Indignazione a Parigi, giogia a Berlino e qualche perplesità a Londra

Indignazione a Parigi, giogia a Berlino e qualche perplesità a Londra L'accordo navale anglo-tedesco Indignazione a Parigi, giogia a Berlino e qualche perplesità a Londra Il viaggio di Eden a Parigi: Lavai dichiara che la Francia non ostacolerà l'Italia nella tutela dei suoi interessi in Africa Parigi, 19 notte. L'annuncio per il pomeriggio di oggi di un'esposizione di Lavai alla Commissione degli Esteri intorno all'accordo navale anglo-germanico ha acuito l'effervescenza prodotta in questi ambienti da quella che da ieri non si esita a qualificare una mancanza di lealtà da parte dell'Inghilterra e una crisi mortale dell'amicizia francobritannica. Tuttavia l'imminente arrivo a Parigi di Eden, atteso qui per venerdì mattina, ha già indotto le sfere di governo ad adottare un certo riserbo, in attesa di conoscere dalla bocca dell'inviato speciale di Baldwin quali conclusioni il Governo di Londra intenda trarre dall'accordo Ribbentrop-Hoare. Secondo le persone informate, Eden verrebbe a Parigi con la missione di provare a Lavai che l'Inghilterra non intende affatto scostarsi dalla linea di condotta segnata dai comunicati di Londra e di Stresa e che al contrario è sua intenzione valersi dell'atmosfera favorevole creata tra Londra e Berlino per imprimere un ritmo più deciso e più celere allo sforzo diplomatico inteso alla sistemazione generale della pace. Queste anticipazioni sono accolte a Parigi con curiosità ma anche con parecchio scetticismo. Apprezzamenti tecnici Un punto tuttavia dell'accordo che qui viene giudicato particolarmente increscioso, indipendentemente dagli inconvenienti politici generali segnalati fin da ieri, è quello relativo ai sommergibili. Dicono che la concessione al Reich della parità nell'arma sottomarina allo scadere del settennio sia stata pagata dai tedeschi con la rinuncia alle navi porta-aerei che preoccupano l'Inghilterra più di ogni altro mezzo di offesa marittima. Sia o non sia vero, qui si osserva che le concessioni straordinariamente larghe fatte alla Germania su questo capitolo rappresentano un colpo serio per l'intera economia della flotta francese la quale si era fatta fin qui del possesso di un forte naviglio subacqueo un mezzo pratico e relativamente poco dispendioso per compensare la relativa debolezza del proprio naviglio di superfice. Se la Germania potrà, d-, qui a sette anni, non mettere in cantiere una flotta di sottomarini uguale a quella dell'Inghilterra, l'equilibrio di forza su cui la Francia contava se ne sarà andato totalmente per aria. Queste sono le obbiezioni tecniche uscite dagli ambienti del Ministero della Marina. Restano come dicevamo le obbiezioni politiche, che sono forse le più gravi. E' l'Inghilterra disposta a limitare la procedura degli accordi separati, all'accordo navale, o pretende invece applicarlo anche al problema aereo, abbandonando, vale a dire, la limitazione delle forze di terra, agli accordi che potranno realizzare per conto loro, con la Germania, la Francia e l'Italia? Pretende l'Inghilterra, trincerandosi dietro i due accordi militari, che solo la interessano direttamente, disinteressarsi dello sfatti quo in Europa e dar carta bianca alla Germania per fare tanto a ovest come a sud e ad est la politica che preferisca? E' o non è l'Inghilterra disposta a tenere ancora conto delle intese di Londra e di Stresa sulla sicurezza generale e sullo stata, quo danubiano? vrtiridssnccdrtvqvctrsltctclEncrigvscnsdvqnpParole chiare di Lavai tSono queste le domande che, se condo l'esposizione fatta stasera da Lavai alla Commissione degli ■esteri, il capo del Quai d'Orsay si! ! prepara a rivolgere' al capitano ! Eden. Dalle voci che hanno corso in ! Parigi, sembrerebbe risultare che Eden come accennavamo in principio, rispondeva che nulla vi è di mutato nella politica continenItale dell'Inghilterra. In tema na-J vale, Londra è pronta a negoziare con Parigi, con Roma ed eventualmente con Mosca, accordi da inquadrarsi con quello concluso ieri col fteich. Baldwin vorrebbe che i negoziati si svolgessero a Londra. Lavai domanderà che essi si svolgano a Parigi per dare una soddisfazione all'opinione pubblica nazionale, ferita dal modo di procedere del Governo britannico. Circa il Danubio gli impegni assunti da MacDonald a Stresa non subirebbero attenuazioni di sorta. Il terreno su cui Eden domanderà invece delle concessioni- sarebbe quello del problema abissino. La vasta manovra inglese verrebbe cioè, a risolversi in un preciso tentativo di pressione per staccare la Francia dall'Italia, nella questione abissina, facendo della collaborazione franco-britannica contro l'espansione italiana nell'Africa Orientale la condizione del mantenimento della cooperazione franco-britannica in Europa. Il problema abissino Il tenore delle dichiarazioni da lui fatte alla Commissione degli Esteri, sembra autorizzarci a ritenere che egli risponderà rivendicando alla Francia il diritto di restare neutrale nella vertenza italo-abissina. « Per quanto riguarda il lato societario di questa vertenza, avrebbe detto infatti in sostanza Lavai questa sera ai commissari della Camera del Senato, la Francia è decisa a non subire violenze di sorta. Se il governo britannico crede di avere delle osservazioni da fare si rivolga direttamente a Roma. In quanto alla Francia, essa non vuole in nessun modo ostacolare l'I-talia, nella tutela dei proprii iute- ressi nell'Africa Orientale, ma u- nicamente aiutarla a difenderli con mezzi pacifici come fece già il me- se scorso a Ginevra». Questo atteggiamento di riser- bo di fronte alle sollecitazioni bri- tanniche è approvato da una fra-zione dell'opinione francese. Sauerwein scrive su Paris Soir che Lavai dovrà pensarci su due volte prima di vincolare la sua politica a quella inglese nella que-stione, giacché se si vuole evitare la guerra il solo mezzo consiste nell'imporre al Negus di dare al-l'Italia le soddisfazioni che recla- .... —~. „„_ .-ma. In caso diverso Roma uscirà dalla Lega delle Nazioni e tutta la politica francese in Europa sai- terà. Ulntransìgeant proclama che gli sforzi di Eden per indurre la Francia a combattere la poli-tlea di Roma debbono essere net- tamente respinti giacché la Francia non può sacrificare una amicizia franca e leale come quella dell'Italia a una amicizia variabile, aleatoria e tortuosa quale quella britannica. L'Inghilterra, che conclude accordi particolari senza chiedere pareri a nessuno, non ha altrui in nome di patti che è la prima a violare. E la Francia ha l'interesse a restare a fianco dell'Italia la cui politica è « senza tenebre ». Anche altri giornali tengono lo stesso linguaggio e di queste prove cameratesche offerteci dagli esponenti dell'opinione francese non possiamo non compiacerci profondamente. La molteplicità e la insistenza di tali esortazioni provano che la pressione cui il Governo francese dovrà resistere sarà forte e che il merito di Lavai nell'eludere o almeno nel limitare il ricatto britannico non sarà piccolo per quanto una semplice neutralità non sia il meglio che nella circostanza potessimo augurarci da parte sua. C. P. _ navale intervenuto ieri a Lon **due Paesi' f «mettono in"heY° 1 punti sostanziali. , JS?mpa unammef magnifica *C,C° 5a««lunto sottolineando- ne la portata, non solo nella sto ria delle relazioni anglo-tedésche, ma, più ancora, mettendone in evi denza il valore europeo come po tente contributo alla pace gene rale. Per questo riguardo, richiaman dosi al discorso recente del Can celliere, i giornali esaltano l'ac cordo come uno dei massimi suc cessi, insieme con l'accordo con eluso con la Polonia, della poli tica estera del nazionalsocialismo li diritto di incettare la libertà La portata dell'accordo esaltata in Germania Berlino, 19 notte. I giornali pubblicano questa mattina nella forma di uno scam- bio di lettere tra il Ministro degli Esteri britannico Sir Samuele Hoare e l'Ambasciatore straordi-nario tedesco Von Ribbentrop, n^?lr ìn U,"a le"era,finale diquest ultimo, l'accordo di massi- --- — — »»"»i»i»n,«u»mu, destinata veramente a contribuire in maniera pratica alla pace ge nerale, eliminando d'un colpo un'altra di quelle zone maggior- mente nevralgiche della situazione europea e mondiale già fonte di conflitti, capace sempre di gene- rame. Esso costituisce poi — dicono — il primo accordo nella rischiosa e delicata materia degli armamenti, che sìa riuscito di concludere fra due popoli qualunque, realizzando una fase veramente lGs | conferenze : per questo rispetto ne pratica verso la limitazione, e ciò i qh„™ *Tinm«,H Hi ^iow dopo infiniti fallimenti di pietose registrano il merito all'attivo del sistema della trattativa a due che è il metodo preferito sostenuto dalla Germania, contro i metodi conferenziali di marca piuttosto francese. L'accordo navale di Londra apre addirittura, per i giornali tedeschi, un'epoca nuova nella pace europea. Ciò che poi dell'accordo concordemente la stampa mette in evidenza nei confronti con l'Inghilterra, è il suo carattere di accordo definitivo e senza termini e senza disdette: esso regola — fanno rilevare — una volta tanto e per sempre il rapporto ufficiale della Germania con l'Inghilterra: e chi pensa che la materia navale è stata la sola ragione di rivalità e di conflitto fra questi due popoli, e con ciò dell'unica guerra che finora essi hanno combattuta fra loro nella loro storia, si può rendere conto di quello che questo accordo rappresenta oggi per la vera pace anglo-tedesca e|con essa per la vera pace euro-j pea; togliendo di mezzo per sempre, come fa, secondo i voti espres- j si dal Cancelliere nel suo discorso ' del 21 maggio, questa essenziale zona di lotta reciproca. Dopo — aggiungono — verrà la volta del ; Patto aereo. Il Governo del Reich intende !sottoUne'areVesù^ iddl Germama di impedire d'ora «- i in poi, per sempre, la ripetizione d'un conflitto con- l'Inghilterra, nella dichiarazione che fa, d'intesa con il Governo britannico, di considerare come indefinitamente duraturo, e come in vigore dal giorno d'oggi, l'accordo; il che però non significa affatto trascuranza della collaborazione di terzi nell'insieme della trattativa diplomatica europea, come dimostra il continuo richiamo che nel testo dell'accordo viene fatto ad una generale convenzione per gli armamenti, e la considerazione finale che l'accordo stesso sia quanto mai adatto a facilitare la conclusione di , j o-enerale convenzione fra le 1 e ! | o -1 gistrano la eco estera, e special e ' mente francese, dell'accordo, e rii I producono la notizia della risposta - dei Governi francese e italiano al- Peraltro ì giornali, che pure re- j 1 i e, e le domande poste alla vigilia dal Governo britannico, figurano assai poco di comprendere le riserve francesi sulla « indivisibilità della pace » e sulla necessità di considerare l'accordo navale nel e ò i quale entra la Germania soltanto w alla luce dei Trattati esistenti, per e Bn>Wllllniu BV<,nH,»i» n; l e o di o li a ca ti e roa fla di ti a ma, e gi La cancellazione di Versailles nell'interesse di Londra Londra, 19 notte. la sostituzione eventuale di una parte dei quali è premessa assolu- ta 1 organizzazione della sicurezza. G. P. _ Nel dibattito del 7 maggio scor-so alla Camera dei Lord un mem-bro laburista di quella Camera,lord Noel-Buxton dichiarava es-sere una fortuna per tutti che « ilsignor Hitler è cosi profonda-mente anglofilo ». A giudicare dai commenti dei collaboratori navali aì r,, ~t- . v _ 4-* ■ _-di questi giornal sul patto iericoncluso a Londra fra Samuel Hoare e Von Ribbentrop si deve riconoscere che l'anglofilia hitle-riana è stata abbondantemente provata e anche ricompensata. Igiornali riconoscono infatti che e|l'Inghilterra ha ieri distrutto il si-o-j stema di Versailles e inauguratoms- o e — el e la revisione del trattato mediante l'accordo con la Germania e che ■!. la firma dell'accordo navale è la denuncia finale da parte dell'Inghilterra del trattato di Versailles ». Che tale sia in realtà, nessuno dubita e ultimi a dubitarne sono i 1 qUa"' C°me SÌ rifconoscea °«\ travfrsaron° momenti ango- i <snif.sl nei timore che ali ultimoe a, a nurò a ninlene adi istante l'Inghilterra, ascoltando leobiezioni francesi, differisse la firma dell'accordo. Un po' cinicamente qualche scrittore si permette di precisare il significato dei documenti pubblicati ieri dicendo che uno dei più rallegranti aspetti dell'accordo è che <: esso modifica le clausole navali del trattato di Versailles soltanto nella misura compatibile con la nostra propria sicurezza navale e tale è in ogni caso l'opinione degli esperti dell'ammiragliato ». La stampa laburista che, come è noto, segue l'andazzo e si di¬e 1 mostra più prò hitleriana degli | stessi organi conservatori, è en-l ia l- tusiasta del successo di ieri e die- j chiara che l'accordo raggiunto dai1 governi di Londra e dì Berlino è di una importanza colossale inquanto che la Germania ha accet-tato volontariamente e unilateral-mente una limitazione dei suoi ar-mamenti navali senza riceverenulla in contraccambio. Come diceii nniu, ir, ,.„i,i ^„r, =i t.„n.„ » il Daily He, ald non si tratta tan-to di un accordo quanto di unadichiarazione impegnativa da par-te della Germania e di una limitazione spontaneamente imposta a se stessa. Al tempo stesso, attraverso i commenti odierni, sscorgeva il tentativo di calmare apprensioni della Francia dimostrando come, in fondo, l'accordo di ieri dovrà essere accolto con viva gratitudine da Parigi in quanto lascia alla Francia unaforte superiorità di fronte al na-viglio tedesco. Vi è chi trova i al-larmar.te » la concessione fattaalla Germania nei riguardi dei sot-tomarint ma ne riduce l'importan-. , . , ,, v, . za considerando che 1 accordo sta-bihsce per l'avvenire cosi buonrapporti di amicizia tra Londra eBerlino da eliminare praticamentedel tutto il pericolo che la Ger-mania utilizzi la totalità del ton-nenaggio concesso per ra^iun-gere la parità in fatto di sottoma-rini con l'Inghilterra. Non mancano però coloro i quali pensano che « l'Inghilterra ha dato alla Germania il permesso di costruirsuna flotta di 101 unità » e che l'accordo di ieri non condurrà, come crede il governo, ad una limitazione degli armamenti navali maal contrario, ad una ripresa accelerata di costruzioni. R. P. IN GERMANIA SI SONO INIZIATI I RECLUTAMENTI in base alla nota decisione del Governo del Reich che ripristina il servizio militare obbligatorio. Ecco un gruppo di reclute a Berlino.