America primo amore di Amerigo Ruggiero

America primo amore America primo amore Accanto al nitido volumetto del nostro Amerigo Ruggiero apparso un anno fa, L'America al bivio (Torino, Einaudi) — ricognizione d'un esperto osservatore di fenomeni sociali — viene ora a prender posto nelle biblioteche italiane un volume sull'America d'ini tutt'altro carattere, America primo amore di Mario Soldati (Firenze, Bemporad). Sulla copertina del libro del Ruggiero (sarà stato il caso, ma mi piace pensare che il suo destino d'americanista fosse deciso dal suo nome, Amerigo) i contorni bluastri delle ali dell'aquila araldica' si prolungano in due strade divergenti : il bivio. Ma questo è, credo, l'unico stimolo alla fantasia che si possa ricevere da un libro giustamente prammatico e preciso. Sulla copertina del libro del Soldati un'affascinante diavolessa è adagiata in atteggiamento di riposo (non fosse per quelle gambe che sembrano oscillare a mezz'aria come vesciche piene di vento) ; al di sopra, una specie di proiezione astrale o metafisica della stessa creatura genera dal suo grembo lo spettrale organo di grattacieli di Manhattan. Non so quanto d'intenzione o di suggestione ci fosse nell'animo del disegnatore di questa copertina. Ma nel leggere le pagine scapigliate del libro, quella diavolessa e quel suo fantasma non cessavano di sforzare dalle celle della mia memoria un vago ricordo di lontane letture, che finalmente, associandosi a quel che il Soldati diceva dell'architettura dei grattacieli : «Architettura eroica e religiosa... questa formidabile fioritura d'affari fu religiosa ed eroica: fu l'ultima conquista dello spirito puritano e pioniere » —, finalmente affiorò in piena coscienza. Ed erano i versi del puritano Milton sulla costruzione del Pandaemonium, l'eccelsa reggia di Satana in cui i demoni terranno il concìlio: reggia che sorge dal suolo come a un soffio di vento un organo diviene un'immensa mole vocale: As In an orean, from one blast [of wind, To muny a row of pipes the soundIboard breathes. A non, ont of the earth a fabrio [huge Rose, liko an exhalation, with [the sound Of dulcct symphonies and voices [sweet... A questa citazione miltoniana si saldò come per incanto la ritmica frase di D. H. Lawrence, che il Soldati chiama a ragione un « formidabile epigramma » sull'America : le mTSogicodotomglti MmvammunroMglràdiDdtA vast repiiblic of escapèd slaves. L'accento grave suW'escaped ce lo metto io perchè la frase possa allinearsi accanto agli altri versi. L'America è terra di europei fuggiaschi e ribeili. L'Inferno è colonia di angeli fuggiaschi e ribelli : una vasta repubblica di schiavi evasi. 11 Pandaemonium è Manhattan. Il puritano Milton finì per identificarsi con Satana, per essere del partito del Demonio senza saperlo,' come notò il Blake... Tutto ciò potrà sembrare divagazione ; ed è invece un simbolo che mi rende conto in via sia pur fantastica, ma definitiva, del fascino peccaminoso che l'America esercita sull'animo del Soldati, del misto di repulsione e di attrazione che egli prova dell'essenza tragica che egli avverte anche in fenomeni sui quali un Menken inviterebbe un facile riso e un Huxley una scet tica scrollatina di spalle, del l'inumanità che egli, umanissi mo come tutti gl'italiani incor reggibili, sente nel puritanismo degli States : « l'abbietto e se greto calore delle pupille azzurre e fredde». E'al Pandaemonium mi richiama anche quel che il Soldati dice del riso degli americani : « L'allegria for' zata e nervosa che nasconde e combatte intima tristezza ; l'allegria isterica dei bambini a sera, che sembrano al colmo della felicità e tutto a un tratto scoppiano a piangere disperati. L'allegria dei selvaggi. L'allegria degli americani ». Hawthorne, Poe, giù giù fino ai moderni, Hemingway, Dos Passos, Faulkner, O' Neill, mi confermano che, mettendo l'accento sulla nota tragica, manichea, della vita americana, Mariti Soldati ha visto giusto. Gli americani van sentiti al modo con cui Marcel Schwob sentiva gli elisabettiani : puerili, grotteschi, immensamente tragici. La vita immaginaria di Cyril Touruno-, pocte tragique potrebbe riscriversi come vita immaginaria di un super-gangster. « TI loro tono epico sta appunto nella loro abbiezione, » — scrive il Soldati a proposito dei gangsters —. « la loro violenza è soltanto il risultato'della loro aridità, della loro impotenza ad essere uomini ». Dagli inferni dei quartieri poveri di New York e di Chicago, dall'incubo della ferrovia sotl. • lea, si sprigiona pel Soldati :i incanto simile a quello che avvinceva uno Schwob a un (CrìstchptrgstPntetavcomsiteq(cqlalodctmdSrssdlecaartsaptcfogmlfpttnsgsiptailSldsqpmgvf medioevo barbarico, violento, nomade e semi-umano. E' la diavolessa della copertina, dal cui grembo fiorisce, selva di canne d'organo,. Manhattan. Si sorprende, il Soldati, ad apostrofare uno degli hoboes, dei lazzaroni vagabondi di cui sono affollate le strade d'America (chi voglia saperne di più sui costumi di questi randagi, legga le pagine a loro dedicate — le migliori — nel libro di William Teeling, American Stein, che il Soldati ha recensito in Pan di giugno) : « Tu mi sorrideresti come allora mi sorridevi, biondo fratello : dal primo momento avevi capito che ero uno come te. Al tuo ricordo crollano gli annosi, faticosi ragionamenti di un buon senso artificiale. Mi vergogno di lavorare, di farmi una posizione, di essere nuovamente creduto dai galantuomini uno di loro. Forse avevamo ragione noi. Forse è ancora un dado che si getta. Tieni duro, caro. Aspettami... Verrà il Messia dei reprobi. Verranno gli angeli della corruzione. E sarà pace sulla terra agli uomini di cattiva volontà ». dttralnrmscltsgtdptctzczclcissLp a i i i o a i a e m l i i o . a l o i Satanismo che potrà persuadere o meno. E, a volersi mantenere su codesto livello romantico, forse conveniva addirittura al Soldati ispirarsi al tono apocalittico di Mòby Dick. Non l'ha fatto. E accanto alle pagine dove « America primo amore » diventa un motivo quas; metafisico, altro ce ne sono dove si narrano avventure d'amore con un'americana, con una chellerina, una danza con una ma trona negra, ecc., che non si di stinguono dal solito tipo di viag gio all'estero descritto da un la tino — tipo Bedcl, per inten derci. E altre pagine ci sono, d. piane esperienze personali, in teressantissime quelle sugli in contri con italiani americanizza ti, sulla stolta fierezza di Citizens degli italo-americani di seconda generazione, sulla tristezza, anzi, l'intristimento, dei vecchi emigranti. Impressioni simili ha riportato degli italo-amen cani un altro giovane scrittore italiano, Arturo Loria. E anche senza essere stati in America, senza essersi spinti al di là di Liverpool e di Manchester, si possono citare casi analoghi di italo-inglesi. In una squallida strada — villini economici, tutti eguali, collo stesso affumicato giardinetto davanti — di una cupa città del nord d'Inghilterra, vive, ad esempio, un vecchio insegnante italiano, da mezzo secolo, credo. La moglie, pure italiana, parla la lingua natale con accento straniero; i figli, educati alle scuole inglesi, son fieri di essere nati nella cupa città senza bellezza e senza storia, e si fan chiamare con un cognome che è un troncamento esotico del cognome paterno. Nel salottino, adorno di vittoriane aspidistrie, c'è un piccolo tricolore di seta in una cornicetta nera, quasi a lutto, una Santa Teresa del Bambino Gesù fatta d'ali di farfalle azzurre, un ritratto del Papa, uno di re Umberto e uno della regina Margherita; e non parlo dì vari ninnoli allucinatori. Ma sul marmo del caminetto, il vecchio padre, che ancora parlava un italiano purissimo, e non aveva mai appreso un inglese decente, mi additava il ritratto del figlio maggiore, un tipo biondo di linfatico clerk, e commentava : « Bel tipo di commesso viaggiatore ! » — senza l'ombra d'ironia, veli! ma con un orgoglio che ricevette luce dalle parole che seguirono: «Macché professore ! » — ghignava scrollando il capo il povero vecchio — « Lui sì che ha trovato la strada giusta ! ». Il bel tipo di commesso viaggiatore, nutrito degli ideali mercantili della tetra città inglese — il cui mercantilismo ha ilei resto ricevuto gravi scosse negli ultimi anni — aveva imparato l'italiano per scopi commerciali, ma non lo parlava ; parlava lo spagnolo, lingua più utile per gli affari. Sul progressivo intristimento degli spatriati Arturo Loria immaginava si potesse scrivere un forte romanzo. E, senza note melodrammatiche e retorici contrasti, ma con un'osservazione precisa, documentaria, quasi grigia, c'è da augurarsi che un simile romanzo venga scritto da uno dei nostri giovani che hanno come il Soldati profonda esperienza di italiani d'America. • Mario Praz