Le nozze di Maria Adelaide col Principe Massimo di Mario Bassi

Le nozze di Maria Adelaide col Principe Massimo Le nozze di Maria Adelaide col Principe Massimo celebrate nel suggestivo scenario di San Rossore %$ I Sovrani e tutti i Principi di Casa Savoia presenti al rito - Profusione di fiori e squisito sfarzo di toelette - Il pranzo all'aperto . (Dal nostro Inviato) San Rossore, 15 notte. TI sole sfolgorante di mezzo luglio ha auspicato alle nozze del Principe don Leone Massimo con S. A. R. la Principessa Maria Adelaide di Savoia-Genova. La giornata era lucida e calda. La pineta mandava di lontano, col vento del mare, l'effluvio dei forti aromi resinosi, che si mischiavano agli odori della campagna e al profumo dei fiori, intorno alla Villa Reale delle Cascine Vecchie di San Rossore. Per le sale della villa dominava acuto il profumo dei fiori sparsi a profusione: fiori offerti alla sposa, mandati in omaggio da ogni provincia d'Italia, da personalità di gran nome o di gran censo, e da gente modesta, desiderosa soltanto di dimostrare il proprio devoto attaccamento alla Principessa, e di esprimere ostensibilmente il proprio fausto augurio. L'elettissima adunata Alle dieci e tre guari», in un salone a pianterreno della villa, si raccolgono gli Augusti Congiunti della sposa e i familiari dello sposo, e gl'invitati. Sono presenti le LL. AA. RR. il Principe Umberto e la Principessa Maria di Piemonte, la Principessa Maria di Bavoia, la Duchessa madre d'Aosta, il Duca d'Aosta, il Duca di Spoleto, il Duca di Genova, il Duca e la Duchessa di Pistoia, il Duca dì Bergamo, il Duca d'Ancona, il Principe Corrado e la Principessa Bona di Baviera, le LL. EE. il Conte e la Contessa Calvi di Bergolo. Poi, il principe Massimo, padre dello sposo, don Vittorio Emanuele ed Elisabetta Massimo, fratello e sorella dello sposo, lo zio don Fabrizio Massimo, con la consorte principessa Beatrice Massimo di Borbone, il principe Brancaccio, il duca D'Avalos, il conte e la contessa Pagliano, la baronessa Galli Zugaro, la contessa Piercy, la principessa Bianca Massimo, la contessa Zileri Dal Verme, il marchese e la marchesa Buzza Carini. E ancora: S. A. R. la principessa Enrica di Parma; e le Loro Altezze il principe Roman e la principessa Bascovia di Russia. E S. E. Fcderzoni, Presidente del Senato, S. E. Solmi, Ministro di Grazia e Giustizia, l'on. marchese Medici del Vascello, il Vescovo di Pisa, il Prefetto, il Podestà, il Segretario federale di Pisa, il Podestà di Torino ing. Sartirana; e dignitari e dame di Corte, le Case militari e civili delle Loro Maestà e dei Reali Principi. In tutto, centotrenta invitati. Le signore vestono abiti chiari, da mattina, col cappello; gli uomini il tight, o la divisa militare di parata, o l'ulta uniforme della carica. Le differenti e gaie tinte delle toelette delle signore, la varietà dei vestiti maschili, le uniformi dei Ministri e quelle dei cerimonieri di Corte, smaglianti di ricami d'oro e d'argento, animano vivacemente e giocondamente il quadro; mentre dai grandi finestroni si spande la luminosità dorata della mattina estiva. Gl'invitati s'intrattengono con gli sposi, i quali appaiono visibilmente commossi. Ma subito, alle 10.55, il cerimoniere annunzia le LL. MM. il Re e la Regina; i quali ! fanno il loro ingresso nel salone,, inchinati e ossequiati dagli astan-\ ti. Si forma il corteo, disposto e ordinato dai cerimonieri di Corte. Precede il primo mastro delle cerimonie, conte Macchi di Cellere. In testa al corteo è il Re, il quale dà il braccio alla sposa; poi lo sposo dà il braccio alla Regina; e seguono i Principi Reali, i parenti dello sposo, lo stuolo degli invitati. Un corteo di squisite eleganze Lo svolgersi del corteo, mentre procede alla cappella, nello stesso edificio della villa, dà modo di ammirare le toelette delle signore, le quali hanno avuto agio di manifestare la propria fantasia e il gusto nelle svariatissime possibilità di un abito estivo da mattina, fors'anche più che non avrebbero potuto in compassati abiti di cerimonia. La sposa, lei, dovendosi attenere alla tradizione, è vestita di seta bianca, con lungo strascico, e il velo bianco, appuntato e chiuso sul capo dalla coroncina di fiori d'arancio; e porta in mano un mazzetto ugualmente di fiori d'arancio. Le pende sul seno la collana tempestata di pietre preziose, regalatale dalla Regina. Un suo npuAcdvvcmB ! , \ nipotino, il figlio della sorella Principessa Bona e del Principe Corrado di Baviera, le regge lo strascico, con quella serietà e compunzione dei bambim, quando si affida loro un compito importante e di responsabilità, e soprattutto se lo debbono adempiere in pubblico. E quale pubblico, questo. Re. Principi, Duchi. La Regina dà il tono all'eleganza dell'eccezionale adunata. La Principessa di Piemonte è vestita di un crespo stampato in bianco, rosso e nero, con un'ampia paglia, e nastro di velluto rosso e nero; la Duchessa di Aosta madre, in una fantasia bianco e nero, con aspri neri; la Principessa Maria di Savoia, anch'essa in fantasia celeste e giallo, con cappello bianco e fiori multicolorati; la Duchessa di Pistoia, in velo di seta stampata viola e verde, con cappello marrone e nastro viola; la Principessa Bona di Baviera, in seta marocchina celeste chiara, con cappello celeste e piume marrone; la Contessa Calvi di Bergolo, semplicissima, in bianco, con cintura nera, e paglia bianca. S. A. R. la priìicipessa Beatrice Massimo di Borbone, zia dello sposo, veste di seta « legno di rosa » e cappello marrone; la contessa Pagliano Massimo, in velo crema e cappello di paglia; la baronessa Galli Zugaro Massimo, in crespo stampato blu e azzurro, e feltro azzurro; donna Bianca Massimo, in rosa. S. A. Imperiale la principessa Bascovia di Russia, ammiratissima, ha un abito di color blu vivissimo, con cintura e cappello blu scuro. Il corteo entra nella cappella. Questa è sontuosamente adornata, per le pareti, di drappi di seta bianca, su cui ricorrono, rilevati in argento, i nodi e il « Fert » di Savoia. Sull'altare, tra il brillare delle fiamme dei ceri, che fanno risaltare e luccicare gli ori e gli argenti che decorano la sacra mensa, campeggia il quadro della « Madonna del Bambino » che fu offerto in voto dai pisani, nel 1860, per la guarigione di Vittorio Emanuele II. L'altare e il piccolo presbiterio sono separati, dall'altra parte della cappella, da un grandioso arco, tutto di gigli; e tutta di gigli è infiorata la cappella, a festoni, a ghirlande, a mazzi. Il profumo dolcigno e molle è cosi acuto che quasi stordisce. Il rito nuziale Davanti all'altare sono disposti i due inginocchiatoi, dove prendono posto gli sposi, e sono ricoperti di damasco bianco, con fili ricamati in argento, e ancora coi nodi di Savoia. Dietro gli sposi, gli inginocchiatoi per le Loro Maestà, ricoperti di velluto verde, coi nodi di Savoia ricamati in oro. Dai due lati, si dispongono i testimoni, le LL. AA. RR. il Principe di Piemonte e il Duca di Genova, per la sposa; il principe don Fabrizio Massimo e il duca D'Avalos per 10 sposo. Il duca d'Avalos, come è noto, discende dal famoso i>i»citore della battaglia di Pavia, del 1525; e nella sua famiglia si conserva tuttavia, glorioso trofeo, la spada che Francesco I, fatto prigioniero, consegnò al fortunato vincitore. Nella cappella, per le bancate, prendono posto gli augusti e gl'illustri invitati. Moìis. Giuseppe Beccaria, cappellano maggiore di Corte, vestiti i sacri paramenti solenni, sale all'altare; e presa licenza da S. M. 11 Re, comincia la celebrazione della Messa. Un'orchestrina d'archi accompagna il rito con musica delicata, sapientemente intonata al carattere della cerimonia, a questa messa nuziale fra trionfo di gigli. Il profumo dell'incenso, salendo in nuvole odorose, ora si confonde con quello dei candidi fiori. Dopo la Messa, la celebrazione del sacramento matrimoniale.] Quando mons. Beccaria indirizza alla Principessa Maria Adelaide la domanda rituale, se ella voglia prendere per consorte il Principe don Leone Massimo, ella si rivolge al Re, chiedendo cogli occhi e con un ossequioso cenno del capo, il suo augusto consenso. E il Re assente, anch'cgli con un cenno del capo, affettuosamente sorridendo, paternamente. Il celebrante benedice gli anelli che gli sposi si scambiano; e pronunzia la formula che unisce i due, nel nome di Dio, nel tutelare auspicio della Santa Chiesa Cattolica. Le musiche prorompono in un inno di esultanza. Infine, mons. Becca¬ dfridlsnrsNveisptlsadcra ] ¬ ria parla agli sposi, pur ora uniti, rievocando 'la superba tradizione e la grandezza e la gloria delle rispettive casate, e ammonendoli dei doveri cristiani della famiglia. Ora, gli sposi escono dalla cappella dandosi il braccio. E il corteo ritorna nella sala; dove S. E. Federzoni, in funzione di ufficiale di Stato civile ,é S. E. Solmi, in funzione di notaio della Corona, redigono il contratto matrimoniale, che viene letto, indi firmato, in doppio originale, dagli sposi e dai testimoni. / Principi e gli altri invitati sfilano davanti alla coppia degli sposi, esprimendo loro congratulazioni e auguri. E la Principessa Maria Adelaide distribuisce a ciascuno un sacchetto di confetti. Nel vasto piazzale circolare, davanti alla villa, sono pronte le automobili. E gli sposi c i Sovrani e gl'invitati salgono sulle macchine le quali filano via veloci per il viale che conduce al Gombo. Le mense nella pineta Qua, nel folto della pineta, verso il mare, sono rizzati quattro padiglioni, che si appoggiano ai tronchi stessi degli alberi: perchè la Regina, ordinatrice e direttrice, personalmente, di tutta la festosa cerimonia, ha voluto si disponessero in modo di non dovere abbattere nemmeno. un albero, e di lasciare allo sfondo boschereccio il suo naturale, autentico carattere. 1 padiglioni sono costruiti di frasche verdi, con tetto di salasco, con tende, da lato, giallo e azzurre. E nei padiglioni sono imbandite le tavole. La tavola reale e degli sposi è coperta di una tovaglia celeste, con sparse ninfee bianche, gialle e rosse, con una leggiadra ornamentazione di pesci e di palle di vetro di Murano, in varia colorazione. Un'altra tavola, in un altro padiglione, presieduta dai Principi di Piemonte, è coperta da una tovaglia rosa, con ornamentazione di vasi di' rame battuto, lucenti, dai quali si alzano, a grandi ciuffi e mazzi, quei fiorellini minuti, bianchi, che paiono quasi una pallida nebbia. E le altre tavole, negli altri due padiglioni, varie di colore e di ornamentazione, diversamente fiorite. Alla tavola principale, i Sovrani siedono a capotavola, e gli sposi di faccia a loro, dall'altro capo della tavola. Poi, alla sinistra del Re, la Duchessa d'Aosta madre, il Duca di Pistoia, la Principessa Massimo di Borbone, il Principe Corrado di Baviera, la contessa Pagliano, il principe don Fabbrizio Massimo, il Duca d'Avalos, don Vittorio Emanuele Massimo, la baronessa Galli Zugaro, S. E. Solmi, la principessa Enrica di Parma, e finalmente il Duca di Genova, che viene a trovarsi alla destra della sposa. Dall'altra parte, da destra della Regina, il Principe Massimo, padre dello sposo, la Duchessa di Pistoia, il Duca di Ancona, donna Elisabetta Massimo, l'on. marchese Medici del Vascello, S. E. mons. Vettori, vescovo di Pisa, il principe Brancaccio, mons. Beccaria, donna Bianca Massimo. S. E. Federzoni, la contessa Gabriella Massimo Zileri, il Duca di Bergamo, e la Principessa Bona di Baviera, che ha alla sua destra lo sposo. In riva al mare Durante la colazione, l'orchestrina d'archi suona leggiadre musiche. Le vivande si susseguono: consumato freddo in tazza; timballo di riso alla veneziana; auguste alla reale; tacchino arrosto, con insalata napoletana; gelato di fragole alla palermitana; torta nuziale; grissini alla Chester. E i uiiii: Barolo; Torre Giulia; gran spumante; e il liquore Santa Vittoria. La lista delle vivande, in cartoncino colore crema, reca da un lato una stampa, che riproduce una veduta di San Rossore, e dall'altro, accoppiati, gli stemmi dei Massimo e di Savoia. Dopo la colazione, tutti si recano, attraverso la pineta e la spiaggia, alla riva del mare, dove è costruito un altro padiglione, in cui viene servito il caffè. La sposa distribuisce ella stessa a tutti i congiunti e gli invitati le bomboniere, che sono d'argento dorato, e recano, in ìilievo in oro, gli stemmi Massimo e Savoia. Alle H,30, gli sposi prendono licenza dai Sovrani; e, accomiatatisi dai familiari e dagli invitati, partono in automobile, per il viaggio di nozze. Mario Bassi