A Londra si spera di allontanare Italia e Francia

A Londra si spera di allontanare Italia e Francia A Londra si spera di allontanare Italia e Francia à Londra, 8 notte. Benché la data dell'inizio delle conversazioni tripartite di Parigi non sia stata ancora fissata, si dichiara stasera a Londra che il Ministro degli affari leghisti Antonio Eden, partirà alla volta della capitale francese con ogni probabilità martedì prossimo. In questi ambienti governativi sì prevede, infatti, che le conversazioni avranno inizio mercoledì o giovedì e che si svolgeranno al Quai d'Orsay, anziché come s'era detto prima in una località dei dintorni della metropoli. « Conversazioni », si dice a Londra, e non « conferenza », in quanto a Parigi solo occasionalmente dovrebbero aver luogo riunioni di tutti e tre i principali delegati, mentre la regola dovrebbe essere, secondo l'opinione londinese, una serie di incontri bilaterali. Non occorre spendere molte parole per spiegare che queste previsioni rivelano l'intenzione britannica di controbattere il successo italiano nell'avere allontanato la vertenza da Ginevra, con la istituzione di una diplrmazia segreta entro la diplomazia segreta, e con un attacco alle posizioni italiane, tentando di infilare un cuneo tra Parigi e Roma. A Londra si spera, e non è un mistero — poiché qualche giornale l'ha scritto — che Lavai muterà parere entro le prossime settimane e che a fargli mutare parere saranno le tendenze di sinistra, le quali, secondo l'interpretazione londinese, si vanno sempre più rafforzando in Francia < che potrebbero quindi indurre Lavai ad allearsi con Eden nella difesa dei principi! societari. Ad ogni modo, per il momento vi è completa stasi diplomatica a Lon dra: i membri del Governo si riposano in campagna. Qui si discute ancora dell'esportazione di armi. Liberali e laburisti continuano ad esercitare pressioni sul Governo per mezzo dei loro giornali affinchè siano concesse licenze a norma del fair play. Essi dicono che ogni ritardo danneggia soltanto l'Abissinia e che il presente contegno del Governo inglese non è sportivo, perchè non contribuisce a dare eguali opportunità ai probabili belligeranti. Il collaboratore diplomatico del Daily Mail- afferma, tuttavia, che non è intenzione del Governo di modificare il suo atteggiamento prima della conclusione delle conversazioni tripartite di Parigi. Il divieto di esportare armi in Abissinia sarà per ora mantenuto, sebbene non si debba escludere del tutto che in determinate circostanze esso potrebbe essere tolto senza preavviso. ClnatnccdzmnvpngdunnzqpqptTrsvaIl flirt anglo-giapponese L'esperto finanziario britannico avrà una conferenza a Tokio Londra, 8 notte. La politica britannica nei riguardi del Giappone comincia ad assumere caratteri analoghi a quella praticata nei riguardi della Germania e che ha condotto nel giugno scorso alla conclusione del trattato navale. Sono state riferite ieri le rivelazioni del quotidiano nipponico Nicinici Scimbun a' proposito di un rapporto confidenziale presentato al ministro degli Esteri Hirota dall'ambasciatore a Londra Matsudaira che si trova attualmente in vacanza in patria. Matsudaira lascia chiaramente comprendere che l'atteggiamento britannico verso il GiapIpone è di spiccata simpatia tanto a proposito della Manciuria quanto della politica svolta da Tokio in Cina. Oggi un altro giornale nipponi Lco, il Gigi Scimpo. aggiunge nuo-vi particolari che confermano la i| impressione prodotta ieridalla, rl1]hhlir;,7jnnf, rip, confratello e pubblicazione dei suo conirateiio a 111 Gu>1 ScmP° riferisce che l'In ghilterra ha proposto al Giappone a ! di tenere una conferenza anglo i nipponica in autunno e si è per-1 fino dichiarata pronta a mandare o dei delegati a ToUÌ° a qUeSt° SC0" o [ no anziché insistere sulla fissa¬ a I po' S zione di una sede europea. Tutte I queste informazioni trovano un a degno coronamento nell'annuncio |londinese di questa sera che sir I Frederick Leith .Ross, esperto fi i nanziario del Governo britannico, a I il quale partirà per la Cina sabato prossimo passando per gli Sta¬ o li Uniti' strada iacendo sosterà a à Tokio dove egli ha 1 incarico di o discutere con quel Governo su tut- ! ti ì problemi pendenti fra ì due o paesi compreso il problema na- vale. A Londra si dichiara che gli . : approcci avviati da Leith Ross - DOtrebbero essere continuati in- PoireoDero essere continuali in^potrebbero essere continuati in: - 1 . .. , ,. . o ; autunno attraverso le normali vie- diplomatiche, una affermazionen i questa che può forse essere inter- - pretata come una conferma lon-- dinese della rivelazione di Tokio - riguardante la proposta di una pnnf(,ren7a L'effetto nrnrtnttn dal -, ??n!,e™£t*f eM6"°n?nr°,i ÌH=»n a'lc rivelazioni dei giornali e favo , revohssimo negli ambienti politi- . ! ci nipponici in seno ai quali si di- - scute apertamente di un riavvie cinamento anglo-giapponese e si - esprime la soddisfazione per il fat t0 che Londra ha compreso l'im- portanza del Giappone in Asia. e: Che questa importanza sia compresa rivela oggi nel Dtiihi Telee yraph lo scrittore O. M. Green il i quale fa considerazioni del tutto n realistiche — di quel realismo -che invade l'anima degli inglesi e di fronte ai fatti compiuti irre- sulla situazione in o parapiU -. Estremo Oriente. La situazione e e dominata, egli dice, dalla paura I che la Cina ha del Giappone. La Cina non osa opporsi più alla volontà di Tokio: la Manciuria se n'è andata, la Mongolia sta per andarsene, la Cina del nord è virtualmente un protettorato nipponico. « E' di somma importanza convincersi, egli scrive, che la causa giapponese contro l'occidente ha la sua parte di giustizia. Il Giappone deve possedere mercati e materie prime e la Cina è l'unico paese in cui può trovare gli uni e le altre. E per di più il Giappone è in una posizione in cui può fare tutto ciò che gli piace. B' troppo ovvio che noi dobbiamo lavorare in favore di una collaborazione col Giappone e non agire contro di esso ». Green nel contempo si illude che la funzione dell'Inghilterra in Estremo Oriente possa essere jn futuro quella di una mediatrice tra le parti in contesa, una funzione la quale però probabilmente non appare né indispensabile ne opportuna agli uomini di Governo di Tokio. Ma è sicuro che essi trarranno il massimo partito da questa improvvisa propensione del Governo di Londra a ignorare le violazioni del Covenant calpestato dal Giappone sul continente asiatico. L'alleanza finanziaria anglo-giapponese in Cina e una sistemazione della rivalità navale dovrebbero essere il premio all'Inghilterra per la sua benevolenza.

Persone citate: Antonio Eden, Frederick Leith, Green, Hirota, M. Green