L'incontro di Eden con Laval a Parigi

L'incontro di Eden con Laval a Parigi L'incontro di Eden con Laval a Parigi inizia la serie dei colloqui che avrà oggi il suo seguito a Ginevra Il Consiglio della Lega liquiderà in settimana i suoi lavori Pausa di attesa a Londra Londra, 30 notte. La calma stabilitasi improvvisamente a Londra, alla vigilia della riunione del Consiglio, non consente ipotesi di sorta. Si apprende tuttavia che nella lunga discussione di ieri il Governo ha deciso di non decidere nulla per il momento e di lasciare ad Antonio Eden la massima latitudine d'azione onde dargli la possibilità di esplorare a fondo qualsiasi strada, la quale sembri puntare in direzione di una pacifica sistemazione della vertenza italo-abissina. Eden dovrà però tenersi in costante contatto telefonico e telegrafico con Londra, di guisa che, secondo quello che affermano i collaboratori diplomatici di questi giornali, le conversazioni di Ginevra saranno completate da conversazioni telefoniche con Londra. Verso un chiarimento? Oggi, dopo la partenza-di Eden, alla volta di Parigi, Baldwin ha ricevuto à Downing Street l'ambasciatore degli Stati Uniti Bingham al quale ha fatto una dettagliata esposizione della vertenza e dell'atteggiamento dell'Inghilterra. Immensa importanza viene attribuita qui agli scambi di vedute preliminari fra Eden, Lavai e Aloisi. Negli ambienti francesi di Londra si riscontra la speranza che tali colloqui a tre condurranno se non ad una intesa, in ogni caso ad una migliore conoscenza delle mutue posizioni. Non si nasconde il convincimento che, rinviando le discussioni al 25 agosto, il periodo di circa quattro settimane cosi guadagnato potrà essere utilizzato dall'Inghilterra e dalla Francia per attenuare i contrasti fra Roma e Addis Abeba e rendere possibile il raggiungimento di un accordo il quale, pur salvaguardando l'indipendenza dell'Abissinia, soddisfi le aspirazioni dell'Italia. Secondo alcuni scrittori sarà difficile tenere lontana dall'ambiente societario la questione della fornitura d'armi all'Abissinia. E' ciò che sembra tanto più ine - - - Y- *~- ---- vltabile, in quanto che a Londra giungono informazioni di Imprese oscure di produttori di materiale bellico, sudditi di nazioni le quali presentano ipocritamente all'Italia il viso dell'amicizia. Un telegramma da Bucarest, ad esempio, riferisce che un grande aeroplano ha sorvolato la Polonia in direzione della Romania. Le autorità di questo paese sono state subito informate del passaggio del velivolo e lo hanno obbligato ad atterrare in territorio rumeno. L'innocente aeroplano era un velivolo da bombardamento di marca tedesca, munito di motore da settecento cavalli, di due torrette per mitragliatrici e capace di trasportare cinquanta bombe. Il pilota ha presentato alle autorità rumene un certificato in base al quale questo aeroplano era definito di « tipo sport ». La Legazione di Germania a Bucarest, informata dell'incidente si è affrettata ad intervenire per dare modo al pilota e ai due meccanici di continuare la loro molto sportiva impresa; e l'aeroplano è stato autorizzato a ripartire in direzione di Istambul. Non si contesta che questa macchina da sport, munita di torretta, era destinata all'Abissinia. ue vuutu touw u«w »..a ,- ne di grande Potenza la quale in- tende esercitare un influsso suflìaffari europei, quanto delle futli-re elezioni legislative. Quest'ulti- mo aspetto della situazione ingle-se non va mai trascurato perchè D'altra parte nel prendere posizione di fronte al problema delle forniture di materiale bellico all'Abissinia come pure di fronte alla Lega, U Governo inglese tiene conto tanto della sua posizio spiega moltissime cose. Incomin ciano a riconoscerlo d'altronde molti scrittori. La Camera sospenderà i suoi lavori per le vacanze giovedì prossimo e Baldwin ha annunciato che li riprenderà il 29 ottobre. Ma li riprenderà davvero? Le opinioni sono divise, ma la maggioranza dei collaboratori politici dei giornali londinesi è persua sa che la legislatura è terminata e che il mese di novembre ventu ro sarà un mese di elezioni. Si . ammette tuttavia che una deci- slope in proposito sarà presa da Baldwin basandosi in buona par te sul risultato delle pressioni esercitate dal Governo britannico in vista di una sistemazione della vertenza italo-abissina. La preoccupazione elettorale Al Governo è assolutamente necessario dare al paese ossia al corpo elettorale la prova concreta del suo sincero attaccamento al leghismo, anche perchè l'Inghilterra si appresta ad adottare una politica di riarmo a oltranza che il paese accetterà fors'anche , entusiasmo Qualora il Cover £°n pSs^ dmiosTrareh che tale riarmo non è incompatibile "coi suo fermo attaccamento alla Le-ga e col suo desiderio di pace, Leghismo dunque a oltranza an- r»no a nrttaTn Hi i->aiiaoi<o una ron- che a costo di causare una tensione fra Roma e Londra. Se malgrado gli sforzi britan-nici, il conflitto italo-abissino con-ducesse a uno scoppio di ostilità, Baldwin preferirebbe, a quanto affermano 1 suoi amici, di rinvia¬ re le elezioni all'anno venturo. La sistemazione pacifica della vertenza però fornirebbe al Governo due armi meravigliose per la lotta elettorale futura. Esso scenderebbe in lizza annunziando alle masse elettorali che l'unione nazionale ha dato al paese una situazione economica senza uguali in Europa e una politica estera che ha garantito la tranquillità in Europa e nel mondo Alla Camera dei Comuni oggi un deputato ha chiesto al mini-| stro degli Esteri se potesse dire iquante comunicazioni ufficiali hai ricevuto il Governo di Londra dal ^^rf^TMe\,^^^'lle esportazioni di armi. Sir Sa-i muel Hoare ha risposto che unajsola comunicazione è stata invia- ta da Addis Abeba a questo Go- ! verno, cioè quella del 10 luglio j scorso. Egli pero^ si è rifiutatoci |rivelarne il contenuto. Un altro deputato poi ha voluto sapere dal ministro del commercio quante domande di licenze di esportazione d'armi fossero state presentate al Governo nel corso degli ultimi dodici mesi e quante fossero state concesse. Runcimann, prendendo la parola, ha dichiarato che se non si tien conto delle do- mande di spedizione di singoli fu- '0"1 0 di singole armi da fuoco di1 altro genere, le domande sono ! state tre. Il Governo ha fatto una 1 sola concessione nel settembre : dei 1934 R. P. vra diversi delegati. Si segnala per L'Esecutivo societario terrà oggi una riunione privata Ginevra, 30 notte. Nell'imminenza della riunione del Consiglio societario, la cui se- duta è fissata per domani nel po-meriggio, sono già arrivati a Gine- domani l'arrivo del sig. Litvinof, a cui compete la carica"di presiden- ; te del Consiglio Stanotte è pure | arrivat0 il capo' della delegazione italiana barone Aloisi. I signori Lavai e Eden sono attesi per la mattinata di domani. Si apprende frattanto che, in assenza del si-gnor Benes, il seggio della Ceco-Slovacchia sarà affidato al signorOsuski, ministro a Parigi. La procedura che verrà seguita in queste riunioni non può essere certo fissata. Essa lo sarà pro-babilmente nella prima riunione che avrà luogo domani alle ore 17 L che sicuramente sarà privata. ; ci „u„ io „iÌ^ato >n I Si prevede che la giornata di ' Siovedi sarà tutta occupata dal ne- Igoziatl fra i vari membri del Con- 1 sigilo e specialmente fra i rappre- [sentantt dell'Italia, Francia e In ghuterra. Nessuna seduta pubbli- D * =a è P™vista prima di venerdì e la |nne dl questa sessione non si avrà 1certo prima di venerdì sera o mol to più probabilmente sabato. G. T. La dichiarazione di « non intervento accolta con favore in America Washington, 30 notte. I grandi quotidiani definiscono « saggia » la dichiarazione del Presidente Roosevelt sulla controversia italo-etiopica come « cosa che non riguarda gli Stati Uniti ». La New York Herald Tribune scrive che il Presidente ha senza dubbio interpretata l'opinione del noVantanove per cento degli ame- ri^ soprattutto rilevando che ,. 1__ ..... gh statl Unltl avrebbero cercato di evitare di essere trascinati in incidenti stranieri. Il giornale rl- corda che gli Stati Uniti non sono un « agente di polizia morale » . . . principi, fondamentali della poh tica degli Stati Uniti». E poiché per prevenire una guerra non si puo contare su nulla che non sia la forza u giornaIc ritiene cnc co per il mondo e che il Governo americano non vuole e non può prendere una qualsivoglia parte attiva per il regolamento della controversia italo-abissina. E più innanzi soggiunge: «L'astensione dalle dispute locali tra Statl stranieri deve rimanere uno ' tra loro i quali non possono e non in tendono assumere una tale responsabilità hanno l'obbligo implicito di astenersi da ogni intervento e anche dalle prediche mo- raij, n New York Times, traendo lo spunto dall'apparente contrasto tra la Casa Bianca e il Diparti-mento di stato nella controversia italo-etiopica, scrive che sebbenegli Stati Uniti non abbiano alcuninteresse diretto in Abissinia "llerefe aireiio in Aoissinia e assurdo sarebbe quindi che essi si erigessero a paladini dell'Etiopia di fronte all'Italia, le strutture dell'industria del commercio e della finanza sono divenute così delicatamente complicate « attraverso gli interessi tatèrn^onali. che l'America in caso di una guer ra tra l'Italia e l'Ablssinia non può, pure nella sua assoluta neu tralità, non risentirne le colise- guenze ». Per questo gli Statl Uniti hanno l'interesse a che la guerra venga possibilmente scon- giur. I ata. I medesimi argomenti sono so- «tenuti dal Phikidelphia Inquirer "^J?tfi*^Ì°"S^> te ali atteggiamento di RooseveltS. E. De Bono visita lavori dell' Eritrea La strada Massaua-Asmara Asmara, 30 notte. L'Alto Commissario, gen. DeBono, ha effettuato una visita, du-rata due giorni, alle organizzazioni e ai lavori della Colonia. AMassaua ha visitato il porto e levarie organizzazioni, compreso il'deposito degli operai rimpatrian-ti. Lungo la rete stradale ha visi-tato i cantieri e tutte !e operepubbliche in corso, c i specia-le esame alla strada MassauaAsmara. Il gen. De Bono ha constatatola scrupolosa applicazione delledirettive nella organizzazione deservizio e dei lavori stradali, e ha espresso il suo compiacimento agli organi preposti. Partenze per l'Africa 900 operai salpano da Genovar r Genova, 30 notte. La città ha tributato un vibrante saluto ai 900 operaii circa che^A^A^Simbarcati sul piroscafo « Emani Ma. volta dell'Africa Orientale. Verso le ore 16 al Ponte deMille ha cominciato ad ammassarsi grande folla, con la banda dellamm1ZdellaPatria PocoTlma defi'-ìnni aena faina, foco prima aenapartenza sono giunti S. E. il Prefetto, il Federale e le altre autorità e gerarchie cittadine. Quandoil piroscafo si è staccato da Pontdei Mille, la folla ha entusiasticamente gridato il suo saluto ai colonizzatori dell'Italia nuova, chdai ponti e dalle alberature depiroscafo, sulle quali si erano arrampicati, hanno risposto con saluti al Duce, gridali ad alta voce Il colloquio Eden-Lavai « La conversazione sarà seguita a Ginevra da parecchie altre » Parigi, 30 notte. Giunto a Parigi con l'aereo dopo il tocco, Eden si è recato alle 17 al Quai d'Orsay ed ha conferito con Lavai durante un'ora e mezzo. Alla fine del colloquio il Ministro degli Esteri francese ha dichiarato brevemente alla stampa: « Abbiamo esaminato nel suo nsieme e sotto i suoi vari aspetti, a questione all'ordine del giorno del Consiglio della Lega delle Nazioni. La conversazione odierna sarà seguita a Ginevra da parecchie altre ». Ermetico riserbo Il Governo francese è del parere che, trattandosi di una questione la quale ha già pericolosamente sovraeccitato l'opinione dei Paesi interessati, sia preferibile non dare nuova esca al fuoco almeno sin quando il riserbo appaia conciliabile con le circostanze. Già questa mattina l'ambasciatore di Inghilterra aveva avuto un abboccamento col Capo del Governo allo scopo di completare la preparazione del colloquio di questa sera e anche su questo incontro preparatorio nulla è trapeato; acqua in bocca: ecco la consegna Impartita dai circoli responsabili. L'essenziale della posizione francese, comunque, è già noto. Il piano di Lavai consiste, « grosso modo », nell'evltare una rottura immediata a Ginevra, trincerandosi dietro la deliberazione del 25 maggio che fissa la data del 25 agosto come termine ultimo della procedura di conciliazione. Tutto sta nel vedere che cosa si intende chiedere all'Italia in cambio di un rinvio al quale, in sostanza, Roma non ha mai mo¬ strato di tenere in modo partico lare. Si vocifera, da ieri di pretesi diga per regolare il deflusso ver so il Nilo delle acque del Tana, impegni di rinuncia temporanea a fare uso delle armi che l'Italia dovrebbe assumere, e già si manifestano in proposito due scuole: quella francese che vorrebbe tale rinuncia limitata al 25 agosto e quella inglese che la vorrebbe con scadenza in bianco, cioè continuata fino al raggiungimento di un accordo. Altri ritengono che la questione di cui sopra non abbia grande importanza dato che in realtà prima della metà di settembre l'inizio di operazioni militari In Abissinia non sarà possibile ed inclinano a pensare invece che il nodo del problema stia nel vedere quali possibilità sussistono di dare applicazione all'Insieme non indifferente degli istrumenti diplomatici sull'Abissinia stipulati fra le tre Potenze da oltre un quarantennio e rimasti lettera morta, vale a dire: gli accordi anglo-italiani del 1891 e 1894 che dividono l'Abissinia in due zone di influenza, l'accordo anglo-italo-francese del 1906 che alle zone italiana e inglese aggiunge il riconoscimento dei diritti economici della Francia in rapporto con la ferrovia di Gibuti e l'accordo del 1925 col quale l'Italia concede all'Inghilterra la facoltà di costruire una;^ Impresa ardua L'elemento tendenzioso è, come vedete, tutt'altro che assente da queste informazioni, che non a caso vengono spacciate come di provenienza romana. Ma di fronte al riserbo ufficiale, dar creditol'altro informatore sarebbe temerario. Il silenzio odierno dl Lavai può se mai essere interpretato quale un sintomo della difficoltà della mediazione cui egli si accin ge e che costituisce forse, come scrivono i giornali, la pagina più difficile della sua carriera di uo mo di governo. Dobbiamo creder^ che la sensa-zione di tali difficoltà eserciti uninflusso deprimente anche suimaggiori giornali francesi.? Il<Temps» il quale ieri l'altro af-fermava che «la posizione italia-via è fortissima», scrive oggi che« sembra proprio che la tesi ita-liana sia giuridicamente fondata»formula indubbiamente più elastl- ca della prima. L'« Echo de Paris», pubblica un lungo articolo per di- mostrare che l'Italia ha commes-i so un errore a pigliarsela con \&, Inghilterra la quale ha trovato. nella questione dell'Indipendenza1 abissina un mezzo per intenders' finalmente coi nazionalisti de Wafd egiziano fino a ieri suoi ne-j mici Irreconciliabili e non se la, lascierà scappare tanto facilmen te, come non si lascierà scappare' laS° Tana che le truppe angloj egiziane occuperanno al primo atto di ostilità dell'Italia. Secondo l'organo nazionalista, chi hauna « posizione fortissima » non èl'Italia, ma l'Inghilterra la qualegrazie alle sue riserve alla convenzione del 1888, può chiudere icanale di Suez quando vuole. Abbiamo, è vero, anche oggi un cor dialc articolo di Bailby sul «Jour» dove si sostiene che la Franciaappoggia l'Italia non solo per sen timcnto e per debito, ma anche per interesse, che è sempre il con botato più persuasivo che sia da to fornire sulla politica di un grande Paese, e un articolo del 1' ' Intransigeant » dove si ribadi sce che la Francia non deve com- promettere la propria amicizia ' Con f.^wR"" 1 pr°P" rappr,rtj con l'Inghilterra. i, _ .. . . . ~ ■ ,. . ! " Presidente del Consiglio La' vai e 11 signor Eden sono partit\ stasera alle 23,30 per Ginevra. ! due ministri sono stati ossequiatjana Gare de Lyon dal ministr degli Interni paganon, dall'amba-v._;,_„„f„„ . j,n- „i» sciatore britannico e dalle altr autorità. ) C. P, IL NEGUS E RAS CASSA, il carceriere dello sventurato Ligg Yasu, In una rara istantanea fatta alla Corte di Addis Abeba prima che la notizia della morte del principe esiliato e avvelenata per ordine di Hailè Sellassie fosse conosciuta in Europa. IL DEGIAZMAC NESIBU'. uomo di fiducia del Negus, che, nella recentissima visita ad Harrar, lo ha insediato governatore dell'Ogaden, in sostituzione di «quel ladro di Gabrè Mariàm » (parole testuali del Leone di Giuda). LA TOMBA del colonnello Alfredo Peluso, assassinato dal briganti abissini presso il- Lago Tana il 15-6-32. La tomba è nell'interno del Consolato di Gondar.