e il bellicoso furore dei pacifisti Londra, 13 notte. Con la partenza di Eden, di sir Robert Vansittart e dell'esperto Thompson alla volta di Parigi, il ì centro di gravità delle trattative I diplomatiche sulla vertenza italo ! abissina si è spostato oggi verso la capitale francese. Londra è or mai deserta di ministri; quello de gli Esteri soggiorna nel nord e non si è mosso neppure per dare il viatico a Eden; il Primo Ministro Baldwin si trova ad Aix-lesBains e Ncville Chamberlain in Svizzera. Gli altri sono sparsi un po' dovunque all'interno e all'estero. Se le conversazioni di Parigi dovessero fallire e la questione italoabissina dovesse tornare a Ginevra, al Consiglio della Lega che inizierà i suoi lavori il 4 settembre, non si ritiene che una speciale riunione del Gabinetto britannico sarà necessaria. Perchè Chamberlain è in Svizzera Un giornale stamattina faceva rilevare in proposito che. i ministri inglesi si sono occupati della vertenza per sei mesi di seguito e che ormai non hanno nulla da dire per chiarire maggiormente la loro opinione. Eventualmente basterà che Eden nrima di recarsi a Ginevra faccia una visita a Baldwin ad Aix-les-Bains, e che alla riunione prenda parte Neville Cham- berlain, secondo per autorità senon per titolo nel gabinetto: sa- rebbe anzi in vista la possibilità di una simile riunione che il Can- celliere dello Scacchiere ha deciso quest'anno di passare le vacanze in Svizzera. • Tornando alla missione "attuale di Eden, la stampa conferma oggiche la sua valigia diplomatica con tiene un segreto. Egli porta seco un progetto importante, tanto importante che il collaboratore diplo- matico della Morning Post, pur non pretendendo di indovinare laverità, avanza l'ipotesi — per ve-rità assai vuota di contenuto —che il governo britannico .sia di- sposto di discutere la revisione dei possedimenti coloniali qualora l'i- talia si impegni a non far ricorso alla guerra. Egli si affretta tut-tavia a dire che potrebbe anchedimostrarsi inesatto, ma che, ad ogni modo, l'Inghilterra è oggi pronta a compiere « un grande sforzo » nell'intento di soddisfare le aspirazioni italiane. Quale sia questo sforzo è lasciato nella penna. Un particolare curioso che viene rivelato dalla stampa della sera è che sulle conversazioni parigine fra le tre grandi Potenze firmatarie del trattato del 1906 saranno tenuti costantemente informati gli Stati Uniti. Più curiosa ancora è l'aggiunta che anche il Giappone — il quale non è membro della Lega come non lo sono nemmeno gli Stati Uniti, ma per di più ha violato il Covenant della Lega — potrà ottenere simili informazioni sul progresso delle trattative qualora esprima dei desideri in questo senso! Londra sembra decisa a mostrarsi complacente fino all'ultimo verso Tokio dato che spera di salvare con un'alleanza economica in Cina gli interessi finanziari britannici mi-nacciati. , Mentre gli uomini del Governo non ritengono di dover interim- pere nere dell'autu inglesi ritengono necessario addi- rittura dichiarare la necessità dMfare la guerra se le conversazioni di Parigi non garentiranno una si-stemazione pacifica della vertenza italo-abissina. La guerra dei pacifondai Convocati dall Cecil, i dirigenti Lega delle Nazioni si sono riuniti'i.iti-aWhista lnvri rtpll-nniw V,Pt1* aeu unione pei ia mi -i 5,,niM vo ordine del giorno col quale gcongiurano il Governo inglese ii\ prendere posizione in modo inequi- vocabile sulla piattaforma socie- taria, di dichiarare cioè che gli ob- blighi del Covenant sono sacro- santi, che l'Inghilterra è assolti- tamente decisa di osservarli e parteciperà a qualsiasi azione «anche alla più energica» che fosse richiesta dalle circostanze, Tutta la stampa di lord Beaver-brook e di lor Rothermere suona l'allarme e ribadisce che ì cosidet-ti pacifisti sono in realtà i più pe-ricolosi guerrafondai. Il DailyExpress dimostra poi con cifre alla mano, ottenute nel distretto in cui secondo l'Unione della Lega delle Nazioni sarebbero stati otte-nut' i voti più numerosi in favore dl un'azione leghista in occasiono del famoso recente referendum, cne la popolazione di quel distretto non vuole saperne dell'impiego dell'esercito inglese e della flotta britannica contro l'Italia per l'ap- Pozione di sanzioni. Nel Manchester Guardian un cinese, 11 prof. C. C. Uang, inse- gnante di storia orientale all'uni- versità di Illinois fa un parallelofra la questione abissina e la que- stione manciuriana per rilevare la superiorità morale della posizioneitaliana su quella giapponese. An- ..n.,,tt„ i-Tf„ii„ c-„„ .„ zitutto 1 Italia, dice francamente quello che vuole, mentre il Giap- pone ha sempre fatto l'opposto. Insecondo luogo l'Italia ha ragionequando afferma che l'Abissinia si presta alla colonizzazione essendo oggi in gran parte improduttiva, mentre la Manciuria era già ab- bondantemente popolata prima che vi giungessero i giapponesi, In terzo luogo la Manciuria e laCina non hanno mai opposto re- sistènza alla penetrazione moder- na come ha fatto l'Abissinia. Il prof. Uang trova giusto quindi che l'Italia si mostri risentita del chiasso fatto dalla Lega e da qual- che grande Potenza, mentre il caso più grave del Giappone in Manciuria è stato trattato con in- credibile apatia. • : Ipotesi tedesche sullo (viluppo del conflitto abissino Berlino, 13 notte. La stampa continua ad occuparsi della questione abissina soprattutto ln relazions all'insieme dei problemi vivi europei. | «Il pendolo europeo» intitola oggi la Frankfurter Zeitung un.gsuo articolo nel quale si occupa! adelie imminenti conversazioni di; l'Parigi, Il giornale cerca di stabi- «lire la attitudine di ciascuna "delle Potenze che prenderanno\Sparte alle conversazioni tripartite; ]quanto all'Inghilterra osserva cheirla sua attitudine è dettata soprattutto dalla preoccupazione delle ripercussioni che quella abissina potrebbe avere nel mondo indigeno africano ingrandendo la portata e le proporzioni della guerra fino quasi a un conflitto di razze; il che tocca da vicino gli interessi imperiali britannici. Nelle conversazioni dì Parigi snsperò — osserva il giornale — sarà ila politica europea che finirà per, !offrire il campo delle compensa-1m zioni vere e proprie. Come a Ro-, sy ;ma' DUl' senza Prendere al a «*-« ?^,laJS Ef^SSSKS ™"!^A irò trovarsi nei terreno vero e jpi-y-■ »MP.rio della lite e cioè nellAbissinia{p ^fpSaJama T^e^inare' duella 1",3'6 Pa„ebbe l'attitudine della1 Francia nello imminenti conversa"- « |alóni _ è proprio qui che comin-! *eia il lavoro speciale della politicai ™]quésto fuoco». francese. La Francia certo non il vode con sinlPaUa uno scoppio di s P?1^ ma lntanto declde d-' tov-\d giare il ferro europeo proprio su 5,,iiL f f'Vi" o ■« £\l |razioni dei giornali di qui conti- r\n7^aòmml"còme si v^TÌ-i^ gurare e a centralizzarsi la pWlS cupàzione fissa che alla fine per d ha condotta delle imminenti ài-1' scussioni ohe la Francia assumerà £:in qualche modo come mediatrice!1 : tra Inghilterra e Italia si verrà a qualche accordo di cui l'Abissinia■'/ s'ì, avrà forse poco da rallegrarsi, I ' ima la Germania insomma anchem1 meno; troppe volte, dicono questi!p'G giornali da" alcuni giorni, l'espe1 rienza ha dimostrato ai tedeschi Che là dove c'è la Francia che, jtratta la Germania finisce in gran' parte per diventare il capro espia j torio; si deve all'iniziativa france-: le (riprende il suddetto giornale) ,se il piano danubiano è ritornato, ai primo piano dei problemi vivi, mentre Mussolini lo aveva lasciato in qualche modo allontanarsi, ac 'ereditando in tutto il mondo l'o : pinione che la conferenza danu.biana fosse ancora piuttosto lon tana da venire. Non solo, ma vi è ] anche — continua il giornale — la ripresa del patto orientalo, « Lavai ora a Parigi facendo da paciere fra Eden e Mussolini, chie- . derà indubbiamente all'Inghilter ra, che sinora in confronto della ' politica dei patti si è mantenuta , alquanto fredda e riservata, dei sacrlfici i qua ! non avranno altro senso se non in quanto che costi- tulranno „ soUto4;< contributo alla sicurezza > nel senso francese ». . _ . . , . ., 1 lOra,tutt0 dipe"dera. conclude il -'ornale, su questo punto della l^slione quale importanza Mus sollm ascnva a I"08'1 complessi | €UroPet. II Berllncr Tagoblalt, dal canto suo, si diffonde sulla interminabi-; ! le serie dei progetti fantastici che j in questo momento pullulano dap pertutto per la nuova dtstribuzio ne del mondo coloniale ed europeo! per appianare il conflitto italo abissino; e crede per altro molto sopravalutata dai più la decisione dell'Inghilterra di spingersi a fon-1 do contro l'Italia; il giornale ri-; corda a questo proposito le ripe- i [tute espressioni del ministro in- glese Hoarc che l'Inghilterra ha j piena comprensione per le neces' solini tutte le possibilità del suo | sita coloniali dell'Italia e trova anche una conferma della sua opinione nel fatto che l'Inghilterra si trincera dietro la Società delle Nazioni affermando di non voler essere sola in questa azione. i Questo limite della attitudine inglese — conclude ■— offre a Mus- gioco, essendo esclusa l'unanimità alla Società delle Nazioni contro• l'Italia. Così è da attendersi che «J $&^A^£^^deH ".g^nStì"^0*£%Z ™^£\SSS^^^*^^ ]itari » di cu, ,a storia conosce recchi esempi». G. P. i ì I i *"^%.i*$i I I ÉS I CARRI ARMATI DELLA DIVISIONE COSSERIA IN ESERCITAZIONE

Persone citate: Baldwin, Chamberlain, Manchester Guardian, Mussolini, Neville Cham, Robert Vansittart, Thompson