Nessuna convocazione della Lega è stata decisa

Nessuna convocazione della Lega è stata decisa Nessuna convocazione della Lega è stata decisa Londra prigioniera delle difficoltà da se stessa create e i l , l e e a ò a o a i e o. è a i n à a lel aa l¬ Sgonfiamento La sfuriata societaria si è calmata; l'offensiva degli uomini che attendono da Ginevra il miracolo è caduta nel vuoto; la trappola condita di zucchero e miele per trarre l'Italia in una discussione dinanzi al Consiglio della Lega si è rivelata degna della precedente proposta di concessioni... all'Etiopia. Lo sgonfiamento è in parte dovuto all'atteggiamento pretenzioso del Negus che in interviste e in discorsi assume le pose di Leone di Giuda, e che discreditando in anticipo i progetti di compromesso lanciati a destra o a sinistra, ha indebolito l'efficacia della manovra agli occhi stessi di chi l'aveva preparata. Ma oggi, come da parecchi mesi, la vera chiave di volta della situazione è offerta dalla sicura fermezza italiana; l'ordine ultimo di mobilitazione ha fatto capire che verso l'Italia si morde il granito. Noi sappiamo dove vogliamo arrivare; le nostre intenzioni sono chiare; non c'è più tempo di discutere su posizioni sorpassate da quasi un anno. E' il giuoco inglese che è destinato a scoprirsi; l'evoluzione indicata nel discorso di Hoare ai Comuni non può arrestarsi perchè sarebbe insufficiente dinanzi all'inesorabile corso degli avvenimenti : occorre arrivare al riconoscimento esplicito, senza riserve e senza insidie, in un futuro più o meno lontano, della missione di ordine e di civiltà in Etiopia. La realistica politica inglese non è stata mai schiava di formule; non le costerà eccessiva fatica liberarsi di alcune frasi avventate. Oggi ad esempio il Sottosegretario agli Interni è stato abbastanza esplicito quando ha dichiarato che il suo paese non vuole essere l'unico poliziotto al servizio della Lega; stia tranquillo, se ci rinuncia da sè nessuno domanderà conto a Londra della indesiderata funzione. Ottimismo? Affatto. Le prove non sono finite; ma si rinsalda la certezza che il diritto dell'Italia vincerà tutti gli ostacoli. H fattore italiano conta molto e in Europa e in Africa; l'amicizia italiana, che è sempre leale e feconda, non verrà facilmente abbandonata da chi l'ha ritrovata dopo anni di errori; in questa Europa travagliata, esposta a tante inimicizie, è un bene enorme che vi sia un popolo giovane, fresco di energie, capace di affermare la potenza della civiltà contro la barbarie. Combatterlo con qualsiasi arma sarebbe un delitto e peggio che un delitto, un tentativo di suicidio, poiché ogni errore in Africa si paga. E l'Inghilterra è la più interessata. smSlepdscpapCszessdlgsiitandolsttstgfbmnreÌiWssdgetfqpsUna lezione di Avenol Ginevra, 19 notte. Avevamo annunziato avantieri che il Segretario della Società delle Nazioni avrebbe deciso di inviare un telegramma ai membri del Consiglio della Società delle Nazioni, per invitarli a tenersi pronti fra il 25 luglio e il 2 agosto per una riunione dell'esecutivo societario, alfine di esaminare la situazione del conflitto italo-abissino. La notizia era rigorosamente esatta ed essa veniva trasmessa contemporaneamente dalle grandi agenzie internazionali come l'United Press e la Reuter. Ma, cosa che noi non immaginavamo, essa ha avuto il merito di suscitare le ire d'alcuni ambienti specialmente societarizzati del Segretariato dove, pur professandosi le massime della diplomazia a carte scoperte. si vuole mantenere un segreto massonico su alcuni avvenimenti. Si trattava infatti di questo: il telegramma in questione era stato preparato e doveva partire, quando si è fatto opportunamente osservare a certi funzionari della Società delle Nazioni che non era in potere del Segretario generale adottare questa nuova forma di preavviso per una riunione del Consiglio e che, nel caso in questione, era il presidente in esercizio del Consiglio, signor Litvinof, e non il signor Avenol, che doveva stabilire la riunione dell'esecutivo societario. Inoltre la risoluzione del Consiglio del 25 maggio stabiliva che se alla data del 25 luglio gli arbitri italo-etiopici non si fossero messi d'accordo fra loro per il regolamento della divergenza italo-abissina, o non si fossero intesi per la nomina di un quinto arbitro, il Consiglio dovrebbe riunirsi per esaminare la situazione dopo il 25 luglio. Non era quindi opportuno al 17 luglio prevedere che cosa sarebbe avvenuto il 25 luglio e invitare i membri del Con- I zio ciripdevndhsatoè Gme psbfd'sErio sl Grin6vr& Queste mancanze di forma e di Ssostanza sono state fatte oppor- Ptunamente rilevare ad altri soler- dti funzionari del Segretariato che nsi sono dovuti inchinare alla real- ctà fino al punto di dover trangu-' Pgiare il comunicato ufficiale che bfa Società delle Nazioni ha pub- ^pilblicato oggi e che dice esatta- 1mente : « In seguito a certe informazioni di stampa, il Segretario gene- rale della Società delle Nazioni laerede utile di dare le precisazioni stÌ^^L^E^aÌ^L^ SS" spiWoclKie^ listata prevista dalla sua risoluzio- dne del 25 maggio 1935. Con quo- ssta risoluzione il Consiglio ha spe- cialmente deciso di riunirsi nel mcaso in cui in mancanza di accor- 30do fra i quattro arbitri per il re- Dgolamento della divergenza italo- qetiopica una intesa non fosse in- htèrvenuta alla data del 25 luglioj^fra questi arbitri per la scelta del quinto arbitro salvo accordo dei quattro arbitri per la proroga di,8,tale termine. Nella eventualità'11prevista dalla risoluzione, il Con- gsiglio dovrebbe riunirsi per esa- minare la situazione dopo il 25 lu- ! tuapindpduglio, data fino alla quale gli arbitri possono ancora intendersi sulle questioni che sono di loro competenza come la scelta di un quinto arbitro o la proroga del termine t>. Con questo comunicato, il Segretario della Società delle Nazioni riconosce in pieno che fino al 25 luglio non è il caso che la Lega si immischi nello sviluppo dell'arbitrato italo-abissino e di conseguenza i solerti funzionari son dovuti rientrare nel loro guscio. G. T. sftds^c I pericoli del pacifismo .Londra, 19 notte. L'assenza completa di informa- zioni ufficiose e delle consuete più 'o meno attendibili indiscrezioni circa i problemi esaminati nella! riunione di Gabinetto di ieri, è la prova più convincente delle profon- de incertezze che tormentano il Go-j verno e che si accentuano man ma-1 no che si approssima la riunione dei Consiglio della Lega. Londra ; ha creato le difficoltà, ed oggi non j sa in qual modo^djkrlcarserie. Tut-j to ciò che è dato sapere a Londra, è che le informazioni ricevute dal Governo dai rappresentanti diplomatici dell' Inghilterra a Parigi e a Roma, sono tali da lasciar ben poche speranze in una pacifica sistemazione della vertenza italo-abissina. Passi vani e inutili attese Da Roma, sarebbe giunto il refe'to di un notevole irrigidimento della posizione italiana, e, da Pa-'sibilità di una politica comune an- Slo-franco-itaUana di fronte al | Problema abissino, devono consi-j d™ inesistenti. Parigi, per ora n011 sl pronuncia, quantunque al-! cum corrispondenti da quella Ca- PltaIe affermino che Lavai sareb- be favorevole ad un convegno fral ^ Potenze firmatarie del Patto del!precisi, in questo senso, forse per il timore di un rifiuto italiano. 1906; ma non osi compiere passi Il collaboratore diplomatico del- ] la Momini/ Post, dal canto suo, so-1 stiene che il Governo inglese ha e- splicitamente invitato quello ita- liano a sottoporre la lista'completa delle sue doglianze dinanzi al Con- siglio della Lega. « L'invito — dice questo infor- matore —, sarebbe stato trasmes- 30 all'on. Mussolini Drummond, e quantunque fino a questo momento Londra non ab hia ottenuto una riarmata ila Rn-j^ta^ ^^d^.^^^a? da sir Eric A che cosa mirasse questo pas¬ , . . . ciò "che scrive 8,0' «> si aeauce aa ciò cne scrive 11 collaboratore diplomatico del giornale in parola: « Il Governo britannico spera tuttora — egli dice —, che l'Italia approfitterà di questa occasione per dichiarare le sue aspirazioni in Abissinia e render note le sue doglianze contro quel Governo. Ciò porrebbe la questione sotto l'egida di Ginevra e Tenderebbe possibile ulteriori sforzi in vista di una si-stemazione pacifica ». In altre parole Ginevra sarebbe fatta arbitra della situazione, e l'I-talia dovrebbe rimanere ad atten- dere il verdetto della solenne as-semblea. A queste informazioni di^ffSSS Zche l'esito negativo delle discussio- ni in seno alla riunione del Gabinetto di ieri. Ciò che in ogni modo appare deciso fin d'ora, è il fermo proponimento del Governo di non compiere azione isolata, ma di as sociarsi a proposte di azioni al trui, fatte tutte per il tramite della Lega. Ieri notte, in un pub-! blieo discorso il capitano Walla- l ce, Sottosegretario agli Interni, ha ! riaffermato che il Governo britan- j nico non intende essere l'unico ! poliziotto della Lega delle Nazio-ì ni, e che non intende, in alcun I j caso, «.swe spinto da alcuni bel- J licosi pacifisti ad una azione aggressiva di fronte alla vertenza abissina. Un puzzle nipponico Contribuisce ad accentuare le perplessità di Londra, l'incerto atteggiamento di Washington e quello di Tokio. Il Governo americano e quello giapponese, un giorno dichiarano di non volersi im- mischiare nelle faccende europee, 'ed in quella italo-abissina in par- no appello a passi internazionali | llL^f1^^^j vertenze 0 a loro speciali mte ressi, in tal modo smentendo co ! che avevano detto il giorno prima, t. America ad esempio, vuo ve dere rispettato il Patto Kellogg, le-ciò al momento stesso in cui af! ferma che non intende intervenire impegni per la garanzia della pace. Tokio cerca anche in questo ] momento di fare una abile diplo 1 mazia, di mire caratteristica1 mente orientali incaricando il suo Ambasciatore a Roma di tare dlchiarazioni in un senso per poi , farne altre in senso opposto, La spiegazione di questa discor- 1 danza è stata data oggi da un f un zionario del Dicastero nipponico, , I-' nei problemi europei, nè assumere to dappresso tante altre fatte nei confronti degli eventi in Manciu- samente nella vertenza italo-abis- ha detto il funzionario — data a Roma in base ad ^ina ^ a conflitto tra l'Italia e a e , „ -1 Per 1uaU motlV1 istruzioni che l'Ambasciato™ Sugimura aveva ottenute dal suo Governo prima di partire da To-di ottobre scorso. 1 vano nulla a che Ini nel mese di ottobre fossero sta- e ! te date all'Ambasciatore, dato che do alla volta di Roma nel mese.. ~— - Esse non avevedere con un l'Abissinia. Il funzionario non ha però detto queste istruzio- -1 allora non esisteva affatto la pos-- ; sibilila di una vertenza aperta fra -iRoma e Addis Abeba, e neanche i|Per quale motivo si sia preoccu-ZI - riSrdoTiT °MavR£SCOn -J nove mesi. R. P. deU antl=° Segretario di Stato ai^u^'con Ta ^""competelza esamina dal lato giuridico la questione del canale di Suez in rapporto alla insensata minaccia pronunciata da qualche parte nel Parlamento inglese di chiuderlo, ticolo ^""concìutione che vca il Bei-liner Tageblatt di do-1 mani mattina dovuto alla penna fLa chiusura del Canale di Suez minaccia insensata Berlino, 19 notte. Un importante articolo pubbli- ar un provvedimento di tal genere sia assolutamente da escludere in base a documenti irrefragabili. Innanzi tutto non può essere messo in dubbio che il canale già nel documento stesso di concessione è concepito come neutrale. E questa neutralità fu poi consacrata un'altra volta giuridicamente nell'accordo di Costantinopoli del 27 ottobre 1888. « Si accenna riguardo a questo accordo — dice l'autore — a una riserva generale che l'Inghilterra vi ha fatto; ma <luesta riserva inglese decadde poi con la dichiarazione franco def 1904. Nell'articolo 6 di ouesta dichiarazione è fatto espresso cen no al canale di Suez e il Governo inglese pronunciò un esplicito riconoscimento del patto di Costantinopoli ». Del resto lo scrittore aggiunge che basta ricordare come una parte della flotta russa durante la guerra russo-giapponese al comando dell'ammiraglio Rochestwensky recantesi nell'Asia orientale passò attraverso il canale di Suez senza che l'Inghilterra, la quale pure simpatizzava per il Giappone, avesse modo di protestare. ■ tata da certi ambienti politici egi-[Allarmi egiziani da fonte assai sospetta Alessandria (Egitto), 19 notte. Una nuova tesi viene prospet- alani in ordine al conflitto italo-Uetiopico. La tesi, che potrebbe sa- pere anche di ispirazione inglese, è la seguente: l'occupazione ita-1liana dell Abissinia porterà ad una maggior affermazione del do- minio incese in Egitto. Il grido d'allarme è quindi questo: l'Italia si insedia in Abissinia, se, l'Egitto non avrà niù la sua ina!- !i^giLLu non avid. più ia sua inai- pendenza. Tale tesi e apparsa og-gì in un articolo del Rosa ci Yus-\set in cui si esamina la posizione,strategica del Mediterraneo e del Mar Rosso e nel quale si afferma che gli italiani insediati in Abis-sima, avranno la chiave del Mar| Rosso con grave pregiudizio degli interessi britannici. t „ -<..■-»- -.1ea, rivista Mussami- afferma di sapere che sì attendono in Egitto ^r^i^^ ET. venienti Indie. dall'Inghilterra e aane Le truppe si insederanno na caserme attualmente occupate da soldati egiziani 1 quali verreb- bero spostati in altro luogo Unagrande attività regna ad Abbas-sia, quartiere del Cairo dove sitrovano gli accampamenti militari inglesi. A. L. Una corrispondenza del Cairo pubblicata dal Daily Telegraphdice che viaggiatori che ritornanodata Somalia italiana e dall'Eri-trea riferiscono che le condizioni igieniche in quelle colonie sono enormemente migliorate. Gli stesT si viaggiatori rilevano che le trup- pe sono attualmente dislocate perla, massima parte sull'altipiano Li buone condizioni igieniche in Somalia e in Eritrea Londra, 19 notte dove le condizioni climatiche sono ottime. Notevole progresso è stato compiuto nella costruzione di strade dall'Asinara verso l'interno. Altri piloti e specialisti richiamati alle armi Roma, 19 notte. Proseguendo nei preparativi di mobilitazione per la difesa dei nostri possedimenti nell'Africa Orientale — giusto il comunicato N. 8 del Ministero per la Stampae la Propaganda — il Ministerodell'Aeronautica ha richiamato al- Ile armi altre aliquote di piloti e'specialisti. La situazione a Belfast dssta inquietudini a Londra Londra, 19 notte. La stampa londinese fa praticamente silenzio intorno ai gravissimi incidenti di Belfast e poco o nulla se ne saprebbe se oggi l Manchester Guardian e il News Chronicle non pubblicassero rag:- .. „,,„„ „if„0_:„_. „,,„.!. S.uaSu sulla situazione pm pieci- ni wl niinlli «nViVilinoti noi tririi*r^i si di quelli pubblicati nei giorni scorsi dai giornali. Gli incidenti tendono a ridursi a baruffe fra cattolici e protestanti senza aumentare il già ingente numero delle vittime; la situazione, però, rimane a tal punto tesa da suscitare le più vive apprensioni a Belfast e a Londra. Ciò si deduce dal fatto abbastanza elo- quente che Lord Craigavon, Primo Ministro dell'Irlanda del Nord, è giunto a Londra e si è recato a visitare immediatamente Baldwin e poi alla Camera dei Comuni ove ha avuto lunghi colloqui coi più influenti membri del Parlamento. Ciò che si teme a Belfast non è tanto una ripresa di manifestazioni sulle strade quanto un inasprirsi dei risentimenti e una estensione dei disordini ad alcune regioni dell'Irlanda settentrionale ove i contrasti economici, politici e religiosi potrebbero assumere aspetti ben più tragici di quelli che hanno caratterizzato gli eventi di Belfast. Il corrispondente del Manchester Guardian si dichiara a tal punto allarmato dagli odi seminati da sette giorni di lotte, da pensare che soltanto un regime di stato d'assedio potre' .e ristabilire la normalità. I conoqui fra i gerarchi della Chiesa protestante e cattolica non sembrano aver fornito gli effetti pacificatori che il pubblico attendeva, tanto è vero che nel corso della giornata si sono prodotte espulsioni e fughe di famiglie protestanti dalle loro residenze nei quartieri abitati dai cattolici e di famiglie cattoliche residenti in quelli protestanti. La misteriosa Mongolia tra l'incudine e il martello Tokio sbarra la via alla Russia Londra, 19 notte. Il corrispondente da Hsìncj-Kinrj del Daily Telegraph telegrafa stasera al suo giornale il contenuto di un'intervista da lui avuta cou un « portavoce » del Governo dello stato da Manciuhuò, il quale gli La Camera dei Comuni ha ascoltato con viva attenzione, oggi, le dichiarazioni fatte da Simon sugli eventi di Belfast. Il Ministro degli Interni ha dichiarato che dell'ordiiie nell'Irlanda del Nord è responsabile esclusivamente il Governo di Belfast ma si è detto felice di poter annunziare che dalle informazioni ricevute in mattinata la situazione in quella città risultava notevolmente migliorata. Lansbury ha consigliato una conferenza alla quale dovrebbero partecipare il Primo Ministro e il Ministro degli Interni oltre ai capi delle varie Chiese. Simon ha però detto che le difficoltà nell'Irlanda non sono create dai gerarchi religiosi ma dai loro seguaci ed ha espresso la convinzione che la situazione si avvierà rapidamente verso la normalità. Gli ultimi telegrammi di Belfast riferiscono che non si sono prodotti incidenti seri oggi ma che un gran numero di mobili tratti fuori dalle case dei cattolici sono stati incendiati sulle strade. Ua f(1tto accenni fin troppo espli cjW aUe intenzioni nippo-tnancesi in mongolia Egli 'ha detto come preambolo chg to Mongolia « è un paese D' sc„,.0 a mlttte.rinsn rhr sm„jn/i,, L° mistenoso, che somiglia Tibet di un tempo ». Vrga, la città santa mongola, è una secon o"; Lf ** *P"Ce un'Estremo Oriente sarà sempre minacciata finchc a governo di Urf.a impe. airà kl penetrazione delia civiltà, (<n mondo Oomanda di sapere _ ha dichiarato a rappresentatilo deUa Manciuria — per quale ro rjione la Mongolia rimanga chiusa 0j commercio internazionale. Il „rotacollo ninne m»»™™ ,-,>;»>,/« ?°n,u,tn r 1'"pp°ma',ce-*e 'lchlede 11 lu t-"& »" appunto che gli ostacoli al corn w«-oio siano aboliti». r,„ -.„„,.„ w_;7,, *„„„,•„„„ ^noiuZ e M^TZ* Ao solite: un incidente di frontiera, K rapimento, cioè, di un funzio „oHo nipponioo. Ora la Manciuria L « Giappone, d'accordo col pro tocollo sopm men3Ìmlato clìwdono cft0 la Mongolia ritiri i - dulia zona di frontiera la cavalleria, la quale ammonta a 15 mila uomini. La Mongolia risponde proponendo la istituzione di una commissione arbitrale di cui la Manciuria, però, non vuol sapere. Quest'ultima chiede che una missione, di cui facciano parte anche i giapponesi, possa- insediarsi a Vrga e clic una I »»f»**P»» mongola venga inviata a ]H^0-King. rgiapponesi sarebbe,''0 Preoccupati, cosi ha detto Mu\tervistato, soprattutto del fatto I ™n 1 russi si mostrano aggressivi frontiera mancese e at- £ -w penetrazione in j Mn"!'01"1- ! insomma, se qualcuno deve pe commerciameli te c tote- ! rumente nell'oscuro e misterioso paese, il Giappone è deciso ad essere il primo. E qui sta la morale di tutta la faccenda. ;lagname, pagandoli a contanti )400 mila sterline. Il pagamento a i contanti viene spiegato dai Soviet ! col fatto che il credito in InghU [terra è troppo caro, 7 piroscafi ordinati dai Soviet all'industria inglese Londra, 19 notte. Il Governo sovietico ha ordinato in Inghilterra la costruzione di sette piroscafi per il trasporto del La e il

Persone citate: Baldwin, Hoare, Lansbury, Leone Di Giuda, Manciu, Mussolini Drummond, Negus, Walla