L'Italia resta ferma e sicura nelle sue decisioni nel febbrile dibattersi di interessi e di ideologie straniere

L'Italia resta ferma e sicura nelle sue decisioni nel febbrile dibattersi di interessi e di ideologie straniere L'Italia resta ferma e sicura nelle sue decisioni nel febbrile dibattersi di interessi e di ideologie straniere Involute dichiarazioni di Hoare alla Camera dei Comuni Londra, 1 notte. La Camera dei Comuni ha tenuto oggi la sua ultima seduta prima della sospensione estiva. Gran folla come di consueto occupava le tribune e l'emiciclo. Si sapeva tuttavia che dichiarazioni precise non sarebbero state fatte data l'eccezionale delicatezza del momento e il fatto che la questione italo-abissina è sottoposta all'esame ginevrino. D'altronde lo stesso leader dell'opposizione Lansbury aveva, senza esserne richiesto dal governo, proposto di mantenere 11 dibattito su un terreno molto elevato e generico onde non intralciare le fatiche degli statisti e della diplomazia. Ammissioni di Hoare Hoare, cernie; già fece nel suo discorso prece&ente, ha riparlato del realisTìto della politica britannica ed ha particolarmente Insistito sulla necessità di procedere con la massima cautela astenendosi da mosse affrettate le quali non solo non agevolerebbero la sistemazione della vertenza ma aumenterebbero in modo allarmante i pericoli che minacciano la Lega. Al contempo però il ministro ha llppacnvrctzlsmcuhissdtgt fatto una ammissione avanzata da molti scrittori inglesi e importante in quanto accolta dal governo, che i problemi attuali debbono considerarsi come causati dal fatto che da un lato si trovano le nazioni abbienti padrone del mondo e soddisfatte e dall'altro le nazioni non abbienti aventi il diritto di possedere e appunto per questo a ra gione insoddisfatte. Il dibattito non si è svolto esclusivamente intorno al problema abissino quantunque esso ne fosse il pernio. Lo ha aperto Lansbury il quale ha affermato che le nazioni diffidano le une delle altre come mai in passato e che la conferenza del disarmo è stata una delusione per il mondo, e, In quanto all'Abissinia, ha dichiarato che l'opposizione considera la vertenza italo-abisslna « difficile e pericolosa». Il partito laburista però ap poggerà il governo con tutti i suoi mezzi in suo potere fino a tanto che questo governo si atterrà rigorosamente agli impegni assunti in base al Covenant della Lega. Il leader dell'opposizione ha terminato chiedendo che si convochi una conferenza economica per il miglioramento della situazione mondiale. Dopo lui ha preso la parola 11 leader liberale Herbert Samuel il quale a sua volta ha affermato che il pericolo di una sistemazione del conflitto con le armi è più presente che mai ma ha scongiurato al tempo stesso il governo a « non impegnarsi in misure drammatiche allo scopo di forzare una soluzione. E' essenziale che l'Inghilterra agisca d'accordo con le altre Potenze e in particolare modo con la Francia, che la Lega segua la propria procedura ed usi tutti i suoi sforzi per giungere a misure di conciliazione. Il trattato del Ecngrdi i , e e a e r - 1906 è tuttora valido ed esso con-itpmnla la discussione tra Italia templa la discussione tra umili,. Francia e Inghilterra». La cau- tela però, secondo 1 oratore, non.deve significare indifferenza e la Lega non può ignorare i pericoli1di guerra perchè, se facesse que- !si: dimostrerebbe di non essere \-,ifi„ „i,„ „ii-o„,o t-„ i„ atro che una alleanza tra le gran- jdi Potenze per la loro protezione contro i pericoli der militarismotedesco. Per evitare tale interpretazione, per dimostrare che la Lega deve proteggere tutte quante le nazioni, occorre che essa dimostri la sua autorità. A questo punto l'oiatore ha pregato il mi d nistro degli Esteri di dire alla Ca-mera quanto di vero vi sia nelle voci secondo le quali delle assicu- razioni vennero date a Stresa le quali costituiscono un ostacolo a una sincera effettiva azione della Francia e dell'Inghilterra. « Si è detto — ha soggiunto Herbert Samuel — che la cooperazione italiana era vivamente desiderata negli affari dell'Europa Centrale, e per questo delle assicurazioni erano state date all'Ita- lia che legano oggi le mani del-' l'Inghilterra e della Francia. SI pretende inoltre che assicurazioni precise erano state date da Lavai a Mussolini non solo che la Francia avrebbe appoggiato concessioni economiche in Abisslnia in favore dell'Italia, ma che essa si sarebbe disinteressata delle misure che fossero state adottate dall'Italia per rafforzare la sua posizione nell'Africa Orientale. I delegati inglesi a Stresa sarebbero stati a conoscenza di queste promesse date dalla Francia e non credettero necessario sollevare una questione, di guisa che l'Italia ha potuto interpretare il. silenzio inglese quale tacito consenso alla sua politica di fronte all'Ablsslnla ». Samuel Herbert ha detto che dovrebbe essere chiaramente categoricamente dichiarato che l'Inghilterra non ha ambizioni di sorta in Abissinia, ma che in qualità di t Potenza imperiale è interessa- zifozeravflqmglascplibqpdsvtcta a impedire lo scoppio di una ?lotta la quale possa venire pre-1 ssentata come un urto fra popoli qdi razza bianca e razza di colore, i cEgli inoltre ha proposto che per ncalmare le inquietudini dell'Italia I imnei riguardi di una possibile ag-' Lgressione abissina, Inghilterra e Francia le promettessero la garanzia della integrità territoriale delle sue colonie. Tattica prudenziale Samuel Hoare ha preso in seguito la parola. Egli ha riconosciuto che l'Inghilterra si trova dinnanzi alla più. - romnlifntn p riiffirilp qitimyione mcomplicata e difficile situazione pdel dopo guerra. Essa però inten-1 dde far fronte ai nuovi problemi in ■ nuno spirito dì puro realismo il addzlaahsp„è decisa a fare tutti i ragionevoli dsforzi per impedire la guerra. j E« E' facile e forse seducente in j runa controversia di questa natura1 ritr? Jwft"Z,„ Jnnn^V/n !drcele noi ma se ques?o atteg: ranni le basi della cooperazione in- Jternazionale e dovesse storpiare • o mutilare la Lee-a ner una £ene- Srazione la nostra impetuosità Der tJàuantcf corae*iosà S ssere dcriminale che per giunta non riu- scirph'^e a ■ Hshriuntrprp lo irono per il quale agisce ». Dopo aver detto che gli atti precipitosi potrebbero estendere i pericoli di guerre anziché evitarli, Hoare ha detto che il Governo non intende essere secondo a nessuno nel suo proposito di eseguire Aimente conclusi per una maggiore sicurezza dui Europa sembrereb. b<5ro i£l cne stracci di carta - perci5 doBbiamo fare tutto11 posn. sibile per mantenere in vita la a Lega. Se scoppierà la guerra è i1 certo che nelle condizioni attuali - ! dt. mondo avremo delle compiie \ castoni infinite, controversie e crisi connesse con la finanza e ì - traf cfm a dei heìy e ranti e dei neutrali e in linea ge o1 a o r"suoi'7mPegni7n "base "aibrattati lae allo statuto della Lega. ! v«II risultato di una guerra tra: h1'Italm e l'Abisslnia — ha aggiun- ■ rto il ministro — sarebbe dannoso ; mpor la Lega e per tutto ciò che ; cessa rappresenta. Il tentativo da gnoi fatto nel mondo del dopoguerra di sostituire la pacifica siste-1 mazione all'arbitrato della sciabola sarebbe frustrato. Le nazioni piccole e deboli del mondo vedrebbero posta in pericolo gravemente la protezione dalla quale hanno finora dipeso. I patti laboriosa- nerale con tutte le relazioni normali fra le nazioni civili. Fuori dell'Europa la reazione anche se non sarà immediata non risulterà meno deplorevole. « Io ho già detto alla Camera che noi non siamo privi di simpatie per i bisogni italiani di espan -. si0nt e ciò è stato dimostrato dal e nostro atteggiamento del dopo- guerra. Se il Governo italiano ha e a a o a - doglianze da avanzare contro il Governo abissino le presenti, e1 troverà la Lega pronta a prendere1 in completa e imparziale conside-i r.izione la tesi italiana. Ma queste sono questioni che possono essere risolte senza la guerra e specialmente senza una guerra, la quale inevitabilmente condurrebbe alla | confusione in Europa, al serio indebolimento e forse alla distru-1 zione delle forze di pace e ad un formidabile scompiglio fra le razze di colore del mondo e la Camera può fare affidamento sul Governo che esso userà tutta la influenza disponibile per impedire questa calamità ». Gli impegni di Stresa Hoare ha quindi risposto a Samuel dicendo che la proposta di garanzia.da offrirsi all'Italia nella possibilità di una minaccia ai suoi possedimenti In Africa sarà comunicata a Ginevra. In quanto poi alle voci raccolte dal «leader» liberale, Hoare ha detto: « Parlando a nome del governo britannico, desidero dichiarare che queste voci sono assolutamente prive di fondamento. La questione dell'Abissinia non è stata mai discussa fra i delegati dei tre governi a Stresa, e io sono assolutamente certo che il Governo francese non ha assunto impegni nè ? &p^a\^ 1 sistemazione in Abisslnia come quella prevista da Samuel. Io sono i certo che 11 Governo francese non na compiuto atti contrari ai suoi impegni in base allo statuto della LeSa e ai trattati esistenti ». - metodo <« conciliazione che possa preaentargi a noi 0 al Con|igUo deUa Lega e to è „ com£ito nel quale è impegnato Eden » Il ministro quindi ha accennato alle discussioni di Ginevra, dicendo che il governo si rende conto dei rischi coinvolti nella accettazione o approvazione di metodi dllatorii che non possono condurre a risultati, « Ma noi ci rendiamo conto — ha soggiunto Hoare — che è essenziale offrire le più complete e più eque opportunità a qualsiasi limplatafmadomhrrdsMl„ J?°arAe ha terminat0 dicendo che dlzio del governo le condizioni di Europa rimangono piene di oscu- rità e di apprensioni, ,T„ _„_f„„„„ v,„ j»h._ !del m°"do n°* dobbiamo esamina re nuovamente con la massima cu- JJ* ^bastanza corarefosa da • „t„ aJl™5 1 'Ofafo „ ,1 i S^ire una ferma e coerente poli- ! tJlca dÌ pace' ma abbastanza forte! da ottenere che il mondo la ri-! R- P. REPARTI DELLA DIVISIONE GRAN esercitazione sulle pendici del Monte Serra.