Festosa vigilia a San Rossore per le odierne nozze di Maria Adelaide di Mario Bassi

Festosa vigilia a San Rossore per le odierne nozze di Maria Adelaide Festosa vigilia a San Rossore per le odierne nozze di Maria Adelaide Le amorose cure della Regina per i preparativi - Come sarà celebrato il rito - La colazione, a cui parteciperanno 130 invitati, imbandita all'aperto, tra la pineta e il mare le fafefeCoSorealtelacrbrPbadiDgeboladofabediDsisodmsp\mrimase il nome alla località, ap- \ FS. Rossore (Pisal, 15 mattino. Le nozze del principe don Leone Massimo con S. A. R. la Principessa Maria Adelaide di Savoia-Genova, che si celebrano oggi, hanno riempito di festosa animazione questa Tenuta reale di San Rossore, prediletta dai Sovrani per il oro riposo estivo. E veramente il luogo, celebrato anche da D'Annunzio in alcune delle liriche del suo libro di Alcione, è dei più pittoreschi e suggestivi, esteso con varietà di coltivazioni e prati e pinete fra l'Arno e il Serchio, verso la foce, lungo la riva del Tirreno. Bellezze e ricordi Attualmente, i fabbricati della Tenuta sono costituiti dalla villa reale, che è un palazzotto quadrato e ampio, a un solo piano, oltre quello terreno, di semplice stile, senza speciali pretese architettoniche; e dai contigui edifici rustici detti delle cascine vecchie; e dal villino del Gombo, nella pineta, presso la spiaggia del mare; e poi dalle Cascine nuove. Circa alla metà del Seicento, nel luogo dove è attualmente la villa reale, esistevano soltanto due case a uso fattoria, due cascine — e da queste punto, delle Cascine vecchie. Nel tempo, queste vennero rimodernate e risistemate; sinché, tra il 1829 e il 1830, si procedette alla costruzione della villa, o palazzotto. La inaugurò, precisamente nel novembre di quel 1830, il Granduca di Toscana, Leopoldo II. Si ricorda la colazione inaugurale sontuosa, cui parteciparono numerosi invitati, e la partita di caccia, che seguì, con molti abbattuti daini e cinghiali. Il Granduca Leopoldo si compiace del luogo così da stabilirvi, due anni dopo, la sua residenza estiva. E la villa fu ancora figBbuloBccguGaSPt ?,Jte £ Remato e alberato tri\torno a vasto Razzale circolare, da cui si dipartono a raggerà quat tro grandiosi mah che conducono rispettivamente alla località detta Sterpatola Pisa, alle Caseine nuo ^ e al Gombo, ingrandita e abbellita, all'incirca gquale si vede ora. E davanti alla \ rIl villino del Gombo, presso il mare, fu costruito un po' più tardi, cioè sul 1848, da tal Gaetano Ceccherini, pisano, il quale aveva ottenuto dal Granduca la conces sione di quel tratto di spiaggia, per impiantarvi una stazione balneare. La località, così attraente, on la stupenda pineta, richiamò cinsRddpntnFcfdsgse,nPre P'u numerosi villeggianti;•g'eia stazione balneare divenne del- \ d I ' i ' ]ce"nio dal 1850 al 1860- Si ricor-\m\ da che ai concerti che si tenevano] g |neHe sale di <luesta villa del Gom-< d if1»! cantarono le sorelle Marchì-\nsio, assai rinomate come virtuoseì Taci bel canto, l'Isabella Galletti,]bi e il baritono Alessandro Varese, interprete acclamato del Macbeth, del Rigoletto, di Germon nella Traviata. E qua anche soggiornò il pittore romano Giovanni Costa, che dipinse quella delicata e affascinante Madonna del pino, la quale si ammirò varii anni nella erPgrig,»-——. - ™™.~».» ariose, e non se n'è saputo più nulla. ni Nel '60-'61, con la cacciata dei j Granduchi dalla Toscana, e la co- ■ stituzione del Berjn0i la j.muta di cappella prossima alla villa, e poi | sscomparve, in circostanze miste-ìdella Casa Reale; e alcuni anni dopo, questa rilevò dal Ceccherini anche la proprietà del Gombo. La preparazione della cerimonia Le nozze Massimo-Savoia Ge- Rossore vassò' di nrovrietà | ^ nZ^J^^iZ.Jl^V. ft - u a . - « «*°b™» ~ */e£™ scine vecchie, la quale è stata op-1 ^ port»»iame.«té sistemata e ricca- -: mente addobbata, sotto la perso- -i naie direzione di S M la Retiina -: rjj onni particolare della cerimol|Mja de, regt0 e di tutta la -n -j ''„,!„„. ,„ '-RPnir.n ,,„ ,V„i„f„ „V al Paìazw»e> "* regina ha voluto ocl\ caparsi personalmente, disponen- o i do e curando ogni particolare. Be-1 "edice le nozze monsignor Giusepo| pe Zaccaria, cappellano maggiore di Corte. L'atto civile viene steso da S. E. il Guardasigilli Solmi, delegato dal Capo del Governo, in funzione di notaio della Corona; e funziona da ufficiale di Stato Ci-1vue t>. E. Federzoni, Presidente \del Senato. Testimoni per la spo- :sa saranno le LL. AA. RR. il Prin-1cipe di Piemonte e il Duca di Ge-\nova; e per lo sposo il princivc'-don Fabrizio Massimo e il duca]D'Avnlni Iv; , .... nopo la cerimonia, che s'inizia alle ore undici, gli invitati rende- ranno omaggio agli sposi sfilando davanti a loro. Seguirà, alle 12,30, la colazione, che verrà servita al Gombo, all'aperto, fra la pineta em,„,.ó i„ «_jì_V • j- • , ma,e, in padiglioni di frasche veidi, che sono stari espressameli- te costruiti e adornati. Anche que-\sta idea della colazione all'aperto, la disposizione e l'ornamentazione dei padiglioni, corrispondono alla graziosa e felice iniziatila di S M la Renimi rii f,,,tJfT ii , , -, Gii murari alla festa nuziale,\sommano a arra centotrenta. -Va-:j furaZmenfe tutti i Principi della]tipi Casa Reale, le LL. AA. RR. il Principe e. la Principessa di Piemonte, il Conte di Torino, il Duca d'Aosta, il Duca di Spoleto, il Duca di Genova, il Dura e la Duchessa di Pistoia, il Duca di Bergamo, il \Duca d'Ancona, la Principessa Bona col suo consorte Principe Corrado di Baviera, le LL. EE il Conte e la Contessa Calvi di Ber- nolo: la famiglia dello sposo col „„„„ j„i7 r, . i f ' co' capo della Casata, padre dello spo- so. don Camillo XI Francesco.,gran maestro delle Poste pontificie. Poi le LL. EE. Federzoni, Solmi, Buffarmi, Medici del Vascello, il Prefetto e il Podestà e il Segretario federale di Pisa, e le dignità di Corte, le Case militari e civili dei Sovrani e dei Principi. I doni Si ammirano esposti i magnifici regali offerti agli sposi: gioielli di altissimo pregio intrinseco e d'arte, offerti dalle LL. MM. il Re e la Regina; una coppa d'argento e cristallo di S. E. Mussolini; un braccialetto di perle e brillanti del Principe di Piemonte; un armadiobar del Duca d'Aosta e del Conte di Torino; una collana di perle del Duca di Genova; candelabri d'argento dei Duchi di Pistoia. ; una borsetta d'oro con cerniera di brillanti e rubini dei Principi Corrado c Bona di Baviera. Lo sposo ha fatto dono alla sposa di due superbe perle, montate per orecchini, e di un braccialetto di diamanti. Della Famiglia dei principi Massimo, il padre e la madre dello sposo hanno offerto alla sposa un diadema dì rubini e orecchini di diamanti; il fratello e la sorella dello sposo, un servizio da frutta in ver\meil antico; lo zio dello sposo, don \ Fabrizio Massimo, un quadro an- fico, rappresentante un personaggio della Casata ; lo zio principe Brancaccio, una lussuosa automobile. E ancora: l'cx-Re di Spagna, un sopratavola di fiori in vetro colorato ; la Principessa Cristina di Borbone, un servizio da tè; il Principe Cristoforo di Grecia e la Principessa, vasi di porcellana e argento; la Principessa D'Arenberg un vaso d'argento ; il Principe Giorgio di Baviera, un ventaglio antico; il Duca e la Duchessa di Segovia, candelieri di cristallo. Poi: i dignitari e le cariche di Corte un servizio di posateria d'ar- gento; la Corte di S. M. la Regina, \ residente a Torino, un cofanetto da l o a , , ò cipria, di tartaruga, coti rilevate in brillanti le cifre della Principessa Maria Adelaide; la Corte della Reale Casa di Genova, una riproduzione in bronzo del monumento del Duca Ferdinando di Genova, di piazza Solferino a Torino; le attinenze di Corte, due piatti d'argento. Il Comitato delle signore torinesi, presieduto dalla marchesa Fracassi di Torrcrossano, insieme con la Podesteria di Torino, ha offerto un armadio con un servigio di piatti d'argento; la Città di Pisa, per mezzo del Podestà on. ingegnere Capello, ha offerto un pre¬ ;•gevole dipinto del Trecento, opera - \ di Barna da Siena; la Federazione fascista pisana, per -\mezzo del Segretario federale in- o] gegnere Buoncristiani, un trittico -< d'avorio del Quattrocento; le don- -\ne pisane, un cofanetto d'avorio del pisane, un cofanetto eì Trecento, accompagnato da un al,]bum con le firme delle donatrici. , , l , a a Insieme con questi doni, oltre ad essi, e insieme cogli omaggi floreali, sono pervenute alla sposa, Principessa Maria Adelaide, nei giorni scorsi, e continuano ad arrivare innumerevoli lettere di congratulazioni e d'augurio; testimonianze di ossequio e di affetto, non . i - di oi | soltanto di personalità dell'arista-ìcrazia e dell'arte e del censo, ma sopra tutto, tanto più, di gente pa¬ i a polana, e di piccole italiane, e da molte scuole del Regno: dimostrazioni della reverenza e dell'attaccamento del popolo per la sua Casa di Savoia, e di particolare ossequio all'augusta Principessa, in questo fausto giorno delle sue nozze. Mario Bassi à