La pittura "di genere" degli americani

La pittura "di genere" degli americani La pittura "di genere" degli americani Dai timidi, incerti ma freschi, tentativi dell'inizio alla rivolta contro gli stranierismi e contro la rettorica dell'ottimismo falso NEW YORK, giugno. La mostra del « Whitney Museum > che segui a quella antecedente dell'arte astratta, fu aperta sotto 11 titolo generico di: « Scena sociale americana in quadri e stampe durante l'ottocento e il novecento ». E' stata interessante per il contrasto che offriva con la prima e per un certo fascino particolare emanante dalla rappresentazione di forme di vita solo da pochi decenni scomparse e che sembrano già tanto remote. La storia dell'accanito conflitto tra realismo ed espressionismo in arte è stata sintetizzata nelle due mostre. La pittura astratta si preoccupava degli elementi formali della tecnica, di struttura dinamica, di armonie matematichedi plasticità di disegno di linee e di colori usati come mezzi per comunicare l'idea essenziale di un soggetto piuttosto che i suoi aspetti riconoscibili. La pittura di genere dà assai maggiore importanza al contenuto, al fatto che il dipinto rappresenta. Nelle stesse pitture del novecento che derivano il significato estetico dalla loro perfezione plastica, il soggetto ha la sua importanza. Anche se la storia raccontata serve solo apretesto all'artista per lanciarsi in interpretazioni puramente subiettive e personali. E le storie che questi dipinti raccontano ti richiamano alla mente un mondo tramontato, un mondo intravisto nella fanciullezza attraverso i romanzi d'avventura, un mondo che diventò concreto nell'età più matura attraverso lo studio della storia della letteratura e della vita sociale americana. Sono scene rimaste indelebilmente impresse nella memoria per opera di racconti, di viaggi, di aneddoti, di visioni dirette e fissate per sempre sulla tela come in quel classico della pittura americana ch'è «Old Kentucky Home » di Eastman Johnson, le cui infinite riproduzioni pendono dai muri delle case d'America dove non è scomparso ogni barlume di tradizione e senso delle vecchie cose. E" una tipica casa del Sud sotto la cui tettoia di paglia i negri sì riposano e suonano il banjo, ma la rappresentazione è cosi viva e cosi impregnata di colore locale che sembra come se in essa sia concentrato l'ambiente e la vita di quelle regioni. Lo stesso dicasi dell'al e n tro poderoso lavoro, « Breaking the Home Ties » di Thomas Hovenden: il giovane in piedi pronto a partire circondato dalle vecchie dolci figure familiari di una modesta « home » americana; le vecchie dolci figure costernate che si fanno forza per non mostrare una commozione eccessiva, figure dolenti e rassegnate alla inevitabilità del destino. Si compendia in quel quadro la storia della gioventù americana che si parte verso regioni sconosciute in attesa di esser popolate, verso le terre libere del West, verso i campi doro, verso l'ignoto, verso l'avventura. Dopo aver attraversato le sale della mostra ed essersi in esse fermato a lungo ad ammirareconsiderare, paragonare, se ne riportava l'impressione curiosa di aver rifatto parallelamente in arte, la stessa via della letteratura americana. Gli stessi timidi, incerti e nello stesso tempo fresche spontanei tentativi dell'inizio, lo stesso senso di ottimismo che pervadeva lo spirito della nazione nella prima metà del secolo scorso, la stessa fiducia nelle proprie forze e nel proprio talento che appare crudo e provinciale con la conseguente imitazione straniera e finalmente la rivolta. La rivolta contro gli stranierismi e contro la retorica dell'ottimismo falso e balordo che impedisce di vedere la grande tragedia dell'umanità che soffre per le ingiustizie atroci e per la cecità stupida di un sistema sociale iniquo. Si passa agleccessi opposti. Mentre gli artistche vennero dopo la Guerra Civile non stimarono la scena americana degna di esser riprodotta a causa del suo carattere rozzo e primitivo e della bruttezza delle città che iniziavano la loro formidabile espansione, gli artisti contemporanei affermano con insistenza che contiene alle volte una nota di esagerazione isterica, non esserci nulla di più degno di riproduzione della moderna scena americana con le sue macchine mostruose, le sue ferrovie elevatei suoi skyserapers. I lavori della prima metà dell'ottocento hanno un'attrattiva incomparabile. Essi rappresentano una vita americana esistita più nell'immaginazione che nei fattiuna vita in cui si svolgono scene di prosperità e di pace, un mon do in cui 1 ricchi sono sempre buoni e generosi e i poveri sempre sorridenti, ottimisti e riconoscenti. Nei soggetti che descrivono i vari generi di lavoro quotidiano non c'è nulla della pena tremenda, dello sforzo e del rancore che gli artisti contemporanei imprimono nelle loro figure come caratteristiche del lavoro odierno. Le opere agricole sembrano niente altro che una sequela di festività: i barcaiuoli delle chiatte più che attendere al loro compito sembra che ruzzino, i « farmers » non fanno altro che ballare al chiaro di luna, suonare il violino, e celebrare il compimento dei Javori rustici stagionali come da noi si potrebbe celebrare la vendemmia, la svinatura, la spremitura dell'olio nuovo. Dopo la Guerra Civile, con l'aumento della ricchezza che ne segui, gli artisti americani andarono all'estero e si apri davanti ai loro occhi il mondo fascinoso dell'arte europea. Nacque da questo contatto il movimento di rivolta che si svolse intorno al 1870 e che fu chiamato il « Nuovo Movimento ». Venne Whister con la sua pittura chiara, in cui i soggetti e le figure non avevano importanza se non per la luce e l'atmosfera in cui erano immersi. A questa pittura, alquanto vuota che si dedicava a rappresentare la società degli eletti con donne languide squisitamente vestite che non facevano nulla in particolare come se passassero la vita in un perpetuo sogno e una perenne vacanza, seguì il poderoso movimento rivoluzionario dei primi anni del secolo presente. Fu esaminata la vita in tutta la sua bruttura, nelle città e nelle campagne, negli slums dei putridi quartieri urbani, nelle prigioni, negli ospedali, nei saloons dove trionfa la degenerazione e l'ubbriachezza. Il pubblico americano e specialmente il cosiddetto nice people, che avrebbe preferito indugiarsi nell'ottimismo bugiardo per cui non esisteva il lato sordido e tragico dell'esistenza, bollò questo movimento come ashean school, la scuola del recipiente delle immondizie. Passando da una sala all'altra della mostra si piombava in un mondo diverso. Sparito l'ottimismo, l'idealizzazione della ■ casa, del focolare e della natura, il .visitatore si trovava faccia a faccia con la brutalità dell'ordine esistente. Lo squallore dei quartieri popolari, i campi colpiti dalla siccità, una umanità povera, ammalata, cadente per la vecchiaia. Vi sono pitture potenti per la vivezza con cui i soggetti sono rappresentati, come : « The Sawdust Trail » di George Bellows, una matta scena di cabaret con donne ubbriache trasportate via. Altre agghiaccianti come « La danza in un manicomio » dello stesso autore, o « Il linciaggio » di Julius Bloch con la folla imbestialita che supplizia un negro. Gli artisti americani non sono più monocordi, nè annullano il loro spirito in una specie di nirvana ottimistico. Essi hanno attaccato la vita americana da tutte le parti, anche dai lati da cui gli artisti delle generazioni precedenti si ritraevano con orrore. La si osserva nelle subway», nelle Shops, nei department stores, nella strada e nelle officine, tra i rivenduglioli del formicolanti quartieri ebrei come nei saloni dell'alta società, durante i crimini collettivi e le frenesie delle esaltazioni religiose. In arte come in letteratura l'America ha raggiunto maturità di concezioni e d'ispirazioni che potranno in un tempo non lontano sboccare in una età aurea di capolavori. Amerigo Ruggiero Pittura di genere - JULIUS BLOCH: (Collezione del Whitney Museum of Il Linciaggio. American Art)

Persone citate: Amerigo Ruggiero, Eastman Johnson, George Bellows, Julius Bloch, Thomas Hovenden

Luoghi citati: America, Kentucky, New York