Lo sbarramento delle Croci di fuoco alla minacciata marcia sovversiva

Lo sbarramento delle Croci di fuoco alla minacciata marcia sovversiva Lo sbarramento delle Croci di fuoco alla minacciata marcia sovversiva La questione del potere posta da De la Roque Parigi, 8 notte. Per la prima volta, data la gravità del momento, il colonnello De la Roque, capo delle Croci di fuoco e dei volontari nazionali che sino ad ora si era rifiutato di far conoscere il suo programma d'azione, ha definito gli obbiettivi della Federazione nazionale da lui presieduta nel discorso pronunciato a Mouveaux e che è destinato ad avere grandi ripercussioni. Premesso che la paura e l'incapacità di previsione dei successivi Gover ni hanno accelerato il ritmo di una decadenza che le Croci di fuoco seguono da vicino per poter intervenire al momento opportuno e dire: «basta, prendiamo noi il comando », il colonnello De la Roque ha aggiunto che tutti debbono essere d'accordo che il primo obbiettivo da raggiungere è di rimettere l'ordine, prendere il comando ed eliminare gli elementi di disordine. « Meno ministri e meno disoccupati » Egli ha quindi dichiarato: « Quando le nostre idee assumeranno il potere non sarà attraverso un uomo politico o un partito, ma personalmente, sotto la nostra sola responsabilità. Per eliminare gli elementi di disordine noi metteremo in vacanza per un certo tempo il parlamentarismo imputridito e imporremo silenzio alle forze oscure che pretendono dirigere il Paese. Imporremo silenzio all'alta banca che gioca il doppie gioco di un'alleanza illusoria coi Soviet e di un riavvicinamento con la Germania. Quando le nostre idee assumeranno il potere, vi saranno meno ministri ma anche meno disoc cupati ». E dopo avere esposto quello che le Croci di fuoco intendqno fare per la tutela della mano d'opera francese e il benessere degli operai, il colonnello ha cosi proseguito: « Domani, posdomani, fra quindici giorni, posso darvi l'ordine di mobilitazione contro la rivoluzione di Blum, Daladier, Cachin e consorti. Continuate a organizzarvi, a reclutare seguaci e sopra tutto a credere in voi stessi. Io stesso-constato ogni giorno che il movimento delle Croci di fuoco è assai più grande di quello che credevo. Quando la grande decisione sarà venuta e l'ordine sarà stato ristabilito, senza dubbio da uomini ma al di sopra degli uomini, voi procederete versa una opera sociale per la fusione delle classi e per il reciproco aiuto ingentilito dallo spirito di carità. Voi renderete il lavoro agli ope- rut o à a o o i o a i e l a i e e e a i e a o l è e à a a e à. rat, assicurerete a ogni francese un progressivo benessere spirituale e materiale. Noi non ci lanciamo in nuove teorie di economia diretta o no; noi vogliamo soltanto la riconciliazione dei francesi e siamo accessibili a ogni teoria purché alla base si trovi questa riconciliazione ». L'enunciazione di questo programma, nella quale il colonnello De la Roque ha esplicitamente dichiarato di essere pronto ad assumere il potere riveste un'importanza particolare all'indomani della minaccia di Daladier di far marciare su Parigi delle legioni rivoluzionarie provenienti « dalle Alpi e dai Pirenei»; di quelle di Pietro Cot rivelante in una recente Intervista il suo progetto di effettuare un colpo di mano sugli arsenali; di quelle del socialista Alessandro Varenne che ieri scriveva che « la classe operala si mobiliterà in un'ora e vi priverà In un istante di tutto quella che è Indispensabile alla vita sociale ». Dopo il discorso del colonnello De la Roque, data la perfetta organizzazione delle Croci di fuoco e dei volontari nazionali, è fuori di dubbio che se le minacce del Fronte popolare dovessero avere fitanesgrnsblddLLtpcsgqovabgsgvbpciVistrtsgasoltanto un principio di esecuzione, la risposta dei partiti nazio-1 « ;. ,. f . * , ... ! snah sarà immediata e inesorabile.1 -Con le armi al piede Il colonnello De la Roque Io ha del resto confermato in una lunga intervista concessa aìì'Excelsior: « Le minacce costanti dei giornali del Fronte popolare, — egli ha detto, — i loro costanti attacchi, bastano a stabilire il nostro dovere. Per proteggere il popolo francese contro le minacce rivoluzionarie conviene tenerci pronti a ogni eventualità. Se noi non fossimo in questo stato d'animo, già da molto tempo 1 progetti violentemente sviluppati in tutte le pubblicazioni marxiste e dei loro vergognosi alleati, avrebbero messo la Francia a fuoco e a sangue. Noi speriamo di garantire la nostra patria e assicurarne il progresso e la pace grazie alla nostra immensa forza morale. In quanto alla forza materiale, noi la teniamo pronta allo scopo — come diceva il mio maestro Maresciallo Lyautey — di non aver bisogno di servircene ». < Il paese ha visto troppa gente che cercava di assumere il potere sulla base di idee quali che fossero, perchè il nostro principio « fare assumere il potere dalle nostre idee al di sopra di ogni ambizione personale » non suoni come un rintocco funebre per la vita politica alla quale la Francia è stata sottomessa da molti anni. tRvcnccumstS

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