Preoccupazioni inglesi di evitare nuovi passi falsi

Preoccupazioni inglesi di evitare nuovi passi falsi Preoccupazioni inglesi di evitare nuovi passi falsi Le incognite di una discussione straordinaria a Ginevra Londra, 10 notte. Durante due ore il Gabinetto ha oggi esaminato il problema abissino ed ha passato in rassegna le complicazioni della situazione europea già prodottesi in seguito alla conclusione dell'accordo navale anglo-tedesco e quello che Londra prevede quale conseguenza del conflitto italo-abissino. Le decisioni prese saranno parzialmente rivelate nel grande dibattito di domani, nel corso del quale Sir Samuel Hoare pronunclerà un discorso i cui termini sono stati meticolosamente pesati oggi dal Gabinetto. Tattica ói maggior prudenza Tutto ciò che è dato per ora di sapere è che il Governo è profondamente preoccupato delle scoraggianti difficoltà incontrate specie nelle ultime settimane, nel corso dei suoi consulti con Parigi, con Roma e con altre capitali. Ciò non di meno la posizione britannica continua a rimanere imperniata su un lieve ottimismo, nel senso che qui non si abbandonano definitivamente le speranze in una possibile composizione della vertenza, la quale soddisfi le principali richieste dell'Italia e eviti il pericolo di un conflitto. Appunto per questo si continua negli ambienti ufficiali ad asserire che l'aggiornamento « sine die » delle trattative di Cheveningen non deve destare allarme e smentisce recisamente che esso sia il segnale delle ostilità, come alcuni giornalisti hanno preteso. Si constata fino da ora una netta tendenza a evitare prese di posizione nette tanto nei riguardi di Ginevra quanto nei riguardi di Roma e si pensa qui che ad assumere un più prudente e misurato atteggiamento il Governo inglese sia stato indotto dal Segretario della Lega signor Avenol, il quale sembra essersi dimostrato contrario ad una discussione leghista del problema abissino, senza che esso sia stato sviscerato sotto tutti i suoi delicati aspetti dai Governi delle grandi Potenze europee. Avenol vuole salva la Lega ed è convinto che questo non è il momento migliore per una discussione sulla vertenza con Addis Abeba, poiché non si altererebbe in alcun caso la posizione assunta dall'Italia e si distruggerebbe l'autorità ginevrina. Occorre quindi, secondo Avenol, un lungo lavoro preparatorio, dietro le quinte, e ciò che è più importante, un lavoro condotto con buona diplomazia, senza impazienze o nervosismi. Forse domani Sir Samuel Hoare potrà dire, alla Camera, in quale modo egli concepisca un salvataggio del prestigio della Lega, dato che, certo, questo governo non vede, oramai, inqual modo potrà salvare il presti- gio del Negus. V'è chi continua, non si sa be- ne in base a quali fatti concreti, a sostenere che delle perplessità profonde stanno diffondendosi ne- gli ambienti responsabili francesi, Vernon Bartlett, il collaboratore diplomatico del News Chronicle è persuaso che Parigi non ha det- to la sua ultima parola. Tutto ciò appartiene al regno delle ipotesi; o, meglio ancora, a quello delle aspirazionl personali. Mannuro ncpnro mdllUYIb UbbUIB Più interessante è, in questo momento, seguire il diffondersi della tendenza alla quale accen- navamo ieri, di trasferire il prò- blema abissino in un ambiente extra leghista onde vedere se, lun- gi da occhi troppo curiosi, non esista il modo di raggiungere un accordo fra galantuomini disinteressati, del quale, se non si sta attenti, farebbero le spese al contempo rAbissinia e l'Italia. Ne parlava già ieri il ilffancftester Guardian; e, espressa su quell'organo, l'opinione poteva essere forse ignorata. Ma la vediamo ricomparire oggi nel Times il quale afferma che la insistenza su una soluzione a. contorni precisi su linee accademiche sarebbe un rendere un disservizio alla Lega. Ma « trattati, esistenti fra gli Stati che sono vicini dell'Abissinia, prevedono la possibilità di raggiungere una sistemazione amichevole e concorde — dice il Times — che non è stata finora completamente sfruttata ». I E' chiaro che il Times inten- ! de alludere al'Patto tripartito del 1906, nel senso che esso offrireb-1 be il modo alle Potenze vicine del-1 l'Abissinia — Inghilterra, Italia'e Francia — di tagliarsi ciascuna una fetta e poi di darsi amiche- ! volmente la mano ad affare con-, cluso. L'Italia avrebbe fatto le j spese della mobilitazione, avrebbe subito fino da ora gravi sacrifici,1 di uomini e di denaro, solo per ri suscitare quella zona di influen- za che oggi si vorrebbe metterei innanzi per frenare l'espansione! dell'Italia nell'Africa Orientale. I Date le speranze regnanti in ' questi ambienti in una possibile ■ via di uscita da una situazione ! ritenuta qui pericolosa per lo stes- ; so avvenire della pace europea, è quasi certo che il Governo inglese, non si associerà a domande di1 convocazioni di urgenza del Con-1 sigilo della Lega. Non possono d'altra parte essere trascurate le pressioni esercitate sul Governo dagli ambienti propugnatori dell'isolazionismo e finora anche da una forte sezione dei sostenitori del leghismo, i quali ultimi sono contrarii a che la Lega venga distrutta in conseguenza di un problema che non concerne l'Europa. Secondo il collaboratore diplo matico della Morning Post problema che si presenta al Go verno inglese dovrà essere risolto tenendo conto delle seguenti considerazioni: 1) Le ripetute dichiarazioni del Governo in casa e fuori, circa il suo attaccamento alla Lega delle Nazioni. 2) La estrema improbabilità che il Consiglio leghista consenta ad adottare misure coercitive contro l'Italia. 3) Le conseguenze pratiche di questo atteggiamento negativo del Consiglio. In fine: il pericolo di sacrificare interessi primari in Europa ad interessi secondari in Africa. . q ■1Tokio e Washington neutrali Non è possibile appurare a Lon dra se dei passi siano stati com piuti da questo Governo a Tokio ed a Washington, ma, a quello che affermano alcuni corrispondenti di questo giornale, il Governo de gii stati Uniti avrebbe accentua to il suo proponimento di rima nere fuori delle complicazioni causate dalla vertenza italo-abis sina per far meglio risaltare il malcontento creato in America dall'atteggiamento assunto a Gi nevra dalla diplomazia britannica in occasione del conflitto cino giapponese, il quale, come rileva ,0 scrittore, interessava gli Stati uniti immensamente di più di quanto possa interessarli un con flitto in Abissinia. In quanto al Giappone si ap prende stasera che il generale Ugaki ha autorizzato il Ministero degli Esteri di Tokio a smentire la notizia secondo la quale egli un nta nNe er elre i il za ebe egli idi ail fi I n- ! el avrebbe sostenuto che il Giappone deve prendere una parte attiva nella vertenza fra Roma e Addis Abeba. I telegrammi da Tokio aggiungono che il generale Ugaki gode piena fiducia dell'Imperatore e che si afferma avere egli discussa la situazione italo-abissina in u^i conferenza svoltasi oggi al palazzo dell'Imperatore. Senonchè uno dei consueti portavoce del dicastero nipponico degli Esteri ha dichiarato oggi — a quanto afferma YEvening Standard — che il Giappone è « preoccupato degli ultimi sviluppi della situazione italo-abissina » ed ha aggiunto che il Governo di Tokio non ha ricevuto comunicazioni ufficiali circa la situazione, nè dal Governo! di Addis Abeba, nè da quelli delle altre nazioni. Lo stesso personaggio ha smentito la voce secondo b-1 la quale il Giappone sarebbe stal-1 to invitato ad aiutare l'Abissinia a'e cosi pure che questa ultima sia a stata persuasa a fare acquisto di e- ! prodotti nipponici in cambio di ' n-, una promessa di forniture di mule j nizioni. be « Il basso costo delle nostre i,1 merci — ha detto il rappresen i * tante del Ministero degli Esteri — n- ci ha recato vantaggi commerciali! rei e non abbiamo venduto munizioni i ne! all'Abissinia ». I Alla Camera dei Comuni il de- j n ' putato liberale Mander ha inter-1le ■ pellaio ogEi Eden per sapere se ili ne ! Governo inglese non intendesse! s- ; informare il Governo italiano che è per esso è una questione di onore se, ed un interesse vitale non mandi1 care agli obblighi assunti in base n-1 al Covenant della Lega. Eden ha cosi replicato: « Presumo che l'on. Mander si o e o la ri o ioa. o o to „, Il,Tsca alla fituaz'one che sor-1 rSt »n»CSf,°Jn T 1 "alÌa ?"ÌCOr-1 impegni .ai fronte aHarL^1T«?i,situazione non è sorta e sincera- mentec»nfidochenonsorgerà.H Governo è deciso a proseguire nei suoi sforzi in cooperazione con i Governi degli altri Paesi allo sco- . po di giungere ad una sistema q ■ zione della vertenza con mezzi pa 1 cificx J. R. P i

Persone citate: Alla Camera, Durante, J. R., Mander, Negus, Samuel Hoare, Vernon Bartlett