Come "lavorano,, i pirati

Come "lavorano,, i pirati ii* CImUB BFSImIm1orchidea, rossa. Come "lavorano,, i pirati (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) KOWLOON, luglio. Ho assistito al giuramento d'un neo-pirata. La funzione non si svolse in un antro e di notte alla luce obliqua delle torce o a quella incerta di lanterne fumose. Non si svolse neppure fra riti stravaganti e paurosi, come potrebbero far credere il personaggio e certi drammi cari a Luigi Carini. Si trattò d'una cerimonia semplice e alla piena luce solare. Il neo-pirata giurò sulla tomba dei proprii avi, sui fianchi d'una collinetta del New Territory, a una ventina di miglia da Hong-Kong. Mi aveva invitato Mister Chu. Sul conto di questo enigmatico signore, oltre quanto sapete, per il momento, non posso aggiungere ragguagli nuovi. Al Penlnsular Hotel di Kowloon, all'improvviso, egli si congedò con una frase generica: — Non mancherà l'occasione di incontrarci ancora. Nell'attesa d'un eventuale quanto problematico incontro, girai per tre giorni attraverso le vie di Hong-Kong. Due tipi di umanità nettamente diversi le popolano: i masters e i... cinesi. I primi, rossi di volto, spessi di corpo, sempre ansanti e sudati, vestono di bianco, giocano al polo, al golf e al bridge e abitano i buildings e le ville; mentre i secondi, a parte qualche panciuto esemplare di Buddha, hanno lineamenti più fini, anche strette, toraci sottili. I masters, inoltre, son duri e grossolani soprattutto quando non hanno bevuto da un paio d'ore. E gridano forte, insultando i cinesi, che li sopportano con rassegnazione, credendo ch'essi siano ancora i padroni del mondo. I cinesi, a loro volta, si dividono in due categorie: coloro che vestono lunghi camici neri o grigi e coloro che vanno semi-nudi, i cinesi propriamente detti e i cooliesquest'ultimi appartenenti, secondo i masters e i loro stessi fratelli di razza, ad una sottospecie umana.Due calamità GJH uni e gli altri, però, costituiscono due calamità per il turista vagabondo. Appena il disgraziato ha messo piede sul molo, orde di interpreti benevoli e guide improvvisate lo assalgono e non gli danno requie. La seconda seccatura è più grave ancora: attenta alla consistenza del portafogli. Non equivocateamici lettori, e non arrossite, gentili lettrici! Non si tratta affatto di quanto... immaginate. Si tratta semplicemente di non essere adescati dai sorrisi e dagli inchini dei cinesi propriamente detti, t'enditori tenaci di paccottiglie tedescogiapponesi. Per conto mio, onde sfuggire alla duplice seccatura, prendevoogni giorno, il ferry-boat per Kowloon, rifugiandomi sovra i molicontro i quali le vecchie giunchedai ventri quasi sempre ripieni dmerci proibite, sbirciano, con glocchi sornioni dipinti a prua, le moderne navi d'Europa e d'America. Li, sulle banchine, fra la turba affaccendata degli scaricatori, fra sacchi di riso e mais, fra balle dcotone e seta, a fianco d'un controllore di scarico o d'un mendicante, io notai a varie riprese diversi cinesi vestiti all'europea, le mani nelle tasche, il casco coloniale di traverso. Non erano portatori, perchè restavano sempre allo stesso posto; non capi-servizio, perchè non controllavano nulla; e nemmeno benevoli accompagnatori di turisti verso qualche clandestina fumeria d'oppio, perchè non mi importunarono manco una volta. Chi erano? — Son pirati in attesa d'arruolamento! — mi sussurrò in un orecchio Mister Chu, sbucato non so da dove. — Quando un buon colpo è alle viste, un agente reaiutatore passa da queste parti.Dopo il primo istante di stupore per l'improvvisa comparsa, una domanda mi venne subito alllabbra: — E voi chi siete? — Il capo dell'Vfficio-Informazioni del club « Orchidea Rossa » un ufficio di spionaggio e controspionaggio... — Una specie di Intelligence Service? — Precisamente! Sappiate, difatti, che voi, ai vostri primi passi troppo... curiosi, siete stato segnalato immediatamente e avete formato l'oggetto d'un esame attento... — E benevolo t — Abbastanza. Ed è, appunto, affinchè non scriviate a sproposito sul nostro conto, che io mi sono deciso a parlarvi. La bionda regina non esiste — Allora ditemi: la famosa Orchidea Rossa, la bionda regina dei pirati, esiste o non esiste! — Non esiste! Si tratta d'un fe nomeno o, più esattamente, d'un equivoco collettiva'della fantasia popolare. TI nostro Club venne chiamato dell'Orchidea Rossa, in Cina essendo molto diffusa l'usanza di battezzare uomini, donne e cose con nome di fiori o colori. La fantasia popolare, però, s'è sbizzarrita attorno a tale appellativo e, magari eccitata dalla nota canzone, creò un personaggio chimerico, attribuendogli e gli occhi e il profumo e la stessa giunca dalle vele sanguigne della canzone. In realtà, si tratta d'una società con uffici attrezzati alla moderna, con segretari e dattilografe, telefoni e poltrone per i soci e i visitatori. Non vi dirò, sciatemi, dov'essa abbia la sede e sotto quale anodina ragione sociale si nasconda... Forse è una banca, forse una società di navigazione o un ufficio per turisti... Comunque, un giuramento solenne vincola capi e gregari, il Club dell'Orchidea Rossa essendo una società segreta. Quest'ultima informazione non mi stupisce. In Cina, le società segrete pullulano. Datano dalle più antiche età, quasi tutte ' essendo nate dal bisogno dei vari settori della comunità di difendersi contro gli eccessi e le angherie dei corpi costituiti. Ebbero riti diversi e diverse credenze religiose, ma tutte si basarono sul segreto e sul culto ancestrale, in modo da creare quell'atmosfera sacra e misteriosa, in cui l'uomo isolato respira lo spirito di sacrifizio necessario, affinchè la società possa raggiungere lo scovo propostosi. Le società segrete, però, anche quelle animate da nobili principi, finiscono tutte, presto o tardi, per diventare associazioni di malfattori. La Massoneria insegni. Quelle cinesi non sfuggirono alla regola.Attualmente, il Club dei «RossoBlu » fondato da Sun Yan Sen. il padre della nuova Cina, raccoglie circa 40 mila soci e controlla quasi tutta la produzione dell'oppio. Il Club dell'Ortica Azzurra, più noto come Club dei Kid nappers (banditi rapitori su taglia alla guisa dei gangsters americani) è il più temuto. Fatto il colpo, difatti, i kidnappers rivolgono al prigioniero, frase più frase meno, questo discorso: « Scrivete al vostro augusto padre, ai vostri ricchi parenti, ai vostri potenti padroni che noi reclamiamo una taglia di mille, duemila, tremila dollari. Se, alla tale data, i dollari non arrivano, noi saremo nella dolorosa necessità di amputare le differenti parti della vostra nobile persona, fino a che lo spirito liberato dai legami terreni, raggiunga i vostri venerabili avi nella loro tomba di marmo ». Un dito, le orecchie... E i bruti non scherzano. Se il riscatto non arriva, essi incominciano a tagliare al prigioniero un dito e lo mandano ai genitori come sollecitazione. Se non ottiene effetto, seguono le orecchie, un altro dito e... qualcosa d'altro. I genitori o i parenti, allora, s'affrettano. Ma, molto spesso, quando i dollari arrivano, il prigioniero è già morto. Per questi kidnappers, Mister Chu ha un profondo dispregio. Me lo esprime adesso, mentre sulla collinetta del New Territory, il neo-bandito fa tre volte il giro della tomba avita, le rosse candele propiziatorie in mano: — Con le loro esagerazioni, — mi dice infatti — i kidnappers ci recano un danno immenso. E, siccome lo guardo con meraviglia, mi spiega: — Per principio, il Club dell'Orchidea Rossa, non prende prigionieri, non fa ricatti e tenta di evitare gli assassina. Quello che cinteressa è ti carico della nave assaltata... — ...e i portafogli dei passeg gerì! — Anche, perchè i tempi son duri. Le società di navigazione stanno sul chi va là e non esitano a far scortare da cannoniere i carichi preziosi. D'altra parte, la crisi si sente anche da noi. I traffici diventano sempre più ridottimentre le spese generali restano immutate... Il neo pirata giura Mister Chu si raccoglie alcunistanti prima di continuare: — Il nostro Club si compone doltre 5 mila membri (uomini d'azione, informatori nelle banchenei telefoni, nei porti e nelle società di navigazione) nonché dtremila giunche associate, fi suo raggio di attività t'estende lungo tutte le coste della Cina del Suddivise in varie zone, organizzate e dirette da luogotenenti fidatiQuesti ultimi, quando un colpo è alle viste, son pure incaricati dreclutare gli uomini d'azione. I membri ricevono una paga fissa non molto alta, ma sempre superiore alla paga d'un militare cinese, senza contare i premi per colpi ben riusciti. Le giunche associate, invece, pagano una quota annua. In compenso, il proprietario è protetto contro tutto e contro tutti e, quando non ha lavoropuò affittare il proprio veliero alla società... In questo momento, prosternato davanti alla tomba avita, il neopirata giura. Costui non ha l'aspetto classico del bandito. E' un uomo di quarant'anni piuttosto corpulento, con labbra spesse e violette, gote rotonde, naso quadrato ed occhi probabilmente piccoli e rossi, ma nascosti dietro occhiali monumentali. Ha una voce monocorde e pronunzia la formula del giuramento come una cantiJena. — Che cosa dicet — Se tradisco il Club dell'Orchidea Rossa, che io diventi un drago senza testa; se ne vendo isegreto, che i cinghiali sbranino imio corpo; se denunzio un fratelloche i porci e i cani disperdano avento le ossa mie e quelle dei mieavi. — E crede sul serio a tali fandonie f Mister Chu mi guarda, come se io avessi pronunziato parole sacrileghe: — Il cinese può essere ladrotruffatore, pirata, ma si farà torturare, amputare, scuoiare, uccidere piuttosto di vagir meno ad un giuramento pronunziato 3ulla tomba dei propri avi. E' vero, perchè soltanto con simile mentalità, possono ancora vivere e prosperare i banditi e pirati della nuova Cina. Paolo Zappa Mendicante sui moli di Kowloon UN «IMITERÒ CINESE

Persone citate: Luigi Carini, Orchidea Rossa, Paolo Zappa, Sun Yan Sen

Luoghi citati: America, Cina, Europa