Bestie e uomini nel turbine di Ernesto Quadrone

Bestie e uomini nel turbine VAGABONDAGGIO DI SEI GIORNI CON MIO FIGLIO GIOCONDO Bestie e uomini nel turbine JUAN LES PINS, luglio. Un magnifico cavallo nero, magnifico e imponente come un duca di sessant'anni. staziona all'ombra di un pino marino su una delle tante strade che si son fatte laz.go o*trar;erso la ormai defunta /oresta di Juan les Pins ver accedere alle viUe, agli alberghi, ai negozi, alle piscine, al casinò che hanno nata spiaggia, annusa, torci lroge, l'odoredisgustoso del ammazzato gli alberi per il trionfo scheletrico del cemento armato. Il cavallo, considerando l'umanità in mutandine che si pigia sulla esigua lingua di sabbia denomitorcendo le catrame e forse ripensa ai verdi pascoli sui quali caracollava da puledro mordicchiando l'erba profumata. Mi sono sempre piaciuti i cavalli degli altri, motivo per cui prego mio figlio di fermare la macchina dalla quale discendo per avvicinar ni al quadrupede, mfasequsczeridimdididicobireil biqdlaGiocondo mi consiglia di dar laìfrvoce al cavallo prima di accarez-] cozargli il bel collo arcuato — Papà, chiamalo per nome, è prudente. — E' un po' difficile, figlio mio, che io sappia il nome di un cavallo di Juan les Pins. — Questo cavallo è più storicolsu^i un castello ed è stato pagato[pP*" cn''° M"a tenuta con vista-jesul mare. E' una delle tante rie gspmlochezze abbandonate appartenenti al genere di quelle di cui gli uomini non vogliono più saperne: ora è proprietà di un assennato macellaio e si chiama Hanoy. Sentendo pronunciare il suo nome, il nobile animale volge l'unii Storia di due cavalli stmmvncdo occhio verso la nostra automa- mbile e Giulia, gli offre sul palmo\adelia mano una zolla di zucchero., vtOsservo che nello sguardo del,Rquadrupede scintilla una punta divmalizia. Nessuna pupilla di aninw-\ale, anche selvatico, anche feroce,'mha il diabolico riflesso che scorgoìein quella di Hanoy, e penso che tale luce sia stata artificialmente accesa da una volontà umana. Giocondo mi fa l'onore di approvare la mia osservazione. A Juan les Pins, pochi anni or sono — l'eco di quella cronaca lodpcmtre mondana, e scandalosa non è an cor« spenta — doveva disputarsi una corsa riservata ai cavalli cheln°n avessero mai vinto un premio.\y Da Parigi, tra il lotto dei parte-]'cipanti alla competizione, era-ar- grMtow*OMMo:ig«éfoè<Mn^\ dente al ]wme di HajjeHCOUrt_ • rHallencourt non soltanto non\maveva nidi vinto, ma tion era nep- <*pure comparso su un campo di cor-' ^se, perciò venne regolarmente in-'fscritto. Gli intenditori lo conside- Hrarono con occhio distratto e, al cpeso, lo giudicarono addirittura tcarne da macello. Al fantino non. mconcessero maggiore importanza, sIl piccolo uomo si chiamava Ra-\P\s mella, un Cameade qualunque, affardellato di qualche grammo di seta, di mezzo chilo di stivali e di quattro sorsate di alcool. Siamo al momento buono. Sul campo di Juan les Pins le scommesse raggiungono cifre pazzesche. Era l'epoca in cui un americano chiamò il banco a macao di quattro milioni e mezzo. Il totalizzatore addiziona automaticamente migliaia e migliaia di franchi gettati sulle groppe dei diversi cavalli come gualdrappe di diamanti. Sulla coda di Hallencourt non si attacca neppure un biglietto da cento re della fronte gettando indietro il tubino grigio per far posto ai binoccoli di otto ingrandimenti. Le donne hanno già calcolato quale sarà l'uomo che guadagnerà di più in caso di fortuna, e la folla raggiunge le tribune per sofìfrire a contatto di romito le in] cognite del destino. I giocatori si asciugano il sudo- j Le macchine dei totalizzatori in- lsuonare l'annuncio [partenza, quando un individuo tra-jelato e ansante, arrivando di cor- granano le somme ginocate e lespartiscono con un freddo movimento di orologeria. Il lotto è al nastro, vigilato dallo « starter » e la campana sta perdell'avvenuta i a sa, getta sul piatto di uno dei totalizzatori un fascio di biglietti da mille, facendosi staccare un'intera mazzetta di cedole intestate al cavallo Hallencourt. Immediatamente, sulla colonnì- na del quadro delle puntate le cifre giocate sul cavallo ignoto - montato da un oscuro fantino, si o\addizionano con una velocità spa- ., ventosa. La sensibilità degli scommetti- tori avverte il colpo e la folla on- l,Reggia come sotto una raffica diivento. Tra il pubblico deve essere-\arrivato un pazzo pericoloso o un,'miliardario maniaco delle fortioìemozioìii e r a Alla partenza Hallencourt, fra lo stupore generale, prende la cor-da, con due teynpi di galoppo siporta in testa allotto, supera fa-cilmente i concorrenti e sull'ulti- mo rettilineo viene ava7iti a fola- te. ii cavallo 'fiero vola addirittu-ra e presso al traguardo, senza essere messo alla frusta, mangiai ela distanza e divora i metri come .\yrani di biada, arrivando primo,-]'"disturbato e per molte dui- - ghezze. ^\ NeUe tribune si verificano pa- • recchi svenimenti di qualità fem- n\minile, e gli uomini scoppiano in- <*rta di protesta e di indignazione, -' ^ totalizzatore paga quattrocento -'franchi per ogni cinque puntati su - Hallencourt. Il pazzo giuocatore l che ha scommesso una mezza for-a tuna sull'ignoto cavallo diventa n. milionario in due minuti. Il giomo, successivo la società di Juan les-\P™s fioccando le proteste e co-\stretta ad aprire un'inchesta a co-[sto di affrontare uno scandalo. E; i', • „„ ,„, ilo scandalo scoppia come un /hi-. rr il] i JIP „ . . .,. „„„ •Il cavallo che ha vinto non sil ». *.*<,i*~v chiama Hallencourt, ma porta ilglorioso nome di Hanoy, conoscili-to sui campi di corse di tutta Bit-r? „i.„ i„ .„„„>„,.„ ,,«„ropa.il fantino che lo montava noncra l'oscuro Romelia, ma, un uomodi gran classe che non avrebbe po-tato partecipare alla competizione.Truccato il cavallo, truccato ilfantino. Hanoy prende il secondozuccherino dalla mano di Giulia guardandola con il suo occhio fat-to malizioso dalla malizia degli uomini. Ha. perduto la sua. nobiltà ca- dendo dalla idolatria delle follenelle mani di un macellaio, ma la colpa non è sua E Hallencourt, l'ignaro presta-nome, dov'è finito*' Al maceuo. La notte stessa del- la vittoria del cavallo che l'aveva sostituito. Gli uomini l'hanno ab-battuto per del reato. far sparire il corpoMitragliatrici al giuoco Giocondo, avvertendomi che mi trovo di fronte ad una delle tante fortune abbandonate, mi consiglia di riscattarla dal macellaio di Juan les Pins, per pochi soldi. Nella voce di mio figlio c'è tan-ta ironia che volto di colpo le spai-le al cavallo nero e Hanoy, ormai abituato all'ingiustizia degli uomini colpevoli della sua ignominia, lascia ricadere la nobile testa sull'asfalto della strada. Forse la unica sua tristezza consiste nel pensiero della tragica, ed immatura morte del collega Hallencourt. caduto innocente con un colpo dimazza in mezzo alla bella frontestellata, Giulia risale in automobile con un'ombra di tristezza negli occhi e Giocondo rimette in marcia la macchina dolcemente, a passo d'uomo. Così si deve procedere nel paese dell'eterno sorriso. — Qui — dice mio figlio — ci sarebbe da raccogliere un'altra fortuna e basterebbe, seguendo questa strada, arrivare al porticciuolo e seguire la scia d'un piroscafo carico di mitragliatrici St. Etienne. Nessuno avrebbe mai supposto che l'elegante piroscafo arrivato in questa rada battendo bandiera di uno Stato che non ti dico, fosse carico fino ai boccaporti delle gra- dnvlone j Z!0,se „rmt micidiali. Se lo scan dalo è scoppiato lo si deve unicamente all'imperizia di un facchino che, trasportando una cassa di tali gingilli dal molo ov'era attraccato il piroscafo ad una di queste ville non l'avesse lasciata cadere. Dalla cassa sfasciata le mitragliatrici sono sgusciate sul- l'asfalto della strada, e l'incauto facchino, per punizione, ebbe sul e\cranio una tale mazzata che il colr] f >n 9"e! momento al Casinò e po rintronò per tutto il paese. L'amante del contrabbandiere a teneva banco a baccarà confondendo sul tappeto verde luigi e mitragliatrici che per lei volevano dire la stessa cosa. La bellissima avventuriera mentre i gendarmi raccoglievano il corpo inerte del facchino partiva a bordo di un suo panfilo facendo ntfnscmcdllptcandcppslsfpodprsa a - rotta verso l'Atlantico. Se vuoi e comperare per pochi quattrini la o nave contrabbandiera puoi forse i trovarla ancora a Majorca, se - vuoi comperare la villa della don ina che trasportava mitragliataci - da Un continente all'altro, è qui, a - pochi passi di distanza, ed è in i<vendita. Essa fa parte delle ventiel cinquemila ville che si possono acn■ quistare. i, Gli occ}li di aiulia, mentre mio figlio parlava, s'erano voltati ver- a So la pacata distesa deH„. marina -\ comg cercarvi un conforto, i, „ .. „„. , ,. -' ~ Nont U fi&io - cìlf ^esto tw> c»"sm° mi d'" - sP'ace- -\ Villa da vendere a a' — Non è cinismo è cronaca. e Cronaca di qualche anno fa e che ,'fortunatamente sta scomparendo. - dì queste cose non ne succedono 'più perchè più nessuno corre die- - tro alla facile e fulmìnea ricchez- za che per tanti annì) daì dopo n'guerra ai giorn\ nostri, ha incan, tato tanti uomini. Considera queo Sfe vme cne Cj circondano e guaru da come sono chiuse ermeticae mente le loro belle persiane. Dei -' casi come queu0 Adriana non a si verificheranno forse mai più... oi _ che storia e questa! s: _ Um sfo),.Q m g - cg AArUm una brava rarinzza -, f do' avere raccojio sui E-Z -, * * -, , 'boulevard* quattrocentomtla fran¬ - . , ' , \chi di gioielli, li porta a Juan les I . r • Pins e li impegna al Montcdi Piei .. „ . . ta cambiarli in «fiches» che l { * „.„. ' ... -' Adr - • i „suo* bauli colmi di un mezzo ini n „ oe77icce La ,wtte s,lCccs- oìllone T pellicce. La notte sucecs-S.1™ f"che le Pellicce mo- .1^0 *>er ™> ^ sequestrano , bauli l]Dueore d°P° un »°«? la^ede- sf oÌ^T^e* a , " 6 Peilìcce-\ D°P° una settimana di felicita i \ trascorsa nella villa, davanti alla quale stiamo passando notte perde al giuoco iana abitava all'hotel con - uomo si appropria, un altro con un motivo e sentimentale, dell'intera fortuna a ; <*' -Adriana che, per dimenticare le \pene dell'amore, diventa morfina- - ' mane e porta la sua follìa all'aspe \dal° di Charanton dove muore. - !Ecco '« villa, la Toscanina, è in a [vendita, se la vuol comperare, per -|Pocfte migliaia di franchi la por o i e a di - tinaia te ne consegnerà la chiave. Giulia ha pregato Giocondo di premere l'acceleratore, e mio figlio parte in quarta, ritornando verso Nizza — Giocondo, sei sempre sul laghetto di Appenselle ad attendermi?... — Si, babbo, io sono sempre là ove tu hai lasciato il povero car¬ - rozzone di Anna, la zingara. Ve- i a a el . drai che tornerai ai piedi della bella montagna e come te, migliaia e migliaia di «omini ritorneranno sul loro cammino per ri prendere la vita dove l'hanno la sciata... Forse Giocondo parla così perchè è innamorato di Giulia o for- i\se perchè non hu in tasca neppure e ' i danari per comprarle un mazzo lmlmvsPin di rose. Ernesto Quadrone

Persone citate: Giocondo, Majorca

Luoghi citati: Hanoy, Nizza ? Giocondo, Parigi