Cronache del teatro e della radio

Cronache del teatro e della radio Cronache del teatro e della radio tingenti e compiti de- | fofinitivi - T nroafP^Ì coIiniUVl - J. prugre&ài imd<< .i • • elia televisione fasaNel nostro breve e affrettato sucommento al comunicato del-'pl'Ispettorato del Teatro, riguar-'ndante la formazione delle nuo- *ve compagnie per l'anno comico | ch1935-36, abbiamo fatto rilevare,socon quanta serietà e severitàìlàl'Ispettorato stesso aveva prò-raceduto nell'esame delle forma- gzioni proposte: di venti proget- cf1 presentati soltanto dieci so- pno stati presi in considerazione, pe perfezionati con spostamenti to inclusione di attori, definiti- nvamente approvati. dLe Compagnie che hanno ottenuto il nullaosta sono: la Compagnia Ruggeri, la Compagnia Palmer, la Ricci-Adani-Gentili, la Galli, la Melato-C'arini-Mari, la Tòfano-Maltagliati-Cervi, la Falconi, la Gandusio-Carli-Baghetti, la Besozzi-Menichelli-Migliari, e i « gialli » di Calò. Alle quali, allo stato delle cose andrebbero aggiunte le Compagnie dialettali: Petrolini, Musco, Viviani, Govi, De Filippo. Dieci Compagnie a carattere prevalentemente drammatico, e una gialla. Basta questa constatazione per rilevare e comprendere che le Compagnie sono state inizialmente concepite e progettate con carattere e intenzioni speculativi, seguendo cioè un criterio commerciale collaudato dai fatti, secondo il quale le Compagnie che hanno un reper- m1 mtorio comico sono quelle che of-\Prufrono maggiori garanzie di successo finanziario. Il pubblico — ci dicono gli impresari — vuol ridere; e non si accorgono essi ls| , ì^f. a ogni costo otowtjw giunti a quell imbastardimento\s! «■»■ forme artistiche, per /or- « 1. > . ~UDprato 'J. n' Jf \..a suPeraT0> cae « ieri deliziava grossolanamente "l, ; % dpllp viafpe s!'« maggior parte aeue piaiee. 1 rper i primi, che, così dicendolpronunziano una severa condàn-\cna del teatro, che a furia di far\P1 g in "*»!»«" e»"*. C Pareva che non ci fosse più sn-!o-«*■ che » Quella forma degene-' r|^^ 4udevJillei ,„ cJld gli p. e i e o e e ¬ o attori erano costretti ad esibir- dsi in canti, in danze, in pantomime, in tutto, cioè, meno che in quello che costituisce l'essenza della loro arte: recitare, recitar bene, sorvegliarsi, creare e vivere i personaggi che incarnano. Si era giunti a tale forma di smidollamento che ci si meravigliava penosamente a veder attori di pregio e di stile — povero e grande Lupi, che pena quando lo vedemmo sgambettare e canticchiare! — scendere a livello, e spesso reggerne male il confronto, dei primi numeri dei varietà. Il gusto dell'arte è un'altra cosa, checché ne dicano gli impresari; non è morto et non può morire: soltanto biso-1gnu fare dell'arte. E questa è j lino faccenda un pochino piùmdifficile. Certo l'Ispettorato del\l cpzctcddtddqi ■ - ' o',lean° n01ì VOiexa in un fmi, e)cambiare la faccia del mondo. ; ejPer non sconvolgere caotica-i£i i o e o j a e i o e e d mente la vita delle scene ha do-\vuto affidarsi ancora all'inizia-,Uva privata, agli industriali del *teatro; e gli industriali, si sà,\se non sono mecenati, gestisco-]no aziende con criteri commer-Ìciali che raramente vanno d'oc-[cordo con i criteri artistici. Chi\rischia il proprio denaro va cau- to, cerca e desidera garanzie, escogita possibilità e mezzi che'gli assicurino un guadagno: sen-i za il miraggio del guadagno a che rischiare? Poiché, al di sopra di ogni umana volontà, la situazione era questa, e non era possibile cambiarla di punto in bianco, che cosa poteva fare l'Ispettorato del Teatro? Quello che ha fatto: difendere i diritti dell'arte, correggere le più grosse deficienze, aiutare quelle ormazioni che, allo stato delle ose> °ffron° maggiori probabim e garangie artistiche. Non c'è dubbio che il tono ar- fatico delle nuove Compagnie arà, nella media, notevolmente uperiore a quello degli anni pausati; ma questo risultato on può essere e non e un punto *'arrivo: è appena una. tappa. E he tale sia, ce lo rivela lo steso comunicato dell'Ispettorato, à- dove dice che «non si sono avvisate in alcuna delle Compagnie sottoposte al suo esame le aratteristiche speciali di complesso eccezionale che avrebbero potuto giustificare il rilascio del itolo invero molto onorifico del nullaosta speciale ». Tuttavia le dieci Compagnie di nuova for- mozione usufruiranno ugualmente dei vantaggi materiali Pr*?Ì8ti Per le formazioni di carattere eccezionale. E' questa una concessione generosa che l'Ispettorato ha voluto fare allo scopo di agevolare la realizza- slaua ? severa .. ... «°» " risolveranno ne in prò fitti, ne in elemosine: debbono «errore a scovi puramente arti- "ervire a scopi puramente ani stici, controllati e approvati, r^>n „„„«„„^ „; JX.W„ a, le del programma artistico che ognuna delle nuove CotoPWme j! Pr°P°"e- f° sarve~ glioma dell Ispettorato sarà as- le sovvenzioni Certo rinetiamo si tratta di oertl:» ripetiamo, 01 iraiia ai raggiungere una tappa, uno scopo già limitato e circoscritto cspsarcslaMgtsgddaHa situazione stessa del merespansione che costituisce la Prova PM eloquente della ragmunta maturità umana sociale e politica di un popolo Certo, questo che e 1 ma essenziale del teatro italiano cato teatrale al quale si tenta, per ora, di far violenza con mezzi di carattere opportunistico e contingente. Il problema integrale del teatro italiano non può risolversi che con l'istituzione del Teatro di Stato. Quando sulle rovine della bottega si costruirà un tempio, allora sì che le ragioni dell'Arte saranno valid-amente difese, e che il teatro italiano, questo malfamato teatro italiano che tanta luce ha proiettato nel mondo, in ogni tempo — non basta citare anche oggi il nome di Pirandello? — conquisterà quella irresistibile forza di Certo questo che è u proble > * teatro italiani ™> essenziale aei teatro italiane £^_™fjw L? Posì°> lo s*udla' Jo risolverà. Ci vuole, anzitutto, un teatro, uno stabile moderno, *» palcoscenico attrezzatissimo. Bls09na costruirlo. Una i-shtuzw*e di tanta importanza non P"0 essere allogata in locali provvisori e insufficienti deve r,lucere "» tutta la sua compo stezza e in tutto il suo splen dorè, anche dal punto di vista etdlhzl0.- Tempo ci vorrà, che la fretta e nemica del meglio. Frat tanto auguriamoci che i risultati artistici del prossimo anno comico corrispondano all'aspettativa del pubblico, e si adeguino alla generosità con la quale il Governo è venuto incontro alle necessità del teatro italiano, e alla fiducia con la quale ne accompagna gli sforzi. s. s. dvmtfnpMmuma MELATO