Gli interessi italiani in Africa

Gli interessi italiani in Africa Gli interessi italiani in Africa Nuovi commenti esteri Dal Transvaal all'Etiopia I metodi britannici di colonizzatone e insegnamenti non richiesti Roma, 28 notte. Nel suo editoriale dal titolo : « I nostri amici inglesi » il Tevere, prendendo 10 spunto dalle peregrinazioni del Lord del Sigillo privato signor Eden, scrive fra l'altro: I « Nella recente discussione ginevri| na il regio rappresentante dell' urnaìnitaria Inghilterra ha preso le parti della civiltà e del diritto delle genti riportando un successo che gli organi itaiofobi della City vorranno al più 'presto illustrarci.. "Questi organi, in test?, ai quali c'è la muta dei fogli di Lord Beaver'orook, si sono messi a fare la lezione all' Italia a proposito |del conflitto con l'Etiopia dicendo I che gli Italiani hanno subito uno j scacco in Africa nei secoli scorsi, che la Tripoli nel 1915 non seppero fare grandi cose, e che infine dalla grande guerra non riportarono un eccezionale stato di servizio, nè sarà Mussolini che muterà il carattere di questa razza. Ora gli italiani sono molto impressionati da questi mòniti perchè riconoscono che tra la razza inglese e la loro c'è una enorme differenza, specialmente in materia di civiltà, giacché, per esempio^ per quel che riguarda l'Africa, mai e poi mai gli italiani saranno capaci di introdurre la civiltà in quel Continente con i metodi usati nel 1901 dal generale di felice memoria Roberts nel Transvaal — metodi che contemplavano, come sanno anche i bambini delle scuole, l'incendio della fattorie, la distruzione dei raccolti e del gregge, l'invio delle donne e dei bambini nei campi di concentramento. « Tali metodi non furono allora molto apprezzati dall'opinione mondiale, e neppure dal Times di quel tempo: ma 11 Times di oggi è certamente disposto a fare onorevole ammenda dell'errore d'allora. « Ci faremo dunque insegnare dalla stampa britannica come si va in Africa o conio ci si guadagna un brillante stato di servizio? Ci basterà aprire due o tre libri di storia per apprendere a prezzo di quali vigliaccherie e crudeltà si è composto il superbo Impero coloniale del candidi inglesi, su quali montagne di ossa umane riposa la gloria dei colonizzatori britannici, di che natura sia il rosso che imporpora V « Union Jack >. « Quando saremo sufficientemente istruiti forse l'irrequieto Lord del Sigillo Privato giudicherà giunta 1' ora di occuparsi dei fatti proprii, cioè di mettere d'accordo l'appetito delle cariche con la debolezza di stomaco, la schifiltcsità del puritano, con l'incontinenza dell'arrivista. <; Intanto i giornali inglesi possono continuare a dare la misura della classica ipocrisìa britannica. L'impresa è disperata, ma possono contare sulla nostra modesta collaborazione ». Politica realista Vienna, 28 notte. Anche oggi diversi giornali austriaci si occupano diffusamente del discorso tenuto da Mussolini alla Camera sabato scorso. L'ufficiale Wiener Zeitung intitola il suo editoriale: «La chiara voce dell'Italia »; e scrive che la eco del discorso del Duce alla Camera è stata trionfale. « Egli — aggiunge il giornale — è un Uomo politico realista nel vero senso della parola e si attiene ai fatti che considera con la mente fredda dell'Uomo di Stato ». Dopo avere accennato al rinvio della Conferenza denubiana che deve essere ben preparata, U giornale mette in rilievo che anche questa volta Mussolini ha posto il problema austriaco al centro delle Sue esposizioni, dicendo che si tratta d'un problema europeo e quindi italiano ma non esclusivamente italiano, Mussolini ha distrutto nuovamente false interpretazioni. Questa dichiarazione offrirà a Schuschnigg una preziosa base per le sue argomentazioni di domani. « Anche a proposito dell'Abissinia — osserva il quotidiano — il Duce ha parlato pure da Uomo politico realista, illustrando la serietà della situazione, ma sottolineando pure energicamente che l'Italia è decisa a difendere i proprii confini ed i proprii diritti acquisiti ;>. Il Tari, che ieri aveva scritto in un suo articolo che « anche Parigi e Londra devono riconoscere che l'Italia funge in Abissinia da avanguardia europea», pubblica un editoriale intitolato: « La politica dell'Italia ». In esso il giornale scrive che Mussolini è stato il più caldo propugnatore dell'amicizia con la Francia e si è potuto constatare che Egli ha fatto ed è pronto a fare 1 sacrifici per la pacificazione europea. <; Le concessioni alla Jugoslavia — ; soggiunge il Tti;i — probabilmente non jsono riuscite facili all'Italia». A proposito dell'Abissinia, il giornale osserva ehe è stolto pensate che dopo tanti sacrifici, l'Italia possa accontentarsi di qualche soddisfazione morale o di eventuali indennità por gli italiani sgozzati dagli abissini. In quanto all'Austria, le parole di Mussolini sono state molto precise, nota il giornale, e sarebbe desiderabile che esse venissero bene intese anche a Berlino. Rilievi tedeschi contro l'intervento ginevrino Berlino, 28 notte. La Boersen Zeitung ha una nota sul conflitto italo-abissino. Il giornale comincia col criticare il valore dell'opera ginevrina in questa circostanza negando che l'opera svolta dalla Società delle Nazioni possa costituire una prova dell'autorità e del benefico funzionamento di essa come, contro la tesi tedesca, fanno osservare alla. Germania i difensori dell'Istituto ginevrino. Per il giornale il compromesso raggiunto a Ginevra consiste soltanto in un rinvio dappoiché la questione sostanziale fra cui quella riguardante le frontiere non vi sono comprese. La Società delle Nazioni non ha nè può avere autorità sufficiente per decidere su importanti questioni vitali di una grande Potenza. Ciò detto, il giornale si rivolge agli interessati consigli dati all'Italia da varie parti di non itidebo- lirsi troppo in Europa di fronte a! suoi compiti europei, consigli che nella loro premura per i « veri interessi dolITtalia » sono arrivati a prospettare all'Italia un pericolo tedesco al Brennero. E ricorda le parole chiare dal Duce pronunziate specialmente nel suo ultimo discorso all'indirizzo di questi interessati consiglieri. « Che Mussolini abbia capito la politica di questi consiglieri è cosa che deve essere salutata con soddisfazione non soltanto nell'interesse obiettivo della, cosa ma anche per il fatto che qui si tratta di un condannevole cinismo il quale non rifugge dall'aizzare l'uno contro l'altro il popolo tedesco e il popolo italiano e che dipinge nella situazione europea minacce e tensioni soltanto per attenuare le proprie ». Il giornale conclude poi rilevando le condizioni dell'Italia; paese soprapopolato e relativamente scarso di materie prime e venuto per ultimo nell'agone distributivo coloniale, mentre ricorda come tanti degli attuali critici dell'Italia sia nel settore etiopico che in altri settori del mondo si siano ampiamente serviti senza tanti complimenti e senza inciampare in cavilli giuridici e in trattati di terzi. Il giornale conclude giustificando le diffidenze dell'Italia circa le vere intenzioni dei suoi critici. Tutti i giornali rilevano pfl'i, compiacendosene, il senso di soddisfazione {suscitato in Italia dalla dichiarazione tedesca che smentisce le veci ebrse secondo le quali talune ditte tedesche avrebbero fornito materiale da guerra all'Abissinia, aggiungendo che anche per l'avvenire ciò sarà da escludere. L azione decisa dell'Italia elogiata dalla " France rrìllltaira „ Parigi, 28 notte. Tacciando di inutilità il compromesso concluso a Ginevra sul problema etiopico, il gen. De Cugnac in un articolo della France Militaire che contrasta con l'indirizzo generale della stampa, esprime la certezza che l'Italia farà in Abissinia quello che ha deciso, senza curarsi di opposizione di terzi. « Conquista o protettorato o situazione privilegiata — scrive il giornale — la formula adottata non ha importanza. L'Italia vuole avere una colonia in Africa e l'avrà. Essa ha pensato aila sola regione disponibile. Le altre Potenze europee non possono rimproverarle il suo desiderio e il suo modo di agire. Esse debbono ricordarsi di quello che hanno fatto esse stesse. Per biasimare l'Italia non si vede quale sia la nazione che potrebbe scagliarle la prima pietra. La sola differenza è che ora vi è la Società dello Nazioni alla quale l'Abissinia appartiene. Ma la Società delle Nazioni si trova nell'incapacità assoluta, è tutti lo sanno, di arbitrare questo conflitto. « Una obiezione seria è stata fatta all'Italia dai suoi amici e alleati a proposito della progettata spedizione. L'Italia si lancia in una campagna lontana nel momento in cui la tensione in Europa è grande, quando la Germania sembra preparare la guerra. In questa ipotesi, si nota, i cannoni italiani sarebbero più utili sul Brennero e nel bacino del Danubio che non sulle rive del Mar Rosso o nei deserti dell'Eritrea. Mussolini ha risposto parecchie voite a questa osservazione, talvolta con ironia. Egli ha affermato che l'Italia con tre classi sotto le armi, con ottocento o novecento mila soldati sotto le armi era pronta a ogni eventualità. Mussolini è un abile uomo di Stato. Egli non si è gettato alla cieca in un'avventura. e Se vuol fare la campagna d'Abissinia quest'anno con molte forze gli è che spera regolare tale questione in una sola volta e che ritiene che la Germania non è ancora in stato di sferrare una guerra europea. AH'infuori della minaccia tedesca che esiste per tutti. l'Italia si trova in Europa in una eccellente situazione. Essa è in un periodo di completa amicizia con la Francia, nessun dissenso esiste più fra essa e la Jugoslavia. L'Italia ha saggiamente preso tutte le precauzioni volute per non avere nessuna preoccupazione in Europa durante la sua esoansione militare nell'Africa orientale ». Il gen. De Cugnac trova dunque che l'opposizione fatta all'Italia in certi ambienti e in certe capitali non ha ragione d'essere. ti'lntransigeant, occupandosi intanto della questione danubiana, si dimostra sfavorevolmente impressionato dal ristagno dell'azione diplomatica relativa e si domanda se, in attesa di meglio, non sarebbe il caso di favorire fra gli Stati interessati al mantenimento dello statu quo nell'Europa eentrale la firma di una serie di patti bilaterali di assistenza o quanto meno di non aggressione. La proposta déll'Intransigeant sembra partire da Praga, di tali patti dovendo essere chiamata a beneficiare non solo l'Austria ma anche la Cecoslovacchia. C. P. Partenze per l'Africa Camicie Nere triestine passate in rivista dal Duca d'Aosta Trieste, 23 notte. Passato in rivista dal Duca d'Aosta e salutato dalle mille voci acclamanti di Trieste, è partito oggi alle 11 il Battaglione delle Camicie Nere di queste terre, che hanno chiesto di essere inviate in Africa. Dalla caserma di via Ferriera alla stazione il fiero Battaglione giuliano è passato sotto una pioggia di fiori e fra gli « alala » e i battimani, fra una doppia siepe ininterrotta di popolo, La manifestazione, dalle vie popolari della barriera, a piazza Goldoni, a via Carducci, a piazza Oberdan e alla stazione, ha assunto un altissimo tono di entusiasmo, fra lo sventolio di cento e cento bandiere. Alla partenza il battaglione è stato passato in rassegna da S.A.R. il Duca d'Aosta, che gli ha porto il suo saluto augurale. %n* La bandiera del Genio di ritorno a Roma Roma, 28 notte. E' arrivata a Roma, questa mattina, alle 8,20, la bandiera dell'Arma del Genio che ha presenziato all'adunata nazionale che ha avuto luogo l'alti'» giorno a Torino.