Lo stile e la decisione di Roma hanno sorpreso e disorientato Londra

Lo stile e la decisione di Roma hanno sorpreso e disorientato Londra La questione etiopica e gli interessi italiani Lo stile e la decisione di Roma hanno sorpreso e disorientato Londra Londra, 28 notte. Quando alla Camera dei Comuil leader dell'opposizione Lansbury ha chiesto oggi che il Governo riferisse al Parlamento la situazione presente dei principali problemi europei, quale è stata constatata dal Ministro Eden nei suoi colloqui di Parigi e di Roma, Samuel Hoare ha replicato all'interpellante di non poter fare dichiarazioni di sorta, non avendo egli ancora visto Eden, giunto a Londra appena ieri a notte tarda. Hoare ha promesso però che sarà In grado di fare dichiarazioni alla Camera lunedì prossimo. Poche ore dopo però i due Ministri, che si condividono la direzione degli affari' esteri britannici, si radunavano a colloquio al Foreign Office ed Eden faceva al suo collega un dettagliato resoconto dei suoi colloqui con Lavai e Mussolini, intrattenendosi, a quel che sembra, in modo particolare, sulla situazione creata dal fermo atteggia-1 mento adottato dal Capo del Go verno italiano nei riguardi della Àbissinia. Illusioni cadute La stampa continua a dedicare molto spazio alla vertenza fra Roma e Addis Abeba, ponendo in risalto lo scacco subito da Eden, sia per persuadere il Governo a rinunziare, al più presto a qualsiasi ingerénza nel conflitto, ingerenza non voluta dall'Italia 8 pericolosa per lo stesso prestigio dell'Inghilterra, sia per scongiurare il Governo a preoccuparsi essenzialmente della sorte della Lega. Non vi è dubbio che le notizie recate da Eden a Londra destino sgomento nei circoli responsabili e negli ambienti politici e giornalistici. La verità è, e occorre dirlo, che l'Inghilterra fino a due giorni fa non era informata delle reali intenzioni dell'Italia. Vi era qui la sensazione diffusa finanche nelle alte sfere governative, che a Roma si chiedesse molto per ottenere poco. In altre parole che, avanzando la minaccia di un ritiro dalla Lega e di operazioni militari nell'Africa Orientale, l'Italia intendesse ricorrere a un bluff mirante ad assicurarle una linea ferroviaria all'interno dell'Abissinla e qualche rettifica di frontiera a vantaggio delle sue colonie africane. A nessuno era venuto in mente che a Roma si facesse sul serio ed Eden è rimasto sinceramente stupito da ciò che gli è stato detto da Mussolini e più ancora dal tono col quale il Duce gli ha parlato. Stupito ne è Eden e stupita se ne dimostra l'intera stampa londinese, là quale pure cre- ;.a|.0 deva che, con qualche autorevole pressione britannica, la volontà italiana si sarebbe dimostrata di- versa da quella che l'Inghilterra sempre dimostrò quando volle al- largare i limiti del suo impero, Il corrispondente romano della Mornìng Post conferma che fino a pochi giorni or sono il Governo inglese non ebbe un'idea chiara di quelle che fossero le aspirazioni italiane. « Il fatto è — dice il corrispondente — che, malgrado tutte le informazioni disponibili da Roma, il Governo britannico non si è evidentemente mai reso conto che cosa l'on. Mussolini intendesse quando dichiarò che la questione abissina doveva essere sistemato in modo tale da togliere all'Italia per il futuro ogni motivo di ti. more in Africa. Implicazioni Ih questa dichiarazione sono che l'Italia richiede una revisione fondamentale della amministrazione abissina. Eden arrivò a Roma apparentemente del tutto imprepaa intavolare discussioni su questo punto. Le idee del Governo, britannico si aggiravano attorno a qualche concessione che avrebbe dovuto soddisfare ciò che esso riteneva essere il solo desiderio italiano e cioè la congiunzione ferroviaria delle sue colonie, un aumento di territorio per l'espansione agricola italiana e accresciute facilitazioni commerciali. Il desiderio fondamentale dell'Italia di sicurezza coloniale, la concezione fondamentale italiana dell'Abissinla quale una cattiva vicina non furono compresi dal Gabinetto e certamente non lo furono da Eden finché non venne qui e non senti queste cose dalla bocca stessa di Mussolini ». Mussolini ha parlato chiaro Ciò dimostra, anche dal punto di vista italiano, quanto utile, se non indispensabile, sia stata la visita del Ministro degli Affari leghisti a Roma. D'ora in poi a Londra, parlando di vertenza abissina, si saprà di che cosa si parla. Il corrispondente parigino del « Daily Mail » afferma dal canto suo che Mussolini tagliò corto ogni tentativo di varare a Roma un progetto britannico a base di piccole concessioni all'Italia con poche e chiarissime parole. « Non è il caso — avrebbe detto Mussolini — di parlare di negoziati su questo argomento ». E il corrispondente aggiunge che l'Italia, pur riconoscendo la speciale sfera d'influenza nella zona del lago Tana accordata all' Inghilterra, « è decisa a sistemare le sue divergenze con l'Àbissinia senza l'ingerenza di qualsiasi Potenza e, al di sopra di tutto, senza ingerenza della Lega ». Sugli altri punti delle discus- sioni romane e parigine si inco mincia a riconoscere a Londra che il successo di Eden è stato molto limitato. Ogni Nazione si è dimostrata preoccupata dei pro¬ pri problemi: l'Inghilterra della Locarno aerea; la Francia del Patto orientale e l'Italia della sistemazione danubiana. Senonchè, Eden avrebbe recato a Parigi e a Roma un sistema nuovissimo di diplomazia, un metodo di negoziati « inestimabilmente fruttuoso », come lo definisce il corrispondente parigino del « Times ». Esso consiste, sempre secondo questo corrispondente, « nella concezione dell'opportunismo nel negoziati in quanto opposto alla rigida insistenza nell'ottenere tutto al contempo ». E' cosi che l'Inghilterra, sulla base di "questo opportunismo, ha concluso l'accordo navale' con la Germania. Le altre Nazioni notranno nrocedere a trat- waziom potranno procedere a trat-tatlve sui problemi che maggiormente le interessano « alla condizione — si affretta a dire lo scrittore — che nessun accordo impegnativo sia raggiunto finché non sia completato l'edificio dell'accordo generale ». Il corrispondente — come si vede — dimentica che l'Inghilterra ha concluso un accordo senza at- na concluso un accoraci senza ai- tendere completamenti di edifici. Ma egli dichiara che il Governo britannico sarebbe felice se, per esempio, apprendesse che il Governo di Francia ha intavolato trattative dirette con la Germania per la limitazione degli ar¬ mamenti di terra. Al tempo stes-so egli afferma che l'Inghilterra non può impegnarsi a non discu-tere con la Germania sulla Locarno aerea, ossia sul problema che, come quello degli armamenti navali e diverso da quello degli armamenti terrestri, è di fondamentale interesse per l'Inghilterra. E' importante, a questo riguardo, quanto comunica il corrispondente parigino del « Daily Herald », e cioè che le conversazioni fra Inghilterra, Francia e Italia, in vista di attuare i principi enunciati nella dichiarazione anglofrancese di febbraio, saranno condotte per il tramite delle Cancellerie. « Il primo passo — dice il corrispondente dal Governo comunicherà a Berlino i risultati delle conversazioni di Eden a Pa rigi e a Roma ». R. P. S8f c.°.mp , ^"fSfi-0'/ SjffiS!