Verità solari

Verità solari Verità solari Le dichiarazioni di ieri del Ministro Eden ai Comuni sui colloqui di Roma in rapporto al conflitto italo-abissino confermano e chiariscono quanto era già apparso nelle indiscrezioni giornalistiche: le conferme e i chiarimenti sono quindi di carattere esclusivamente negativo. Il signor Eden si dimostra dolente di un simile stato di cose; noi non sappiamo che farci poiché non è colpa nostra se la logica o, in mancanza di essa, il decantato empirismo britannico, non riescono a rendersi conto dell'inesorabile realtà e della fondatezza delle ragioni italiane. Le cosidette offerte inglesi erano di un valore nullo, anzi, in definitiva, contrario agli interessi italiani, ultra favorevole alle ambizioni del Negus. I territori abitati dagli Ogaden, dai confini quanto mai imprecisi, costituiscono un pezzo di deserto o quasi che si sarebbe aggiunto alle già vaste zone desertiche dei magri possedimenti lasciatici nel bottino africano in cui altri Stati hanno divorato le parti migliori. D'altro canto invece la cessione all'Abissinia di uno sbocco sul mare avrebbe profondamente modificato l'assetto e l'equilibrio dell'Africa Orientale a tutto vantaggio dell'Abissinia che dalla sua tracotanza spavalda avrebbe tratto un premio e un incoraggiamento a continuare la sua politica di estorsioni e di provocazioni. I mercanti di carne umana e i mercanti di cannoni ne sarebbero stati i massimi beneficiati, perchè così sarebbe loro possibile eludere ogni formalità e ogni rischio nei loro tragici commerci; ma queste non dovrebbero essere le intenzioni del Governo di Londra che 3Ì vanta depositario dei principi societari che bollano a fuoco, sia pure soltanto di parole, i negrieri e gli affaristi di materiale bellico. Se mai quindi si trattava di offerte a Addis Abeba, non davvero di offerte all'Italia: la loro insignificante ridicolaggine non meriterebbe di soffermarvisi troppo ove esse non dimostrassero l'incapacità o la cattiva volontà di valutare la situazione nei suoi dati realistici, generali. Il fallimento della politica di collaborazione fra l'Italia e la Etiopia, politica che noi avevamo caldeggiato e tentato col Trattato 1928 rimasto lettera morta per il tenace ostruzionismo abissino, impone una chiarificazione radicale nei rapporti tra le nostre colonie e le tribù retrostanti; l'Eritrea e la Somalia non soltanto non potrebbero prosperare ed assolvere la loro naturale funzione geografica di veri sbocchi dell'Etiopia, ma vivrebbero in una posizione precaria di sicurezza qualora non fossero definite una volta per sempre le loro relazioni coi territori che gravitano su di esse. Alla prima occasione propizia il Negus cercherebbe di sloggiarci; il dilemma inaccettabile sarebbe questo: o rassegnarci a capitolare o mantenere uno sforzo costante, quale oggi compiamo, per degli anni e per dei decenni. Evidentemente, noi non possiamo tollerare nè l'una nè l'altra situazione: l'Italia fascista non permette nè soluzioni di rinuncia nè soluzioni procrastinate. A questo problema essenziale di sicurezza si innesta quello dell'espansione e della valorizzazione delle nostre giovani energie nazionali in un'opera immensa di civiltà e di lavoro; Stati europei grandi e piccoli sui più lontani Continenti hanno fatto di tali principi la base morale delle loro conquiste; non v'è ragione alcuna perchè ciò che era legittimo e bello per gli altri non sia permesso ad un popolo ricco di tradizioni civili e vigoroso di doti realizzatrici quale è il popolo italiano. Un territorio di un milione di chilometri quadrati, abitato da più di dodici milioni di uomini costretti tutti ad un regime di oppressione e di schiavitù, certamente potrà attingere un alio livello di produzione, di benessere, di giustizia sotto la guida e sotto l'impulso di un popolo che già in ogni latitudine per se e per gli altri ha fornito prove ineguagliabili di efficienza e di capacità. Ecco le grandi verità solari su cui debbono meditare i governanti britannici, senza lasciarsi influenzare da manovre insidiose e da previsioni catastrofiche suggerite da ristretti gruppi di specialisti. Il paravento societario è troppo sgualcito per coprire un gioco grossolano; la crociata leghista per difendere il commercio degli schiavi è un assurdo immorale e antistorico che può alimentarsi solo in qualche fantasia esaltata. A mano a mano che gli eventi stringono, il senso della realtà e delle responsabilità si lndsAbcccctdinppamLznrKnspLddr fa strada presso i popoli e i Governi più diversi; l'Inghilterra non può straniarsi. Solidale coll'Italia in una funzione di equilibrio, di moderazione, di pace nel Continente europeo, essa deve sentirsi solidale colla missione di civiltà dell'Italia in Africa. I termini sono inscindibili; se si attentasse alla loro coesistenza, si inferirebbe un colpo grave a quel minimo di collaborazione senza di cui la civiltà bianca, premuta da tante parti, precipiterebbe in un declino irreparabile. E l'Impero inglese ne sopporterebbe per primo le conseguenze. Alfredo Signoretti Asinara unita per via aerea con Kartum e Mogadiscio Asmara, 2 notte. E' giunto in volo al nostro aeroporto il Sottosegretario di Stato alle Colonie, on. Lessona. In seguito al felice volo sperimentale dei tre apparecchi dell'Ala Littoria, di cui è stata data notizia giorni or sono, si può oggi annunciare che verrà presto inaugurato il servizio aereo AsmaraKartum, in coincidenza con la linea dell'Irr/ierial Airways. L'Asmara sarà inoltre collegata, sempre per via aerea, con Mogadiscio.

Persone citate: Alfredo Signoretti, Lessona, Negus