I fantasmi dei milionari di Ernesto Quadrone

I fantasmi dei milionari VIAGGIO DI SEI GIORNI CON MIO FIGLIO GIOCONDO I fantasmi dei milionari . que a te, alle tue condizioni, ma MONTECARLO, luglio. I bMio figlio che non ho, mentre m'automobile filava verso uno dei polli delle prealpi liguri mi ha fato questo ragionamento: Tu babbo credi ancora alla potenza delle ricchezze che gli uomini hanno ammucchiato nel dopo guerra e non t'accorgi che molte sono già crollate e che molissime stanno crollando. — Non dire delle sciocchezze, Giocondo, come vuoi che non mi accorga per esempio della mia miseria f — Della tua, è naturale che te ne accorga, ma intanto tu, sei sempre stato ricco... — Sempre povero, vuoi dire. — Che è la stessa cosa. Quindi per valutare te stesso non hai a disposizione un qualunque termine di paragone. Non pensare duti considera invece quelle degli altri. Lezione di filosofìa — Non mi interessano. — Male, babbo mio. Se un giorno io mi sono fermato e non ho voluto seguirti mentre tu fuggivi dal povero baraccone di Anna, la proprietaria del tiro a segno ambulante, avevo le mie buone ragioni. — Non hai voluto seguirmi, ma intanto sei sempre vissuto in me stesso, alle mie spalle. — Non rimproverarmi le molte felicità che cosi facendo ti ho date. Io sono rimasto idealmente nella scia di quella povera casa con le ruote che andava trabal dcmspsntlandò per il mondo, sicuro che un giorno saresti tornato a ripren- dermi come tutti gli uomini sono già tornati o stanno tornando a raccogliere i brandelli della felicità sperperata per correre dietro agli effimeri tesori creati artifi cialmente e che adesso stanno di roccando squassati dalla bufera scatenata attorno al vecchio mondo. Accendi la sigaretta a Giulia. Giulia, seduta sui comodi cusci j dell'automobile, ascoltava. Le ' 7_ ,„kfc,.„ ridevano visibilmente le labbi a rosse ben disegnate e leggermen- te alzate sui denti bianchi e le ridevano gli occhi color del tè, riparati dagli occhiali neri. Peccato, pensavo guardandola, che se ne sia innamorato questa specie di mascalzone che è mio figlio. — Vedi, babbo — seguitava Giocondo sgusciando tra un carmi camion e un ciclista, ro, Giulia rappresenta una delle nuo„e ricchezze. E' la donna che for Ua SUperficie, che risale alla luce. che riacquista il suo valore etico, estetico e religioso dopo es sere stata travolta dal tumulto che ha dilapidati tanti tesori di gentilezza e di amore. Giulia è il simbolo vivente di un sano romanticismo che rifiorisce. Mentre il figlio che non ho così andava divagando, io pensavo come e dove avesse attinte tante belle teorie, e come rimanendo nel mio essere, ben nascosto, avesse potuto occhieggiare sulle vicende del mondo reale che io solo, fisi camente, avevo attraversate. E mi veniva voglia di dargli uno schiaffo. Il paese dove slam nati L'automobile attraversava dei paesi che in gioventù avevo conosciuto e sfiorava quello dove ero nato con Giocondo. Ci veniva incontro un profumo tutto speciale, un profumo di innocenza che in realtà non esiste va ma che pareva esalare da certe siepi che avevo veduto ed amato da fanciullo. Adesso, pensavo. Giocondo s'accorge di quest'onda di spicciolo sentimentalismo che tutto mi avvolge e rompe la magìa del mio sogno retrospettivo con una di quelle sue risate che mi agghiacciano il cuore. Anche Giocondo invece taceva e tutti e due in quel momento andavamo perfettamente d'accordo e i nostri pensieri erano sincronizzati. Giulia taceva come se sentisse la nostra emozione e non volesse turbarla. Le donne hanno una sensibilità istintiva molto superiore alla nostra. Il grave torto della nostra epoca è quello di averle standardizzate nella nostra erronea valutazione: gli americani ci hanno abituati a vederle a gruppi. Gruppi di ragazze che son venute su mpaconed'casupetocofibad'dae drigGtucpbardIlmamgfloi cattraverso gli stessi esercizi spor-\cfirn, che hanno fatto il bagno aliai ustessa ora, che si son nutrite coni bgli stessi alimenti, che si son at-\mte tutte bionde, che son cresciuta I mfino a raggiungere la medesima] statura e che hanno imparato per- ; asino a pensare le stesse cose e ad esprimerle con le medesime pa- ,„r e- i mrof- - {cLa compagnia di Giocondo e l*\dmia forse avevano staccata Giù- mha dal gruppo e le avevano ridata'èvèrsonaim B ÌnCOnfo,maeìsp „ a , ' .. . . [vIl nostro paese natio pi è ve- mito incontro con una taledol-cezza che Giocondo e io abbiamoì „ ....■.» 7, t7 t». 1 ■ Ivsentito il bisogno di stringerci la\ j » awmyrsiv, •« rmano per vincere l'inesprimibile e „. . ,. ' , „ , i prara emozione che saliva dalle lon- ' . . ... 7, . . .,. . ptananze delle nostre giovanili im- „„„„„„, „,/-.. , . npressioni. Ogni cosa che: vedevamo \nacquistava un valore ai nostri oc\achi: un valore trasparente e va- ,tetico ""iwrara t, i7.t^i7)„*™„_*„. • t {«Neil atmosfera che ci avvolgeva vpassavano i fantasmi dei morti, ama fantasmi pieni di bontà e MÌpsorrisi, che il vento vivificava, e, ai quali tutti i suoni che corrono gna» terra mettevano sulle loro »bocche chiuse una voce dal Umbro-dconosciuto e indimenticabile. „„ . , „ '"*>-"•««<=. •sEra troppo bello e troppo dolce i , . ""K,c ?passare nel paese dove eravamo cf.~*.-. * * u 7» 7 ..... i s£X ITI n ? c,te/"° tWy>\ 1 *£J£J? ti lafmrs:\lincantare ha premuto il piede sul- l'acceleratore. Giulia ci guardava e ci capiva: ,era, come se comprendesse per la prima volta degli uomini con i,aqitah trascorreva delle ore nuove.*fitsaZtto un colle delle prealpi »na-jsrìttime ex siamo precipitati verso il mare e Za maecftina ha messolle ruote sulla strada asfaltata più ; bella del mondo. I Una sosta alla casa di giuoco KCorrendo tra due file di gerani'. ancora fioriti siamo arrivati aliai frontiera. Prima della frontiera I zGiocondo mi ha fatto il brutto tiro! di fermarsi un attimo attorno al tappeto verde di una rinomatissi-\ma casa da giuoco sicché quando'il doganiere gentile ci ha chiesto se recassimo con noi una somma importante di valuta italiana, Giocondo ha potuto aprire è mostrare l'interno del portafogli con tranquilla coscienza. Perdendo al giuoco aveva acquistata una palese libertà fisica e spirituale. Avrei strozzato mio figlio. E' vero che mi ha abituato ormai a tutte le emozioni ma è altrettanto vero che io l'ho pregato in ginocchio di risparmiarmi il dolore di fare i capelli bianchi prima del tempo. — Come sei borghese, babbo — mi ha detto Giocondo — come sei in arretrato con i tempi; i danari come ti farò toccare con mano, si sono molto logorati e, con i danari non potresti ormai che acquistare quelle ricchezze dalle quali gli uomini sono già stati costretti a distaccarsi. Stiamo attraversando il paese per le strade del quale i mi/ioni e miliardi hanno galoppato come torrenti. Guardalo, e onsideralo. Giulia che s'era tolti gli occhiali eri aveva come delle pagliette d'oro negli occhi color del té. Dalla alotta bianca, appena posata sul uo capo, l'onda dei capelli si rompeva ai lati della fronte alta e atorno alla trasparenza delle piccole orecchie. Se avessi vent'anni come mio iglio Giocondo, pensavo, mi abbandonerei ad una dichiarazione d'a more. Sotto lo strapiombo della stra da della cornice il mare scintillava e su, su, per la montagna i giardini dirompevano in gradinate fiorite, qua e là interrotte dalle argentee chiome degli ulivi. — Giocondo, tu sei un asino. Guardati attorno e poi dimmi se tutto questo che vedi e che ti incanta lo potresti possedere senza possedere la ricchezza. La forza bruta del danaro ti può sollevare alla forza trascendentale dello spirito appagandolo anche nei suoi desideri più astratti e sublimi. Il segreto delia nuova umanità Giocondo senza voltarsi, col mento proteso un po' a destra e a sinistra della strada mi ha dimostrata l'assurdità del mio ragionamento, vecchio di vent'anni. « Villa da vendere, villa da affittare, terreno da vendere, castello da vendere... ». Esistono tra Cannes e il confine circa ■ venticinquemila proprietà che attendono nell'oro del sole che u investe, abbacinate dall'assurda bellezza mturale che le circonda, m compratore che non arriverà maj Daì cancelu neH e d>oro damnti a, „ , t maccfti)la è pas& si è affacciato viso d>uo. ,„„. „ -11..,.;,,.,,. ,»„?7„ mo; non una persiana delle case create per un sogno che avrebbe dovuto durare quanto resistenza m SUQ Ugìm£0 proprietario si è f 3 , £ej iardinisilmiHosie fragranti non abbiamoveduto né il chiaro vestito di una nè ,„ macchia delln1Hna tf( giardiniere. Ave , j- vamo l'impressione di attraversa- „ j , j • r0 ,j regno dei morti: dei morti„; »,.„''„ j„7„„ r „ „„•„,„ ,„per troppa dolcezza. Le anime in' „„ Mi..tt, „».• „„„„,..• „,,„ ■,„„ pena di tutti questi esseri che han „„ „„j.,»„ j ^,„..„jj„i „,.»i*;„,-„7; no goduto ? paradisi artificiali i natlJlrali J ormai sparpagliati ai tf „ del " ^ ^ , j- • * j „ ie rondmi eSse sono venute dalla«cornice» a fare il loro nido poi vhanno abba\laonato- ritornando alla f ospitalità dei loro paeH d'origine, Fantasmi di mili0nari russi, in lesi americani> ungheresi, au » ^ cecoslovacchi, turchi, stìedesi „'0,.t,ef/esi „ ^'dicendo sono „_i .• _ ; ■ schierati come i gerani fioriti per i» „* , j- '• , , ?a strada paradisiaca per la quale c*;„m„ „„„„,„*o stiamo passando. Mio figlio ha fermato di colpola macchina davanti ad un distri butore di benzina. Qui è tuttavia- concentrata la vita: in aueste torrette di metallo bianco e rosso che mostrano dalle aperture incavate nei ventri gonfdi essenza il loro complicato sistema digerente fatto di cristallo e di indicatori automatici, sta tutlo il segreto della nuova umanità che cammina, che corre, che vola umanità ormai sradicata dalla vitaK^t^S^ISo Tacciono i giardini, le ville e castelli ma i distributori di ben zina ribollono e scrosciano essenza dai tubi di caucciù per distribuirla agli uomini che hanno fretta devadere dalla assurdità della vita stagnante, — Eppure — ha detto Giulia che è donna di grande sensibilità romantica — iZ mio sogno sarebbe quello di possedere almeno una dqueste ville che'sono in venditaGiocondo ha staccato una rosa da una siepe per offrirla alla ra gazza. — Set donna ed è giusto che le donne sognino: prendi questa rosa e dàlie il valore di un giardino sarai felice. La natura non vendnulla ma, da che mondo è mondo generosamente regala agli esseri umani le sue divine bellezze. Giocondo, il figlio che non ho ha parlato bene, ma verso di me si è comportato questa volta comun manigoldo: anch'io avevo avuto l'idea di offrire una rosa alla nostra soave compagna di viaggio e lui mi ha prevenuto lasciandoml'onore di pagare la benzina peproseguire il viaggio. Ernesto Quadrone

Persone citate: Giocondo

Luoghi citati: Cannes, Montecarlo