La "Marinetta,,: rifugio degli ultimi "crepuscolari,,...

La "Marinetta,,: rifugio degli ultimi "crepuscolari,,... Genova romantica che sparisce La "Marinetta,,: rifugio degli ultimi "crepuscolari,,... GENOVA, giugno. (A. R.) - La «Marmetta» — solitario rifugio di spiriti dionisiaci — finisce; il nido nostalgico degli ultimi poeti « crepuscolari », che da tempo ha chiuso la sua gaiezza nella profondità dei suoi deserti orti salmastri, sparisce sotto i colpi del piccone; sparisce nell'abbraccio violento della Città, che sale in corsa affannosa fin qui: dove, fra lo sciacquio delle arene, rotolano le ultime conchiglie vaneggiate... Ci fu un poeta che disse che ci sono dei luoghi che si vorrebbe stringere al nostro cuore ; ebbene, la « Marinetta » — specialmente come era una volta, redimita di verde e di azzurro — è precisamente uno di questi. Lo seppero tutti gli spiriti errabondi che, per lunghi anni, la frequentarono riempiendola del loro costante, caldo, fervido amore; lo seppero quindi Ceccardo Roccatagliata-Ceccardi, Silvio Novaro, Guido de' Paoli, Alessandro Giribaldi, Francesco Pastonchi; lo seppero Gabriele D'Annunzio, Anton Giulio Barrili, Olindo Guerrini, Arnaldo Vassallo (Gandolin), Sabatino Lopez, Alessandro Varaldo, Flavia Steno e tutta la infinita schiera dei minori che qui amò, rise, cantò. Quanta giovinezza ha racchiuso questo modesto rifugio! Non era questo un ritrovo fuggevole nel quale si venisse a caso per passare qualche ora di gaio abbandono dello spirito; ma era il nido ricercato, assiduo, costante di tutti gli artisti. Esso era una specie di orto di Pafo e come i personaggi di Murger, tutti i frequentatori di questo locale avevano solo — e sempre! — vent'anni... Guido Gozzano Guido Gozzano, dopo il primo successo di Via del Rifugio, venne alla «Marinetta» in compagnia del poeta torinese Garrone per riposarvi il tremante cuore e qui, per parecchi anni, dall'alba al tramonto, fra il battito isocrono delle onde, martellò tutti i dolcissimi versi dei suoi Colloqui. Pochi sanno forse che quel suo tormentato volume di liriche, squisitamente torinesi, è stato elaborato precisamente dinanzi al mar di Liguria. Qui egli sognò la sua Torino « corrusca di rotaie »; qui rievocò il poeta il suo tenero, il suo dolce passato guardando in fondo al suo cuore. Chi fu che disse che il Passato è un secondo cuore che batte in noi ? Vive nella nostra carne, batte ritmicamente a piccoli colpi come l'altro cuore: ma più lontano... Il Passato è un po' del presente di secondo piano, ecco tutto: esso non è dietro di noi, ma davanti a noi... E dinanzi a Guido Gozzano c'era solo una piccola spiaggia tranquilla, un tenero velluto bigio orlato di alghe; un gran mare libero, ora turchino, ora argenteo a spume rosee: un cielo terso, profondo, luminoso di sole. E tutto questo gli parlava del suo piccolo mondo torinese. Ricordo una primavera lontana: 1915. Nel piccolo cimitero abbandonato di San Giuliano alcuni vangatori stavano aprendo le prime strade della collina d'Albaro. Guido Gozzano entrò nel recinto con uno stuolo di amici mentre veniva balzato dalle zolle erbose un teschio di giovane donna. Dalle occhiaie ricolme di terra indurita, si levavano tremanti e sottili due ciclami bianchi. Il poeta, con una fresca improvvisazione lirica, levò in alto il teschio fra la viva commozione di tutti'. La Natura riviveva in quei esili fiori la sua immarcescibile esistenza... Due giorni dopo, i bei ciclami — che come tutte le tenere cose nascono per poco sole e muoiono per poca pioggia — erano già morti; morti come la fanciulla che li aveva Irradiati dalle grandi occhiaie: e come lo stesso giovine poeta che aveva improvvisato quel fresco canto di giovinezza eterna... Oggi tutto questo è ancora del Passato. — La Messa al Sole E ora? Ora su questo romantico rifugio, dove tanti poeti vissero e amarono, cadrà inesorabile il piccone. Come su tutto quanto l'ala del tempo s'abbatte con la sua furia devastatrice, le piccole « strade di solitudine » si sperdono, fuggono risospinte e calpestate dalla Città conquistatrice. Cosi le «Crose» muoiono; scompaiono lsVcgi crocicchi erbosi e solitari, le Istraduzze fiancheggiate da muri dai quali si affacciano « rose I stanche di sole»: breve mondoiverzicante di orti, di cipressi aguz-1 zi e di limoncelle: piccole oasi di:silenzio dimenticate dal viluppo e;dall'intrico della struggle for |live... ' Sembra che la chioma degli al-!beri serbi nelle foglie il morso acu-|to del mare: il polverìo di sale, chejvisse dell'immenso orizzonte, de- pone miliardi di piccoli cristalli bianchi sulla nervatura delle pai-1 me flabelliformi, sugli ulivi lan-|ceciati, sulle siepi arsicce e odo rose. San Nazzaro, San Giuliano e Albaro, sono ancora la porta della terra spalancata sul mar di Liguria. Se la fantasia riesce a spogliarle della casa dell'uomo, e rivarca i tempi e ritrova le età lontane in cui non esistevano nè ì geometri, nè i « piani regolatori », essa le rivede in loro greggia nudità marina: portentosi altari della natura dinanzi al mistero luminoso del sole. Pensate. Proprio qui, secondo le antiche cronache dell'Arcivescovo Varagine, fu — per la prima volta nel mondo — celebrata la Sacra Messa sotto la pia luce del sole; qui — mentre Roma e Ravenna celavano ancora nell'umida ombra fuggiasca delle Catacombe e delle rozze cripte la celebrazione del Santo Mistero — gli uomini di Genova si inginocchiavano già, ottant'anni dopo il transito del Salvatore, davanti al suo Sacerdote che levava nell'aria l'Ostia Consacrata; qui, nel verde sacello di San Giuliano, il primo Vescovo mandato da Roma celebrava in mezzo al fragore dei secoli barbari ed attribuiva alla Liguria l'onore della prima Messa liberamente celebrata al Sole. E qui, infine — in un vicino asilo — a tanta distanza di secoli e di Evi — si adunano oggi le ombre pietose dei salici in cui rivive la Giovinezza tormentosa ed eroica di coloro che morirono perchè « l'Italia fosse ». Fra il ricordo millenario della lontana cerimonia e il partito eroico della gloria recente, sembra levarsi verso il Cielo, sorretta su invisibili braccia, la pietà e la forza della razza più mistica e più valorosa che abbia scaldato, nel suo eterno corso, il sole latino. ... Le trincee del silenzio Tale questo dolce romantico paese di sogno. Certo a chi le guardi dall'alto, queste ultime « Crose » devono apparire' come le trincee del Silenzio Sopra i muri: grigi che tutte le serrano — camminamenti sinuosi dove striscia sotto il sole la lucer tola cinerea — pendono immobili i grandi ciuffi delle palme, i ventagli flabelliformi delle passiflore e le sciabole dentate del palmizio africano. Di qua e di là, dietro le alte cancellate, le finestre chiuse! di una villa grave. Chi c'è, dentro ? — domanda la fantasia. Camminai forse ancora, nelle vaste stanze, lo spirito insonne di Galeazzo I Alessi, o si affaccia alle finestre spalancate sull'oro e la porpora di I Portofino, 1 ombra di un patrizio idel Seicento? Volteggia alla brez1 za 11 bianco mantello di Luigi XII ? :E' Jean E'Auton che eterna sulle ;carte a Puro amoroso Intendio del |3U0 Signore? Irrompe in un viale di limoni, la franca risata di Carlo !Dickens? Tril!a in un angolo fa|sciato dl vecchi damaschi una spijnetta lamentosa, che ricorda il so sPiro dl Tommasina Spinola dal « perfetto amore»? O stride la 1 ghiaia dei piccoli viali sotto il pas|so «uidico di Giorgio Byron, che sembra abbia già nei chiari occhi atlantici il presagio e il brivido di Missolungi? Echeggia il pianto largo e passionale di Alfredo De Musset ? Ride calmo e triste Federico Nietzche mentre proprio qui concepisce il suo Zaratustra? Niente. Scrosciano le fronde impetuosamente e balza fuori nel mite sole primaverile — mentre dileguano queste ombre che qui vissero un giorno — un viluppo di cose bianche: suona alto un riso di bimbo... E mentre vediamo questo piccolo mondo antico sparire, l'eterna malinconia delle cose ci porta sulle labbra il virgiliano motto che veste di tristezza i piccoli pensieri: noi lo ripetiamo a lungo nella memoria col significato che assumono talvolta, entro il nostro spirito, le citazioni e le vecchie arie musicali... Addio, piccola e borghese « Marinetta » romantica!