Il tranello leghista

Il tranello leghista Il tranello leghista nel quale si vorrebbe attirare l'Italia Londra, 18 notte. te Quantunque gli eventi precipi- famtino, a Londra perdura il convln cimento che entro i prossimi tre o quattro giorni e comunque prima della data fissata per le discussioni ginevrine, una sistemazione qualsiasi verrà raggiunta fra le Potenze firmatarie del trattato del 1906: Inghilterra, Italia e Francia. Si ritiene qui che la diplomazia delle tre Potenze sia attivissima in questi giorni e qualche giornale giunge flnanco ad asserire che l'azione intrapresa dall'Inghilterra a Parigi abbia sortito qualche effetto persuasivo e flnanco determinato tentennamenti nel fermo atteggiamento di Lavai. Per ora questa appare più una espressione di speranze, che una realtà. Ma, per rendersi conto della parte che si vorrebbe far recitare alla Lega, è di reale importanza un lungo articolo che Gordon Lennox, collaboratore diplomatico del Daily Telegraph, pubblica oggi in questo giornale sotto il titolo: « Che cosa l'Italia cerca in Abissinia ». Lo scrittore è persuaso che della vertenza Ginevra dovrà, in ogni caso, occuparsi. La possibilità che l'Italia all'undicesima ora presenti al Consiglio della Lega il memorandum delle sue accuse contro l'Abissinia è ammessa da Gordon Lennox, il quale ritiene che tale atto di accusa eserciterà una potente influenza sulle conclusioni alle quali giungerà il Consiglio. « Ma pochi — egli aggiunge concederanno che il compito di delesomditoririsutonSsirainctosatflrifllt(tceain^dmette're"ordme'ta"Xbte^^^ essere immediatamente affidato a un singolo Stato che chiede tale diritto con la pistola alla mano ». rI rimedi ipotizzati crctE' già un primo avvertimento I pdi ciò, che Ginevra potrebbe pre-1 qparare. La Lega, dato che rico- rnosca la necessità di agire, po-1 vtrebbe « con perfetta correttezza e senso comune » nominare suoi agenti « le tre Potenze euro-1 rpeej i cui interessi in Abissinia | sono già ben riconosciuti ». Pri-1 ]ma però di agire, spetterebbe a :sGlnevra sondare i sentimenti del- j tposte sotto l'autorità di ; lcstezza. pquali Ule tribù poste sotto l'autorità di Addis Abeba nell'ultimo mezzo secolo. La Lega poi dovrebbe esaminare quali passi siano stati LqtltSere1 ^2^° £ '< quali motivi l'Imperatore risulti incapace di impedire le razzie lungo le frontiere del suo Paese, «attività queste — dice lo scrittore — le quali non sono affatto dirette in modo esclusivo contro il territorio italiano ». Messi poi in chiaro questi punti, Ginevra passerebbe a vedere se vi siano state misure discriminative a danno di singole Nazioni e quali ne siano jni motivi. Infine la Lega, in base ; EagH alti sensi di equità che carat- lterlzzano i suoi atti, dovrebbe de-1 nterminare « se l'Abissinia abbia avuto eque e sufficienti possibilità di adempiere alle promesse da- ibddsTbs te quando venne ammessa nella famiglia ginevrina ». Chiariti questi punti, si procederebbe ai rimedi. In altre parole, le Nazioni del mondo « e non una sola » deciderebbero con quali mezzi uno stato di cose non soddisfacente possa essere rettificato, senza porre in questione il diritto dell'Imperatore etiopico a rimanere monarca dei territori sui quali egli esercita la sua autorità ». ndqmLppQuestioni di lana caprina IiltleCome già dicevamo ieri, la ma | mnovra appare sempre più chiara., dSchiacciare la vertenza italo-abis- ' sina con un mastodontico memo¬ randum leghista e con discussioni interminabili su problemi di lana caprina. Cosi si guadagnerebbe tempo; si darebbe da fare agli oratori mandati a spasso dopo l'insuccesso della conferenza del disarmo e si salvaguarderebbero tutti gli interessi delle nazioni profondamente disinteressate. Che tali interessi esistano, del resto, lo riconosce lo stesso scrittore. Egli infatti dice — e questa sua con¬ snaslrggcefessione è preziosa — che « per l'Abissinia, per l'Italia e anche per; l'Inghilterra nessun risultato po- ! trebbe essere meno desiderabile; (quello cioè di uno smembramen- j to dell'Abissinia nei suoi vecchi j componenti feudali), giacché deve!essere francamente ammesso che 1 anche l'Inghilterra ha i suoi vitali interessi nell'Abissinia nord occi- ! adentale, e questi non manchereb- di essere pregiudicati dalla ia| I rottura di un regime col quale ha j zmnTvdApconcluso i suol accordi di garanzia ». Per indurre l'Italia, poi, ad accettare a braccia aperte lo spettacolo di oratoria leghista, v'è chi I propone che l'Inghilterra faccia 1 qualche solida concessione sul ter reno europeo. Il deputato conser1 vatore Cazalet, ad esempio, pro1 ranzja dell'indipendenza austriaca. I t | « se noi dessimo all'on. Musso-1 t1 ]ini _ dice il deputato — una as-1 :siCUrazione del nostro proponimen j to di recare un contributo equiva ; lente a quello che potrebbero recare l'Italia e la Francia per preservare l'integrità dell'Austria, p0ne che si calmi Roma mediante 1 r Una proméssa categorica della ga-lLzfpLega delle Nazioni, mediante un ' questa assicurazione non potrebbe ; '< qualche influenza; La j jnistro degli affari esteri leghista, ; Eden, in risposta ad una interpel lanza, ha dichiarato che il Gover1 no ha fatto tutto il suo possibile a intervento dell'Inghilterra, potreb be offrire, per un limitato periodo di tempo, di garantire l'integrità dell'Austria ». L'Italia abboccherebbe, come spera l'autore di questa lettera al Times, all'amo ed il Negus sarebbe salvato. Alla Camera dei Comuni il Mi- per accelerare un'amichevole sistemazione della vertenza italo- e abissina e continuerà, in questo suo sforzo tenendo pienamente i " de*U obbuSmi conto dei diritti e degli Stati membri della Lega. Le riunioni del Gabinetto La vertenza italo-abissina e, " . f„ „„. „,„. „,m_j ; stata esaminata nei suoi ultimi , ... ..... 1 sv luppi in due riunioni odierne>" cs „ „„j u„ „:del Gabinetto. Si apprende che ai ministri sòno'staU ietti i rappòrtiIdegli ambasciatori britannici a^Roma ed è stata presa in considerazione la convo-la Parigi e che c sutui siderazione la convo"castone del Consiglio della Lega.'Il collaboratore diplomatico del ! Daily Telegraph afferma che il Kproblema è diventato cosi ampio ! e di una importanza così vasta che '^irno^ion nuove discussioni ministeriali sa ranno inevitabili prima che l'atteggiamento dell'Inghilterra sia definitivamente deciso. Il Primo Ministro francese Lavai non ha ancora avuto tempo di dedicare l'intera sua attenzione alla con- troversia italo-abissina. Egli ag ' giunge che l'ambasciatore inglese a Roma non è stato ancora in gra-,do di annunciare al governo lon-.dinese alcun progresso sostanziale 'delle conversazioni che egli ha a- vuto in questi giorni con Musso-,lini e con altri membri del Go- verno italiano. 1< Informazioni che giungono a Londra — egli dice in fine — f an- no ritenere che l'atteggiamento dell'Italia si sta irrigidendo e che quello della Francia indica per il momento una certa indifferenza. La situazione però — egli dice potrebbe mutare nel corso prossimi giorni ». R. P. Illusioni e temporeggiamenti Parigi, 18 notte. Si ritiene, in queste sfere, che il signor Avenol, in base ai risultati del proprio viaggio a Londra e a Parigi, inviterà senz'altro i membri del Consiglio della Lega delle Nazioni a mettersi d'accordo sulla data miglior: per una riunione la quale assolva il compito assegnato lo scorso maggio alla seduta che avrebbe dovuto avere luogo il 25 corrente. Il Segretario generale proporrebbe, a quanto si dice, i primi giorni di agosto. In quanto all'oggetto stesso della riuntone pare che, per non contrariare l'Italia, esso verrebbe limitato alla nomi mdcsdei | drdpsstpavcpdlltct; italiani ed etiopici deìfa commis ! si0ne arbitrale, ; superfluo dire che qui nessuno j crede alla possibilità di tale con j ciliazione Ma i0 scopo della riu!nione sarebbe, secondo il solito, 1 qUeu0 di far guadagnare tempo aIla Lega, nonché alla Francia e ! all'Inghilterra, permettendo loro di attrarre l'Italia prima del 25 iagost0 nell'orbita delle conversa- irla, di un perito neutrale, incarica- | to, ai sensi della decisione del 25 I maggio, di tentare la conciliazio-1 ne delle tesi dei rappresentanti I j zioni tripartite. Queste prospettive sono infirmate dal tenore delle dichiarazioni del Negus al corrispondente del Times, dichiarazioni le quali provano anche ai più prevenuti la difficoltà estrema di restare con Addis Abeba sul terreno della diplomazia. Di fronte ad un governo che I tenze europee ha ormai conferma1 to nella più tracontante resisten1 1 ratteggiamento imprudente della lLega delle Nazioni e di varie Po- za a qualunque accordo pacifico fondato su concessioni da parte sua, l'affaticarsi a ventilar compromessi fra le Cancellerie di Roma, Parigi e Londra sarebbe tempo perduto e non potrebbe se non ' tempo per la sua preparazione mi- ; danneggiare l'Italia, procurando j ^Jefsario più am/margini di e litare Il Journal des Débats ne conviene e scrive che le dichiarazioni di Hailé Selassiè non lasciano adito a sperare in una prossima composizione del conflitto, e che, d'altra parte, il Duce pensa che l'ora per una soluzione non sia ancora giunta e che l'Italia abbia interesse a persistere nella propria pres sione militare. In quanto al carattere generale della situazione, Wladimir d'Ormesson constata nel Figaro che l'Italia, virtualmente, ha già vin- o to ,a partita, visto e considerato e i h l'Inghilterra ha operato una mi ritirata strategica, limitando uf- ficialmente le proprie esigenze al salvataggio morale della Lega delle Nazioni e che, dal canto suo, il Negus, avendo lasciato passare il e, ; momento favorevole per cavarsela i . t 5 - „-_j„_ 1 a buon mercato, e ormai condan- e>a , . o :nato ad affrontare con Roma una i . . . „ ,„ emoffQiinno npr lo armi, dopo la iIsPieSaf°"e Per l« a^uale e da Preveder. a Posizione per trattare sarà molto -lmcn° buona dl 1uanto nonfoase i .'len- Lo. scrittore aggiunge tutta. l ! vfia> ripigliando.la tesi cara a quel K1 amblfnt,1 ""'f03?' cbe 1 Ital a o ! av^bbe l°rto dl tender„e £°M>° *a e 'corda tanto. nei rl8™rdf d|,lla Le" ga quanto in quelli delle Potenze ga quanto in quell interessate alla soluzione pacifica della vertenza, giacché il giorno che avesse rotto il contatto con Ginevra essa si vedrebbe moralmente costretta a fare in Abissinia a o a e - "na guerra sul serio, cosa che po ' Irebbe condurla troppo lontano. La e persuasione del Figaro, come del-, VOouvre e di molti altri giornali -.francesi, continua, infatti, ad ese ' s«- quella che l'Italia voglia fare - in Africa Orientale una semplice -, dimostrazione militare per poter, - : doP° di essa- trattare su basi mi 1 gUorl. Non c'è pe&gior sordo di chi a - non vuol sentire. C. P, |

Persone citate: Duce, Gordon Lennox, Negus, Selassiè, Wladimir D'ormesson