Veterani e combattenti adunati a Superna acclamano con fervore e passione al Re e al Duce

Veterani e combattenti adunati a Superna acclamano con fervore e passione al Re e al Duce PELLEGRINAGGIO ALLE TOMBE SABAUDE Veterani e combattenti adunati a Superna acclamano con fervore e passione al Re e al Duce La vibrante orazione del senatore Aldo Rossini lì colle di Superga, folgorato da un sole che l'altura e una leggera brezza montana bastavano appena a rendere meno bruciante, ha accolto ieri mattina una folla compatta di ex-combat- tenti saliti lassù per rendere onore, col pellegrinaggio ormai tradizionale, atta memoria di %ue Re Sabaudi in diversa guisa martiri per la loro passione per l'Italia: Carlo Alberto e Umberto I. Le rappresentanze Il pellegrinaggio, il settantesi mo detta lunga serie, è stato or-Rgahizzato dall'Istituto nazionale f per la guardia alle Reali tombe del Pantheon, di cui è presidente il generale Baldini, e con gt appartenenti a tutte le associazioni di Arma di Torino, vi hanno partecipato le rappresentanze degli ex-combattenti di tutta Italia: una folta massa di parecchie migliaia di Camicie Nere, in mezzo atta quale spiccavano le rosse camicie di un drappello di garibaldini delle Argonne e le insegne'bianco-azzurre di un gruppo di dame della Croce Mossa, mentre con le Madri e Vedove dei Caduti e co» una delegazione del Nastro Azzurro era pure presente una rappresentanza di excombattenti francesi. Con felice e ideale raccostamento, gli organizzatori della cerimonia avevano inoltre abbinato la benedizione della bandiera detta Delegazione torinese dette Guardie al Pantheon a quella del labaro della 1125.a Legione Balilla moschettieri intitolata ad Amos Maramotti, e che figurava nel pellegrinaggio con una sua centuria. Il raduno era stato fissato sulla spianata, ed oltreché della tranvia i partecipanti alla celebrazione si sono valsi di ogni sorta di autoveicoli. Tra i convenuti sono i rappresentanti del Prefetto e del Segretario Federale, del Podestà, del Comando militare, cav. Giusiana, cav. Voltoline avv. Norcia, colonnello Palmieri, S. E. Marchetti e S. E. Muggia per la Magistratura, il padrino e la madrina dei due vessilli, ing. Cavallari Murat e signora Fioretta rispettivamente per Piero Cazzotti, e per la contessa Cavalli d'OUvola, i generali Pasquali, Gandolfo, Perrone di San Martino e Avogadro di Vigliano, il Sansepolcrista colonnello Baseggio, presidente dei Volontari di guerra col vice-presidente avv. Castina, il cap. Partenio, delegato delle Guardie al Pantheon, con l'aiutante Canali e col segretario della delegazione rag. Mo, il capitano Uvazza, il conte Barbaro per l'Associazione Combattenti, it comm. Conlgltone Stella per l'O. N. B., il cap. Zecchini in rappresentanza di S. E. Host Venturi, presidente della Federazione Combattenti di Fiume, e moltissime altre personalità. successivamente, ossequiato dalle autorità, arriva svi colle ts. E. il senatore Aldo Rossini, designato a pronunciare l'orazione commemorativa della giornata. Il corteo e la Messa Uno squillo di tromba, e la falange degli ex-combattenti si dispone in corteo dirigendosi al parco, dove sorge la colonna votiva sormontata dall'aquila reale. Alcuni valletti municipali, inviati dal Podestà Sartirana insieme con un plotone di vigili urbani, recano due grandi corone d'alloro; una terza corona è delle Guardie del Pantheon. Il corteo sfila sul breve spazio al suono degli inni della Patria e della Rivoluzione, eseguiti alternativamente dalla Fanfara delPAsso- | dazione bersaglieri, dalla Bandai musicale della Fiat e dalla Banda dell'Azienda tramviaria. Una] fitta siepe di gagliardetti tra i\ quali quelli dei Gruppi rionali detta zona, dei decorati al valor civile, dei combattenti fiumani, del Dopolavoro Provinciale, e i due inaugurandi, sovrasta iZ corteo, che dopo la deposizione di una delle corone del Municipio alia base della colonna, si avvia atta Basilica. Sull'alto della gradinata di questa si trova ad attendere le Axitorità il cappellano mons. Sosio. Il corteo si inoltra nel chiostro, sotto una cui arcata è stato disposto un altare da campo, parato a lutto. La folla dei convenuti si dispone tutto attorno e e i : mons. Bosia, assistito dagli altri canonici, celebra la Messa cantata. Siede all'organo il maestro Francesco Rosso, che dirige il coro. Terminata la Messa, mons. Bosia benedice i due gagliardetti e pronuncia brevi parole di circostanza. Le autorità, con il sen. di nella cripta e sostano in devoto raccoglimento davanti al mausoleo che racchiude i resti mortali di Carlo Alberto e presso il quale sono deposte le altre due corone. Il capitano Partenio fa l'appello del Re Magnanimo; i presenti si fermano ancora davanti alla lapide che ricorda Umberto I, don Bosia impartisce pure qui la benedizione, e si risale. Missione di civiltà Intanto i partecipanti al pellegrinaggio, lasciato il chiostro, sono tornati sulla spianata, ammassandovisi. Le Autorità si dispongono invece sulla terrazza, dove con le bandiere a ridosso della Basilica, fanno corona al senatore Rossini, il quale inizia tosto il suo discorso. Egli comincia dicendo che la Guardia atte Reali Tombe dal Pantheon ha voluto che il sacrificio dei due Re fosse rievocato quest'anno con particolare solennità, unendo all'omaggio consueto il significato delle ore storiche -Rossini alla testa, scendono quine f " e o e aa, e e e a a oggi vissute dal popolo italiano; e l'oratore dichiara tra vivi applausi che questa sensibilità per gli awentmeiiri della Patria, è un altro segno dell'unanime fede e disciplina con cui la Nazione segue il Capo che la guida e sa di poter fare su di essa, oggi e sempre, l'affidamento più sicuro. Dopo questa premessa il sen. Rossini, coti pensiero elevato ed eloquenza sobria., quadrata, si ri-fa alle origini della Dinastia cheha in Vittorio Amedeo II il suoprimo Sovrano, dal quale trae le sue origini lontane la storia unitaria d'Italia, impersonata nella Ca.sa Sabauda. Traccia poi un mirabile profilo di Carlo Alberto, che non fu l'Amleto italico della [leggenda del Risorgimento, bensì il monarca il cui dramma spiri- trulle mai fece velo al senso dell'onore e della volontà di conseguire quello che era lo scopo fondamentale della Sita vita, la resurrezione della Patria, sognata nella tormentata giovinezza, rea- lizzata anche c sopratutto con il sacrificio di Oporto. Il Risorgimento passa nella parola di Aldo Rossini con i suol bagliori di gloria, che l'oratore vede rinnovarsi oggi nell'Italia di Vittorio Emanuele III e di Benito Mussolini. C'è, nella nostra storia, una catena di eventi i cui anelli non si spezzano. Umberto I fu l'iniziatore di quell'espansione coloniale alla quale il Re di Vittorio Veneto e il Duce riplasmatore della storia indicano nuove mete. Nuovi fragorosi applausi e grt. da di « Viva il Duce! » interrompono l'oratore. Continuando, il senatore Rossini dice che da Superga, in questo giorno di rievocazione e di ritempramelo degli spiriti, il pensiero va pure al Duca di Aosta, l'invitto Condottiero della Terza Armata, il cui corpo non è nella Basilica porcile egli volle dormire l'ultimo sonno con i suoi fanti caduti; e va altresì al Duca degli Abruzzi che sulle rive del Mar Rosso fu pioniere di quella civiltà che gli italiani di Mussolini riaffermano. La nostra civiltà Ricordato quindi che la civiltà dell'Italia di JtfitssoZini è la civiltà di Roma, richiamato il contributo arrecato a questa medesi- ; r è e e a e . . d -I ei o\ e a , a ì - ma civiltà dall'Italia nella guerra mondiale, l'oratore conclude affermando che da Superga il giuramento dei combattenti del Carso e del Trentino e dei garibaldini delle Argonne assurge al significato di un rito. Un' acclamazione irrefrenabile parte dalla folla dei combattenti alla chiusa ispirata. Il nome del Duce è ovaùonato con passione ardente. Ci vuole qualche minuto prima che la dimostrazione si cai. mi. Vivamente compliìienlato dalle Autorità, S. E. Rossini lascia poco dopo il Colle e il pellegrinaggio si scioglie. Sono le 11,30. Sono poi stati iitruaft telegrammi al Re, al Capo del Governo, a S. E. De Vecchi e al Presidente della Guardia al Pantheon. IL SEN. ROSSINI INIZIA LA COMMEMORAZIONE. (Foto Gherlone) IL CORTEO NELLE CRIPTE DELLA BASILICA.