La Commissione per Ual Ual sospende i lavori

La Commissione per Ual Ual sospende i lavori La Commissione per Ual Ual sospende i lavori I colloquii di Ave noi a Londra con i Ministri inglesi e con l'Ambasciatore d'Italia -- Eden annuncia ai Comuni che le trattatile per il lago Tana sono state rinviate -- Tutti i Paesi civili respingono ogni appoggio all'Abissinia Solidarietà a rovescio La nota odierna alla situazione intorno al conflitto italoetiopico trova alcuni elementi degni di considerazione. La. Commissione italo-franco-americana per gli incidenti di UalUal è ad un angolo morto; i consiglieri stranieri assoldati dal Negus cercano di continuare la manovra ginevrina del maggio scorso, cioè di eludere il vero compito della Commissione che è quello di precisare le responsabilità dell'aggrsssione. Ma evidentemente non sono le chiacchiere dialettiche di qualche giurista che possono modificare le linee di un dissidio che ormai ha un carattere storico e che non può essere risolto se non con misure radicali. Tuttavia le difficoltà incontrate dalla Commissione di Ual-Ual a causa delle assurde pretese etiopiche serviranno a precisare meglio gli orientamenti sul fronte societario. Dalle indiscrezioni sul viaggio di Avenol sembra che sulle rive del Lemano non si abbia nessuna voglia di precipitare una crisi che coll'uscita dell'Italia dalla Lega significherebbe la fine pratica e morale dell'Istituto. A Ginevra non si può agire che in un sol senso, applicando l'articolo 19 del Patto per la revisione dei Trattati e affidando all'Italia la missione di portare la civiltà e l'ordine là dove imperano la barbarie e la schiavitù. E' notevole che qualche voce in tal senso si sia proprio levata in Inghilterra; l'opinione britannica è sbandata dopo le infelici iniziative del Governo, ma senza attribuirgli ancora un valore decisivo non è trascurabile il fatto che degli ammonimenti seri vengano lanciati con molta autorità e che nei circoli compromessisi ad oltranza nella campagna italiana si osservino delle evoluzioni sintomatiche. Così non può sfuggire l'annunzio dato oggi ai Comuni da Eden che la Conferenza per la diga sul Lago Tana è stata rinviata. Che a Londra valutino la situazione nella sua realtà vera e tutto il bluff abissino si smonterà. Intanto è significativo che, almeno ufficialmente, tutti i paesi civili cerchino rji allontanare da sè il minimo sospetto di solidarietà col Negus nei suoi preparativi bellici. Che la crociata morale debba formarsi, ma in senso opposto a quella auspicata a Londra? Dopo le numerose testimonianze di comprensione dei diritti italiani nei giorni scorsi, oggi è la Svezia che apertamente rifiuta l'invio di piloti istruttori, sono i paesi arabi vicini al fronte di lotta che dichiarano la loro volontà di restar neutrali, e persino nel Giappone qualche scritto parla di simpatia per l'Italia. La via è segnata. te assurde pretese etiopiche nella procedura d'arbitrato L'Aja, 9 notte. La Commissione italo-francoamericana per la risoluzione dell'incidente di Ual Ual ha diramato alla fine della sua riunione odierna il seguente comunicato: • «..La Commissione si è riunita alle ore 11. Le opinioni espresse dai suoi membri vengono comunicate ai governi ». La sospensione dei lavori della Commissione, che implicitamente risulta dal comunicato ufficiale, è stata, in sostanza, causata da due elementi: 1. Dal fatto che gli arbitri di parte etiopica ignorano o pretendono di ignorare i' termini del compromesso, quale fu stabilito d'accordo fra i governi italiano ed etiopico il 15 e il 16 maggio ed in base al quale è avvenuta la nomina degli arbitri ; 2.. Dalla pretesa dell'agente del governo etiopico di voler trattare dinanzi alla Commissione questioni di frontiera, che sono state escluse in modo esplicito dai termini del compromesso e che, d'altra parte, sono di competenza della Commissione per la delimitazione delle frontiere prevista dal trattato italo-etiopico del 1908. Questi due elementi rivelano la deliberata volontà, da parte etiopica, di sabotare i lavori della Commissione. Allo stato delle cose, infatti, sono così schiaccianti le prove fornite dal governo italiano a dimostrazione dell'attacco etiopico di Ual Ual che il governo etiopico non ha evidentemente interesse che i Javori della commissione proce¬ dano, poiché essi sboccherebbero con tutta probabilità in una condanna dell'Etiopia. Perfino le proposte conciliative italiane o di accantonare il punto in discussione, continuando nella trattazione alla ricerca delle responsabilità dell'incidente, o di rinviare al 20 luglio i lavori della Commissione per dar modo ai Governi di eliminare la divergenza, non sono state accettate dagli arbitri di parte etiopica. I colloqui londinesi del Segretario della Lega Londra, 9 notte. Il Segretario della Lega delieNazioni signor Ayenol ha iniziato oggi la serie dei colloqui con personalità del Governo britannico e con alcuni rappresentanti diplomatici delle grandi Potenze a Londra. Egli aveva avuto in mattinata un lungo colloquio col ministro degli Esteri air Samuel Hoare nel quale certamente la questione abissina è stata lungamente discussa quantunque il comunicato ufficiale sulla visita diramato nel pomeriggio dica soltanto che sono state esaminate « le varie questioni le quali saranno trattate nel prossimo futuro dal Consiglio e dall'Assemblea leghista ». L'opera chiarificatrice di Grandi Avenol, dopo aver parlato con Hoare, ha avuto al Foreign Office un colloquio più breve con Antonio Eden e poi si è recato all'Ambasciata d'Italia ove è rimasto per lungo tempo a conversare con l'ambasciatore Dino Grandi. L'importanza di questo colloquio non ha bisogno di essere accentuata. Essa d'altronde risulta dal fatto che subito dopo l'ambasciatore si è recato al Foreign Office ove è rimasto per quasi un'ora a colloquio col ministro degli Esteri. La completa chiarificazione della posizione italiana sembra aver destato una viva impressione e sembra anche destinata a esercitare una notevole influenza sulla discussione del problema abissino che avrà luogo domani in seno al Consiglio di gabinetto. E' incontestabile che la chiarificazione intrapresa già da lungo tempo in qua dal nostro ambasciatore semina perplessità vivissima negli ambienti responsabili e in quelli politici e determina prese di posizione che difficilmente potevano essere previste fino a poche settimane or sono. Le questioni sollevate oggi da Dino Grandi nei suoi colloqui col ministro degli Esteri e col segretario generale della Lega saranno discusse ancora domani quando Avenol tornerà a visitare il nostro ambasciatore. Oggi si è maggiormente accentuato in ambienti che sembravano del tutto incapaci di comprendere l'atteggiamento dell'Italia la tendenza a impiantare il problema italo-abissino su un terreno più concreto, più giusto e più promettente. Il deputato Mander, ad esempio, il quale ha sempre trovato modo di criticare l'atteggiamento italiano, ha interpellato oggi alla Camera dei Comuni il ministro degli Esteri non per invocare una crociata antitaliana sotto la sdruscita bandiera del leghismo, ma per chiedere se realmente non esistesse la possibilità di sistemare in modo definitivo la vertenza fra Roma e Addis Abeba sulla base consigliata ieri da Edoardo Grigg nella sua lettera al « Times », sulla base cioè dell'art. 19 del Covenant il quale consente revisione di trattati e presa in considerazione di situazioni pericolose per la pace come potrebbe essere la permanenza della schiavitù in Abissinia a dispetto dei precisi impegni di abolirla assunti da quest'ultima. L'accordo per il Tana rinviato E' un enorme passo innanzi non ostante che, come è avvenuto oggi, Samuel Hoare abbia preferito non rispondere alla domanda del deputato. Ciò però che Eden b.a detto replicando a un'altra interpellanza dello stesso Mander è molto importante. L'interpellanza chiedeva: « In vista del fatto che il Governo abissino ha abbandonato le obiezioni fin qui avanzate nei riguardi della concessione di una diga sul lago Tana non" saremmo noi disposti a intavolare negoziati e quale atteggiamento il Governo intende assumere ? ». Eden ha così risposto: « Il 10 maggio scorso il Governo abissino invitò i Governi d'Inghilterra, Egitto e Sudan a inviare rappresentanti a una conferenza a Addis Abeba allo scopo di concludere un accordo definitivo sulla questione del lago Tana. Tuttavia — ha aggiunto Eden il Governo britannico non ha voluto prendere nessun provvedimento che avesse potuto aggravare la spiacevole controversia itaio-abissina attuale, nel momento in cui il migliore sforzo viene fatto per ottenere una risoluzione. In conseguenza, il Governo britannico ha informato il Governo etiopico che era favorevole ad un aggiornamento. Il Governo britannico tiene perfettamente presenti gli interessi dell'Egit to e del Sudan nel bacino supe riore del Nilo; questi interessi sono stati riconosciuti nel passato dai Governi abissino, francese ed italiano. Il Governo britannico si accontenta dunque di attendere ». I In risposta ad un'altra interrogazione, Eden ha detto che tutti i mezzi per incoraggiare una soluzione della vertenza italo-etiopica, saranno considerati dal Governo britannico. D'altra parte per completare la cronaca è necessario riferire due tendenze che cominciano a delinearsi in alcuni giornali. L'una è quella di accentuare le difficoltà che le truppe italiane incontreranno nella conquista dell'Abissinia e un lungo articolo del generale Gwynn nella «Mornìng Post» mira appunto a sostenere che la campagna sarà estremamente lunga e dispendiosa. L'altra tendenza si fa strada nel « Manchester Guardian » il cui collaboratore diplomatico, accennando alla lettera del Grigg, parla di «ripresa in esame dello statuto internazionale dell'Abissinia » che lo scrittore si affretta a interpretare scrivendo: « In altre parole possono Francia e Inghilterra frenare l'Italia condividendo con questa il controllo dell'Abissinia? ». Questa può essere una interpretazione personale dello scrittore ma è interessante quale misura del grado di disinteresse con cui certi ambienti considerano il problema abissino. I giornali della sera hanno tentato di conferire un carattere sensazionalistico alla notizia giunta dall'Olanda di un aggiornamento dei lavori della Commissione itaio-etiopica, dato il riconoscimento dell'impossibilità di giungere ad un accordo. Tale tentativo giornalistico non ha ottenuto successo e negli stessi ambienti responsabili si dichiara stasera che alla rottura delle trattative non va attribuita grande,importanza, dato che gli incidenti di Ual Ual sono passati in seconda linea di fronte al problema generale del futuro dell'Abissinia impostato dall'atteggiamento dell'Italia. Si riconosce qui francamente che il discutere attorno all'incidente di Ual Ual è accademia pura e un tantino comica e che l'aver sospeso le discussioni potrà dimostrarsi vantaggioso per una più chiara comprensione della posizione italiana. Circa i colloqui avuti da Avenol con Hoare e con Eden è dato sol tanto sapere che il Segretario della Lega si è dichiarato favorevole alla prosecuzione di sforzi energici per il raggiungimento di una intesa fra le grandi Potenze prima che il problema sia ripresentato alla Lega delle Nazioni. Avenol si è dichiarato convinto che un'azione affrettata a Ginevra da parte di qualche Potenza non risolverebbe la questione abissina e distruggerebbe la Lega. R. P.