Archambaud vince in linea e Di Paco a cronometro

Archambaud vince in linea e Di Paco a cronometro Italiani e francesi si sono divisi gli onori nelle due tappe di ieri Archambaud vince in linea e Di Paco a cronometro Bergamaschi avanza al 5° posto nella classifica generale - Maes è sempre primo, seguilo da Magne - // ritiro di Trueba Ezquerra e Canardo - Anche Bertoni e Camusso migliorano le loro posizioni - Oggi riposo ad Evian (DAL NOSTRO INVIATO) Evian, 8 notte. Di Paco non ha fatto il doppietto che aveva promesso, ma il colpo che gli è riuscito è cos'i bello che possiamo contarlo per due. Se egli non ha vinto la volata nella Bellori-Ginevra (e non solo perchè Archambaud con un colpetto finale ha risolto da sè il problema del più veloce sul velodromo sviz ero, ma perchè egli in quel mo- [mento non faceva qià più parte\del r/ruppo di testa) la cosa cipuò,dispiacere, ma non impressionare dato che fu frutto un po' del ca priccio e un jm' della sorpresa. Ma\che egli abbia battuto sui 58 chi- " lomctri della Ginevra-Evìan tutti i migliori passisti di Francia, Bel- gio, Germania, Spagna e Svizzera, Wpiù. naturalmente, gli italiani pre- senti, supera le nostre previsioni,[ci allieta e ci inorgoglisce e gettacun altro po' di cemento alle basi detta situazione e delle possibilità della nostra 'squadra. Il colpo di Archambaud Ma, prima di parlare della parte più bella deUa giornata, voglio liquidare quella che mi richiede forse una più ampia cronaca, ma ben più ristretto commento. La Belfort-Ginevra è stata un freddo e nudo prologo della Ginevra-Evian, nel senso che i corridori, nella mattinata, non hanno avuto altra preoccupazione che di quello che li attendeva nel pomeriggio e nessuno ha voluto arrischiare lo sforzo che gli potesse compromettere la severa prova individuale, considerata da tutti un po' quella del fuoco perchè il suo risultato avrebbe, a rigor di logica, dovuto, poi, ripetersi altre tre volte (che le tappe a cronometro individuali sono quattro) e le conseguenze sulla classifica, quindi, moltiplicarsi per altrettante. Se la corsa non si è chiusa con la prevista volata, lo si è dovuto soltanto all'iniziativa dell'irrequieto e intelligente Archambaud, il quale, quando la compattezza del gruppo alle porte di Ginevra lasciava pensare che il pronostico si sarebbe avverato, ha creduto bene di smen Urlo; con uno di quei suoi gesti che „li sono soliti e che rispondo-no ài suo temperamento, ha for-zato la mano e se n'è andato a tagliare da solo il traguardo, facendo fronte alla pur vigorosa reazione belga. I francesi non si sono troppo interessati di questo episodio che volgeva a vantaggio di uno dei loro e i nostri, presi, come spesso capita loro, in velocità, dovette- ro accontentarsi di rimntiere «elgruppo che si battè per il quartoposto. Tentativo fallito Ecco come si giunse a questo episodio conclusivo. Cominciava a far giorno quando la carovana del Tour si riunì a Belfort. I corridori, in maglia e calzoncini, erano lividi e battevano i denti dal freddo. Anche Pélissier, nonostante fosse l'unico, da vero arbitro d'eleganza e esempio di previdenza, a indos sare un bel paio di gambali di la-mi, sbatfacchiava le interminabilibraccia e saltellava sulle gambe da trampoliere per non sentirsele ghiacciare. Allo stesso scopo, non appena fummo in marcia, Vietto tentò la prima scappata che si spense da sè, Vignali la seconda che fu repressa da Mauclair, Vervaecke e Pélissier, e Leducq con Gianetto e Vervaecke inscenò la terza, che avrebbe dovuto essere assai più seria. Essi, infatti, presero presto un minuto di vantaggio, che aumentò quando un passaggio a livello chiuso rallentò e tagliò in due, per il passaggio del treno, il gruppo elle inseguiva; poi la seconda par- te si spezzò in trejegmentU cosic " chè si ebbero quattro nuclei di inseguitori, nel primo dei quali era rimasto Bertoni con Magne, la Wmaglia gialla», altri belgi e francesi; nel secondo, Gestri; nel terzo Bergamaschi, Rimoldi e Vignoli; ci quarto Giacobbe, Morelli e Tea ni e quando quelli del primo nucleo si accorsero che mancava Bergamaschi, strinsero lega per rendergli duro J'inseouimento. Quattrocento metri separavano le due formazioni e tanti rimasero per un pezzo, che tutte e due marciavano sulla media di 36 chilometri. A St. Hipolite (Km. 48) di 45 secondi era il distacco che Magne cercò di far salire sulla salita seguente, abbastanza lunga ma facile, e Bergamaschi, invece, riuscì a far diminuire di poco. Fu solo sull'altipiano che avvenne il ricongiungimento. Nel frattempo si era verificato un fatto di una certa importanza, il ritiro di Trueba, Ezquerra e Canardo. I tre spagnuoli scesero di macchina e entrarono in un'osteria, dffve si sedettero tranquillamente a un tavolo ordinando un bel pollo arrosto con insalatina fresca. Non avevano l'aria di star molto male, ma, a interrogarli, uno diceva che aveva la febbre, l'altro che aveva male a una caviglia e il terzo accusava mal di denti. Mezza squadra spagnuola era diventata di colpo un ospedale ambulante! Naturalmente c'era poco da credere alla malattia di questi signori che più probabilmente era un' insanabile ^cardia, con i compagni nel di vldersx f" torta che 81 Prospettava aBsa* scarsa Archambaud se ne va... Una volta che anche altri ritardatari ebbero ripreso, si cominciò a marciare a 30 all'ora con il vento a favore scendendo verso il piano e imboccando i lunghi rettilinei ondulati che sem- bravano guide di linoleum grigio stese Sui tappeto verde dei prati che declinavano a sinistra fino alle foreste del Giura e a destra si perdevano a vista d'occhio. La monotonia del paesaggio, la temperatura che saliva e intontiva, quasi a compensare dei brividi dell'alba, la malavoglia dei corridori, facevano calare sempre più l'andatura e la media: quella a 28 e questa a 31 a Chamagnol (km. 62). La salita al colle delle Savine, fatta in due gradini tutt'altro che gravosi, non vide che un bel co mando di Lapébie che con Berga maschi, Moineau, Danneels, Ver- waecke, Le Grevès, Grestri, prese duecento metri e poi li perse ad opera di Bertoni. Con un'energica tirata di Archambaud si giunse sull'altipiano. Poi si ricominciò a salire sotto il tiro di Coque. Una scappata di Bergamaschi, Chocque e Gestri nella discesa, ebbe termine al controllo di Morez, dove la media era coluta a poco più di 26. La salita della Faucille non vide maggior accanimento e non diede molto più brillanti risultati. Vi condusse dapprima Leducq con Magne; poi accelerò Hartmann e terminò, senza sudare, Archambaud. Però, se non c'era stata lotta, l'ascesa non era stata di generale gradimento, perchè alla fine solo una trentina di uomini era rimasta al comaìido e, fra essi, Bergamaschi, Camiteso, Bertoni, Vignali, Morelli, Rinfoldi, Giacobbe. Ad uno scatto di Garnier fecero subito fronte Vignali e Hartmann e quest'ultimo, in vena di prodezze, giunse primo in vetta. IfgpmsmipafmDsl1 In premio della sua generosità fece, nella discesa, una caduta che gli costò un pedale; ma potè riparare in tempo per essere coi primi al passaggio della frontiera svizzera. Mancavano pochi chilometri all'arrivo e, sul rettilineo che mmetteva in città e dal quale si prendeva la circonvallazione per andare al velodromo, Archambaud fece uno scatto sull'altro e finalmente riuscì ad andarsene da solo. De Caluwé fu il più tenace nell'inseguimento e Danneels dietro di lui; gli altri diedero partita vinta. 1 tre giunsero staccati di pochi secondi. IT" gruppo fu fermato all'entrata della pista e poi lasciato di nuovo in libertà per la volata. Dopo la campana Morelli prese la testa, seguito da Rimoldi e Stach. Era evidente che il primo faceva il giuoco del secondo per fargli vincere il premio della categoria individuale; ma Rimoldi tenne duro sino a 50 metri, poi fu rimon tato dal tedescocilmt RAFFAELE PI PACO, Il più simpatico e più capriccioso del « tricolori » al Tour, in una orig inale caricatura di Cattaneo.

Luoghi citati: Chamagnol, Evian, Francia, Germania, Ginevra, Spagna, Svizzera