Un cippo di confine inaugurato a Claviere dai combattenti italiani e francesi

Un cippo di confine inaugurato a Claviere dai combattenti italiani e francesi Un cippo di confine inaugurato a Claviere dai combattenti italiani e francesi La fervida cerimonia si è svolta in una atmosfera di profondo cameratismo II vibrante saluto del Segretario Federale ai reduci della guerra vittoriosa In tutti t canti di guerra è una, nostalgia della casa e della celisi-, ed un desiderio di ritro-vaisi tra camerati, come dice la canzone, «là lontano in sul con-tine ». Ieri questi canti guerre-schi, che ricordano gli anni del- V eroismo e del sacrificio, han- no risuonato per entrambi i ver-santi, il nostro e quello france- se, che adducono al passo ed alla conca ove Claviere si adagia tra l'opulenza verde dei prati in declino ed. il chiuso delle foreste di pini. A Claviere infatti sono giunti, da un lato — a frotte, su autocarri o a piedi quasi in mistico pellegrinaggio — folte rappresentanze delle popolazioni di Sttsa, di Bussoleno, Oulx, Cesava, di tutti i centri della valle; dall'altro numerosi nuclei di combattenti francesi, da Gap, Briancon, Guillestre, Emprin ed altri paesi della Francia, al convegno che i camerati italiani avevano loro dato per una cerimonia di fraternità e di patriottismo. Se per te nostre vallate hanno vibrato le note di « Giovinezza », dell'inno alpino e dei canti di guerra, dall'altro versante hanno risposto gli echi della « Marsigliese », della « Madelon », dei canti infine che gli eroici « poilua » hanno saputo intonare durante la guerra dinnanzi al nemico. . .,. L'onda sonora delle due lingue si è fusa insieme, come /"•si, stretti,. uniti sono stati i cuori dei combattenti italiani e francesi durante l'Antera giornata che ha segnato una nuova afferma zioiie di quell'amicizia che, basata su comuni ideali e sulla tradizione delia latinità, è oggi un luminoso faro alla vita politica europea. , - ■ ■ Il Segretario. Federale Piero Gf^otti-,ba-ìMuta'\essax presente a questa cerimonia come sempre è presente laddove il cuore del popolo vibra per i piti alti ideali patriottici. Alla, cerimonia hanno anche partecipato il marchese Pensa vice-Podestà di Torino, il generale Riccardi, comandante la Divisione « Assietta », il console Mannelli per il generale Vandelli, il console Solvetti, il cav. Berutti podestà di Pinerolo, che, richiamato,'vestiva la divisa di ufficiale degli Alpini, i podestà ed i segretari politici dei paesi della Valle di Suga, gli ispettori federali, il centurione Mazzucco della Milizia confinaria, e molte altre personalità. A ricevere il gerarca si trovavano il conte Giriodi Panissera presidente della Federazione Combattenti, il Podestà di C'iaviere camerata Soffietti, il Segretario politico camerata Rotta, e AdsgbnpctsqdcstdvalldccnammbctftmtmLps la popolazione di tutta la valle, Piero Gazzotti è stato calorosa mente accolto con lunghi ap piatisi dai combattenti francesi, alla cui testa erano il signor Lu dovico Durand, segretario del VA.M.A.C'., il sindaco di Em~ bruii, Charles Masson, il signor Tourres, delegato di Gap, l'abate Durand, i signori Imbert-Blanc, Amyeltin., ed altre personalità delle Associazioni combattentistiche francesi. Fin dall'arrivo degli ospiti graditi l'affiatamento dei combattenti francesi con quelli italiani è stato cordiale, affettuoso, pervaso di quella calda simpatia che unisce gli uomini che hanno tenuto nel cuore per anni lo stesso ideale. Le cerimonie si sono svolte con quella semplicità che è propria degli avvenimenti ai quali partecipino uomini forti. Dinnanzi al sagrato della piccola chiesa tuttora in costruzione, una centuria di Avanguardisti ed una di Gio-1 vani Fascisti si sono schierate tlrcfldctnllbclavendo a fianco i Combattenti delle due Nazioni frammisti, i cui labari gareggiavano nello splendore dei tricolori. Nella piccola chiesa disadorna, che nella severità delle pareti ancora senza intonaco e per le finestre senza vetri occhieggia»! apertamente alla vistone delle montagne, ricorda una certa primitività religiosa, e stata celebrata la prima Messa. Poscia, su un piccolo palco, dinnanzi alla chiesa, hanno preso posto le Autorità ed è stata benedetta la fiamma della sezione Combattenti di Claviere. Un montanaro, asciutto nel volto riarso dal sole, Luigi Bruni, ed una vecchia vailigiana che nel bagliore dello sguardo pur velato da una tremore di lagrime, dimostra la forte tempra delle donne delle nostre montagne, la contadina Elisa Long, sono stati rispettivamente padrino e madrina del vessillo. Il privilegio ambito è stato loro riservato per il sacrificio dei figli che essi hanno offerto alla Patria. Il parroco don Martino Bertola. ha benedetto la fiamma e ha detto alcune patriottiche espressioni; a lui ha fatto seguito il po- fccdesta camerata Soffietti, che haIparlato alla popolazione del suo| Comune esprimendo sentimenti patriottici ed infiammati di fedo fascista. Injine il conte Gmmli Panissera ha pronunciato una vibrante, commossa allocuzione ed. ha ricordato ai Combattenti ita-iliani e francesi i sacrifici sofferti ' Iinsieme e certezza di un avvenire' radioso alle due Nazioni che han saputo ritrovare la toro amicizia preziosa ed unirsi per 'marciare insieme al domani con tranquilla sicurezza. Gli oratori sono stati a lungo applauditi e la popolazione, incolonnatasi in corteo, ai è poi tiretto seguendo le Autorità verso l'estremo lembo di terra italiana ove, proprio dinnanzi alla linea del confine, è stato eretto un cippo legato con le scuri littorie, che sorregge in alto uno svettati- 1 la, irrigidita nel saluto romano ha visto in quella progrediente te pennone alla cui cima è stato liberato il tricolore. Anche questa commovente cerimonia è stata semplice come si conviene al sacro luogo, quel confine che tutti gli italiani su tutte le fronti sapranno sempre difendere col loro sacrificio, all'ora che dalla mattutina brezza moti tana traeva un senso di giovinezza e di serenità, al cuore della massa che guardava in alto al la bandiera come al più caro simbolo della Patria. Il parroco ha benedetto il tricolore che lentamente è asceso lungo il pennone mentre la fot- - elevazione della bandiera il sigiti fidato della nostra nuova civ fascista che innalza ancora l'Italia verso nuove più lontane mete. Piero Gazzotti ha poi parlato; tentare di riassumere il discorso è cosa ardua, perchè le sue parole sono scese nel cuore di tutti come l'espressione di una fede che si sento più con l'anima che con la mente. Il Segretario Federale ha a lungo espresso alla folla il suo pensiero di uoìho che ha combattuto la guerra, che Ita fatto la Rivoluzione, che ha vissuto c vive la vita del Partito da un alto posto gerarchico; ha infine detto tutti i sentimenti di amicizia che legano attorno a motivi i quali hanno tradizioni secolari il popolo italiano e la nobile Nazione francese; infine ha terminato con il saluto al Re ed al Duce, a cui la folla ha risposto con una sola voce, alta solenne irruente. Il Segretario Federale ha voluto terminare il giocondo raduno con un discorso elevato e vibrante di quella fede fascista, di quella certezza nei destini imperiali della patria che le Divisioni partenti per l'Africa Orientale aIsaliranno conquistare all'Italia di o| Mussolini. i o i d. Domani mattina avrà luogo -ila partenza delle 800 bambine fii glie dei dipendenti Fiat, per la ' colonia di Marina di Massa. Esse si aduneranno presso la Sede di via Carlo Alberto- 47 e si porteranno quindi .alla stazione di PorLa Nuova ove, con treno secciaIle delle ore 7,32, avrà luogo la partenza. pcLclvacttptdpnnl°artenze di coloni i o r n La folla davanti al cippo mentre parla il Segretario Federale.