Morelli parla del suo " Tour"

Morelli parla del suo " Tour" Morelli parla del suo " Tour" Parigi, 30 notte. 7n uno dei più famosi grandi magazzini di Parigi, dove si può avere ogni ben di Dio se provvisti smscbridi un robusto gruzzolo, abbiamocetrovato stamane Ambrogio Morel li. Nessuno si era accorto che il secondo arrivato del Tour era tra la calca delle gallerie Lafayette con l'intento di acquistare qualche apfistdricordo della « Ville Lumiere » per tala sua modesta famigliola. j seLa folla parigina, che domeni-\asea Ila tributato a Morelli e a Tea-i tartii i due superstiti dei dodici com-neponenti la squadra italiana, una roindimenticabile dimostrazione di simpatia, ha già dimenticato le gesta del valoroso lombardo? Affat¬ to. Ma il mondo femminile è così assorto nei suoi acquisti — per la verità siamo nel reparto riservato al sesso gentile — che non ha tempo nemmeno di concedere uno sguardo all'uomo che per poco non vinceva il 29.o Giro ciclistico di Francia. L'ultima tappa Morelli, sul cui viso è assai marcatamente inciso lo sforzo sopportato durante ventiquattro giorni di fatiche e di speranze, non ha dimenticato, invece, quella che è stata — così egli l'ha definita — la corsa più dura della sua vita. L'episodio finale dell'ultima tappa è l'esca con la quale il segaligno lombardo accende il discorso sul Tour. I suoi grandi occhi scintillano e la sua parola si fa calda, accorata; quasi volesse da noi l'assoluzione di un grande peccato inconsapevolmente compiuto. «Aveva appena bucato Le Grevès, — incomincia Morelli — che Romano Maes scattò come un dannato a più riprese. Io, Vervaecke e Chocque non mollammo, però. Avrei dato la metà di quello che ho guadagnato in questo Tour, una vera piccola fortuna per me, per giungere alla pista del Parco dei Principi con la « maglia gialla », e batterlo in volata. Mi sentivo veramente in forze, domenica, e avrei vinto, senza l'incidente che ci costrinse a mettere piede a terra e che permise a Maes di andar¬ letasctepmsppsdhmpl'mloqlamucsstvpIsene. Ad un certo punto, un auto Tc«e ci precedeva, si arrestò, sbar- nrandoci la strada. Maes scattò e mclncpriuscì a passare sul fianco destro, puntando contro la folla che chiuse la via dietro di lui. Noi restammo bloccati e soZo gridando come dei pazzi ^uscimmo a farci largo. Quando tra la folla si aprì uno spiraglio e noi potemmo entrare in piena azione, era troppo tardi. Ma le mie disavventure non finirono qui. Chocque solo mi aiutò a ricuperare parte del tempo perduto, mentre Vervaecke non badava che a « succhiare » le mie ruote. Ad un certo punto, potevano mancare ancora otto o nove chilometri all'arrivo, Vervaecke venne al mio fianco stringendomi con insistenza verso la folla per farmi cadere. Accelerai l'andatura per non cadere, e poi, non potendo esprimermi in fiammingo... presi il belga per il collo con tanta energia che egli capì che era meglio non insistere ad adoperare mezzi non previsti dal regolamento dell'Auto, per costringermi alla resa. Anche la folla era dalle, mnia, perchè fischiò più, volte il belga, ma, intairfo, Romano Maes se n'era andato... ». Tornerò da queste parti. C'è un senso di così vivo dispetto in queste ultime parole di Morelli, che da sole basterebbero per dire con quale cuore egli abbia combattuto e difeso, per quanto quasi solo, le sue possibilità. « All'arrivo — proseliti Morelli — impegnandomi a fondo, avrei, forse, potuto battere Vervaecke; ma non volli fare la volata, stanco come ero, per non dare al belga' la soddisfazione di battermi allo 'sprint ». — Le tue impressioni generali su questo Tour? — Le mie impressioni sono anche quelle degli altri. Se avessi avuto una squadra a disposizione prima della mia resa a Rochefort quando non ero che a due minuti da Romano Maes, le cose, può darsi, sarebbero andate ben diversa mente. Ringrazio il cielo di aver trovato in Teani un compagno buono e premuroso, altrimenti avrei perso anche il secondo posto. — Non hai mai pensato di'vincere il Tour? — Confesso che tutta la mia tattica era orientata verso la difesa e non ho mai pensato seriamente ad una eventuale offensiva contro la « maglia gialla », perchè troppo ben difeso da compagni di indubbio valore. Quando io fui molto vicino a Maes in classifica,egli si decise a dichiarare ai compagni che avrebbe diviso tutti i premi. E allora le rivalità cessarono in casa belga e tutti fecero la corsa per la « maglia^ gialla ». Dal canto mio, non potevo espormi ad una reazione belga. Da solo si fa poco, e perdere il secondo posto durante una offensiva andata a vuoto mi sarebbe seccato «^sai più che non averlo mai guada-guato. Forse avrei tentato qual-che cosa, se non avessi compiuto l'errore di attaccare troppo tardi nella seconda tappa dei Pirenei. quella che mi assicurò il posto che7io occupato a fine giro e che mi fece pensare per un momento diaver guadagnato definitivamente il premio de) diecimila franchi che,poi, mi venie soffiato dalla fuga ti * *J di' Moiner « Ma un queste parti c allora regoleremo, spero, tutti i conti vecchi! Chi cosa pensi di Romano . . Uro anno ritornerò daun corridore abbastan¬ , anonilpm forte. For-era mai più il Giro di Maes? '— CI-za fortr. se non " Francia, specialmente se non la smette di aiutarsi con le sue... miscele miracolose. Tutti j corridori belgi e francesi sono abituati a ricorrere a simili mezzi, a dive¬ celi za di noi italiani. Maes non ha ancora 22 anni e si accorgerà ben presto quello che gli sarà costato fisicamente questo Tour, che è stato il più duro di quelli finora disputati, non solo perchè inaspri ta la formula da un nuovo e più h severo regolamento, ma perch è j assai combattuto sino alle ultime tappe. Del resto, la media ufficia-1 ne (n chilometri 30,620 parla r/im-j ro -proposito e batte tutte quel- ;le dei Giri precedenti. Ricordi e contratti — Quando parti per l'Italia? — Ho 25 contratti per altrettante riunioni in Francia, poi penserò a ricuperare un po' di quei chili che ho perduto, indi a partecipare alla Coppa Bernocchi e, poi, al Giro di Lombardia. Ecco il mio modesto programma per questa fine stagione. — E' vero che correrai d'ora in poi con la Marca che ha già impegnato Guerra per l'anno prossimo ? — Ho avuto buone offerte da due note Case milanesi, ma non ho ancora decito nulla. Sicuramente, però, entrerò presto a far parte della squadra dell'una o dell'altra, e con me sarà probabilmente anche Teani. Morelli ripetutamente ha volto lo sguardo in giro alla ricerca di quel famoso ricordo da portare alla sua sposa e al suo piccolo Remo. Lo lasciamo alle prese con una graziosa vendeuse, poiché anche per il lombardo il tempo stringe. Tra poche ore comincerà il suo secondo Giro di Francia, quello in treno, per raggiungere le piste dei velodromi, il giro che gli darà applausi e quattrini. « Vittorio Zumaglino

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