Verlaine

Verlaine Verlaine L'incontro di due poeti tra i più grandi del loro tempo e della loro nazione ; anzi, di due poeti, in assoluto, per ogni tempo e per ogni nazione di noi mortali; l'amicizia fra due giovani, l'uno quasi fanciullo e ancora inedito, riconosciuto, protetto, fatto riconoscere al freddo mondo dallo spirito fervido dell'altro, di soli dieci anni maggiore, e già accarezzato dalle ali della fama; quale racconto edificante avrebbe potuto essere, quale prova che gli uomini sono buoni e i letterati generosi! Quale fioretto di una nuova leggenda aurea letteraria! Oh, se si potesse narrare il pellegrinaggio del salvatico provinciale, dal fondo delle sue Àrdenne sonanti guerra e armi, verso Parigi e verso il confratello a cui si sente chiamato per la misteriosa affinità di qualche verso, lampeggiante a lui nascostamente sui banchi di scuola ; e narrare le festose accoglienze che all'aspro irsuto ragazzo vengono fatte dal confratello di nascente gloria nella sua casa di giovane sposoil posto che gli assegna, accanta quell'altra giovinetta diciassettenne, da poco condotta in moglie e già prossima a dargli uncreaturina ! Ahimè, che questi due poeti si chiamano Verlaine e Rimbaud, e i due nomi altra aura creano a sè intorno, greve e torbida di violenza, crudeltà e ambiguità. Verrebbe voglia piuttosto di pensare ad una triste caricatura del viaggio di Jauffré Rudel, senonchè Rimbaud non muore toccando il guai della stazione parigina. Aveva ancora qualche stupenda pagina di poesia da scrivere qualche indecifrabile enigma di vita da tracciare, per la confu sione di noi tutti e della psico logia. * * Questo libro dell'eccellente critico e buon poeta Franqois Porche, Verlaine tei qu'il fut, affaccia uno dei problemi più terribili della conoscenza umana : il problema della diversità dell'essere. Perciò è libro, nel senso let terale della parola, spaventavo le. Non voglio riferirmi a quanto è un particolare della vita di Verlaine, benché la illumini tutta sinistramente. Certe morbosità si potrebbero anche deplorare con malinconica indulgenza, quale anomalia di malato irresponsabile, oppure, con storica erudizione, quale tabe di cui, dopo tutto, altri grandi — poeti, filosofi, artisti — soffersero, senza che perciò l'azione o l'arte loro ne risultasse incrinata. Terrificante nel Verlaine è invece l'abbiezione, la viltà fondamentale di tutta la sua natura. , Nelle quattrocento pagine di accurata, serena e imparzialissima biografia che il Porche gli dedica, non vi è una sola azione da cui risulti qualche significato di forza, qualche lineamento di grandezza — magari nel male, ma grandezza — qualche luce di bontà, o anche solo il decoro della semplice, della comune dignità umana. Nessuna generosità, niente originalità, coraggio zero ; è un mostro, ma un mostro di piatta mediocrità. A questo mostro, il marchese Charles de Sivry, artista e musicista accecato dall'amicizia per il poeta; e i signori Mauté de Fleurville, accecati dall'incoscienza, dalla furberia sorniona e carezzevolmente ipocrita, che è una delle sue tristi caratteristiche, buttano in braccio una loro graziosa sorella e figliuola, mite fanciulla di sedici anni, di buona educazione e di famiglia borghese agiata, confinante con l'aristocrazia. Non si può leggere senza brivido il racconto dimesso e bonario, ' <?Iio di rancore, che Matildt, >*. ex-signora Verlaine, divenuta poi brava moglie di un bravo ingegnere, Delporte, fa degli anni di sua convivènza con il poeta, nelle Memorie inedite uscite da poco in Francia. Egli pensava a lei, quale la conobbe in casa del fratello ; o quale presentiva l'ideale della donna che avrebbe più tardi amato, nello scrivere la deliziosa poesia : La clianson des lngenv.es, che contiene in germe molto Francis Jammes e Guido Gozzano. Da certi versi sembra fiorire nell'aria la corolla-fantasma di tutte quelle crinoline, care ai poeti di Clara d'Elleheuse e di Nonna Speranza. Ingenua, Matilde lo era al punto da credere di es sere rimasta incinta il giorno che egli la bacia sulle labbra! Ed è strano che questo episodio^ faccia pensare a uno dei più bei racconti di Barbey d'Aurevilly, proprio lo scrittore che Verlaine ha più vilipeso. *** Secondo la tesi sostenuta nelle sue Memorie da Matilde Verlaine, i coniugi avrebbero vissuto in buona pace e armonia, almeno relativa, sino al giorno che comparve all'orizzonte il giovinetto Rimbaud, deciso decisissimo a non lavorare, e a non concedere in cambio del mantenimento che beffe atroci, con l'irrisione di ogni dogma di onore o di morale, di ogni regola ogni freno. \. Egli non si lascia andare al J»ccato, alla sregolatezza, allalmcsrpFfabscnoArpvspcèd colpa ; muove loro incontro con fredda risolutezza, deciso a oltrepassare tutti i limiti, perchè solo cosi, egli pensa, l'artista può iberarsi dalle scorie della comune umanità, e il poeta affrancare dalla prosa la forza della sua creazione lirica. Questa teoria fu madre di infiniti mali per letterati e gli artisti d'ogni paese, e specialmente della Francia. La sua prima vittima fu Verlaine; l'unico che riusci a redimersene fu proprio Rimbaud, ma a patto di uccidere in sè la facoltà poetica, che aveva così disgraziatamente condizionato. A vent'anni, egli ripudia ogni cosa da lui scritta, va in Africa a fare, ahimè, l'avventuriere e il contrabbandiere d'armi proprio contro noi italiani, a favore del Negus. E non vuol saperne di letteratura e di poesia ; della sua propria, meno sssgegtdsrlche di ogni altra. Non vi è in lui neanche un grano di vanità, Rimbaud è fenomeno unico nella storia del mondo, ma, con tutti i suoi satani- ptaavugu1cpocsroee smi, dal principio alla fine, la sua vita non manca mai a uno stile di barbarica enigmatica grandiosità. • .** Verlaine, all'opposto, è debole e ignobile. Nel 1S67, quando gli muore l'adorata zietta Elisa.tanto buona con lui, annega la disperazione in una scandalosasbornia di tre giorni in giro perle osterie de! villaggio. Nel i86g.perseguita sua madre, troppo tenera e indulgente sempre, sino a perdonargli sempre tutto, sino a rovinarsi per lui ! Parecchie volte si ripetono orribili scene, in una delle quali egli tenta strangolarla; e il movente è sempre una richiesta di -denaro. Nel 1870 e nel 1871, appena sposato, cambia due o tre volte domicilio per sottrarsi alla coscrizione, e ogni volta che gli occorre qualche cosa, manda la sedicenne sposa in giro, sola, per Parigi assediata, tempestata di obici, poi solcata dalle barricate e percorsa dalla Comune; ed egli l'aspetta, ben materassaio, a casa. Quando sta per nascere il bimbo, una notte, egli la butta giù dal letto. Quando il bimbo è nato, e la piccola mamma giace esangue dal travaglio, egli rincasa ubriaco, urla e litiga e si sdraia vestito sul letto della puerpera, con gli stivali pieni di tango posati sul cuscino, accanto „ * v dj , ; due iornj . .,. . \ ,.? , doP,0' 1 infermiera deve difendere la .sua. P^nte con le mol lette da fuoco arrossate contro il marito che vuole ucciderla e incendiare la casa ; un'altra volta, egli prende il bimbo per un piede e lo scaraventa di getto attraverso la stanza. Quello che accadde a Bruxelles con Rimbaud, il duplice ferimento e il doppio tentato omicidio, è noto. Negli ultimi anni, divide pallida e malata esistenza tra gli ospedali e le case di due miserabili donne del marciapiede, che se lo contendono, e lo lasciano ad ora fissa ogni giorno per la ricerca di altri clienti. La convivenza, nello stesso corpo calvo e camuso di questo satiro malefico, con il grande poeta dalla voce d'oro, c'impone l'enigma insolubile della diversità della natura umana. Dal fondo della prigione belga, dopo l'oscena rissa con Rimbaud, egli ha intonato per la Divinità, per Gesù Cristo e la Vergine Maria, alcuni dei canti più perfetti che mai siano usciti dall'animo di un poeta; profondi e puri, come quelli di jacopone e dei mistici medioevali. Ha trovato per l'amore e per la bontà voci ineffabili, pregne di lagrime, che resteranno nei secoli. Al Porche riusci di rintracciare il prelato, che, giovanissimo, aveva dato l'assoluzione al poeta il giorno prima della morte. « Signore, egli era un cristiano» disse il sacerdote. La religione, la poesia, il genio — non si può chiedere più alto raggio, per redimere la stanza infame, il lurido giaciglio dove spirò uno dei più genuini poeti della sua età. Margherita G. Sarfatti

Luoghi citati: Africa, Bruxelles, Francia, Parigi