II Duce presiede la Corporazione olearia

II Duce presiede la Corporazione olearia II Duce presiede la Corporazione olearia Trattazione di importanti questioni sull'olivicoltura e sull'industria e comdegli olii •- La necessità di riconquistare un primato italiano memo spdsdmcptdnIta la seduta e* dopo l'appello"deiIoRoma, 8 notte. Oggi, a Palazzo Venezia, ha iniziato i suoi lavori, sotto la presidenza dei Duce, la Corporazione olearia. Sono presenti il Segretario del Partito S. E. Starace, i Ministri Thaon di Revel, Rossoni, Solmi e i Sottosegretari di Stato Lantini, Bianchini, Tassinari, Cobolli Gigli. Alle ore 16 il Duce, salutato dall'assemblea in piedi, dichiara aper- presenti, dà la parola all'on. Ma-1 craviglia, vice-Presidente, perchè riferisca sul primo oggetto dell'ordine del giorno: « Rapporti fra la industria dell'olio di oliva e quella dell'olio di semi ». Olii d'oliva e di semi L'on. Maraviglia rileva che tutta l'attività della Corporazione olearia deve tendere a realizzare un indirizzo di politica economica organico e lungimirante nel settore degli olii vegetali. Nel campo dell'alimentazione è universalmente riconosciuto il primato dell'olio di oliva. Esistono tuttavia difficoltà per individuare le qualità di olio di oliva che abbiano diritto di assumere questo nome sul mercato, rispetto agli altri olii che traggo i no origine anch'essi dall'olivo, ma, mordcvner le maniDolazioni cui sono sta-i^LfMWi S»n»*?r.i™. ti sottoposti, hanno perduto alme-, no Parte delle loro caratteristiche; olivicole: • | Circa i rapporti fra olio di o«-| |vedimenti legislativi del 1934 han- I Circa i rapporti fra olio di oli- ■ S^«a?^i^l£:,S5ra3r l* vedimenti legislativi del 1934 han- j ;™ dato una prima sistemazione I fila materia, essendosi contingen-1 !tata la importazione dell'olio di semi ed essendosi sottoposta a con- ; - j nel determinare se il risultato debe !Da raggiungersi attraverso il si, ; stema delle leggi vigenti, ovvero - ! se si debbano cercare nuove coni dizioni unificando le leggi stesse. trollo la importazione stessa. In seguito a tale provvedimento può. dirsi che il primato dell olio di oli-,va sia stato ufficialmente ncono- j sciuto. Ma la mèta ultima da raggiungere potrebbe essere quella della totale esclusione dell'olio di semi dal consumo nazionale, che in tal caso potrebbe unicamente servirsi dell'olio di oliva. Di ciò sono con- > ì ! !Vlnt- aTn°he 1 Pr0dutt°ri di °Uo f . j semi. I pareri sono discordi solo|i -1 ste al^ -' ].olio di seml deve considerarsi e ' ivalente airolio di oliva ed ag. e | GU olivicoltori chiedono che, a I coprire il fabbisogno nazionale ; dell'olio, si importino dall'estero olio di oliva ed olive fresche anzi- '. che olio di semi. A queste richie- resistono i produttori di olio semi, i quali sostengono che giungono che l'importazione deio.,,oIio ni semi costituisce per la no-! stra economia un vantaggio di 100 milioni all'anno. Inoltre all'affermazione dei produttori di olio di semi, secondo laiquale l'importazione di olio di oli-|va dovrebbe avere luogo da Paesi mediterranei che già stentano a bi-.lanciare i loro scambi con le nostro esportazioni si risponde da parte degli olivicoltori che la permanen-za sul mercato di olii di semi disabitua i consumatori dell'olio di oliva e costituisce perciò un grave pericolo per la nostra olivicoltura. Connessi a questo problema sono quelli riguardanti i rapporti fra olio di oliva, olio di sansa e olii raffinati, i quali ultimi, per le loro qualità organolettiche, finiscono in gran parte col confondersi con gli olii di semi e ne facilitano quindi il consumo. Conclude affermando che la Corporazione olearia, pienamente conscia dei proprii doveri, affronterà l'esame superiore del dei problemi ad essa sottoposti con spirito profondamente fasci- sta, nell'interesse Paese. Il consumo Gaslini. — Come rappresentante dell'industria dell'olio di semi — dichiara di essere concorde nel riconoscere la necessità della valorizzazione dell'olio di oliva, ma poiché la produzione di tale olio è insufficiente al consumo, l'olio di semi può bene integrarlaalmeno fino a quando l'olivicolturaarriverà a coprire l'intero fabbi- sogno. Non crede che l'olio di semi possa disabituare il consumatore dall'olio di oliva, in quanto l'olio di semi ha l'identico gusto dell'olio di oliva raffinato e costituisce la maggioranza dell'olio in commercio. Nè l'olio di semi influisce sul prezzo dell'olio di oliva perchè praticamente l'olio di semi è più caro dei comuni olii di oliva. Dal punto di vista dell'economia, nazionale la importazione degli olii di semi grava sulla bilancia commerciale per circa 110 milioni mentre, se si importasse olio di oliva o vere olive, lo sbilancio sarebbe assai maggiore. L'Industria dell'olio di semi ha, del resto, anche un'importante funzione per la valorizzazione di molti sottoprodotti agricoli, sia della Madre Patria che delle Colonie. L'onorevole Pavoncelli rileva che gli olivicultori mirano a riconquistare all'Italia quel, primato in materia di oliva che essa ha avuto In passato. Pertanto proclamare l'assoluta prevalenza dell'olio di oliva significa tutelare un superiore interesse nazionale. Per potenziare l'olivicoltura si può non solo aumentare la produzione ma anche migliorare la trasformazione del prodotto e rieducare a favore dell'olio di oliva il msgspdvilginddmanevimdeftlddCiSust0 dei consumatori, oggi in Part<= deformato dall'olio di semi. ,Necessaria è anche la valorizza-' ; zione de;U „,u fjni di presgione| | • he perchè essi potrebbero f or-1|m„e ^J^^^l*h». Ctóf» K«rUSr«rulafa«. jdtf' XitA j hi Q nota che ^ anzichè col -t d , contingentamento de- 1 ^«^^^^^6 ef- fettuarsi con l'acquisto di olio di ; oljva da„.eBtero Mediante il siste- „ „ 3cambi bilanciati. n raf. . finamento di ta„ olli dovrebbe es,gere affidato aumduatria dell'olio j d; semj Polacco nota che l'olivo occupa dtimtPzuna ingente quantità di giornate j dlavorative e ciò spiega anche l'an- j msia con cui i rurali attendono le i v> decisioni della Corporazione. E' ] dì certo che oggi si produce molto j H! meno di quanto si consuma, ma | nf l'Italia può e deve produrre tutta] |ja quantità che occorre al f abbi-1 ;quantità sogno nazionale. Esaminando le diverse cause che rendono la resa attuale dell'olivo assai scarsa, nota che ad eliminarle gioverebbero special I mente una migliore concimazione ; etì una più intensa lotta contro la mosca olearia. In tal modo, in '. quattro o cinque anni, l'Italia po- cficB tra produrre tutta la quantità di | ! olio che le occorre, pur senz- 1-1 mentare la superficie colti „.a. grazie anche al continuo incre- j mento della produzione delle Colonie. Le parole del Duce ai TI_i_ 3" 1'?7.jT«j>.'i | Ì£*£TOf^ i^.^jf j^T^IIl Duce rileva la capitale im-\ portanza del problema, poiché■ coltura dell'olivo, che è una pianta collinare, provocherebbe ; ascende a 10 miliardi con 150 . milioni di alberi e diecine di mi- j Moni di giornate lavorative. e Osserva che la scomparsa o -1 Hna ulteriore diminuzione della e e e e e un considerevole spostamento della massa demografica della Nazione verso le non vaste e insufficienti pianure, con evidente grave ripercussione nella vita economica e sociale della Nazione. Ricorda che quasi tutte le regioni italiane hanno l'olivo: ceco perchè l'interesse di que- sta coltura è fondamentale e perciò il Governo fascista se ne preoccupa. Di fronte all'attuale ; lacuna di un terzo della produ- \ zione, in relazione al fabbiso-1 ,• . „ . . ... ' gnu alimentare, l'obiettivo verso Lcut tendere e molto semplice: raggiungere il cento per cento, E poiché un olivo per poter'.produrre ha bisogno di 15 anni di tempo, ragion per cui non si può pretendere di passare, di a , e , I'"'" /""«««ere «.1 passare, ai a'Pu"(° '» bianco, ali autonomia al olearia della Nazione, bisogna -[superare un periodo di sfasa- mento. Nè tale periodo può essere calcolato in 4 o 5 anni, dati gli alti e bassi del raccolto: forse ce ne vorranno 10 ed anche più: ma l'importante è di tendere ad arrivare a quell'obiettivo. Nel frattempo, per coprire il fabbisogno alimentare, bisogna incrementare la produzione in Italia e nelle Colonie, dovendosi escludere l'utilità di estendere la coltivazione nazionale semi oleosi. Il Duce approva la proposta avanzata di bandire un concorso nazionale, il quale, eccitando la emulazione degli olivicultori, varrà ad emanciparli dalle forti importazioni di semi oleosi, mentre gli industriali degli olii dì semi applicheranno le loro energie e i loro capitali ad altre forme di attività. Conclude affermando che l'interesse dominante è quello della olivicultura, cui tutti gli altri devono sapersi adattare. Quindi la seduta è rinviata a domani alle 10 al Ministero delle Corporazioni.

Luoghi citati: Italia, Venezia