La Coppa Europa

La Coppa Europa La Coppa Europa Juventus, Sparta e Ferencvaros in semifinale Occorre la « bella » tra Slavia ed Austria / risultati dei quarti di finale PRIMO GRUPPO A Firenze: Fiorentina-Sparta 3-1 (andata: Sparta-Fioreiitina 7-1). A Torino: Juventus-Hungaria 1-1 (andata: Juventus-Hungaia 3-1). SemifiruUiste: Sparta (Cecolovacchia) e Juventus (Italia). SECONDO GRUPPO A Vienna: Austria-Slavia 2-1 andata: Slavia-Austria 1-0). A Budapest: Ferencvaros-Zldenice 6-1 (andata: Zinedice-Ferencvaros (4-2). Semifinalista: Ferencvaros (Ungheria) e vincente della qualificazione fra Slavia (Cecoslovacchia) e Austria (Austria) che dvavpvdSMlcBpbtsedIdòpo le duV°pàr^itè'regolTmenta"- I mri si trovano a parità di punti. Fiorentina-Sparta 3-1 Viani (F.) 2 rigori - Negro (F.) e Zajìcek (S.) SPARTA: Klenovec; Burger e Ctyroky, Kostalek, Boucek e Srbeck; Faczinek, Zajicek, Brai. ne, Nejedly e Kolocsai. FIORENTINA: Amoretti; Piziolo e Magli; Querci, Vicini e Neri; Nehadoma, Fasanelli, Viotti, Negro e Gringa. Arbitro: Frankstein (Austria). Firenze, 8 mattino. Scesa In campo in una formazione di ripiego, la Fiorentina ha battuto la forte squadra dello Sparta, che domenica le inflisse a Praga una netta sconfitta per Tal. La vittoria ha servito, se non altro, a dimostrare che la squadra è sana e che la dura lezione fu dovuta ad una giornata nera. I boemi per tutto il primo tempo hanno svolto un gioco eminentemente difensivo. Chiuso il biancio dei primi 45' con un secco 0 a 2 e subito nei primi minuti della ripresa un terzo punto, hanno però tirato fuori le unghie e sono passati all'attacco, segnando al 9' il loro unico goal. Ciò ha infuso loro maggiore energia, mentre gli avversari, che avevano nettamente accusato il colpo, precipitavano di tono. Da queto momento il quintetto d'attacco dello Sparta ha fatto vedere del vero bel giuoco, dando vita a continue azioni ricche di stile e di tecnica, ma che mancavano quasi sempre della logica conclusione finale, quella del tiro in rete. I boemi, per altro, ormai sicuri di entrare in semifinale anche se sconfitti, si sono limiati, più che altro, a fare dell'accademia. La Fiorentina, per parte sua, pur subendo nella ripresa la presione avversaria, ha tenuto hene l campo, supplendo con la foga con la volontà alla mancanza di omogeneità che la squadra denotava ancor prima dell'assenza di Neri che, per uno strappo mucolare, fu costretto ad abbandonare il proprio ruolo per passare a quello di ala destra e farsi sotituire da Fasanelli. Querci, Piccini, Nehadoma e Negro, che sostituivano Gazzari, Perazzolo, Scagliotti e Bigogno, hanno fato quanto possibile perchè i titolari non fossero rimpianti e vi ono riusciti quasi completamene nel primo tempo, che é stato utto di netta marca viola. Alla distanza, però, sono calati assai, pur continuando a tenere il campo con buona volontà. La partita si è svolta dinanzi ad un pubblico poco numeroso ed ha avuto inizio alle 17,30. Vince la scelta del campo la Fiorentina che gioca contro sole, ma in favore di vento. E' Viani l primo ad impegnare il portiere avversario. Braine risponde con un'incursione personale, ma non giunge a concludere per l'intervento di Piziolo. La Fiorentine, più aggressiva della sua avversaria, e con una prima linea n vena di tira.-e, si fa sotto, impegnando sovente la solida difesa boema. Alla mezz'ora le squadre sono ancora alla pari, quando, per un fallo di Burger su Viani, l'arbitro decreta il « rigore » che è tramutato in goal dalo stesso Viani. Cinque minuti dopo, e cioè al 35', la Fiorentina ottiene il suo secondo punto per opera di Negro che sfrutta abilmente un calcio d'angolo battuto da Gringa. La Fiorentina attacca ancora e per poco una sventola di Viani non procura il terzo punto. Si gioca sempre sotto la porta di Klenovec, il quale deve intervenire più volte per liberarsi dell'indiavolato Gringa e da un paio di interventi piuttosto pericolosi di Fasanelli e d Nehadoma. Qualche rara incursione di Kolocsai è fermata con maestria da Neri, mentre Querci, per parte sua, compie un lavoro non indifferente, dato che la sua ala è la più servita. qmdstgsscvdtnprcahcucrdnsnrapv6ccnstzovtadvbthlntnltozcisldosgpprJctcgnAlla ripresa la Fiorentina si ripresenta in campo senza Neri che accusa uno strappo muscola- jre ad una gamba. Cosi i viola !iniziano in dieci fra la delusione ;del pubblico il quale, dopo i primi due punti, cominciava a prepararsi ad un risultato clamoroso che rendesse la pariglia a quello di Praga. Neri rientrava in campo al 5' della ripresa, al posto di ala destra. Nonostante sia cosi infortunato, Neri procura due azioni da goal, provocando due uscite a vuoto del portiere boemo, che, se fossero state più prontamente sfruttate, avrebbero avviato la Fiorentina verso un punteggio ideale. Al 3' intanto, un fallo di mano di Boucek, il centro mediano dei boemi, frutta un secondo cai-1ciò di rigore, realizzato ancora da Viani e che porta i «viola» in vantaggio di tre punti. Il pubblico spera, applaude ed incita. Ma ecco la doccia fredda, Lo Sparta scatena un'offensiva in grande stile e, approfittando dell'infortunio di Neri, insiste sul corridoio di sinistra e fila con passaggi a volo di precisione matematica su Amoretti. Al 10', calcio d'angolo a favore dei boemi; sullo spiovente, Zajicek raccoglie e segna. I restanti trentacinque minuti di gioco vedono una netta prevalenza dello Sparta che insiste all'attacco, non riuscendo tuttavia, a segnare ulteriormente, sia per l'imprecisione del proprii avanti, sia per l'attenta vigilanza di Amoretti e dei terzini viola. Austria-Slavia 2-1 AUSTRIA: Zohrer; Andritz, Sesta; Adames, Mock, Nausch; Molzer, Btroh, Bindelar, jerusalem, Viertl. slavia: Lanska; Klus; Daucik; Bodicka, Cambal, Krcil; Bystlacil, Bvoboda, Sobotka, Kopecky, Bradac. Vienna, 8 mattino. L'Austria, dopo la sconfitta subita sabato scorso a Praga, aspettava lo Slavia al varco in casa sua per conciarlo a dovere. Talerano, per lo meno, le intenziondi Sindelar e dei suoi compagniI viennesi hanno vinto per 2 a 1, ma la loro non è stata una dtrziMcahdmsoaLctrdnfuvssquelle affermazioni che non ammettono replica. La regolaritdel congegno grazie al quale esssono riusciti a giungere fino atraguardo finale si è rivelata oggi meno precisa, ma conviene d'altro canto riconoscere come simile abbassamento di tono possa essere stato, dopo tutto, la conseguenza del giuoco degli avversari la cui ferrea volontà di debellare gli austriaci, accoppiata a una incontestabile buona conoscenza del mestiere, non ha permesso ai viola di offrire al loro pubblico la vittoria cosi at- a' Praga lo Slavia si aggiudicò un punto e l'Austria non riuscì a segnare. A Vienna gli austriaci hanno vinto per due a uno, per cui i due avversari dovranno, in una terza partita, risolvere la contesa su terreno neutro, qualora le federazioni interessate non decidano altrimenti e non scelgano una delle capitali delle due squadre in lizza a teatro della nuova prova. L'incontro odierno va considerato fra i più avvìncenti fin qui a Vienna nell'ambito della Coppa Europa. Gli avversari si equivalsero anche in linea tecnica e 60 mila spettatori che seguivano con orgasmo la partita non si fecero notare con clamori cui amano di solito abbandonarsi in quete circostanze. Ciò dipese soprautto dalla- malinconica constatazione che lo Slavia costituiva un osso durissimo da rodere e conveniva quindi tacere. L'impronta dura che ha caraterizzato il giuoco non permise ai contendenti di attardarsi più del necessario a far sfoggio di virtuosismi accademici. Entrambe le squadre miravano alla vittoria e per conseguire lo scopo hanno fatto appello a tutta la oro volontà, che è stata davvero non comune. Durante 1 90 minuti i viola, con Sindelar in testa, non ebbero un momento di abuia. Pur non trascurando nel limi te del possibile i canoni del calcio ortodosso, quando occorse rinunziare a certe soddisfazioni tattiche care a questa squadra per niziare un'azione, tutti, compre so Sindelar, si convertirono in ottatori puri. Avevano del resto di fronte undici uomini che ragionavano e operavano, su per giù, nello stesso modo e rendevano, cosi, singolarmente difficile il loro com pito. ■ Sinledar non ebbe fortuna, ma parecchi suol tiri fecero certo desiderare al portiere boemo una rapida fine dell'incontro. Stroh e Jurusalem assecondarono bene il capo. In quanto agli uomini dello Slavia si potrebbe, volendo, criticare o lodare questo o quel giocatore, ma si commetterebbe una parzialità, perchè, se vi furono differenze di classe fra gli uni e gli altri, non ve ne furono, però, nel loro spirito battagliero. E' certo che Cambal prevalse, comunque, su tutti per forza di volontà. La partita, esaminata nei suoi aspetti più salienti, si svolse così. Al via dell'arbitro ungherese Herczka la cui opera non sembrò sempre felice, l'Austria prendeva subito l'iniziativa delle operazioni, e Sindelar minacciava la rete opposta. Al 5' lo stesso Sindelar raccoglieva una palla di Jerusalem, costringendo il portiere ceco a una capriola efficace e impressionante. Al T i cechi subivano un calcio d'angolo infruttuoso, poi un altro al 10', mentre tre minuti dopo erano gli austrìaci a difendersi da una punizione semplice. Il primo punto della giornata 10 segnava al 16' Bradac per ì cechi fra il più glaciale silenzio del pubblico. Ma al 24' 60 mila persone andavano in delirio. Jerusalem con una mossa sorniona riusciva a ingannare il portiere avversario che si allontanava dal suo posto lasciando che l'austriaco collocasse tranquillamente il pallone in rete. La ripresa registrava un tiro di Sindelar deviato da Zohrer, quindi un calcio di punizione contro i cechi e, infine, il secondo punto ■ dell'Austria. Ne fu artefice Stroh, aiutato da Jerusalem. 11 pubblico andò in visibilio. Austriaci e boemi ebbero ancora pa- N recente strette al cuore e parec chie sensazioni di acciuffare la vittoria, ma le difese funzionavtcemdbusodpcdrdcnavcvdpletbcln—dlsnnngpcsrfqcpainpmsdnmfvvano e soltanto il terzo incontro potrà darci la squadra vincitrice della contesa austroceca nell'ambito della Coppa Europa.