Le forze militari abissine suddivise in sette eserciti

Le forze militari abissine suddivise in sette eserciti Le forze militari abissine suddivise in sette eserciti Il Negus concede ad un consorzio svizzero la costruzione di una strada da Addis Abeba al Sudan Londra, 10 notte. Addis Abeba è ormai il centro di una mobilitazione militare di grandi proporzioni. Lo dicono tutti i telegrammi da quella città, nei quali sono stasera riferiti i particolari della suddivisione delle forze del Negus in 7 eserciti che, almeno apparentemente, sono organizzati sul modello europeo e che saranno dislocati in modo da permettere la loro utilizzazione strategica nel caso di scoppio di ostilità con l'Italia. In tutto si tratterebbe di 600 mila uomini, 250 mila dei quali sono stati armati cvebLsAvr'pcqadfucili moderni. I rimanenti dhanno avuto l'incarico di provvedersi da soli del proprio equipaggiamento militare, una cosa che, sì dice, non dovrebbe riuscire difficile, dato che in Abissinia si trovano almeno un milione di fucili. I comandanti in capo I comandanti dei 7 eserciti del Negus, ad eccezione di due suoi parenti strotti, sono i soliti ras o vassalli che ad Addis Abeba pagano tributi e che in molte occasioni si sono rivelati più inclini a combattere contro il loro signore feudale che a difenderlo. II primo esercito del Nord è stato messo agli ordini di Ras Seim, nipote del defunto Negus Giovanni; quello del Sud è comandato da Ras Desta, genero di Hailé Selassié; l'esercito centro-orientale ha per generale l'ex-governatore di Addis Abeba, Degiasmac Nasibu: e quello dell'Ovest il Ras Emcru; l'esercito nord-occidentale è comandato da Ras Kassa, e quello dell'Est dal principe ereditario Asfa Posscn, al quale fino a ieri si attribuivano intenzioni poco benevoli nei riguardi di Hailc Selassié, in quanto egli disapproverebbe la politica anti-italiana di quest'ultimo. Infine vi è un esercito del centro; ma per esso non è stato ancora scelto un comandante, non si sa bene se perchè tale esercito non è ancora completamente costituito, o perchè le rivalità fra i pretendenti non sono state composte. Ma sarà questo, si afferma, il corpo militare più importante, in quanto dovrà possedere una grande mobilità ed essere capace di dislocarsi dalla sua posizione mediana verso quello dei due fronti che si dimostrasse il più debole. Ciascun esercito è composto di 30 reggimenti. Vi sono quindi in tut gqPdlelfudmpcgautsncNfttlditj gcbcto 210 reggimenti e ciascuno di]essi ha presso a poco tremila uo- mini di truppa. Si arriva in tal modo alla fissazione della cifra ap- prossimativa di 600 mila" uomini riferita sopra. i Quanto alle armi grosse di cui]dispone l'Abissinia, le informazio- j ni dicono che vi sono all'incirca duecento cannoni, ossia uno per reggimento, ma che si tratta in buona parte di pezzi di artiglieria dì tipo antiquato, molto più peri- Alreggimento di tremila uomini sa-jrebbe munito di circa due armilcolosi per chi spara che per chi è i preso di mira. Le mitragliatrici ! sono in maggior numero, da 350 a i 400, e le pistole mitragliatrici in ; quantità circa eguale, per cui ogni jdel primo e due del secondo tipo, ossia una mitragliatrice o pistola mitragliatrice per ogni 400 uomini. s Quanto al parco aereo, si nega che vi siano più di 8 apparecchi e si asserisce che due di essi non debbono essere inclusi nel computo perchè incapaci di innalzarsi senza grave pericolo degli aviatori. Il Negus ad ogni modo ha deciso di non perdere tempo e importa materiale bellico. Egli ripone grandi speranze nel Giappone, alla volta del quale è partito ieri sera l'alto funzionario Daba Berrou per negoziare. Daba Berrou è partito insieme a un commerciante nipponico residente da qualche tempo ad Addis Abeba. La valigia di Eden A Londra viene rivelato oggi che il Governo britannico negli ul timi giorni ha elaborato nuovi piani e che Antonio Eden non si recherà a Parigi con le mani vuote. Egli porterebbe alla conferenza delle tre Potenze un progetto, la natura del quale tuttavia non viene per il momento stabilita. Si tratterebbe, secondo qualche giornale, di un progetto importante, essendo il Governo britannico deciso ad offrire un contributo positivo a patto che si giunga in tal modo a una sistemazione pacifica della vertenza. Il problema sarebbe reso difficile dal fatto che. non solo in Italia, ma anche in Francia — come rileva la Morning Post — si ritiene fermamente che l'Inghilterra non abbia assunto il suo presente atteggiamento per amore della Lega, ma in difesa dei suoi interessi imperiali. « A Roma si dice — afferma il giornale — che dando garanzie agli inglesi nei riguardi del lago Tana, Londra potrebbe aderire alla tesi italiana: a Londra, al contrario, si è sostenuto, fino a poco tem'ìo fa, che l'Inghilterra lottava per il rispetto dei principi leghisti. Ma a ogni modo di recente — soggiunge — si è accennato anche qui alla paura che una occupazione italiana della Abissi-! nia minaccerebbe Inghilterra ed; Egitto ». Lo scrittore osserva che l'atteg- filamento italiano probabilmente diventerà più rigido di quanto non fosse, e ciò in seguito alla notizia giunta oggi che il Negus ha accordato una importante concessione a un consorzio svizzero per la costruzione di una strada che dovrebbe unire l'Abissinia al Sudan e che avrebbe il seguente percorso: Addis Abeba-Addis Alem-Ambo-Nckempte-Ghimbi e Kurmuk. La sua lunghezza sarebbe di quasi 800 chilometri. Il tratto fino ad Addis Aleni è già in corso di lavorazione e la strada dovrà essere completata entro il giugno del '37. L'importanza di quest'opera pubblica non sarà solo commerciale, ma anche strategica, in quanto, sostituendo l'automobile al cammello, essa abbrevierà la | durata del viaggio attuale che è di parecchie settimane a pochi giorni « La concessione riguardante questa strada — dice la Morning Post — è una delle tante accordate ultimamente. Ma siccome l'Italia, in base al trattato del 1906 e altri trattati richiede il monopolio di simili concessioni stradali, il fatto che sia stata accordata ad un altro Paese probabilmente renderà più inflessibile l'atteggiamento italiano ». Gli inglesi, da parte loro, non possono lagnarsi. E' vero che il consorzio è svizzere (il che non significa tuttavia che sia svizzero anche il capitale), ma la strada unirà l'Abissinia con territori britannici e farà del Sudan un passaggio obbligato delle importazioni in Abissinia per le quali sarà conveniente scegliere la strada del Nord. In altre parole, chi trarrà beneficio dalla costruzione sarà direttamente o indirettamente l'Inghilterra, alla quale non è stata fatta la concessione di costruire la strada, ma è stata fatta quella più importante del tracciato. E Gibuti ne sarà direttamente danneg giata insieme alla ferrovia francese da quel porto ad Addis Abc ba. Fatti questi che come se gli {\dimostrano interessi inglesi in !do della situazione. Abissinia non esistono ancora, si,faccia il possibile per crearli con jla massima velocità approfittan- ;H p