Castelli di Pagania di Giuseppe Piazza

Castelli di Pagania LA LOTTA RELIGIOSA IN GERMANIA Castelli di Pagania BERLINO, luglio. La negazione della sintesi spirituale del cristianesimo nel mondo moderno è una speculazione che serve, come abbiamo visto, al neo-paganesimo razzista a niente altro che a creare un'artificiosa opposizione tra Occidente e Oriente, con la vantaggiosa equiparazione di germanesimo a tutto ciò che è Occidente, cioè alla civiltà senz'altro. Ma la scissione di quella unitaria forma cristiana di vita e di costume essendo una pura e semplice fantasia razzista, il germanesimo deve nel fatto rinunziare all'orgogliosa parte di elemento positivo e costruttivo di quella pretesa « paeudo-sintebì » disciolta, e ridursi a quello che esso è: una semplice zona di mancamento di cedimento e di negazione cioè in quel terreno comune su cui tutti camminiamo da duemil'anni, e su cui esso stesso pure camminando, ha potuto dare alla civiltà l'unico contributo che si conosca finora col nome di tedesco. Alla luce di questa rettifica si può però ora procedere alla correzione di un'altra serie di errori di prospettiva storica del paganismo razzistico, errori che del resto non da oggi affiorano nell'anima tedesca, ma costituiscono da gran tempo causa di grave turbamento delle coscienze. L'azienda del germanesimo ha sempre con essi giuocato grosso, a vantaggio del proprio indiscusso prestìgio nel mondo, per farli passare come verità dimostrate ; e, per ultimo, al coperto della scroccata autorità filosofica del secolo positivista e scietificista, figlio dell'illuminismo e padre del marxismo (vizi tutti dei quali il meno che si può dire è che il germanesimo vi ha avuto una parte di primissima linea!) nel quale poi la regnante atmosfera areligiosa rendeva non soltanto a priori inefficaci, ma addirittura impossibili, e nemmeno tentate, le loro confutazioni... Protetti dunque da tale macchinosa immunità, non appena la fabbrica tedesca li inventava, eccoli girare per il mondo riveritissimi e ambitissimi, mode in Germany! Ed è ora precisamente il NazionalsO' cialismo che, attaccando col piccone razzista l'unità cristiana, e suscitando per reazione, quasi una scoperta del tempo, la riaffermazione della bimillenaria sintesi della coscienza moderna, fa improvvisamente da nemesi a quegli errori, rendendone possibile la confutazione! Una delle idee più bizzarre, che ha fatto e fa tuttavia gonfiare di una commovente superbia il petto della Germania moderna, e che — appoggiata per altro a una grande opera e a un'immensa dottrina come quella di un Mommsen — ha potuto, protetta dall'immunità sopra descritta, superare gran tempo per arrivare ai razzisti è questa: che non già i latini ma essi, i tedeschi, siano nel mondo moderno gli autentici eredi, continuatori e rappresentanti, in spirito e' in carne razziale, del mondo classico, mediato questo, per maggior purezza e autenticità nell'Ellenismo! Quest'idea, che i razzisti spingono oggi ad scandalo, traducendola nell'altra che il germanesimo sia non già il prosecutore ma addirittura il precursore dell'Ellenismo, attraverso il « nordismo » degli elleni e degl'italici, è un'idea luterana per la pelle ; e l'anima luteranissima di Teodoro Mommsen la derivò direttamente da Lutero (non fu tratto il Riformatore, dalla sua fobìa romana, a veder nella Bibbia quasi più d'ellenismo che non di cristianesimo stesso, chiamando quasi la Grecia mediatrice, al luogo di Roma, della nuova coscienza nazionale germanica?) e l'ado Serò per togliere un'altra volta Lorna a Roma, ellenizzando Cesare per tedeschizzarlo, e gettare il cesarismo ai piedi del novello Reich di BÌsmarck! Mommsen completò Lutero, in quanto che vide che aver con teso a Roma l'universalità cri' stiana, senza contenderle anzi tutto quella classica, era presso che nulla, essendo le due uni versalità sostanzialmente una sola; e i nazionalsocialisti oggi raccogliendo in uno i due testamenti rendono visibile tutto ciò... Ma chi avrebbe detto che le chiavi della Roma germanica di Teodoro Mommsen si trovassero in fondo alla corrente del Tevere, ma non già sotto i palazzi dei Cesari ma dove essa lambisce la sede dei Papi? E vi sonò infiniti altri turriti castelli di questa Pagania germanica, le cui porte girano come per incanto al tocco di quelle chiavi. Un altro è nientemeno l'Umanesimo che, come rinascita del mondo classico e riscatto della Ragion critica, viene anch'esso rivendicato dai nuovi profeti tipo Hauer al germanesimo, presupposto necessario della Riforma, la quale rimarrebbe senza di esso inspie gabile (troppo sommaria idea corrente del resto quest'ulti' ma!) e messo tutto in una medesima linea col misticismo eckartiano, e giù giù fino al tar do Idealismo che ne avrebbe raccolto infine il testamento nel la eterna lotta di difesa occi dentale... Ahimè già da noi il Toffanin, del resto sulla scorta proprio di uno storico tedesco, il Borinski, aveva efficacemente sfatato il pregiudizio della similarità e interdipendenza di Umanismo italiano e Riforma tedesca, dimostrando come questa ultima, abbandonando le rive del romanesimo abbia sommerso come dannosa zavorra, ogni ritorno di latinità. Il «Medio Evo» culturale dei Trent'anni, anziché una conseguenza, è piuttosto il mezzo e l'atmosfera, e forse una causa, della Riforma Questa, distogliendo in massa griillraudvzsTtdtddseccmccdsgsnGpvemvicltpsugllscsszvscq1rslnPWtrdtspsnstrnalgnrSVd gli spiriti dalla cultura latina, rese impossibile la formazione in Germania di un'aristocrazia intellettuale umanistica, che sola avrebbe potuto frenare il dilagare « democratico » dello spirito illuministico di ricerca. Fu appunto una tale aristocrazia umanistica che in Italia, paese di più antica civiltà, cercò e trovò la conciliazione delle coscienze, e, con tutta la rinascita classica, assicurò e garentì di sé, a Trento, l'infrangibilità della sintesi cristiana di antico e di moderno, di Oriente e di Occidente... E' dunque, con buona pace di Hauer, appunto la mancanza di un Umanesimo che rende possibile in Germania la Riforma; ed è proprio con l'Umanesimo che essa non si spiegherebbe. Se l'Umanesimo è italico perchè garentisce la sintesi, germanico è invece il misticismo, che nella sua forma eckartiana colpisce ben presto già alle radici la tenerella vigna del cristianesimo trapiantata in paese germanico; e che spezza l'unità spirituale di pensiero ed azione, rifugiandosi in quest'ultima. Già lo scisma ariano, spezzando, per la prima volta la triade divina, aveva aperto questa via; e Ario dava così nel tempo la mano a Maestro Eckart, attraverso tutto il mondo germanico in movimento da Oriente a Occidente, facendo così subito della mortifera infrazione dell'unità dello spirito umano, fonte prima di ogni misticismo, pessimismo e materialismo futuri, una netta specialità dell'anima germanica. Non sarebbe difficile ininterrottamente ravvisarne le ultime indicazioni fino nella speculazione mistico-pessimisti ca di Schopenhauer e nel fauti smo goethiano dell'azione fino a se stessa; e, infine, con oscillazioni convulsive dell'indice ( violenti tentativi di ritorno alla sintesi, anche nell'inane anelito cristiano di un Wagner e in quello classico di un Nietzsche, 1 uno e l'altro disperatamente ricaduti nella panteistica effusione del fremito lirico-musicale, che costituisce la sola eterna realtà dell'anima germanica. Per quegli aneliti tuttavia Wagner e Nietzsche rappresentano gli ultimi tentativi di europeismo nella Paganìa tedesca. Colpito intanto mortalmente da Lutero e fatalmente intisichitosi nel tempo il tentativo disperato dei « sacri romani » imperatori di costruire il Reich sulla « pseudo-sintesi » cristiana, ecco che definitivamente lo spirito sacrilego-illuminista, ritornato di rimbalzo di Francia rafforzato dal bagno cartesiano (lo reca Voltaire in persona alla geniale tavola rotonda di Sans-Souci!) sale al trono della Prussia, diventata strapotente, con Federico il Grande, il quale proclama la massima, più atea che tollerante, iscritta oggi sullo scudo dei nuovi pagani, che « ciascuno vada in Paradiso a modo proprio »... La Sintesi è definitivamente morta. Vi saranno solo, più tardi, l'Idealismo, la grande filosofia, il grande filologismo e archeologismo che, a cavallo dell'Ottocento, tenteranno di risvegliarla, ma in campi ormai totalmente fuori da quello religioso... Kant con la sua Sintesi a priori e Hegel con la sua Triade dialettica sono gli ultimi « religiosi » dell'irregolarità germanica. H Nazionalsocialismo fa ora l'ultimo passo: esso prende definitivamente coscienza della infrazione della sintesi, tirandone le conseguenze in tutte e due le direzioni, sia cioè tra Antico e Moderno come tra Oriente e Occidente. V'è un profondo significato nel fatto che il nazional socialismo repudi insieme non soltanto il cristianesimo « semi tico » romano, ma anche la cui tura, la filologia e il giure di Roma, che espelle quasi totalmente dalle sue scuole. Esce dalla religione, ma anche fatai mente dalla filosofia. Dove non vi' è posto per la fede non ve n'è nemmeno per la speculazio ne; che non sono se non due momenti della Ricerca; non ri mane margine se non per un empirismo, un meccanismo e un misticismo senza speranza, par' tecipi della natura del Numero ma non di quella dell'Idea, capaci d'opera ma non di creazione. x Giuseppe Piazza cmnpesgaaSssBpQbbSQttmcAEfstilspsSddccaqirdutmastel8mshcggdbcasdecd