Vivaci critiche in Inghilterra e negli altri Paesi alle "disinteressate,, offerte del Governo di Londra all'Etiopia

Vivaci critiche in Inghilterra e negli altri Paesi alle "disinteressate,, offerte del Governo di Londra all'Etiopia Vivaci critiche in Inghilterra e negli altri Paesi alle "disinteressate,, offerte del Governo di Londra all'Etiopia r e i a i L'opinione inglese depreca ogni ingerenza nel conflitto Londra, 2 notte. Non vi è giornale il quale non dedichi per lo meno una colonna di commenti alle brevi e prudenti I «c mLcfFpchNdichiarazioni fatte ieri ai Comuni da Eden e alle ben misurate ri¬ mmrsasposte che Samuel Hoare ha dato | had alcuni interpellanti di destra e di sinistra. Senonchè la preoccupazione fondamentale dei commentatori sembra essere quella di trarre dalle dichiarazioni di Eden il pretesto per attaccare l'atteggiamento assunto dal governo nei riguardi della vertenza italo-abissina e per criticare il vacillante atteggiamento della Francia. « L'impero non si tocca » Il fatto che Eden a Roma si è dichiarato disposto a offrire a nome del suo governo una fetta di territorio imperiale all'Abissinia sembra addirittura inaudito ai giornali favorevoli all'isolazionismo ad oltranza e ad alcuni organi dell'estrema destra. Il Daily Express fa la voce tonante e chiama a raccolta l'opinione pubblica inglese e imperiale e la invita ad opporsi con tutti i mezzi a qual- csiasi piano di consegnare un pezzo ; dell'impero africano inglese, ; strappato alla schiavitù e alla barbarie dall'eroismo dei cittadini britannici, all'Abissinia. Il fatto poi che la concessione è fatta a un popolo barbaro, a un governo che tollera la schiavitù, indigna varii giornali. Dietro questo furore vi è la pre- occupazione fondamentale di crea- re un forte movimento di opinione1 pubblica attraverso tutto il paese ! contro qualsiasi forma di ingeren- j za dell'Inghilterra nella vertenza italo-abissina. « Nessun interesse britannico è minacciato da tale vertenza — dice, ad esempio, VEvening News e qualunque cosa Mussolini faccia j all'Abissinia, lascierà quest'ultima ! roccaforte di razziatori di schiavi ì alquanto più civilizzata di quanto j lo sia attualmente. Una guerra può segnare la fine della Lega come pure la fine della sovranità dell'Abissinia. Noi dichiariamo francamente che tanto l'una quanto l'altra non meritano il sacrificio di territorio britannico ». Il Daily Mail in un articolo di fondo scrive: « Speriamo che il governo britannico impedirà che siano prese quelle misure da irresponsabili sostenute ieri ai Comuni da Lansbury allo scopo di costringere l'Italia ad accordarsi con l'Abissinia. Il consiglio di Lansbury infatti condurrebbe direttamente ad una grave disputa fra Inghilterra ed Italia in una questione che, secondo le dichiarazioni dello stesso Eden, non tocca gli interessi britannici in Africa. « Lansbury — continua il giornale — vorrebbe che il governo britannico facesse forti pressioni sull'Italia. Sarebbe questo il ringraziamento che l'Inghilterra dovrebbe fare ad un popolo che si è mostrato, in passato, cosi fermamente nostro amico e che, perfino nei più oscuri giorni della guerra boera, si è rifiutato di unirsi allo scatenarsi delle violenze europee contro l'impero britannico ». Disinteresse inglese Altrettanto assurda quanto piani di Lansbury sembra al giornale la proposta presentata da Eden a Mussolini. « Lo strano risultato della adorazione dei nostri uomini politici per il meticcio societario fa sì che essi propongano di dare delle maneie di territorio britannico e di sudditi britannici ad uno Stato schiavista in relazione ad una disputa che non ci concerne. Quale Potenza — si chiede il giornale — potrebbe mai fare uso della propria forza militare per esercitare pressioni sull'Italia come vorrebbe «a. Gli Stati Uniti ed il Giappone manroncffiiirt un nirpcen otti ATlr n Lansbury? La Gran Bretagna è cosi disarmata che non potrebbe fare uso delle proprie forze. La Francia certamente non vorrà mai partecipare ad una selvaggia crociata contro l'Italia. La Germania ha abbandonato la Società delle Nazioni e la considera senza fldu mantengono un atteggiamento molto simile ad essa. Per quanto riguarda il popolo inglese esso non sere coinvolto in una guerra appoggio dell'Abissinia e per ha la più lontana intenzione dì es più, in una guerra contro un vecchio amico ed alleato. Siamo costretti a smentire l'asserzione di Eden secondo la quale 11 popolo inglese segue con attenzione il problema abissino. Il pubblico Inglese non pensa proprio nulla di questa questione ». Qualche scrittore riconosce che se Roma avesse accettato l'offerta di Eden il governo britannico si sarebbe trovato in una situazione tale dalla quale non avrebbe potuto districarsi se non rassegnando le dimissioni. Ma, come dicevamo, per quegli organi i quali I vorrebbero che l'Inghilterra assu-1 messe un atteggiamento più chia- | ro se non più energico di fronte alla vertenza, il problema dell'ora non è tanto di sapere ciò che farà l'Italia quanto ciò che farà la Francia. A quest'ultima si muove il rimprovero di non dar prova in dpissputbLavai e i suoi predecessori sosten- !nero al.a stregua degli statisti in-i queste u]time settimane di quel ..attacoamonto ai leghismo che » ITUflIB U| oirBSd in UBHUUIU I u Daily Telegraph è persuaso che il conflitto italo-abissino con- durra allo sfacelo del fronte unico i glesi, fosse la base della politica estera del paese. Il fronte di Stresa in pericolo ! europeo e si augura che la Fran- ! j eia si decida a pronunciarsi per I tenere intatta se non la Lega per | lo meno l'edificio di Stresa. Al- ! trettanto allarmato si dimostra il ITimes il quale però oggi si preoccupa in modo particolare di dimostrare ai suoi lettori quanto j profondamente disinteressata si ! sia finora dimostrata l'Inghilterra ì in tutta qUesta faccenda. Il Go j verno italiano, secondo il giornale dovrebbe essere ormai convinto I I sistema collettivo 1 ropa, | della condotta disinteressata della politica inglese. « Nel passato recente — afferma il Times — i motivi britannici sono stati mal compresi dalla stampa italiana ma un tono più ponderato si è manifestato negli ultimi giorni. Se la politica britannica fosse ispirata ad avidità, essa potrebbe trovare facile obbiettivo unendosi cinicamente a Mussolini per aver ragione dell'Abissinia ». Il giornale riconosce che le doglianze italiane sono giustificate che gli abissini sono cattivi vicini dell'Italia e l'Imperatore di Addis Abeba ha ostacolato lo sviluppo dell'influenza italiana nel suo paese. Ciò però non impedisce al giornale di allarmarsi della piega assunta dalla situazione perchè la politica presente dell'Italia non è compatibile con gli accordi conclusi con l'Inghilterra' e la Francia circa l'Abissinia, con il patto Kellogg e con il Covenant della pace in Eu-!R. P. Lega e principalmente perchè la vertenza può minare le basi del L'assurdo progetto inglese e un mandato all'Italia l ■„■;'- . Parigi, 2 notte. Secondo notizie mandate da Ber- lino all'Information, i negoziati anjlo^ I ma. Queste notizie rendono Topi-, nione francese quanto mai male disposta ad arrendersi all'invito rivoltole ancora una volta dalla ni importanti progressi e c'è da attendersi di vedere il testo del documento pubblicato quanto rri- ma. Queste notizie rendono l'opi-, stampa britannica di assecondare [ l'Inghilterra nell'affare abissino contro promessa del suo ritorno all'osservanza scrupolosa del f ron- • te di Stresa, L'ufficioso Temps, riassunte nel proprio editoriale le dichiarazioni di Eden ai Comuni, non esita a confessare che l'iniziativa presa dal Ministro britannico proponen 1 te il noto piano di liquidazione del- ! la vertenza gli sembra « sconside- I rata ». L'organo del Quai d'Orsayl è del parere che l'idea di offrire all'Etiopia un corridoio nella Somalia britannica per crearvi una ferrovia che faccia capo a Zeila, urta contro il trattato tripartito del 1906, nel quale Italia e Inghilterra, all'art. 9, promettevano alla Francia di astenersi da qualun- j que opera ferroviaria atta a far j concorrenza alla linea di Gibuti. Sebbene il Temps non aggiunga altro e si limiti a rilevare la stra- nezza del fatto che il Governo di.Londra non abbia per lo meno ri- jtenuto necessario consultarsi conParigi prima di fare a Roma una proposta del genere, non è diffi-Cile intendere come, a giudizio del !ZeiIa; mentre per ringhilterra la creazione di questa nuova strada ferrata sarebbe il felice aDDrodo giornale ufficioso, l'affare del corridoio somalo non avrebbe costituito, in realtà, una ricompensa all'Abissinia per le cessioni consentite all'Italia, bensì un risarcimento all'Inghilterra per la transazione patrocinata. Avendo già a sua disposizione uno sbocco a Gi- ■■ DUt;j l'Etiopia, infatti, non ha bi- sogno di avere un altro sbocco a creazione di questa nuova stradaferrata sarebbe il felice approdo di molti anni di tentativi diploma-tici sfortunati Malgrado queste polemiche e la soddisfazione provata pel rigetto da parte dell'Italia della pericolo- sa proposta inglese, queste sfere continuano ad annettere molta im- portanza alla possibilità che il prò , articolo tutte le ragioni che, se condo l'Italia, militerebbero per 'a creazione 01 un mandato sua ™Pia € per la sua assegnazione * pencolo del italuwo da G™v™- 11 corrispondente oma- no de Temps espone in ungiungo , articolo tutte le ragioni che, se- [ all'Italia, e insiste sul fatto che Roma non si rifiuterebbe a discu- • purché tale discussione non abbia tere della questione a Ginevre, 1 luogo soltanto in base agli arti- ^.quelli che possono essere invocati dal Governo di Addis Abeba, ma anche sugli articoli 16, 19 e 22, quelli sui quali 1 Italia può vali- ! damente fondare la domanda del mandato in questione l „ ri„i „of(„ „ „ì„ì e 15 del patto, e cioè a C. P. Fashbda non sì ripeterà Berlino, 2 notte. Le dichiarazioni di Eden alla Camera dei Comuni hanno messo sempre più la questione abissina all'ordine del giorno della pubblij ca opinione e dei giornali tedeschi i quali continuano a seguire con animo di spettatori sereni e spas sionati lo svolgersi di tutta la vi.cenda. Intanto essi riportano am j piamente questa mattina l'eco ; delle voci di protesta di tanta : parte della stampa inglese la quajle esprime ampiamente la propria I meraviglia per gli eccessi del fe- 1 atteggiamento inglese in tutto :1 ; conflitto. Il Voelkxscher Beobach- Iter in un articolo nota questa mat-ticismo ginevrino societario che spinge i politici inglesi ad offrire a mo' di mancia territori e sudditi britannici a un paese straniero il cui livello civile è indicato dal fatto dell'esistenza e del fiorire della schiavitù. Oltre a ciò i giornali danno molto spazio alla questione °-el rapporti italo-britannici e alla I natura e possibile influenza del- , :ter in un articolo nota questa mat1tlna cha è ormal superata la fase ideila discussione di stampa italo- ' ^^JL^Sl^^^S^S^ me anche sono esauriti i tentativi di ostacolare l'Italia a mezzo di ; clausole e di tra tati e si è entrati ! ~ dlce" giornale - « nella assai più seria fase dell esame della I JjJj^J ^ ^,iornaie"n'ota che°una "seCQnà& Fashioda è in ognl modo Ua esciudere e non m uiUmo per il questione se gli interessi inglesi a sicurezza dell'impero moni ile britannico siano minacciati da iun redominio militare dell'Italia ,n abissinia in maniera tale che ,.IngWlterra sia costretta ad assi|curare interessi mglesi „. Per per fatto che « l'odierna tenacia deli l'Italia difficilmente si farebbe me queIlo che baatò a suo tempo fernlare da un veto-ultimatum co lil giornale fa tutte le ipotesi . ; sviI della questione e dice fra ; i'aitro- : « si"come spesse volte la 8olu. ; zione dj taluni problemi porta con 'a fermare la Francia». Alla fine j n eiornale fa tutte Ie inotesl (U isè un paradosso o per lo meno un : paradosso apparente, cosi non è ! da escludere che in caso dì una ', conciliazione delle grandi forze ', opposte si vada a finire con un protettorato inglese sull'Abissinia ; con la concessione all'Italia di colonizzare liberamente in tutto il i territorio; oppure, come altra via di conciliazione dei contrastanti , interessi, a un doppio protettorato sull'Abissinia ». Il Negus è furente j coi paesi che non gli vendon armi Washington, 2 notte. Una corrispondenza da Addisi Abeba alla Chicago Tribune dice che il governo etiopico è indigna-1 to per il fatto che quattro nazioni I europee hanno rifiutato recentemente di permettere l'invio di ar,mi in Abissinia. Il giornale riferiisce che le quattro nazioni sono il , Belgio, la Francia, la Danimarca e la Cecoslovacchia e che il loro rifiuto è stato giustificato con vari fabbriche i vacche hanno informato Addis Abeba che esse non potevano eseguire i contratti a causa di forza maggiore e hanno restituito il da, naro ricevuto. Il Governo france; se non promulgò alcun decreto ma fece privatamente sapere alle fabbriche di munizioni che avrebbero dovuto astenersi dall'inviare armi agli Abissini. Il Belgio invece mi' se un vero e proprio embargo seguito da una spiegazione ufficiale che ha sollevato particolarmente ile indignazioni di Haile Selassié ' e cioè che il passo veniva fatto per impedire l'accusa di parteci1 pare agli armamenti dell'Etiopia. La corrispondenza afferma che gli ■ abissini hanno pieno diritto di im: portare gli armamenti che vogliono poiché non vi è nulla nei trattati internazionali che proibisca loro di farlo ad eccezione di una decisione spontaneamente e volon- 'tariamente presa dall'Abissinia di i non lasciare che armi importate i dall'estero vadano nelle mani del-Ile tribù |