La tazza di tè

La tazza di tè Film a corto metraggio La tazza di tè « Egregio signore, « Sono dolente di dovervi comunicare che vostra moglie vi tradisce. Durante la vostra assenza essa accoglie in casa il signor G. F. e con lui si trattiene tutto il tempo che voi siete in ufficio. La gente mormora. Tutti sanno., meno voi, l'illecita relazione. E' quanto vi dovevo come amico disinteressato ». La lettera era senza firma. Giovanni D. si riaccomodò gli occhiali a stanghetta d'oro, sbirciò se i compagni d'ufficio lo osservavano e rilesse attentamente la lettera. Possibile che la moglie lo tradisse dopo soli tre anni di matrimonio? Possibile che, lo tradisse col migliore dei suoi amici? Giovanni D., uomo di azione e poco proclive a tollerare il tradimento sotto il tetto coniugale, appena scoccò mezzogiorno si precipitò fuori dall'ufficio. In pochi minuti fu a casa. La moglie era affaccendata come ogni giorno a quell'ora, in cucina. Giovanni D. la raggiunse e le porse la lettera. — Guarda, leggi e discolpati! La donna prese il foglio, lo lesse, poi, con naturalezza lo riconsegnò al marito: — Che bestie! — commentò ri-j I dVpMNCPCBMAIASMSIMtornando ad occuparsi dei fornelli.] A— Anch'io, due giorni fa, ho rice-' vitto una lettera anonima, simile a questa, che diceva la stessa cosa di te. — Di me? — Giovani D. rimase un po' soprapensiero. — E tu. hai creduto... — Neanche per sogno. Siccome sono una donna giudiziosa, ho strappata la lettera. Il marito riflettè, e poiché non voleva esser da meno della, moglie, scrollò le spalle e strappò la lettera. Trascorso un mese da questo episodio, Giovanni D. ricevette una seconda lettera. Diceva: «Egregio signore, « Vostra moglie continua a tradirvi, ma anziché ricevere il signor G. F. in casa vostra, si reca da lui, in un appartamento ammobiliato in via Po. Colà la potreste trovare ogni martedì, giovedì e sabato dalle 15 alle 1$. Gradite i saiuti di un amico disinteressato». Questa volta Giovanni D. decise di agire. Attese il giorno e l'ora conuenienti e si recò in Questura, stese la denuncia, poi uscì accompagnato da un commissario e due agenti. Raggiunto l'indirizzo indicato, il funzionario bussò alla porta. — CJii è? — chiese una voce all'interno che Giovanni D. riconobbe per quella dell'amico G. F. — La polizia! Qualche minuto di attesa e la porta fu aperta. Giovanni D., fremente di rabbia, fu il primo ad entrare e trovò la moglie corretta mente abbigliata, seduta su un divano e con in mano una tazza fumante di tè. — Vuoi favorire? — disse gentilmente la donna al marito porgendogli la bevanda profumata. — Sciagurata! Che fai qui? — Lo vedi? Prendo il tè! E' così gentile il tuo amico... Tanto ha insistito perchè visitassi il suo nucuo appartamento? Giovanni D., davanti a tanta indifferenza, si sentì disarmato. Tuttavia non volle dar partita vinta. Trasse di tasca la lettera e la mostrò trionfante alla moglie: — Guarda. Tu vieni qui tutti i MdDMsOTC□MCMCCccmartedi, giovedì e sabato dalle 15jste 18. "La donna scoppiò in una risata ! mfragorosa : Questa lettera? L'ho scritta frta'qu"e^a"7a^^ fiutato la verità, il giorno dopo inulto la signora nel suo ufficio. — Senta signora — le disse — cosi non può più andare avanti. io. Ho voluto mettere alla prova taIatua gelosia. cGiovanni D,, davanti a tanta OS tu-Itdo, confuso, capitolò. Chiese scu-ldsa alla moglie e all'amico di averli ?ji~*à.~t.~*i „i*,.„n„„<„ „„) t„„ tdisturbati, fece altrettanto col fun- lsioitano e con gli agenti e se ne' andò. Il commissario però, che in tut- s_ f?g aletta"dTiei Sa "ed Tnerl Coioso Bisogna cambiare.' ano-dLa signora era dello stesso parere. Rispose: — Ha ragione, signor commissario. Abbiamo già pensato di cambiare alloggio. Giva qva

Persone citate: Giovanni D., Giva, Guarda