La figura del Principe Condottiero della III Armata rievocata da Orazio Quaglia al "Regio,,

La figura del Principe Condottiero della III Armata rievocata da Orazio Quaglia al "Regio,, La commemorazione del Duca d'Aosta La figura del Principe Condottiero della III Armata rievocata da Orazio Quaglia al "Regio,, La commemorazione del Duca Emanuele Filiberto d'Aosta, condottiero della III Armata, è riuscita una solenne, imponente, commossa rievocazione delle alte virtù militari e civili del grande Principe soldato che dai combattenti di tutta l'Italia e dal popolo di Torino in modo del tutto particolare, era amato come condottiero, come principe, come uomo. Il Preside della Provincia, avvocato Orazio Quaglia, oratore ufficiale, ha commemorato il personaggio che la Storia ha fatto suo, con la eloquenza che gli è propria, con l'impeto di una oratoria smagliante, con l'entusiasmo del combattente che nel Principe reale ha visto impersonificate durante gli anni della guerra le alte virtù della Stirpe e della Dinastia che hanno entrambe seguito l'esempio magnifico del primo soldato d'Italia, di B. M. il Re. Autorità e popolo L'amore della cittadinanza alla memoria del Duca d'Aosta è stato chiaramente dimostrato ieri sera dalla imponenza del pubblico che, accogliendo l'invito dell'Istituto Fascista di Coltura, organizzatore della manifestazione, è accorso nel massimo teatro cittadino, occupandolo in ogni ordine di posti, e che ha dato prova, con l'appassionato fervore con cui ha seguito l'alata rievocazione dell'oratore, che il .sito attaccamento alla Monarchia ed il sito amore all'Italia che il Fascismo, per merito del Duce, ha potenziato e ricondotto al suo destino imperiale, è sempre vivo e fiammeggiante nel suo cuore fedele. Le più elette personalità cittadine erano presenti: S. Em. il Cardinale arcivescovo Maurilio Fossati, il Prefetto Giovara, S. E. il generale Grossi e S. E. Bottoni, S. E. Muggia, il vice Segretario Federale Rossi di Montelera, il vice Podestà Pensa, il Magnifico Rettore prof. Pivano, i generali Zucchi, Cantù, Bellini, Mercàlli ed altri ufficiali generali e superiori, il dott. Meda, il dott. Moccagatta, la contessa Cavalli, il console Moreno ed altre personalità tra cui molti senatori e deputati, rappresentanti le Associazioni combattentistiche e d'Arma, sindacali ed altre. Sul palcoscenico i busti del Re e del Duce cui facevano sfon do dei trofei di bandiere e dietro lo spazio riservato alle autorità si levava una fitta selva di bandiere di gagliardetti e di fiamme che con la loro presenza simbolicamente dicevano corhe effettivamente tutto il popolo di Torino, saldamente inquadrato sotto i segni del Littorio, era presente alla celebrazione. La smagliante orazione L'oratore, che al suo apparire e stato salutato con un cordiale applauso, ha ricordato non solo le doti militali e di condottiero dell'Augusto principe ma quello che di più complesso è nella sua figura che si è rivelata quando il destino gli ha dato, con la possi bilità, il diritto di operare con la sua Terza Armata per la grande vittoria. L'incommensurabile ardore onde era dotato ti suo spirito, per cui Gabriele D'Annunzio lo ha definito <nPrinceps amoris et ardoris », lo ha fatto amare da quanti lo hanno avuto come condottiero poiché sapeva dare al soldato, al di là della disciplina e del dovere, il senso della fratellanza; Voratore ha poi ricordato la sua azione magnifica svolta nella guerra ed ha detto di come il Principe nel momento del pericolo ha saputo anche divenire oratore, quando la parola raggiunge essa sola lo scopo, per armare gli spiriti. Molti brani dei discorsi del Duca sono stati ricordati da Orazio Quaglia, che ha sintetizzato, con la sua potenza oratoria, l'opera del Duca nella guerra e nel dopo guerra quando tra i primi ha saputo vedere la luce nuova nella notte oscura affermando nel marzo del 1920 che « forze meravigliose prossimamente muoveranno alla riscossa ». Anche altre volte il Duca nei suoi discorsi espresse il suo pensiero divinatore della grandezza della nuova Italia come quel giorno in cui in un comune del Ferrarese in pieno periodo sovversivo rivolgeiìdosi ai pochi fascisti che vedeva attorno disse: « Fascisti, protendete verso l'ara dei Caduti il vostro braccio ga gliardo nel saluto romano, quan do lo porterete al petto ne ritrar rete una fiamma incommensurabile ». L'oratore, dopo avere rivolto un ringraziamento al Maresciallo Giardino, che era presente ed al quale la folla ha rivolto vivi applausi, per aver assicurato alla città il monumento al Duca, ha affermato che il Condottiero dalla sua tomba guarda lungi verso l'altra tomba del fratello suo che nella lontana Colonia attende i destini imperiali della patria che le falangi dei soldati del Re e del Duce sapranno conquistare. Una imponente ovazione ha salutato l'inspirata conclusione dell'oratore che è stato a lungo applaudito.

Luoghi citati: Aosta, Italia, Torino