Torino-Livorno 1-0 (0-0)

Torino-Livorno 1-0 (0-0) Torino-Livorno 1-0 (0-0) La squadra granata si batte con meraviglioso impegno e conquista la vittoria della salvezza sulla ammirevole compagine amaranto PRATO TORINO: Maina; Zanello, Zacconi; Giuntoli, Janni, Prato; Bo, Baldi, Allasio, Buscaglia, Vecchina. LIVORNO: Lami; Persia, Monza'; Arcarì II, Uslenghi, Garrafa; Alberti, Ferrara I, Bnsoni, Arcarì IV, Ma- \ì campione, fu l'ultimo a toccar la pai-i& e vi si accasciò sopra piangente. GliIl Torino ha vinto. Un goal, un solo goal realizzato nella ripresa gli na da- lo quel successo che ha salvato e squa- Arbitro, ottimo, Mazzarino di Roma. dra e società. Ora noi si può ragionar della gara, considerare il punteggio, giudicar uomini e reparti, ma mentre la gara viveva le sue appassionanti vi- cende s era tutti presi dalla febbre delia battaglia. Tutti, giuocatori e spettatori. Sul campo gli atleti. stre-mati di forze, ridotti sulle ginocchia,pervasi dall orgasmo, si battevano con disperata, selvaggia volontà. Sugli spalti la folla soft riva gridava, a'en- tusiasmava a tratti ed a tratti si ta-ceva sgomenta. Il pensiero di tutu era rivolto a quel novantesimo minuto che doveva pur scoccare per liberar tutti dall'incubo del risultato. E il novantesimo minuto venne. Si vide l'arbitro interpellare i due segnalinee, consultare il cronometro. Poi lo si intese fischiare. I tifosi offrirono spettacolo a sè con il loro entusiasmo ma dracena che" non poteva non7òm-muovere ebbe ancora per ribalta ilcampo. Persia, che aveva giuocato da altri amaranto si serrarono il capo fra le mani> sì fermarono come sbi- S'ottiti, parvero schiantati da un irre- paratile colpo. Quegli undici ragazziChe ancora pochi secondi prima si bat-tevano con un impeto che destava l'ammirazione, erano come inchiodatial terreno dalla stanchezza e, più an-cora, dallo sconforto e dal dolore. Sa-lutarono come automi, lo sguardo assente. Poi si trascinarono verso l'uscita, scesero lentamente i gradini del sottopassaggio e dovette essere ben amaro per loro la che non guardav e dovette essere benli giubilo di quella fol-. . irdava più che l suoi ragazzi. La folla, infatti, delirava perli1 To"no- Cl fu chi riuscì a superare| ch^^S^o^'e *Ai ' A 1* i-, *^rL \a\ ■'i £V&*»£ &^1Uilra?ri^ncS^Ldj bratì;eia in altc-2 tutto questo fecero gliundici del Torino. Solo Buscaglia ce-|?„ ;t a;°/ =rZwaC^ ^r,,^Le=ai^a"lil^Tro^er^ncorl s'abbandonòjfnaCbraacc.roeSà?^prim?Cc0ht• ^Wm tfinnntm * b iu ueiiieuuu e, uivutuu m vuiuu e muti- pace a reggersi ancora, s'abbandonò' 'tll sn\o \incontro. \ ,. . . . . } » Livorno resiste ] Questa scena finale la giustificarono.vicenda _deUa gara. Sapete jche^ lasarebbe stato sufficiente il consegui- date che si frangevano contro la cai- ™\ «Ida ed intelligente difesa ama- >-:»",-fl i r.,-r.r nrr "> i™an™° *^*ia™£, Il Torino iniziò forte, .ma con disor-idlne. Le sue offensive erano come on-|brilè attività* degli avanti torinesi ed il giuoco bello per intesa e per sicu- rezza degli attaccanti livornesi diede1 sin dai primi minuti lavoro alle due difese, entrambe solide, entrambe attente. Un tiro di Magnozzi passò a lato di cosi poco da far gridare di.. terrore i .sostenitori granata e Bo, al T si gettò con tanto impeto sul pal- risolvevano a suo vantaggio. L'attac- :Co amaranto lavorava infinitamente lone giunto su punizione a due passi i da Lami, che il portiere amaranto ' ebbe un duro colpo dal quale si ripre-1 se però presto, si da fronteggiare lei situazioni difficili che si crearono di minuto in minuto nella sua area. Nel'- corso del primo tempo il Torino battè cinque calci d'angolo al 21', 35', 36' 44', ma senza sfruttarne uno solo, ti nervosismo dominava i torinesi che specie aU'atUcco, sbagliavano sì stomaticamente e nell'effettuare i passaggi e nel Urare verso la rete avver_ saria. La difesa faceva completo il suo dov Janni om meravigUoso per rendimento e per impegno; Buscaglia operava per metter ordine nello sconnesso re[^rto attaccante, ma la squa dra tut& non forniva u rendimento sato Per t u Livorno si com r portava assai bene. I terzini non fallivano un pallone, Uslenghi emulava Janni ed aveva il vantaggio di contare sulla collaborazione di due laterali ia cui azione regolare dava al reparto un vigore che la mediana del 1 Torin° non aveva. Garrafa special: m „.e SI distingueva ed ingaggiava > duelli con Bo che il più delle volte si meno di quello torinese, ma non manjcava di pericolosità. Magnozzi, all'e: strema sinistra, non sprecava un pal. Ione; Alberti dal lato opposto riuscii va spesso a fuggire ed a centrare, ed j i tre uomini di mezzo mostravano a loro volta di saper trattare la palla con accortezza, tanto da mettere in difficoltà la difesa granata, Il goal di Prato | Cosi, nonostante il maggior numero di attacchi e la pressione più marcata il Torino non realizzò nel primo tem-po. gi giunse al riposo con l'imorès- sione che u Livorno si fosse imp'e- >■ *»at° - assai ■ me"° .» ™» -versar! Pur ottenendo Io stesso risultato. !...". ^oco riprese, dopo. l'interva.lo, ' i Cambrì Wt^tfteZSSZ a goal) cne voleva ,a vittoriai n To ,rin£ si'proiettò nuovamente nell'area iamarant0- D°veva, voleva passare, si ! subit° ™a Puniz'°ne .proprio sul ^zSll » daTbarri£ uro ai z*acconi, respirilo dalia parne- ! sima avrebbe' battuto con troppa cru- deità la ^adr^ornese cggioca- ra degli amaranto, s'eleva alto il grijdo «.rigore! rigore!». L'arbitro negò l e- fece bene, perchè la punizione mas- vura. tensori amaranto, Allasio toccò la pai-;la di testa. Intervenne allora un di, 'tensore che cercò respingere, ma Fra-to ripreso ed indirizzò verso il ber-saglio. Lami fermò appena il pallonea mani aperte, Prato lo calcio per la I■JU**™* mise.al sue, attivo ; davanti _alla porta di Lami.dove era- no a ridosso attaccanti torinesi e di- seconda volta e lo m'andò a sbattere , contro la rete. L'urlo della folla scop'piò come un tuono e durò a lungo, mentre in campo i giuocatori torinesi esultavano, Fu da questo momento che la partita si mutò in dramma. Il Torino parve trasformato dal successo. Gettò lo scompiglio nelle file amaranto. Galoppò all'attacco come se avesse dovuto espugnare d'impeto la roccaforte av- versaria. La folla raddoppiò il suo incitamento. Si voleva, ora, un secondo punto, per porre al sicuro la vittoria. Tutti" gli "avanti granata, e Bo pia d'ogni altro, ebbero le occasioni sperate per segnare ancora, ma nella pre- cipitazione e nell'orgasmo le fallirono. Al 13', 15', 17' e 27', l'estrema destra torinese si trovò sola davanti alla porta livornese. Mandò tre volte a lato e, la quarta, mancò addirittura la palla. Cosi il periodo di più netta prevalenza torinese passò senza altri danni per il Livorno, che si trovò ad un quarto d'ora dal termine, con la possibilità di contrattaccare e di produrre a sua volta lo sforzo massimo, che gli avversari erano sfiancati e ripiegavano a poco a poco nella loro metà camoo. Notammo, nelle due squadre più di uno spostamento. Il Torino portò Vecchina al centro, arretrò Baldi fra i sostegni, mandò Buscaglia, sfinito, all'estrema sinistra. Il Livorno prima spostò Ferrara all'ala destra, poi Garrafa, il cui giuoco col trascorrere dei minuti prendeva sempre maggior risalto, ad interno destro. Arcari lo si vide mezzo sinistro, Monza prima mediano e poi attaccante. Ma si rende meglio la visione della situazione se si dice che tutto il Livorno si riversò all'attacco. La t'orza della disperazione spinse gli amaranto a tentare il tutto per il tutto. Allora si accese la lotta nell'area torinese, dove c'era mischia di attac- canti e difensori. Solo Vecchina Bo o Buscaglia condussero qualche controattacco, che, per il resto il lavoro si svolse nel settore presidiato dal bravo Maina, dall'ottimo Zacconi e dall'insuperabile Zanello. E fu Janni ancora a fornire ai difensori il mag- Si°r aiuto. Janni che compiva miracoli, che non s'arrendeva mai, che si ergeva contro ogni avversario. Al 39" " Maina alzò a stento in angolo un pallone insidioso di Uslenghi ed al 42' Busoni girò sopra il palo un passag gio di Ferrara. Gli ultimi minuti fu- glo di Ferrara. Gli ultimi minuti tu rono _vissuti fraun ^^sord«te ^a""° ™" ^av^"e"a'."^ "SfSJSì'ÌS? ritato di rimanervi; una squadra che Poi venne la fine. Abbattimento, esultanza, dolore, gioia, offersero il quadro di chiusura. Saluto ai perdenti L'evviva al Torino vittorioso, diciamo pure giustamente vittorioso, non può far tacere un commosso saluto al Livorno che è caduto da forte, lot- A1 Torino che fol L. che ancora ieri l'ha spinto alla vit- toria con il suo entusiasmo chiede che he vengano risparmiate, per il futuro, Certe emozioni... troppo intense, All'incontro hanno assistito le auto- gàie L'ai?^urio per una sua ripresa è pertanto schietto, sincero. rità cittadine. Luigi Cavallaro La tremenda partita è terminata, il Torino è salvo. I calciatori torinesi, vincitori della massacrante contesa, giubilano; Maina e Zacconi si abbracciano; Vecchina e Giunteli accolgono le entusiastiche manifestazioni di alcuni tifosi; un trofeo floreale viene alzato in alto, mentre sulle scalee gremite di fella acclamante si eleva il < forza Torino! » di un enorme stendardo. Chino a terra, sfinito dalla fatica, solo colla sua delusione, Ferrara, il minuscolo « artista » del Livorno, guarda piangendo il campo dove la sua squadra è definitivamente caduta, (Foto Gherlone)