Le manovre del Negus e dei pacifisti d'Europa per tentare d'imbastire un compromesso

Le manovre del Negus e dei pacifisti d'Europa per tentare d'imbastire un compromesso Il conflitto Italo - abissino Le manovre del Negus e dei pacifisti d'Europa per tentare d'imbastire un compromesso n i i a r a , i i o r e . e i a a e o Londra, 12 notte, i tIl Ministro degli Affari leghisti nAntonio Eden, tornato dalla sua zbreve villeggiatura nel Lancashi-1 ^. . ?B . ... . . zre, ha impiegato ntera giornata rdi oggi in consultazioni con gli qesperti del Foreign Office ed hai ledato l'ultima rifinitura alla sual tpreparazione per le conversazioni1 ldi Parigi. Il Ministro degli Esteri Hoare non ha invece ritenuto necessario abbandonare la sua villa nel Norfolk. Eden partirà domani alla volta di Parigi dove mercoledì e giovedì avranno luogo fra lui Aloisi e Lavai dei colloqui preliminari, lo scopo dei quali, si asserisce a Londra, sarà soltanto di fissare l'ordine del giorno delle riunioni che avranno inizio formalmente venerdì. Abbiamo riferito sabato come il delegato britannico non intenda recarsi a Parigi con la sua valigia diplomatica vuota, ma come quest'ultima debba anzi contenere un progetto di soluzione della vertenza italo-abissina definito da un gior naie « un contributo positivo del l'Inghilterra ». La curiosità si è fatta vivissima negli ambienti politici ma il Governo è rimasto muto al riguardo. Le rodomontate del Negus Questa sera il collaboratore diplomatico dello Star lascia intravvedere che il progetto di soluzione dista dall'Abissinia parecchie migliaia di chilometri. L'Italia otterrebbe una soddisfazione territoriale ma sarebbe allontanata dal la- zdpespcqsdssepcdcnMsltoBdsilaaCct| mgo di Tana e dalle foci del Mar dRosso che sono posizioni per le;Squali gli imperialisti britannici provano ì fremiti della paura, Ti npp-ua npll'ìntPrvi.ta data 1p . ^il JNegus neu intervista oata ie- Sri all'Agenzia Havas ha offerto il ! Mdeserto dell'Ogaden in cambio di saiuti finanziari e di un bel porto | ssìJlè0oCrma'i compressene ntalìa ?non vuó^f^àr coTlezfone di zone de^ non vuoi idi coueatune ui ^une uc | tcUZiVU??™ cessioni ai natuia puramente blo-i^psertiche e che non si accontente- Lrebbe nemmeno di palliativi sotto|cnnnomica. In proposito il Ma«c/iestBi' Guardian scrive oggi che bisogna tener presente il minimo e il massimo delle concessioni all'Italia. Il minimo sarebbe un controllo economico su larga parte dell'Etiopia, ma è un minimo che non basta: 11 massimo sarebbe il controllo economico e al contempo politico j sull'intera Abissinia, ma è un mas- tslmo che potrebbe condurre alla ; guerra: «Gli scopi delle conversazioni di1 Parigi — scrive l'organo liberale ; — sono quindi di trovare una viajdi mezzo accettabile tanto dall'Ita- ; lia che dall'Abissinia e vi sareb-^herò al riguardo a Londra delle lievi speranze basate sulla debolezza dell'esercito del Negus, per cui si riterrebbe che Halle Selassiè all'ultimo momento smetterà il suo tono e il suo atteggiamento arrogante ». A dire il vero, queste speranze non trovano conferma nelle notizie di stasera da Addis Abeba. Da esse si comprende che il Re dei Re, Leone di Giuda, ecc. ecc., comandante di sette eserciti, ecc. ecc., diventa di giorno in giorno I più altezzoso. Egli ha pronunziato oggi,, non | sappiamo a qual proposito, un nuovo discorso in cui ha ribadito la sua fiducia in una soluzione pacifica grazie all'appoggio dell'amica Inghilterra. Egli ha detto testualmente: « Siamo informati che Francia, Inghilterra e Italia terranno a Pa rigi una riunione alla quale non siamo stati invitati. Benché non sia possibile prevedere l'esito di questa riunione, la stagione dellepiogge sta per finire e, nonostante tutti gli espedienti che vengono escogitati per trovare una soluzio- ne pacifica della vertenza, l'Italia continua incessantemente a man-dare truppe e materiale belHco nelle sue colonie. Il pericolo di una guerra aumenta di giorno in gior-no, ma noi tuttavia speriamo nel- la Lega. Speriamo specialmente nell'Inghilterra e nella Francia. Sappiamo che la grande e potente Inghilterra ha sempre di sua spon- tanea volontà difeso i diritti delle nazioni continentali e di varia raz za" ^'Etiopia è pronta a collabo ^re^ahTi«nte e apertamente senza far distinzioni religiose o di raz.za con tutte ,e naz8,nl urche queste ultime collaborino con essa lealmente e apertamente. Ma l'E tiopia non accetterà mai una so luzione che le tolga l'indipenden- za, che limiti la sua sovranità e diminuisca il prestigio del suo imperatore, del suo popolo e del suo esercito. Mentre speriamo negli sforzi in favore della pace compiuti dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Lega, dichiariamo che, qualora essi fallissero e prevalessero le forze del demonio causando una guerra che spargerebbe disastri, disonore e miseria fra esseri umani, l'Etiopia si solleverà e, guidato dal suo Imperatore, il popolo abissino, il cui valore e il cui coraggio sono noti, si difenderà fino all'ultimo sangue, fiducioso nell'aiuto divino ». Leghisti di malumore Occupandosi della prossima riu nione del Consiglio ginevrino, il Manchester Guardian esprime il suo malumore pel fatto che nel- l'ordine del giorno vi sono 25 P™-ti e che la vertenza italo-abissina occupa nella lista il 22.o posto, Benchè non si tratti di un ordine del giorno definitivo, il quotidiano si domanda se ciò non ammetta implicitamente la possibilità che la vertenza venga discussa appena alla fine del mese di settembre anziché già nella prima seduta del Consiglio. In realtà appare, secondo il giornale, che non si tratti di una riunione speciale per esa- | minare il problema abissino, ma do„a sessione ordinaria del Con;SJ ,io anticipata di due iorn( Questa sera si apprende il te." ^^^i^V^'fL'^^ apprende il testo . ^i un discorso pronunziato dal gen. Smuts facente funzione di Primo ! Ministro del Sud Africa II gen. smuts si è detto preoccupato della | situazione nell'Africa Orientale ?he eg,i *ll"*!ca Pe™°losa Per la ^?uUibrio europeo e | tipr nuelln ripl rnnHnpnro n»n i^pj rannnrti fvo wan^t o no,.< in per quello del continente nero, L'Uorao dl stat0 sud-africano di-|chlara che un conflitto in Abissi-nla provocherebbe una tensione nei rapporti fra bianchi e neri in tutta l'Africa. R. P.

Persone citate: Aloisi, Halle Selassiè, Hoare, Leone Di Giuda, Negus, Norfolk